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Passione incontrollata (eLit): eLit
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E-book169 pagine2 ore

Passione incontrollata (eLit): eLit

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Info su questo ebook

La saga dei Worth 1
Taggart Worth è un solitario. La terra che ama e che lo ha visto crescere è fredda e inospitale come il suo cuore. Solo lui riesce a vedere le incredibili sfaccettature e il fuoco che si cela dentro quelle montagne di dura roccia, battute da un vento gelido e indomabile. Lui, e Callie Sullivan, la figlia del suo rivale, la donna con cui ha trascorso una folle notte d'amore, bruciante di passione. Benché la desideri con tutto se stesso, Tagg è deciso a non cedere alla potenza di quel sentimento, fino a quando una notizia sconvolgente e inaspettata non rischierà di capovolgere completamente il suo mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2021
ISBN9788830525771
Passione incontrollata (eLit): eLit
Autore

Charlene Sands

Risiede nel sud della California con il marito e i loro due figli. Scrittrice dotata di grande romanticismo, è affascinata dalle storie d'amore a lieto fine ambientate nel Far West.

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    Anteprima del libro

    Passione incontrollata (eLit) - Charlene Sands

    Copertina. «Passione incontrollata» di Sands Charlene

    Immagine di copertina:

    epicurean / E+ / Getty Images

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Carrying the Rancher’s Heir

    Harlequin Desire

    © 2011 Charlene Swink

    Traduzione di Roberta Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-577-1

    Frontespizio. «Passione incontrollata» di Sands Charlene

    1

    Il suono attutito degli zoccoli sulla terra battuta di solito suscitava un sorriso sul viso di Taggart Worth.

    Ma non quel giorno.

    Quel giorno, aveva lo stomaco contorto mentre sorseggiava il caffè appoggiato alla staccionata del recinto, osservando le tre puledre che trottavano in cerchio, la leggera brezza dell’Arizona che agitava loro le criniere. Ancora una volta, il ranch Worth aveva perso un affare nella trattativa del bestiame: Hawkins Sullivan – meglio conosciuto come il Vecchio Falco – del ranch Big Hawk, li aveva battuti.

    Sullivan.

    Era il loro vicino, e una grossa spina nel fianco di Tagg. E perdere quell’affare era stato un boccone indigesto da ingoiare, soprattutto perché Tagg era stato portato a credere di averlo già in tasca.

    Bevve un’altra sorsata di caffè; ormai era diventato freddo e amaro come le sue rimuginazioni. Rovesciò per terra ciò che ne rimaneva e posò la tazza vuota sul pilone della staccionata, i pensieri che tornavano alla notte che aveva condiviso con la figlia di Sullivan, Callie, a Reno, un mese prima. Per settimane non era riuscito a togliersela dalla testa e non era una bella situazione per il direttore finanziario della Worth Enterprises.

    Invece che battere sul campo il Vecchio Falco, come aveva già fatto, Tagg si era distratto a pensare alla figlia. Il diavoletto sulla spalla l’aveva addirittura istigato a chiedersi se Hawkins non l’avesse spedita apposta a quel rodeo a Reno per fargli perdere la concentrazione e il fiuto per gli affari; che Sullivan giocasse sporco era cosa nota, ma nemmeno lui sarebbe arrivato a tanto – sacrificare la figlia per una mandria. Del resto, Callie non gli sembrava proprio il tipo che si lasciasse manipolare facilmente... ma in quanto a donne, Tagg si era già dimostrato tutt’altro che infallibile.

    Conosceva Callie fin da bambina, visto che i loro ranch erano confinanti; tuttavia, non la vedeva da anni quando lei l’aveva tirato giù dallo sgabello di quel bar di Reno per trascinarlo sulla pista da ballo.

    Era stata una serata scatenata.

    «Balla con me, cowboy. Mostrami le tue mosse» l’aveva sfidato allacciandogli le mani dietro la nuca e invadendo il suo spazio personale. Lunghi capelli scuri le ricadevano in onde ingarbugliate lungo la schiena. Aveva scosso il proprio corpo, regalandogli un sorriso accattivante.

    «Sei in grado di incassare le mie mosse?» aveva replicato lui, posandole le mani sui fianchi e attirandola a sé. Il suo corpo sembrava un paradiso, caldo e disponibile. Taggart era a un whisky dalla depressione totale – i rodei avevano quell’effetto su di lui: gli ricordavano cosa aveva perso. Quella Callie splendidamente cresciuta aveva disarmato il suo umore pericoloso.

    «Oh sì, Tagg. Posso incassare qualsiasi mossa tu decida di osare, con me.» Senza fiato, il viso piegato verso il suo, così vicino, così seducente. Lei l’aveva fissato negli occhi con uno sguardo inconfondibile. Prendimi, gli aveva chiesto, riducendo a zero la sua forza di volontà.

    A quel punto ogni logica l’aveva abbandonato. Da mesi non aveva una donna e Callie sembrava volere esattamente ciò che voleva lui: una notte di sesso scatenato al calor bianco. L’aveva presa per mano accompagnandola nella propria camera d’albergo, senza nessuna domanda. Erano a malapena riusciti a varcare la porta prima di incominciare a strapparsi i vestiti di dosso...

    «È una puledra niente male.»

    Tagg si voltò verso il fratello maggiore, appoggiato alla staccionata a un metro da lui. I fratelli Worth possedevano settantacinquemila acri di ottima terra nella contea di Red Ridge – terra che apparteneva alla famiglia da generazioni. Clay viveva nella costruzione principale e gestiva il personale del ranch; Jackson trascorreva la maggior parte del tempo nell’attico di Phoenix, a occuparsi delle altre attività dei Worth; mentre Tagg aveva scelto di vivere dove una volta sorgeva il vecchio cottage di famiglia, che aveva ricostruito in una nuova abitazione.

    «Trick?» Accennò alla più giovane delle tre cavalle, dal manto grigio pomellato. «Viene da una razza sana. Le altre sembrano averla accolta bene.»

    Osservarono gli animali sistemarsi dall’altra parte del recinto, Trick in mezzo alle due femmine più vecchie, che sembravano volerle fare da madre.

    «È da parecchio che non vieni da queste parti» osservò Clay sollevando la falda del cappello per guardare il fratello in faccia. «Quando sono arrivato sembravi perso nei tuoi pensieri. Va tutto bene?»

    Tagg non era il tipo da andare in giro a raccontare la propria vita personale. Si sentiva ancora in colpa per come aveva lasciato Callie la mattina dopo, con un biglietto sul comodino mentre lei dormiva ancora. Non l’aveva mai fatto prima. Ma non aveva intenzione di discuterne con Clay, né di quello, né della trattativa andata male.

    Era un suo problema e se ne sarebbe occupato di persona.

    A Tagg piaceva la propria privacy e grazie alla moderna tecnologia che forniva computer, internet e iPhone non aveva bisogno di muoversi troppo per condurre gli affari del ranch, anche se, come i fratelli, non disdegnava sporcarsi le mani per lavorare la terra.

    «Va tutto bene, solo un sacco di scartoffie impilate sulla scrivania. E tu?»

    «Penny’s Song mi tiene impegnato al massimo. La costruzione è quasi completata, il nostro primo giovane ospite dovrebbe arrivare tra qualche settimana.»

    «Ottimo. Se c’è bisogno di una mano, sai che sono a disposizione.»

    Penny’s Song era un progetto concepito da Clay insieme alla ex moglie, dedicato alla memoria di una bambina del posto che all’età di dieci anni era stata sconfitta da una malattia debilitante. Era una sorta di centro di recupero per i bambini che si stavano rimettendo da gravi malattie, per aiutarli a rientrare nella quotidianità di una vita sociale attraverso l’esperienza del ranch.

    «Ci conto.»

    «Farò un salto più tardi per dare un’occhiata ai progressi.»

    Clay annuì e si incamminò verso il furgoncino, ma poi si voltò a guardare di nuovo il fratello.

    «Che c’è?» gli domandò Tagg, arcuando le sopracciglia incuriosito da quell’espressione.

    «Sono passati quattro anni, Tagg.»

    Prese un profondo respiro. Notando la preoccupazione sul viso del fratello, mise le redini all’istinto di ribattere con ciò che gli passava per la mente. «Lo so quanto è passato, non c’è bisogno che me lo ricordi.»

    «Forse è arrivato il momento di voltare pagina.»

    Tagg osservò Clay allontanarsi per poi salire in macchina. Il motore si avviò e le gomme sollevarono una polvere rossa mentre il furgoncino si allontanava, lasciando Tagg solo coi propri pensieri. Il che era ciò che voleva. Come doveva essere. Quattro anni prima, aveva perso Heather, sua moglie, e niente avrebbe potuto cancellarlo.

    Voltare pagina non era nei suoi programmi.

    All’ombra delle Red Ridge Mountains, Callie Sullivan si fermò a pochi passi dalla porta di Tagg. Il suo corpo era scosso dai fremiti – di eccitazione, non di paura: non vedeva l’ora di posargli gli occhi addosso, consapevole che lui non sarebbe stato felice di trovarsela sulla soglia di casa. Sapeva anche che lui non aveva mai chiamato, mai cercato di contattarla di nuovo dopo la notte che avevano trascorso insieme.

    Salì gli scalini del porticato e tirò fuori dalla tasca dei jeans il biglietto che Tagg aveva scritto sulla carta dell’albergo. L’aveva letto così tante volte che ormai il foglio era consumato; conosceva il testo a memoria, non aveva bisogno di guardarlo.

    Callie,

    è stato stupendo. Devo tornare a casa presto, non volevo svegliarti.

    Tagg

    Non un granché, come biglietto. D’altro canto, Tagg non era di certo un tipo loquace; ma di sicuro a letto sapeva rimediare a qualunque mancanza di socievolezza. Callie non aveva rimpianti, riguardo quella notte. Per tutto il viaggio a Reno era stata in fermento, frustrata e infelice, finché non aveva notato Tagg seduto allo sgabello del bar. Solo. In testa le era scattata una sorta di follia, che l’aveva spinta a perseguire ciò che voleva. E lei aveva sempre voluto Tagg.

    Callie, questa è la tua occasione.

    L’aveva colta, l’occasione, facendo avverare la propria fantasia che aveva Tagg come protagonista.

    Infilato di nuovo il biglietto in tasca, bussò con forza alla porta.

    Niente.

    Bussò di nuovo. Ancora niente.

    Scese dal porticato, si portò una mano alla fronte per farsi ombra e scrutò la proprietà, strizzando gli occhi contro il sole del pomeriggio, alla ricerca di un qualche segno del padrone di casa.

    La costruzione di un piano giaceva in cima a una collina che regalava una bella vista panoramica delle Red Ridge; la scena ricordò a Callie perché amava tanto quella parte dell’Arizona: a più di un’ora dalla vivace città di Phoenix con i suoi leggendari distretti storici, gli impianti sportivi e i centri commerciali alla moda, la dimora di Tagg sembrava lontana anni luce da quella vita.

    Era ciò che voleva lui, considerò. Tutti conoscevano la sua storia: il campione che sposa la regina del rodeo. Era stato perfetto, un finale da favola.

    E vissero per sempre felici e contenti.

    Ma non era stato così. Perché Heather Benton Worth era morta in un incidente aereo su una pista d’atterraggio nella terra dei Worth e la vita di Tagg era sprofondata nel dolore. I dettagli di ciò che era successo erano sconosciuti, e se qualcuno ne era al corrente, non un’anima in tutta la contea voleva parlarne. Era stata una tragedia che aveva stroncato una splendida vita. Ed era come se anche Tagg fosse morto quel giorno: aveva lasciato i rodei, gli amici e la carriera per costruirsi una casa modesta tra le colline. Il padre di Callie aveva detto che Clayton Worth aveva nominato Tagg direttore finanziario della compagnia per distrarlo dalla sua sofferenza, e così era cominciata la sua vita solitaria al ranch.

    Callie individuò in lontananza un uomo a cavallo che procedeva in direzione della casa. Avanzò di qualche passo per essere sicura, il cuore che accelerava il ritmo. Non vedeva Tagg da cinque settimane. Cinque settimane di troppo.

    Alto e fiero sulla sella, Tagg era tanto un cowboy quanto il direttore finanziario del ranch Worth; sopra i Wrangler portava copripantaloni di cuoio e una camicia azzurra da lavoro; aveva gli occhi protetti da Ray-Ban scuri. Mentre conduceva la sua cavalla sul sentiero polveroso verso la stalla, Callie sentì il fiato impigliarsi nel petto, ogni centimetro di pelle scosso da un fremito.

    Se Tagg era sorpreso di vederla, non glielo fece capire. La sua espressione rimase vacua mentre smontava dalla splendida baia, che aveva il manto scintillante di sudore. Callie le accarezzò la scapola. «Sei proprio una bella ragazza» esordì afferrando la briglia e scompigliando la frangia della cavalla. Aveva un debole per tutti gli animali, ma i cavalli li adorava e poteva ritenersi un’esperta.

    Tagg era parecchio più alto di lei e Callie dovette piegare la testa per guardarlo in faccia. Incrociando le braccia sul petto, lui si sporse all’indietro. «Potrei dire la stessa cosa di te.»

    Non poteva vedergli gli occhi, ma era abbastanza sicura che le avesse appena fatto un complimento. «Ciao, Tagg.»

    «Callie.» La scrutò da cima a fondo, da dietro gli occhiali da sole, facendole desiderare di aver indossato qualcosa di carino e femminile invece dei jeans. «Cercavi me?»

    «Sì.»

    Grattandosi la nuca con una mano, Tagg rilasciò un profondo sospiro. «Ascolta, sono contento che tu sia passata...»

    «Davvero?» Callie non riuscì a trattenersi; aveva temuto che non volesse rivederla.

    Lui tolse gli occhiali e due occhi azzurro-argento si fissarono su di lei, mandandola in fibrillazione. Quegli occhi avevano visto ogni centimetro della sua pelle, avevano percorso il suo corpo con ammirazione e desiderio. Callie non avrebbe mai dimenticato il loro bagliore di passione e l’effetto che le avevano suscitato.

    Da bambina, le era sempre stato proibito avere a che fare coi ragazzi Worth. Regole del padre. I Worth non erano all’altezza dei Sullivan – secondo il Vecchio Falco, nessuno era all’altezza di sua figlia. Ma Callie aveva conosciuto Tagg a

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