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La Cattedrale di Jasper
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La Cattedrale di Jasper
E-book90 pagine1 ora

La Cattedrale di Jasper

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Info su questo ebook

Federico, un trentenne italiano di successo, vive la sua vita chiuso nella prigione della sua anima e del suo lavoro. Quando conosce attraverso a una chat Jasper, trasferitosi dall'Inghilterra per un corso di studi universitari, sa di non poter sperare molto per loro, ma quando il giovane ragazzo si materializzerà nella sua vita accendendo in lui mille emozioni, si troverà costretto a respingerle proprio per il terrore di ferirlo.

Jasper ama la sua terra, le sue leggende, i suoi castelli e la sua cattedrale. Federico, esperto di marketing per una casa editoriale non conosce le sfumature della vita né crede di sapersi emozionare per l'arte e la storia…

Cosa potrà unirli e aprire i loro cuori?
LinguaItaliano
Data di uscita8 mag 2018
ISBN9788827829141
La Cattedrale di Jasper

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    Anteprima del libro

    La Cattedrale di Jasper - Cristiano Pedrini

    Indice

    CAPITOLO PRIMO

    CAPITOLO SECONDO

    CAPITOLO TERZO

    CAPITOLO QUARTO

    CAPITOLO QUINTO

    CAPITOLO SESTO

    Perché limitarci a esplorare

    una piccola parte del mondo

    quando abbiamo un universo

    in attesa davanti a noi

    Un ringraziamento a Deborah Fasola

    per la cortese e attenta collaborazione prestata.

    Editing a cura di Valentina Camarda

    www.thebibliophilegirl.com

    In copertina foto di Aldo Delara - www.unsplash.com

    Cover realizzata da Le Muse - Grafica

    © Cristiano Pedrini, 2018

    Prima Edizione

    ISBN: 9788827829141

    Youcanprint Self-Publishing

    Questo libro è un’opera di narrativa. Nomi, personaggi, luoghi, eventi e circostanze sono frutto dell’immaginazione dell’autore. Ogni analogia con persone realmente esistite, con eventi e ambienti reali, è da considerarsi puramente casuale.

    Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore.

    È vietata ogni riproduzione, anche parziale, non autorizzata.

    www.cristianopedrini.it

    www.facebook.com/cristianopedrini.it

    Cristiano Pedrini

    La Cattedrale di Jasper

    Youcanprint Self-Publishing

    CAPITOLO PRIMO

    Nonostante la sua mente avesse bisogno del dovuto riposo, per Federico rimettere in ordine la confusione che imperava incontrollata nei suoi pensieri era una priorità che non poteva né voleva ignorare. E del resto, anche se fosse riuscito a debellare quella marea di pensieri, gli sarebbe bastato volgere lo sguardo alla sua destra e scorgere quel corpo disteso accanto a lui per farli riesplodere incontrollati.

    Rivolse il capo al soffitto osservando la lampada spenta prima di tornare per l’ennesima volta a fissare la radiosveglia sul comodino. Si accorse, con sconforto, che erano passati solo pochi minuti dall’ultima volta che aveva controllato l’ora. La notte era ancora lunga purtroppo.

    Che diavolo ti è venuto in mente… Sospirò profondamente.

    Si massaggiò le tempie, cercando di controllare il respiro che sentiva più veloce che mai. Ma cosa avrebbe potuto fare di diverso?

    Una domanda che continuava a ripetersi come un disco rotto mentre si ritrovava di nuovo a fissare il soffitto della camera. Non riusciva ad accettare la sua stessa risposta, pronunciata solo poche ore prima davanti al ragazzo che si era ritrovato sulla soglia di casa.

    La sorpresa nel trovarsi di fronte a quel volto – ammirato all’infinito davanti allo schermo del suo laptop o dello smartphone, fantasticando all’idea, un giorno, di poterlo presentare come il suo ragazzo ideale – era stata alimentata dal sorriso imbarazzato di lui, il quale era rimasto in silenzio. Un sorriso che si rispecchiava in quell’espressione impacciata, mostrandosi capace di creare una magia alla quale Federico sapeva di non riuscire a sottrarsi come invece avrebbe dovuto.

    Erano i suoi occhi dolci e comprensivi dello stesso colore delle nocciole?

    I suoi folti capelli castani che tentavano di incutere, con quel taglio, un segno improbabile della sua ribellione?

    Le sue labbra piene che con quel tono rosato riuscivano a stuzzicare le sue fantasie?

    Cosa rendeva Jasper capace di mandare in frantumi la ferrea volontà che aveva, fino a poco prima, guidato i suoi passi e le sue azioni?

    Gli occhi di Federico erano scivolati verso il basso, per osservare il borsone sorretto dalle sue mani arrossate; le stesse che più di una volta aveva visto sollevare per salutarlo al termine delle videochiamate settimanali. Mani dalle dita lunghe e affusolate, impreziosite dall’incarnato roseo sul quale spiccava un braccialetto d’argento.

    «Ciao…» lo aveva salutato il ragazzo, cercando di vincere l’imbarazzo di quella situazione.

    Il ricordo dell’incontro si spense, sopraffatto dal mormorio del suo ospite che attirò l’attenzione di Federico. Vide lo stesso volto, immerso nel silenzio del sonno e sprofondato nel cuscino, voltarsi verso di lui.

    «Finalmente Jasper è qui, accanto a me…» L’uomo sorrise allungando la mano verso di lui. «Quante volte ho sognato questo momento e ora…» le sue dita si fermarono a poca distanza da quel viso, «… ora tutto sembra terribilmente reale.»

    La sua mano si ritrasse, scomparendo sotto le coperte. Una fuga che non avrebbe certo potuto replicare con altrettanta semplicità l’indomani. La quiete della notte, che tutto aveva ovattato attorno a lui, sarebbe scomparsa lasciandolo davanti a una decisione che non avrebbe potuto rinviare a lungo.

    La notte porterà consiglio si disse, chiudendo gli occhi nella speranza che il buio potesse offrirgli l’atteso riposo e con esso le risposte che desiderava.

    ***

    «La riunione si è conclusa prima del previsto» commentò Laura, aprendo davanti a Federico la porta dell’ufficio in attesa che l’attraversasse.

    «Fortunatamente» ammise lui, e si accostò alla scrivania di mogano.

    Posò con disinteresse le cartellette che racchiudevano la documentazione, concedendosi un sospiro liberatorio. Quella pratica fastidiosa si era conclusa con un discreto successo e con il riaffermare a tutti coloro che erano stati seduti allo stesso tavolo, in quella sala riunioni, che la stella di Federico Bassetti era più fulgida che mai.

    Aveva iniziato come semplice impiegato del settore marketing e in meno di sei anni aveva raggiunto il vertice, con buona pace di molti. Tuttavia, nei minuti precedenti aveva fatto non poca fatica a tenere lontana la propria attenzione da quel pensiero ricorrente. Più di una volta aveva notato la sua zelante segretaria osservarlo mentre controllava il suo orologio. Sebbene sapesse che quel suo piccolo segreto era ben custodito, spesso non poteva fare a meno di pensare se fosse stato giusto confidarle quella che per molti sarebbe stata un’autentica debolezza, un’ottima via di accesso per scardinare la sua invidiabile posizione.

    «Vuole che le porti una tazza di caffè?» domandò la donna, avvicinandosi.

    «Sì, grazie» rispose Federico dopo essersi seduto dietro il mobile. Allentò il nodo della cravatta regimental e poi si slacciò il primo bottone del colletto della camicia.

    «Lo chiama adesso?» domandò Laura.

    Tornò a fissare l’orologio. «Ha lezione tra un quarto d’ora» disse Federico. Poi, indicò la porta.

    Nel vedere quell’invito la giovane non riuscì a nascondere la sua ilarità, accogliendo l’esortazione con un sorriso malizioso.

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