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Il primo anniversario: Harmony Collezione
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Il primo anniversario: Harmony Collezione
E-book148 pagine1 ora

Il primo anniversario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Petra è una donna in crisi. A un anno dalle nozze, si è paradossalmente scoperta innamorata del marito Liam che, stando ai patti stabiliti prima del matrimonio, sarebbe dovuto rimanere solo un compagno di letto e il padre del suo futuro bambino. Così, mentre fervono i preparativi per la festa del loro primo anniversario, la tensione aumenta fino a sfociare in una guerra di reciproche accuse. Ma un imprevisto rimetterà ogni cosa in discussione...

LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2013
ISBN9788858915790
Il primo anniversario: Harmony Collezione
Autore

Kate Walker

Autrice inglese originaria della regione di Nottingham, ha anche diretto una libreria per bambini.

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    Anteprima del libro

    Il primo anniversario - Kate Walker

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Christmas Baby’s Gift

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2002 Kate Walker

    Traduzione di Alessandra Gucciardo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-579-0

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    1

    La gatta frettolosa fa i gattini ciechi.

    Petra volse il viso verso il getto della doccia e lasciò che l’acqua calda le scorresse addosso fino a quando la temperatura non ebbe reso la sua pelle completamente insensibile.

    Avrebbe desiderato che facesse lo stesso effetto anche sui suoi sentimenti, ma nulla sarebbe riuscito a cancellare quella frase che la turbava e che risuonava con insistenza nella sua mente.

    La gatta frettolosa...

    «No!»

    Tormentata, si lasciò sfuggire come un grido disperato e chiuse il rubinetto con un gesto convulso. Serrò gli occhi, nel tentativo di scacciare i pensieri che la disturbavano.

    Nel silenzio improvviso, il rumore del suo respiro irregolare e leggero risuonava innaturalmente forte e fastidioso. Sarebbe potuto sembrare il respiro prodotto da un animale braccato, intrappolato in quell’angolo di muro. Un animale che sapeva di non avere via di scampo.

    «No...» disse di nuovo, stavolta a voce più bassa, scuotendo la testa e spargendo intorno mille goccioline d’acqua. «Oh, no...!»

    Non poteva sopportare quel silenzio profondo, assoluto. Dovette riaprire il rubinetto per cercare di soffocare con il rumore dell’acqua quei dannati pensieri che la tormentavano.

    «Petra...»

    La voce veniva dalla camera da letto adiacente al bagno. Era una voce maschile, profonda e calda, che a malapena si udiva al di sopra dello scroscio della doccia. Petra spalancò gli occhi, le iridi azzurre fisse sulle piastrelle.

    Distorta dal vetro ondulato della cabina, vide la corporatura alta e robusta di suo marito, poteva riconoscere il colore intenso dei suoi capelli. Non occorreva che distinguesse i particolari, ne ricordava vividamente ognuno.

    Poteva facilmente richiamare alla mente l’immagine degli zigomi pronunciati, del naso prominente, degli splendidi occhi verdi. I capelli, lucidi e ondulati, erano color mogano. La muscolatura era possente, il torace ampio, le gambe lunghe e potenti. Aveva una postura che lo faceva sembrare il padrone del mondo.

    «Sei là dentro?»

    «Chi altro vuoi che ci sia, nella tua doccia, a casa tua?»

    Lei non riuscì a dare alla voce il tono scherzoso che avrebbe voluto, ma aveva troppi pensieri, per preoccuparsi anche di questo. Anche a distanza di metri, le bastava sapere che Liam era nella stessa stanza per sentirsi eccitata. La sua voce bassa era come una carezza sulla sua pelle: la faceva pulsare e vibrare a piacimento.

    «Nostra.»

    «Come dici?»

    Petra sporse la testa fuori dal getto d’acqua per sentire meglio.

    «Che cosa hai detto?» gli domandò di nuovo, senza uscire dalla cabina.

    «Ho detto nostro. Non è la mia doccia, è la nostra. Ed è anche il nostro bagno» rispose lui, di buonumore. Ma nonostante questo, Petra rabbrividì, e non bastò l’acqua tiepida a riscaldarla.

    Il nostro bagno, la nostra doccia.

    Lui non immaginava neppure lontanamente l’effetto che quelle parole facevano su Petra. Lei vi leggeva un senso di possesso profondo... una... arroganza che la spaventava.

    Il resto del mondo poteva anche pensare che Liam Farrell fosse suo marito, l’uomo con il quale quella sera di fine dicembre lei avrebbe festeggiato il primo anniversario di matrimonio. Ma Petra sapeva bene che la realtà era molto più complicata.

    Proprio a quella realtà inconfessabile aveva pensato in quei giorni, e i suoi pensieri erano divenuti sempre più irrequieti e inestricabili.

    «Posso venire anch’io?»

    «No!»

    Il tono di lui non era per nulla minaccioso, anzi sembrava perfettamente rilassato, e la richiesta del tutto naturale. Però, nonostante questo, il cuore di Petra cominciò a battere furiosamente, e lei si irrigidì nel suo rifiuto.

    «Non entrare!»

    Il silenzio che seguì rivelava il mutato atteggiamento di Liam. Rimase immobile, rigido, sfocato attraverso il vetro appannato. Era evidente che non aveva gradito la risposta negativa di Petra.

    «Io... io... stavo per uscire» aggiunse lei allora, come per scusarsi per quel rifiuto inatteso.

    Era bastato che lui accennasse all’eventualità di raggiungerla sotto la doccia, per mettere Petra in subbuglio, per rendere insopportabile la tensione che avvertiva dentro di sé.

    Il rossore che comparve sul suo viso non aveva nulla a che vedere con la temperatura dell’acqua. Le era bastata la sua immaginazione per farle battere il cuore all’impazzata.

    Sotto il getto di acqua calda, la sua pelle fremette al pensiero del piacere che era diventato ormai una parte integrante e irrinunciabile della sua vita.

    «D’accordo, allora vieni qui» la invitò lui.

    Attraverso il vetro, lo vide prendere il telo da bagno e tenerlo aperto perché lei vi si potesse avvolgere. Ora Petra non aveva più scuse per sottrarsi al contatto. Liam non avrebbe aspettato oltre.

    «Petra...»

    Lei ebbe l’impressione che Liam avesse usato un tono vagamente minaccioso, ma non avrebbe potuto affermarlo con certezza, perché il rumore dell’acqua rendeva difficile sentire la voce di lui. Forse era Petra a immaginare un atteggiamento imperioso che in realtà non era presente.

    «Petra!» ripeté lui.

    Stavolta il tono di Liam non dava adito a dubbi. Lei chiuse subito il rubinetto e si lisciò i capelli inzuppati.

    Non sapeva come lo avrebbe affrontato, viste le precarie condizioni di equilibrio psichico in cui si trovava in quel momento. Ma c’era un solo modo di comportarsi. Doveva giocare secondo le regole di Liam. Del resto, nel loro matrimonio era sempre stato così. Era lui che aveva impostato in quel modo il loro rapporto. Le aveva detto chiaramente che il loro matrimonio sarebbe stato un accordo di affari. Tuttavia, negli ultimi mesi era stato sempre più difficile per Petra adattarsi ai termini di quel contratto. Aveva cercato disperatamente di fare presente a Liam le proprie difficoltà...

    La gatta frettolosa fa i gattini ciechi.

    Quella frase risuonava insistente nella testa di Liam fin dal mattino. Si era svegliato con quelle parole che gli ronzavano in mente e da allora non era riuscito a scacciarle nemmeno per un attimo.

    Si era detto che era inevitabile che proprio quel giorno, primo anniversario di quel matrimonio frettoloso e avventato, gli venissero in mente certi modi di dire.

    «Accidenti, Petra, ti decidi a uscire, oppure devo venire a prenderti?» la chiamò di nuovo, cercando di scacciare il senso di ribellione che tendeva a sopraffarlo quando pensava alle circostanze che lo avevano condotto a vivere quella situazione.

    Le parole rimasero come sospese, quando la cabina della doccia si aprì e sua moglie uscì.

    Ora Liam non aveva più bisogno di chiedersi perché mai avesse acconsentito a quel bislacco matrimonio. Gli bastava guardare Petra, per trovare la risposta.

    Fra sé e sé maledisse l’effetto immediato che la presenza di lei aveva sul suo corpo: appena il suo sguardo si posava su Petra, Liam non poteva fare a meno di desiderarla, e il desiderio era così forte e incontenibile, da provocargli dolore fisico.

    «E che cosa fai quando mi vieni a prendere?» gli chiese con voce suadente.

    Era molto provocante, in piedi, con l’acqua che le scivolava lungo il corpo e la pelle lievemente arrossata. Lui non poteva resistere alla vista di quelle membra perfette, sode... di quel seno colmo... sopra alla vita sottile e alle lunghe gambe.

    E Petra doveva essere conscia dell’effetto che gli faceva, visto che ogni sera lui gliene dava prova, a letto.

    Era stata proprio quella passione indomabile a unirli in quel matrimonio azzardato.

    Si trattava di attrazione sessuale allo stato puro. Anche se, agli occhi di Liam, quella definizione pareva buffa: non c’era davvero nulla di puro nei suoi pensieri, in quel momento.

    «Liam...»

    Il silenzio di lui la turbava. Petra aveva gli occhi socchiusi e la fronte aggrottata, nello sforzo di indovinare i pensieri del marito.

    Sul viso di Liam si era aperto lentamente un sorriso provocante, mentre gli occhi verdi si posavano sui capelli bagnati per poi scivolare lentamente lungo tutto il corpo.

    «C’è bisogno di chiederlo? Lo sai, cosa sarebbe successo, se fossi entrato anch’io nella doccia. Non saresti uscita tanto presto. Saremmo ancora nella cabina, e staremmo facendo l’amore.»

    Sapeva che Petra si aspettava una risposta del genere. Le aveva sempre risposto così, per tutti i trecentosessantacinque giorni del loro matrimonio.

    Se ora avesse detto qualcosa di diverso, tutte le certezze sarebbero crollate miseramente, e allora in lei si sarebbe insinuato il sospetto che i loro rapporti fossero in qualche modo cambiati.

    Liam non era pronto ad ammettere con se stesso che la sua relazione con Petra stava cambiando, tanto meno lo avrebbe ammesso con lei.

    «Siamo ancora in tempo» osservò lei, maliziosa.

    «Se vuoi...»

    Liam resistette a stento alla tentazione. Quando Petra lo guardava in quel modo, lui sembrava perdere ogni volontà propria. Petra sorrideva, e lui vedeva la lingua che si appoggiava ai denti bianchissimi. Sembrava un gattino davanti a una ciotola di

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