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Ancora fra le tue braccia: Harmony Collezione
Ancora fra le tue braccia: Harmony Collezione
Ancora fra le tue braccia: Harmony Collezione
E-book154 pagine3 ore

Ancora fra le tue braccia: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Doveva essere il matrimonio dell'anno.



Sadie Carteret e Nikos Konstantos si amavano, e avevano programmato il matrimonio perfetto, l'evento più chiacchierato del momento. La loro unione, fondendo le rispettive famiglie, avrebbe dato vita a una potente dinastia, ma amore e interesse non dovrebbero mai essere mischiati... All'ultimo istante Nikos viene accusato di mirare solo al patrimonio di Sadie, le nozze vengono annullate e la vita del ragazzo distrutta, così come la sua famiglia.

Ora le cose sono cambiate: Nikos ha ricostruito il proprio nome e la propria ricchezza, ed è Sadie ad avere bisogno dell'ultima persona al mondo che vorrebbe aiutarla. E una volta di nuovo uno di fronte all'altro, scopriranno che l'antica passione scorre ancora nelle loro vene.
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2017
ISBN9788858969489
Ancora fra le tue braccia: Harmony Collezione
Autore

Kate Walker

Autrice inglese originaria della regione di Nottingham, ha anche diretto una libreria per bambini.

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    Anteprima del libro

    Ancora fra le tue braccia - Kate Walker

    1

    A dispetto della pioggia che le frustava il viso e le pungeva gli occhi fin quasi a farle male, Sadie non ebbe alcuna difficoltà a trovare gli uffici presso cui quella mattina aveva ottenuto un appuntamento. Dal momento in cui aveva lasciato la stazione della metropolitana e svoltato a destra, sembrava che i piedi l’avessero condotta automaticamente a destinazione.

    Aveva già percorso quel tragitto così tante volte da essere in grado di ripeterlo senza neppure il bisogno di pensarci. In passato, ovviamente, e in circostanze totalmente diverse. A quei tempi sarebbe arrivata in taxi, magari a bordo di una limousine privata, con un autista in uniforme pronto ad aprirle la portiera e ad aiutarla a scendere. Allora, gli uffici presso i quali si stava recando appartenevano a suo padre, proprietario della Carteret Incorporated. Ora, invece, erano il quartier generale dell’uomo che aveva deliberatamente pianificato di rovinare la sua famiglia per vendicarsi del modo in cui era stato trattato.

    E che aveva avuto più successo in tale impresa di quanto avesse mai potuto sperare.

    Quando varcò l’enorme porta a vetri che delimitava l’entrata dell’edificio, Sadie sentì le lacrime unirsi al pizzicore della pioggia e, con l’amaro in bocca, osservò come le parole Konstantos Corporation scritte a grandi lettere dorate avessero rimpiazzato il nome della famiglia a cui apparteneva prima lo stabile.

    Chissà se un giorno sarebbe riuscita a entrare lì senza pensare a suo padre, morto da ormai sei mesi, mentre l’uomo che lo aveva odiato al punto da togliergli qualunque cosa possedesse ora dirigeva la compagnia che il suo bisnonno aveva creato dal nulla tanto tempo prima.

    «No!» Facendo appello a tutta la determinazione che possedeva, Sadie scosse il capo e fece oscillare la chioma di lisci capelli castani; poi, gli occhi accesi di risolutezza, avanzò lungo l’ampio atrio di marmo accompagnata dal ticchettio deciso dei suoi tacchi a spillo.

    «No!» mormorò ancora una volta tra i denti.

    Non avrebbe permesso ai crudeli ricordi del passato di schiacciarla ancora, di strapparle quella forza conquistata a fatica che le aveva consentito di non affondare, la risolutezza che l’aveva condotta fin lì quel giorno perché era la sua ultima e unica chance. Avrebbe affrontato il leone nella sua stessa tana, lo avrebbe implorato di concederle una piccola tregua. Senza di essa, il pensiero delle conseguenze era impossibile da sopportare. Per se stessa, sua madre e suo fratello minore. Non poteva permettere che le cose continuassero in quel modo.

    «Ho un appuntamento con il signor Konstantos» disse alla donna elegantemente vestita dietro il bancone della reception. «Con il signor Nikos Konstantos.»

    Pregò che la donna non avesse colto il tremore nella sua voce e la difficoltà con cui aveva pronunciato il suo nome. Il nome dell’uomo che un tempo aveva amato con un’intensità tale da rasentare la follia. Il nome che un tempo aveva creduto sarebbe stato anche il proprio per il resto della vita - almeno fino a quando non aveva realizzato di essere soltanto la principale pedina in uno squallido gioco di potere. Un crudele gioco di vendetta e castigo.

    «Il suo nome?» le chiese la segretaria.

    «Carter» ribatté Sadie. «Sandie Carter

    Non era stato semplice per lei propinare un falso nome, ma non aveva avuto altra scelta, riconobbe con l’amaro in bocca. Sapeva fin troppo bene che, se avesse chiesto un appuntamento confessando la propria identità, Nikos Konstantos non l’avrebbe degnata della minima considerazione. Sarebbe stata liquidata con fredda arroganza per ritrovarsi ancora una volta persa, disperata, senza un soldo né una speranza al mondo.

    Neppure in quel momento nutriva grandi speranze, ma almeno la segretaria stava esaminando una serie di nomi sul computer; a un tratto la vide sorridere, mentre spuntava con il mouse il nome fittizio che Sadie le aveva propinato.

    «È leggermente in anticipo...»

    «Non si preoccupi. Posso aspettare» si affrettò a ribattere Sadie, conscia che l’espressione della donna non fosse che un eufemismo. Mancava più di mezz’ora all’appuntamento, ma il nervosismo e la paura di non riuscire più a fare un simile passo l’avevano spinta a uscire di casa ben prima del necessario.

    «Non ce ne sarà bisogno» la rassicurò la donna. «Il primo appuntamento del signor Konstantos è stato cancellato, per cui potrà riceverla immediatamente.»

    «Grazie» riuscì a mormorare Sadie. Non c’era altro che potesse aggiungere.

    Aveva voluto quel colloquio, e doveva andare fino in fondo. Eppure, ora che il momento era arrivato, il solo pensiero di affrontare Nikos in quelli che una volta erano stati gli uffici della sua famiglia le dava la nausea. Ma cosa le era venuto in mente? Come aveva potuto illudersi di rivedere Nikos per la prima volta dopo cinque anni e di tornare in quell’edificio che rappresentava al tempo stesso la fortuna e la rovina della propria famiglia senza uscirne distrutta?

    «Credo che forse...» Riprese a parlare, mentre anche l’ultimo briciolo di coraggio sembrava abbandonarla. Stava per dire che aveva cambiato idea, che si era improvvisamente ricordata di un altro impegno o che sua madre le aveva appena telefonato... una qualunque scusa le permettesse di andarsene, di nascondersi prima di ritrovarsi faccia a faccia con...

    «Signor Konstantos...»

    Il tono della segretaria, il suo repentino cambiamento di espressione avrebbero dovuto avvertire Sadie su quanto stava accadendo anche senza l’uso di quel nome. Gli occhi della donna si erano spalancati, lo sguardo fisso oltre Sadie. Non c’era bisogno di aggiungere altro per comprendere che lui le era arrivato alle spalle, silenzioso come una lince e forse altrettanto letale.

    «Il mio appuntamento delle dieci è arrivato?»

    «Sì, è proprio qui...»

    La receptionist sorrise, indicando Sadie. Ovviamente credeva che la ragazza avrebbe fatto lo stesso. Che si sarebbe girata e avrebbe sorriso. Che avrebbe detto Buongiorno o qualcosa di simile.

    Eppure Sadie non riuscì a muoversi. Le sue gambe sembravano essersi congelate, esattamente come il cervello, lasciandola incapace di qualunque pensiero tranne il fatto che lui le fosse alle spalle.

    Sì, Nikos Konstantos era proprio dietro di lei. E da un momento all’altro avrebbe visto il suo viso e compreso.

    Era bastata la sua voce a sconvolgerla a tal punto. Poche parole pronunciate in quel tono roco e sensuale le avevano mandato in cortocircuito il cervello, scatenato tremanti sensazioni lungo tutta la spina dorsale. Aveva già udito quella voce tanto tempo prima, quando nel buio le sussurrava dolci parole, promettendole il meglio, il mondo e il futuro. E, estasiata da quell’accento così sensuale, stregata dall’incantesimo a cui solo lui sapeva dar vita, Sadie aveva ingenuamente creduto a ogni sua parola.

    A ogni bugia.

    «Signorina Carter?»

    Il silenzio era durato anche troppo, e aveva sortito l’effetto opposto a quello sperato. Ciò che Sadie realmente desiderava era diventare invisibile. O che il pavimento si aprisse fino a inghiottirla. Invece, rimanendo così immobile e zitta, aveva solo spiazzato l’altra donna che ora tentava di richiamare la sua attenzione sull’uomo che aveva alle spalle.

    Un uomo che non poteva non accorgersi di come fosse rimasta lì impalata, rigida e con una sfacciata mancanza di considerazione per ogni regola di buona educazione.

    «Lei è la signorina Carter...» tentò nuovamente la segretaria. «Il suo appuntamento delle dieci...»

    Doveva girarsi. Non aveva altra scelta. Qualunque altro indugio avrebbe destato i sospetti di Nikos mettendolo in guardia. Facendo appello a tutta la forza che riuscì a trovare, Sadie raddrizzò le spalle e si voltò.

    E lui la riconobbe all’istante, ovviamente. Non importava quanto fosse cambiata negli ultimi cinque anni - e lo era parecchio. Era cambiata per forza di cose. Non avrebbe mai più potuto essere la giovane, spensierata e felice ragazza di un tempo, eppure non ci fu la minima esitazione nell’atteggiamento di Nikos. Sadie vide solo la sua espressione cambiare, l’improvvisa tensione delle labbra e una fiamma selvaggia e pericolosa accendergli gli occhi.

    «Tu!» esclamò semplicemente, ma in quel monosillabo c’era tutto il disgusto, il disprezzo e l’astio che nutriva per lei.

    «Io» ribatté la ragazza, ma i nervi resero il suo tono fin troppo impertinente. «Ciao, Nikos.»

    «Nel mio ufficio, adesso» le intimò e, così dicendo, si diresse verso l’ascensore senza nemmeno voltarsi indietro. Era ovviamente convinto che lo avrebbe seguito e in realtà Sadie non aveva altra scelta, a meno di non abbandonare la missione.

    Era vero, era stata lei a volere quell’incontro, ma non aveva preparato alcun discorso. Sperava di approcciare Nikos nel modo più pacato possibile, ma, da come stavano andando le cose, non sembrava tanto facile.

    Lo aveva colto di sorpresa, scatenando la sua ira.

    E non avrebbe potuto apparire più evidente: la spina dorsale dell’uomo era incredibilmente diritta, le spalle rigide, la testa sollevata con una tale arroganza da farlo sembrare ancor più alto di quanto già non fosse.

    Era impossibile non riflettere sull’impatto di quella sbalorditiva struttura fisica, l’ampiezza del petto, i fianchi stretti e le gambe lunghissime. Lo aveva visto raramente in abiti così formali, e l’effetto di quel vestito di alta sartoria era di trasformarlo in una figura distante e inavvicinabile. E Sadie sperimentò una inaspettata e profonda nostalgia per l’uomo che era stato una volta... più giovane, più cordiale, più gentile.

    «Allora, vieni o no?»

    Quella domanda la riportò immediatamente alla realtà. All’interno dell’ascensore, con il dito premuto sul pulsante che manteneva aperte le porte, Nikos le lanciò uno sguardo talmente gelido da farla schizzare dritta nell’abitacolo.

    «Io...» Tentò di dire qualcosa, ma l’ennesima occhiataccia smorzò qualunque parola sul nascere.

    Aveva dimenticato quanto quegli occhi potessero cambiare a seconda della luce. In alcune occasioni avevano la tinta del miele più puro, e la stessa dolcezza. Ma ora non c’era niente di dolce in essi, niente che potesse sciogliere il ghiaccio che sembrava aver avvolto lo stomaco di Sadie.

    E Nikos non aveva certo intenzione di renderle le cose più semplici. Con le spalle appoggiate alla parete e le braccia conserte, la scrutò dalla testa ai piedi con una tale intensità che i suoi occhi parvero bruciarla viva. Ma lei spostò il peso da un piede all’altro e, incapace di reggere oltre quel silenzio, provò nuovamente a giustificarsi.

    «Io... posso spiegarti.» Fu tutto ciò che riuscì a dire prima che lui la zittisse con un brutale gesto della mano.

    «Nel mio ufficio.»

    «Ma io...»

    «Nel mio ufficio» tornò a ripeterle, e questa volta fu chiaro che non avrebbe tollerato oltre. La sua ira era indicibile. Era stato ingannato, colto mentalmente di sorpresa dalla rapidità e dall’intensità della propria reazione a quell’incontro. Il suo appuntamento delle dieci altro non era che Sadie Carteret.

    La donna che una volta si era presa gioco di lui, che lo aveva usato, derubato, che aveva quasi causato la morte di suo padre e che lo aveva lasciato il giorno prima del loro presunto matrimonio. Quel ricordo avrebbe dovuto bastare a fargli esplodere la mente di odio, per liberarlo da qualunque virile risposta.

    Invece era stato colpito dal desiderio, da una pura, trascinante, primitiva bramosia. Un solo sguardo alla donna che gli stava di fronte, ai suoi fianchi sensuali sotto l’abito blu, alle curve femminili del suo

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