Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Con te, mai!: Harmony Collezione
Con te, mai!: Harmony Collezione
Con te, mai!: Harmony Collezione
E-book158 pagine2 ore

Con te, mai!: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Pasticciona e ingenua per natura, Dixie Robinson è "specializzata" nel cacciarsi nei guai, ma questa volta uscirne indenne sarà veramente difficile: è sommersa fino al collo dai debiti della sorellastra, in America per tentare il successo come attrice, ma fa credere a tutti che sia lei ad essere insolvente. Il problema è che adesso César, il suo "capo", ha scoperto tutto e l'ha messa davanti a un bivio: licenziarla su due piedi oppure accettare una proposta personale a dir poco assurda.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2016
ISBN9788858956304
Con te, mai!: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

Leggi altro di Lynne Graham

Autori correlati

Correlato a Con te, mai!

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Con te, mai!

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Con te, mai! - Lynne Graham

    successivo.

    1

    César riagganciò e si coprì il viso con le mani. Allora era vero: Jasper stava per morire.

    Irrequieto, si alzò dalla scrivania e misurò a grandi passi l'ufficio spazioso e modernissimo. Il locale era un trionfo di vetro e acciaio, in perfetta armonia con il resto del palazzo, spesso nominato sulle riviste più importanti di architettura.

    La sede londinese della Valverde Mercantile Bank, con i suoi ampi corridoi abbelliti da piante e fontane, era elegante e imponente quanto il suo proprietario.

    Ma in quel momento César era indifferente a ciò che lo circondava. I suoi pensieri erano concentrati su Jasper Dysart, che era diventato il suo tutore quando lui aveva dodici anni.

    Jasper era un vero Lord inglese, un intellettuale eccentrico che aveva fatto dello studio di farfalle rare un motivo di vita e passava gran parte del suo tempo con il naso nei libri. Jasper era anche la persona più cara e gentile che César avesse mai conosciuto.

    Per quanto i due sembrassero provenire da due pianeti differenti, César voleva molto bene a Jasper e avrebbe fatto qualunque cosa per lui.

    Tuttavia, c'era una cosa che Jasper avrebbe desiderato più di ogni altra e César non era ancora stato in grado di dargliela. Non c'era più molto tempo, purtroppo...

    Un breve colpetto alla porta annunciò l'entrata dell'assistente di César, Bruce Gregory.

    Normalmente Gregory era l'immagine stessa dell'efficienza, ma quel giorno sembrava impacciato e stringeva tra le mani un foglio dattiloscritto.

    «Sì?» lo interrogò César con malcelata impazienza.

    Il biondo assistente si schiarì la voce.

    «Il controllo di sicurezza ha rivelato che uno dei nostri dipendenti ha problemi finanziari.»

    «Conosci le regole. Se un dipendente ha dei debiti, deve essere licenziato.» César era seccato di dover ricordare al suo assistente quella clausola, così chiara nei contratti di assunzione. «Abbiamo a che fare con troppe informazioni confidenziali per rischiare.»

    Bruce abbozzò un sorrisetto nervoso.

    «Questa... ehm... persona, però, ha un ruolo irrilevante nella banca.»

    «Non vedo la differenza.» Gli occhi scurissimi di César erano freddi e privi di emozione. Erano il marchio di un genio della finanza che non aveva né il tempo né la pazienza di occuparsi di coloro che infrangevano le regole.

    «A dire il vero... si tratta di Dixie.»

    César si bloccò di colpo. Bruce si finse interessato al paesaggio fuori dalla finestra: non aveva voglia di scorgere il sorriso di César a quella notizia. Tutti in banca erano al corrente dei sentimenti di César per Dixie Robinson, una semplice assistente segretaria nell'ufficio amministrazione.

    Detto con parole gentili, César trovava Dixie estremamente irritante. Non c'era un solo tratto di lei che non infastidisse l'esigentissimo datore di lavoro. Più di una persona l'aveva sentito criticare il suo aspetto trascurato, la sua goffaggine, le sue chiacchiere amichevoli e, bisognava ammetterlo, una palese incompetenza nel lavoro d'ufficio che l'aveva ridotta al rango di mascotte.

    César era l'unico a non accorgersi della personalità affettuosa e dell'innata gentilezza che facevano di Dixie una persona amata da tutti.

    Allungò una mano verso la documentazione che Bruce aveva portato con sé. Mentre leggeva, alzò un sopracciglio, perplesso.

    A quanto pareva, Dixie Robinson conduceva una doppia vita. La lista dei creditori includeva varie stravaganze, tra cui la consulenza di una ben nota arredatrice d'interni e il salatissimo conto per l'organizzazione di feste ad alto tasso alcolico!

    Le labbra di César si schiusero in un sorriso di pura soddisfazione.

    Quindi la presunta innocenza di Dixie era solo una facciata, come lui aveva sempre sospettato. Per un attimo, César pensò a Jasper, che la credeva fermamente una brava ragazza, dai sani e vecchi principi.

    «È chiaro che ha fatto un errore» commentò Bruce distraendolo dai suoi pensieri. «Se la licenzi, per lei sarà la fine. In fondo, non tratta questioni particolarmente delicate.»

    César lanciò un'occhiata divertita al proprio assistente. «Ha ingannato anche te, vero?»

    «Ingannato?»

    «Adesso so perché sembra sempre mezzo addormentata: troppe notti in bianco!»

    Disperato, Bruce tentò l'ultima carta in difesa di Dixie. «Credo che al signor Dysart dispiacerebbe non trovarla qui alla sua prossima visita.»

    «Jasper non sta bene. È improbabile che possa venire a Londra nel prossimo futuro.»

    «Mi dispiace.» Bruce studiò il volto impassibile del suo datore di lavoro. Non si era aspettato molta comprensione per quell'ultima stravaganza di Dixie, d'altronde. «D'accordo, passerò la pratica all'ufficio del personale» concluse rassegnato.

    «No. Me ne occuperò di persona.»

    Bruce non riuscì a nascondere la sua preoccupazione.

    «Vedrò la signorina Robinson alle quattro» aggiunse César, in tono conclusivo.

    «Sarà un brutto colpo per lei.»

    «Lascia che sia io a preoccuparmene.» Il tono era di quelli che non ammetteva repliche, così Gregory giudicò più salutare battere in ritirata.

    Rimasto solo, César studiò attentamente l'elenco di creditori ai quali Dixie doveva un bel mucchio di soldi.

    Jasper era profondamente affezionato a Dixie Robinson. A dire il vero, ne era così entusiasta da sperare che sarebbe un giorno diventata la signora Valverde. L'anziano tutore aveva sempre voluto che César si sposasse, avesse una famiglia e dei figli. Aveva la vittoriana convinzione che solo in questo modo il suo pupillo avrebbe trovato la felicità.

    César dovette sorridere suo malgrado. Nella sua mente era ancora vivo il ricordo dei propri genitori, uno spagnolo farfallone e un'italiana altrettanto volubile che avevano collezionato una sfilza di matrimoni, di conseguenti divorzi; erano entrambi morti giovani. Non era esattamente la sua idea di felicità!

    L'idea del matrimonio, con qualunque donna fosse, lo faceva rabbrividire; deludere Jasper, però - non poterlo rendere felice prima che fosse troppo tardi - era un pensiero ancora più sconfortante.

    L'esperienza aveva insegnato a César che non esisteva problema che non potesse essere risolto. Era sufficiente liberarsi di scrupoli morali ed emotivi, e l'impossibile diventava realizzabile. César era abituato a pensare e ad agire in fretta.

    L'annuncio di un fidanzamento tra lui e Dixie Robinson avrebbe rappresentato per Jasper la gioia più grande. E César decise in quel momento che avrebbe dato al proprio tutore quanto desiderava. E l'unica donna che avrebbe potuto recitare la parte della sua fidanzata era Dixie Robinson.

    Certo, avrebbe dovuto studiare un piano. Se lui e Dixie fossero stati convincenti, Jasper non avrebbe avuto alcun motivo di affrettare un matrimonio che in realtà non avrebbe mai avuto luogo. E nel frattempo, Jasper sarebbe stato felice.

    E Dixie Robinson? Nella situazione in cui si trovava, sommersa dai debiti e sotto la minaccia di licenziamento, avrebbe fatto quello che le veniva chiesto. L'avrebbe messa a dieta, le avrebbe comprato un nuovo guardaroba e tutto quanto fosse necessario a trasformare quella goffa ragazzina in una fidanzata plausibile per César Valverde.

    «Alle qu... quattro?» balbettò Dixie, mentre cercava inutilmente di destreggiarsi con quella maledetta fotocopiatrice, che si ostinava a segnalare un errore da almeno dieci minuti. «Perché il signor Valverde desidera vedermi?»

    Memore della reazione seccata di César al proprio tentativo di prendere le difese di Dixie, Bruce non osò nemmeno accennare al motivo di quell'incontro.

    «È per quella volta che ho tagliato la comunicazione con quell'arabo?»

    «Non è al corrente di quell'episodio.»

    «Allora si tratta di quei documenti che ho perso?»

    Bruce impallidì al ricordo. «La compagnia degli autobus te l'ha restituito, se non sbaglio.»

    Dixie deglutì a fatica. «Ho cercato in tutti i modi di stare lontana dal signor Valverde... è solo che sembra spuntare sempre fuori dal nulla, oltre che nei momenti più inopportuni.»

    «A César piace essere sempre presente. Quali momenti inopportuni?» chiese Bruce, incapace di resistere alla curiosità.

    «Be', in cucina. per esempio. Mentre stavo facendo la decorazione per la torta di compleanno di Jayne, l'altro giorno. Il signor Valverde è entrato all'improvviso e mi ha chiesto se pensavo di essere in una pasticceria. Alla fine, ho scritto il nome di Jayne con l'acca! Ieri, poi, è entrato nella lavanderia e mi ha trovato addormentata. Mi ha spaventato a morte.»

    «César si aspetta dai suoi dipendenti che restino svegli dalle nove alle cinque» le fece notare Bruce con una smorfia esasperata.

    Negli occhi blu di Dixie, che in quel momento erano così scuri da sembrare viola, passò un lampo di ansietà. Fare un doppio lavoro solo per poter pagare l'affitto non era semplice e rimanere sveglia in ufficio era diventata un'impresa titanica.

    Abbassò la testa in un gesto sconfortato e la massa di capelli scuri cadde a coprirle il viso ovale e delineato da curve dolci. In quella posa, sembrò ancora più piccola del suo metro e sessanta.

    Dixie era terrorizzata da César Valverde. Da quando era stata assunta, aveva imparato a memoria l'ubicazione di ogni possibile nascondiglio, per evitare d'incontrare il suo terribile datore di lavoro.

    Nonostante la buona volontà, però, era partita con il piede sbagliato. Un pomeriggio che aveva coperto il turno di una collega del ricevimento, Dixie aveva cominciato a chiacchierare con una splendida bionda seduta nella sala d'attesa. Per animare la conversazione, aveva parlato della famosa top model che il signor Valverde aveva ospitato sul proprio yacht la settimana precedente. In quel momento, il suo datore di lavoro era uscito dall'ascensore... e poi era scoppiato l'inferno!

    La bionda, che come Dixie dovette scoprire in seguito, era l'ultima fiamma del signor Valverde, si era alzata di scatto e l'aveva aggredito con una raffica di insulti, prima di girare sui tacchi e lasciarlo ammutolito.

    Dixie non aveva idea di quali commenti avesse fatto César Valverde quando aveva scoperto che la fonte del pettegolezzo era stata proprio lei; di certo, da quel giorno lei era stata bandita dal ricevimento.

    «César sta uscendo con qualche nuova ragazza?» le chiedeva immancabilmente Jasper nelle sue lettere.

    Sorrise al pensiero di Jasper Dysart. Gli voleva molto bene e le mancavano i loro incontri, ma Jasper si trovava da almeno quattro mesi in Spagna, dove il clima attenuava i suoi reumatismi.

    Dixie aveva incontrato Jasper l'estate precedente. Stava camminando per strada, quando un gruppo di teppisti l'aveva spinto apposta e lui era caduto sull'asfalto procurandosi un taglio alla testa. Dixie l'aveva portato al più vicino pronto soccorso. Dopo la medicazione, l'aveva invitato in una pasticceria per un caffè e una fetta di torta perché le era sembrato così povero e abbandonato nella sua logora giacca di tweed e il soprabito malandato.

    Erano diventati grandi amici fin dal primo momento. Dixie non aveva mai neanche sospettato che lui potesse essere diverso da quel che appariva: un anziano accademico che viveva con una piccola pensione.

    Così era stata sincera con lui fin dal principio, e gli aveva parlato dei propri problemi senza remore. Gli aveva raccontato di quanto fosse difficile per lei trovare un lavoro qualunque e di come si sentisse in colpa di dipendere economicamente dalla sorellastra Petra.

    Dopo quella volta, si erano rivisti più volte: lui l'aveva accompagnata al suo negozio preferito di libri di seconda mano ed entrambi si erano persi per ore tra gli scaffali stracolmi. Dixie aveva ricambiato il favore portandolo a una svendita di

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1