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L ospite italiano: Harmony Jolly
L ospite italiano: Harmony Jolly
L ospite italiano: Harmony Jolly
E-book130 pagine1 ora

L ospite italiano: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Estate a Villa Rosa 2/4
Quattro sorelle e una villa nel cuore del Mediterraneo.
Venite a scoprire la romantica Villa Rosa.

Javier Russo, attore di successo, ha bisogno di sottrarsi ai riflettori per qualche tempo, così quando gli viene offerto di soggiornare sull'Isola dei Fiori accetta con entusiasmo. Lì si trova davanti l'affascinante e combattiva Portia, la maggiore delle sorelle Marlowe, giornalista televisiva, arrivata a Villa Rosa in cerca di pace e solitudine per riflettere sul suo futuro professionale.
Sull'isola si troveranno a fronteggiare i problemi da cui sono fuggiti, aiutati dall'amore che inaspettatamente sta nascendo fra loro. Segreti e malintesi proveranno però a ostacolare quella felicità che entrambi sognano.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ago 2018
ISBN9788858986349
L ospite italiano: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    L ospite italiano - Scarlet Wilson

    successivo.

    1

    Portia chiuse il pesante battente della villa. Nell'udire la macchina che si allontanava, emise un sospiro di sollievo. Finalmente un po' di pace!

    Dall'altro lato della casa proveniva un fitto cinguettio di uccelli e quel suono, dopo essere stata sommersa di chiacchiere e musica per tre giorni, le sembrò una melodia divina.

    Il matrimonio di Miranda era stato celebrato. Poteva finalmente smettere di sorridere. Nessuno più le avrebbe posto domande invadenti, neppure le altre sue sorelle.

    Miranda le era sembrata radiosa, persa in una nuvola rosa... una sensazione che Portia sentiva aliena.

    Era la sorella più vecchia, quindi non avrebbe dovuto essere la prima a sposarsi? Quel pensiero la rattristò, ma lo allontanò con una scrollata di spalle.

    Quando l'ultimo invitato alle nozze era andato via, Miranda aveva iniziato ufficialmente la luna di miele, Posy era tornata al lavoro, Immy aveva ripreso il suo posto nell'attività di famiglia e adesso, dopo tanto aspettare, poteva gustare un po' di quiete.

    Sebbene amasse le sorelle, doveva ammettere che stare con loro era faticoso. Parlavano tutte insieme, a voce alta per sovrastarsi a vicenda e in quel momento Portia sentiva il bisogno di solitudine per fare il punto della situazione e decidere che cosa fare.

    Il suo cellulare, abbandonato su un tavolino dell'ingresso, sembrava prendersi gioco di lei.

    Nell'Isola dei Fiori la ricezione era discontinua e la linea telefonica di Villa Rosa non funzionava bene. Inoltre, non c'era connessione Internet.

    Forse non era un male restare disconnesse per un po'. In effetti, l'ultima conversazione telefonica l'aveva sconvolta.

    Non ci mandi nessuna notizia nuova da quattro settimane, Portia. La cerimonia per l'assegnazione del premio è avvenuta venti giorni fa. Le interviste che hai fatto alle varie celebrità non fanno più notizia. Sei o no una giornalista investigativa? Questa è Hollywood, e a ventisette anni il tuo tempo è quasi scaduto. Dammi una storia da prima pagina entro tre settimane, o sarai fuori.

    Laurearsi in giornalismo investigativo all'università era stato la realizzazione di un sogno, ma trovare lavoro a Fleet Street, una delle strade principali di Londra, era stato molto più difficile. In attesa di un colloquio, aveva deciso di girare l'America con un'amica, e ciò che le era successo durante il viaggio lo giudicava ancora oggi al di fuori di ogni sua fantasia. Una conversazione orecchiata in un piccolo bar di Los Angeles le aveva fruttato un impiego temporaneo in una stazione televisiva privata. Uno dei produttori aveva scoperto che era laureata e le aveva proposto di mettere insieme del materiale per una trasmissione d'intrattenimento.

    Portia era sveglia e bella. Due mesi dopo, quando un ospite aveva avuto un incidente mentre si recava allo studio, era riuscita a preparare una trasmissione con solo un'ora di preavviso. Gli ascoltatori erano rimasti incantati e i media erano esplosi. L'adorabile brunetta con un casco di riccioli e gli occhi scuri, dall'accento inglese colto e raffinato e un grande senso dell'umorismo aveva fatto aumentare notevolmente l'audience.

    Nel giro di un anno il suo spettacolo aveva toccato i vertici di ascolto. Nei cinque anni successivi aveva fatto conoscere più storie hollywoodiane di tutte le sue rivali. Aveva intervistato delle stelle del cinema con tatto ed eleganza, incantandole con il suo sorriso, carpendo molti dei loro segreti.

    Ma quei tempi erano passati. Adesso il fuoco che le ardeva nello stomaco si era spento. Le sembrava che a Hollywood cambiassero le facce, ma che le storie rimanessero le stesse.

    Il suo capo le faceva pressione perché trovasse degli scoop da prima pagina, quel genere di scandali che ormai le causavano ondate di nausea. In verità ne aveva scoperti due, ma la sua coscienza le vietava di pubblicarli. Uno riguardava un vecchio attore, molto stimato, che aveva nascosto a tutti la propria omosessualità. Il secondo riguardava una grande attrice, apprezzata per il suo humour, che a causa della grave malattia della figlia era caduta in una pesante depressione.

    Non le sembrava che fosse una notizia da divulgare, ma se entro le prossime settimane non avesse presentato una storia sensazionale avrebbe dovuto cambiare carriera. Che cosa poteva mai trovare all'Isola dei Fiori, la cui popolazione si poteva contare sulla punta delle dita di una mano e dove i cellulari avevano campo solo sporadicamente?

    Forse avrebbe dovuto riprendere a dedicarsi a quel libro che aveva cominciato a scrivere tre anni addietro. Qualunque cosa avrebbe giovato alla sua paralisi mentale.

    Una brezza gentile fece sbattere le imposte, segno che le finestre che davano sul giardino erano aperte.

    Portia osservò la sua stanza preferita. Il soffitto curvo come la cupola di un duomo era colorato di azzurro, lilla e rosa, come per dare l'impressione che il sole tramontasse sopra la sua testa.

    All'inizio quella villa era appartenuta a Sofia, la madrina di sua sorella Posy. Sofia era stata una modella famosa e, molti anni prima, l'amante di un re. Da piccola le era sembrato normale che la madrina di Posy vivesse in una casa immensa su un'isola misteriosa. Spesso l'aveva immaginata salire e scendere la scalinata, facendo frusciare le sue lunghe gonne di sete preziose, simile a una regina, o a una dea.

    Un tempo molte stelle del cinema, cantanti famose e modelle, avevano riempito quelle stanze.

    Se avesse potuto tornare indietro avrebbe fatto maggiore attenzione alle conversazioni e ai rapporti interpersonali che ricordava in modo vago.

    Venire all'Isola dei Fiori era sempre stata una grande avventura. Il volo dall'Italia, la traversata sul traghetto sembravano parte di una favola per bambini, che l'immagine della villa, eretta in cima a una collina, completava perfettamente.

    Adesso Villa Rosa non era più tanto magnifica. Lo stucco era sbiadito e crepato, i fiori esotici del giardino erano sommersi dalle erbacce e una parte del tetto della veranda era crollato. Era toccato a Cleve, il neo marito di Miranda, rabberciarlo alla meglio. Aveva persino dovuto riparare il vecchio impianto elettrico della casa.

    Portia fece scivolare la mano lungo una parete. L'intonaco si stava staccando. Una crepa saliva dal pavimento fino alla cupola del soffitto. L'edificio intero era stato lasciato andare e adesso ogni camera sembrava stanca.

    Sebbene fosse stata Posy a ereditarla, tutte le sorelle si sentivano responsabili di quel degrado. Da piccole erano state felici di passare lì le vacanze e Sofia aveva trattato tutte loro come delle ospiti adulte anziché delle bambine. Non c'era stata un'ora per coricarsi e compiti da svolgere. A Sofia bastava che loro fossero rispettose e educate, dolci e gioiose.

    Villa Rosa risvegliava in lei ricordi di giornate pigre, di albe e tramonti bellissimi, di ore trascorse sulla spiaggia privata. Riportava alla mente di Portia i racconti leggendari riguardanti l'arco roccioso che divideva in due parti la spiaggia, e le incursioni nel guardaroba di Sofia per ammirare i rasi, le sete scintillanti e i pizzi dei modelli creati da stilisti famosi che talvolta lei e le sorelle avevano avuto il permesso di provare.

    Appoggiata contro il muro, Portia sospirò. Quella brutta crepa le dava fastidio. Ci sarebbe voluto uno specialista per ripararla. Era mai possibile che lo stato di abbandono della casa fosse lo specchio di ciò che era diventata la sua vita?

    Non ricordava se Villa Rosa fosse stata inserita tra i monumenti nazionali di interesse storico e conservativo.

    Miranda e Cleve avevano eseguito delle riparazioni, ma le stanze abitabili erano poche. La cucina e i bagni erano antiquati e poco funzionali. Il solaio pieno zeppo di oggetti che avrebbero fatto la felicità di un antiquario, ma lei non intendeva metterci le mani per tema di buttare via delle cose di valore.

    Respirò profondamente, il silenzio che le ammantava le spalle era al contempo dolce e greve. Folate di aria calda entravano nella villa, portando il profumo dei gigli e dei gelsomini, mescolato a quello più aspro dei limoni i cui alberi crescevano lungo il muro di cinta del giardino.

    Un sentore dolce e aspro, proprio come il destino.

    Giunta in cucina, Portia aprì il vecchio frigorifero e trovato un residuo di vino rosé in una bottiglia, lo versò in un bicchiere e s'incamminò, portando la bottiglia con sé.

    Oltrepassata una porta, entrò nella veranda in stile francese, chiusa da grandi vetrate. Alcuni pannelli mancavano e Sofia aveva assunto un vetraio, ordinandogli d'installare dei pannelli di vario colore al posto di quelli rotti. Il risultato era che quando il sole colpiva un certo angolo nella veranda, si formava un arcobaleno rutilante.

    In fondo alla veranda, una porta immetteva nel terrazzo e sul giardino dove si trovava una specie di grotta con tanto di cascatella gorgogliante. Un vero angolo di paradiso.

    Portia si sedette su un dondolo dipinto di rosa ormai sbiadito e sorseggiò il vino, guardando il mare che scintillava davanti a lei. C'era qualcosa di magico in quel posto, pensò, dondolandosi dolcemente.

    Supponeva che gli ospiti famosi di Sofia l'avessero apprezzato molto. Se avesse potuto catturare uno di quei momenti e riferire i pettegolezzi di vent'anni prima, non avrebbe più dovuto temere per il suo lavoro.

    A quei tempi non c'era l'assalto dei social media, e ancora non si potevano scattare foto con i cellulari. Avrebbe avuto così tante esclusive da bastarle per una vita intera.

    Sospirando, chiuse gli occhi e si lasciò avvolgere dai profumi che la brezza portava fino a lei. Era come se il tempo si fosse fermato

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