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Per cortesia o per amore?: Harmony Destiny
Per cortesia o per amore?: Harmony Destiny
Per cortesia o per amore?: Harmony Destiny
E-book145 pagine3 ore

Per cortesia o per amore?: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

GLI EREDI ILLEGITTIMI - Nati in segreto, destinati a godere di un'eredità straordinaria.

Il pilota Hunter O'Banyon assume la direzione di una base di soccorso dove lavora anche la bella Callie, un'infermiera incinta da cui si sente incredibilmente attratto. Lui vorrebbe che lasciasse per un po' il lavoro così da evitare qualsiasi rischio, ma ha di fronte a sé una donna determinata. Per questo e altro, Hunter non riesce a stare lontano da lei tanto che un giorno la bacia: un grave errore a giudizio di entrambi. Intanto Craig, l'ex fidanzato di Callie, rivendica la paternità del bambino scatenando in Hunter un conflitto senza precedenti: da un lato vuole "salvare" Callie sposandola e condividendo con lei la sua eredità, dall'altro ha giurato a se stesso di non innamorarsi mai più. Ma perché continua a fuggire davanti alla verità?

I romanzi della serie:

1) Accordo con il nemico

2) Sotto il segno della vendetta

3) Per cortesia o per amore?

LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2015
ISBN9788858941263
Per cortesia o per amore?: Harmony Destiny
Autore

Kathie DeNosky

Inizia la sua giornata lavorativa alle due di mattina, in modo da poter scrivere in tutta tranquillità prima che il resto della famiglia si alzi.

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    Anteprima del libro

    Per cortesia o per amore? - Kathie DeNosky

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Betrothed For The Baby

    Silhouette Desire

    © 2006 Kathie Denosky

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-126-3

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Dalla scrivania di Emerald Larson, proprietaria e presidente delle Società Larson.

    Al mio assistente personale, Luther Freemont.

    Oggetto: mio nipote Hunter O’Banyon.

    Questa mattina ho avuto conferma che mio nipote Hunter è finalmente arrivato in Texas, nella cittadina di Devil’s Fork, per assumere la gestione della Life Medevac.

    Sono sicura che Hunter non sarà affatto contento di scoprire che l’infermiera di una delle squadre di soccorso aereo della compagnia è una ragazza incinta, che per giunta non ha nessuna intenzione di svolgere servizio a terra, almeno finché non avrà dato alla luce il suo bambino.

    A ogni modo, se le nostre fonti sono attendibili - come peraltro sono certa che lo siano - lui così dovrebbe non solo confrontarsi e chiudere finalmente i conti con il passato, ma andare anche incontro al proprio futuro.

    Detto questo, confido davvero che tu riesca ad assistere Hunter nei modi che lui giudicherà più idonei per giungere alla definitiva e soddisfacente risoluzione del suo attuale dilemma.

    Come sempre, sono più che sicura della tua assoluta discrezione.

    Emerald Larson.

    1

    Quando Hunter O’Banyon sbirciò la graziosa biondina che stringeva le mani attorno al volante, l’adrenalina cominciò a pompargli nelle vene. Le sue guance di porcellana erano avvampate da un misto di caldo ed eccitazione, e dal lampo d’urgenza che le vide saettare nelle iridi violette, intuì che sarebbe stata una corsa del diavolo.

    «Spero che non ti dia fastidio se pigio un po’ sull’acceleratore» gli disse lei con voce leggermente trafelata, confermando i suoi pensieri. «Sono in un ritardo pazzesco.»

    Lui abbozzò un sorriso, con forzata impassibilità. «Per me, puoi andare veloce quanto ti pare. Non ci sono problemi.»

    «Bene.» Il fulgido sorriso che la donna gli scoccò gli fece battere il cuore come un motore a dodici colpi che picchia su tutti i cilindri. «Ti consiglio di tenerti forte.»

    Hunter fece un bel respiro e si preparò al peggio. «Su, metti in moto, allora, che aspetti?» Tanto valeva togliersi subito il pensiero.

    Mentre l’ardita automobilista premeva il pedale dell’acceleratore a tavoletta, contemporaneamente si sporgeva in avanti per accendere un tasto sul cruscotto. Le luci lampeggianti e il suono ululante della sirena accompagnarono lo stridio dei pneumatici che slittarono sul selciato, sollevando l’asciutta polvere del Texas, e la jeep, con guizzo serpentino, sfrecciò lungo la pista del campo d’aviazione di Devil’s Fork.

    Ora capiva perché il pilota del bireattore che aveva noleggiato per condurlo a Devil’s Fork da El Paso avesse riso sotto i baffi quando aveva chiamato aeroporto quel campo d’aviazione. Il tutto consisteva in una striminzita striscia d’asfalto - la pista d’atterraggio, che a malapena rispettava gli standard fissati dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile - una baracca sbilenca e un palo di legno su cui sventolavano le bandiere stracciate degli Stati Uniti e del Texas. Da quel che aveva potuto constatare, non esistevano neppure le luci per gli atterraggi notturni. Sperava almeno che la base della Life Medevac, la società di soccorso aereo che Emerald Larson gli aveva affidato, fosse in condizioni un po’ meno disastrate.

    «A ogni modo, sono Callie Marshall, infermiera della Evac II, una delle tre squadre di soccorso della Life Medevac» disse la bionda temeraria, in tono disinvolto.

    Nome grazioso per una donna graziosa, rifletté lui mentre si avvicinavano veloci alla periferia della città. «E io Hunter O’Banyon.»

    «Grazie al cielo» sospirò la ragazza, con espressione sollevata. «Quando mi si è scaricata la batteria del cellulare, mentre parlavo con te, non ti avevo neppure dato il tempo di presentarti. E a un tratto mi ha sfiorato la mente il pensiero che forse non eri tu la persona che avrei dovuto prelevare.»

    Il muscolo cardiaco sospese per un istante le sue funzioni e Hunter dovette improvvisamente schiarirsi la gola quando gli venne elargito un altro di quei luminosi sorrisi. Fu allora che decise che l’aggettivo graziosa non rendeva giustizia alla sublime sintesi di angelica bellezza e torrida sensualità che l’infermiera Marshall esprimeva nelle sue fattezze. Era bella da far paura.

    «Perché, quante possibilità ci sono che qualcuno atterri al campo d’aviazione di Devil’s Fork?» s’informò, recuperando il suo spirito ironico, contemporaneamente all’uso delle corde vocali.

    «Ecco, appunto» rise lei di gusto, emettendo uno dei suoni più melodiosi che Hunter avesse mai ascoltato in vita sua. «Per la verità, in due mesi che sono qui, tu sei la prima persona che ho sentito che sia atterrata a Devil’s Fork.»

    «Chissà perché la cosa non mi sorprende» fece in tempo a replicare lui, poi si aggrappò al sedile e strizzò istintivamente gli occhi quando lei prese una curva a tutto gas e l’impressione di Hunter fu quella di correre su due ruote. «Se...sei venuta in aereo anche tu?» balbettò, quando alla fine ritrovò il fiato.

    «Fossi matta.» Callie Marshall scrollò il capo, facendo dondolare la coda di cavallo. «Ho guidato da Houston. È stato un viaggio lungo e massacrante, ma non me la sono sentita di salire su uno di quei trabiccoli.»

    Mentre sfrecciavano lungo il corso principale di Devil’s Fork, Hunter constatò che sarebbe bastato un battito di ciglia per perdersi la vista dell’intera città. A parte la velocità supersonica, centro e periferia erano praticamente un tutt’uno.

    «Mary Lou, la nostra portaordini, ha detto che sei originario delle parti di Miami.» Un risolino sommesso accompagnò la frase. «Ti ci vorrà un po’ per abituarti a Devil’s Fork. Dista un settanta, ottanta chilometri dalla spiaggia più vicina e non è propriamente un focolaio di attività mondane. Anzi, diciamo pure che è un mortorio.»

    Hunter strinse gli occhi per un attimo mentre attraversavano un quadrivio senza accennare a rallentare e si lasciavano alle spalle le ultime case della città. «Accidenti, tutto qui? Sapevo che era un piccolo paese, ma non credevo fino a questo punto.»

    «Ho pensato anch’io la stessa cosa» concordò Callie. «Dopo aver attraversato la città in auto, la prima volta, non riuscivo a capacitarmi di come avessero potuto scegliere di installare proprio qui la base della Life Medevac

    Hunter ripensò a quel che aveva letto nel fascicolo, che gli era stato consegnato alcuni mesi prima, sull’attività che sua nonna lo aveva incaricato di gestire. «Da quel che ho potuto capire, siamo gli unici a fornire questo tipo di servizio in un’area comprendente ben cinque contee.»

    Lei confermò con un cenno del capo. «C’è una densità di popolazione così bassa in questa parte del Texas che sarebbe costoso per ogni comunità disporre di una propria ambulanza.» Stringendosi nelle spalle, imboccò una stradina polverosa che conduceva a un hangar con la scritta Life Medevac Helicopter Service sulla facciata. «Inoltre, un’unità di soccorso di terra impiegherebbe troppo tempo per trasportare dei malati o dei feriti all’ospedale più vicino. In pratica, siamo il servizio di pronto intervento più efficace nella zona.»

    Mentre si accostavano all’edificio, Hunter tirò un sospiro di sollievo nel constatare che la base della Life Medevac era in condizioni decisamente migliori rispetto al campo d’aviazione di Devil’s Fork. A parte l’hangar, che si vedeva subito essere ben tenuto, c’erano due elicotteri nuovi di zecca appollaiati su delle piattaforme verniciate di fresco e l’intera zona era bordeggiata da un’illuminazione ad arte per i decolli e gli atterraggi notturni.

    «Ci vediamo dopo» annunciò Callie mentre metteva in folle, apriva la portiera e spegneva il motore, tutto contemporaneamente. «Io scappo. Ho un elicottero da prendere al volo.»

    «Grazie per il passaggio!» gridò Hunter, uscendo dalla jeep.

    Voltandosi, lei gli offrì un altro di quei suoi micidiali sorrisi. «Ah, mi ero scordata di dirti: attento al caffè di Mary Lou. Lei dice che è il migliore che ci sia, ma non le devi credere.» Storse il viso in una smorfia di disgusto. «Fa schifo.»

    Mentre la osservava dirigersi con una leggera corsetta verso l’elicottero che la stava aspettando col motore acceso, Hunter rifletté che c’era un non so che in lei che il suo radar captava, mettendolo in allarme. A parte il fatto che aveva guidato come se fossero inseguiti dai demoni dell’inferno e ora si muoveva come se avesse tutto il tempo del mondo, con passo quasi pesante, c’era qualcosa nel modo in cui la camicia blu marina le tirava sull’addome che lo aveva insospettito.

    Ma non appena la vide scomparire nella cabina di pilotaggio e il portellone si chiuse dietro di lei, accantonò tutti i suoi timori allorché il velivolo si staccò dalla piattaforma.

    Non aveva tempo da perdere dietro avventate congetture. Doveva mettersi subito all’opera. Sebbene Emerald Larson gli avesse assicurato di aver provveduto personalmente a verificare che l’attrezzatura fosse tutta di ultimissima generazione, oltre che a norma di legge, lui intendeva ordinare nuove divise, in un colore che fosse più facilmente distinguibile in mezzo agli altri membri delle varie squadre di soccorso che potevano trovarsi sulla scena di un incidente insieme con loro.

    «Tu devi essere Hunter O’Banyon, il nuovo capo di questa baracca» echeggiò confidenzialmente una voce femminile alle sue spalle.

    Lui si voltò e incontrò una donna che giudicò all’incirca sulla settantina. Con i suoi boccoli bianchi come la neve, il viso paffuto e un paio di occhialetti rotondi appoggiati sulla punta del naso, sembrava una sorta di Babbo Natale in gonnella.

    Le sorrise e le tese la mano. «In persona. E lei, se non sbaglio, dovrebbe essere la signora Carson.»

    «Mary Lou» lo

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