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I sentimenti del principe
I sentimenti del principe
I sentimenti del principe
E-book165 pagine2 ore

I sentimenti del principe

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Info su questo ebook

Il principe Demyan Zaretsky è disposto a qualunque cosa pur di proteggere il suo paese e sedurre Chanel Tanner non sarà di certo un problema. Da lei dipende il futuro economico di Volyarus, e il compito di Demyan è metterlo al sicuro. Qualunque cosa questo comporti.

Il piano del principe è semplice, ma va in fumo di fronte alla scoperta di non essere in grado di passare sopra alla propria coscienza. Ingannare una ragazza innocente come Chanel sconvolge infatti ogni sua precedente convinzione e fa nascere in lui una nuova consapevolezza: anche un principe ereditario ha dei sentimenti, e Demyan non è più intenzionato a ignorarli.
LinguaItaliano
Data di uscita10 set 2020
ISBN9788830519299
I sentimenti del principe
Autore

Lucy Monroe

Innamorata dei libri fin da bambina, per le sue storie crea eroine indipendenti e sensibili allo stesso tempo.

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    Anteprima del libro

    I sentimenti del principe - Lucy Monroe

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Prince of Secrets

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Lucy Monroe

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-929-9

    Prologo

    «Che cosa sono?» domandò Demyan allo zio, il re di Volyarus.

    Sparse davanti a lui, sull’antica, imponente scrivania portata dall’atmano che in seguito sarebbe stato il primo re di Volyarus, c’era una serie di fotografie, tutte di una donna dall’aspetto abbastanza comune, con capelli rossi e ricci. Il tratto che colpiva maggiormente erano gli occhi grigi e tempestosi che, in ogni foto, rivelavano più emozioni di quante Demyan si sarebbe permesso di esibire in un anno.

    Re Fedir, la fronte aggrottata, guardò le foto per qualche secondo prima di incontrare lo sguardo del nipote. Coloro che ritenevano Demyan figlio biologico di Fedir erano giustificati, in quanto la somiglianza era notevole. Tuttavia Demyan era il nipote del re e, pur essendo cresciuto a palazzo come erede di riserva al trono, di quattro anni maggiore del futuro re, si era sempre reso conto della propria posizione.

    Fedir si schiarì la gola, come se dovesse pronunciare parole spiacevoli. «È Chanel Tanner.»

    «Tanner?» ripeté lui, colpito dalla coincidenza.

    «Sì.»

    Il cognome era abbastanza comune, almeno negli Stati Uniti. Demyan non aveva motivo di collegare quella donna a Bartholomew Tanner, uno dei soci fondatori della Tanner Yurkovich.

    Salvo che il ritratto del petroliere texano, appeso nella galleria ovest del palazzo, presentava una somiglianza notevole con la donna delle foto. Avevano gli stessi capelli rossi ricci – benché Bartholomew li portasse più corti – la fronte spaziosa e la mascella squadrata, anche se quella di lei era ovviamente più femminile.

    Le labbra, prive di trucco, erano di un rosa tenue e ben delineate. Quelle di Bartholomew si perdevano sotto i baffi che esibiva nel ritratto. Mentre i suoi occhi sprizzavano vitalità, quelli della donna tradivano una certa serietà e ombre inaspettate.

    Bartholomew Tanner aveva aiutato a fondare la compagnia sulla quale attualmente si basava la ricchezza sia di Volyarus, sia della famiglia Yurkovich. All’epoca era stato in possesso di una significativa quota azionaria.

    «Assomiglia al barone Tanner.» Al petroliere era stato conferito il titolo dal nonno di re Fedir, come riconoscimento per l’acume nell’aver individuato luoghi in cui era presente il petrolio e altre miniere ricche di minerali preziosi a Volyarus.

    Fedir annuì. «È la sua pronipote, nonché l’ultima discendente della famiglia.»

    Rilassandosi contro lo schienale, Demyan inarcò un sopracciglio, in attesa che il re proseguisse.

    «Il suo patrigno, Perry Saltzman, si è rivolto a uno dei nostri uffici di Seattle chiedendo di assumere suo figlio.» Il re corrugò di nuovo la fronte, il che era insolito perché non tradiva mai le emozioni, come Demyan. «Sembra che il giovane stia per laurearsi con lode in economia.»

    «Perché ti sei rivolto a me? Maks è un genio nel gestire situazioni del genere.» Suo cugino possedeva una particolare abilità nel lasciar cadere richieste inopportune senza causare incidenti diplomatici.

    Demyan non era così paziente. C’erano dei vantaggi a non essere il principe ereditario.

    «È in luna di miele.» Era vero, ma Demyan percepì che nelle parole del re c’era ben altro.

    «Tornerà tra un paio di settimane.»

    E se il signor Saltzman stava cercando un lavoro per il proprio figlio, perché c’erano tutte quelle foto della sua figliastra sulla scrivania?

    «Non voglio che Maks sia messo al corrente» ammise infine il sovrano.

    «Perché?»

    «Non sarebbe d’accordo su ciò che dev’essere fatto.» Fedir si passò le dita tra i capelli, scuri quanto quelli di Demyan, senza una traccia di grigio. «Conosci mio figlio. Sa essere inaspettatamente... recalcitrante.»

    Per la prima volta Demyan dovette ammettere di non capire.

    C’era ben poco che suo cugino non avrebbe fatto per il proprio paese. Per un periodo aveva persino rinunciato alla donna che amava, quando sembrava che lei non avrebbe potuto dargli un erede.

    Fedir raccolse le foto in un mucchietto, lasciando sopra le altre quella di Chanel che sorrideva. «Nel 1952 Bartholomew Tanner, in cambio dell’aiuto dato a mio nonno sia per l’individuazione di pozzi di petrolio nelle nostre isole, sia per aver messo a disposizione la manodopera e le attrezzature, ha avuto il venti per cento delle quote.»

    «Lo so.» Tutti i bambini di Volyarus conoscevano la loro storia.

    Sapevano che Volyarus era stata fondata da uno degli ultimi atmani ucraini che aveva acquistato dal Canada la serie di isole disabitate, e ritenute inabitabili, con la propria ricchezza personale. Con un gruppo di ucraini, nobili e non, aveva fondato Volyarus che, letteralmente, significava libera dalla Russia, in quanto riteneva che fosse solo questione di tempo prima che l’Ucraina cadesse sotto il totale dominio russo.

    E aveva avuto ragione. L’Ucraina esisteva ancora, ma la maggior parte dei suoi abitanti parlava russo invece che la propria lingua. Avevano trascorso troppi anni sotto l’oppressione dell’URSS.

    L’atmano Maksim Ivan Yurkovich I aveva riversato la propria ricchezza nel paese ed era divenuto di fatto monarca. Quando suo figlio fu incoronato re di Volyarus, la monarchia era stabile.

    Tuttavia i decenni successivi non erano stati facili per il nuovo stato e la ricchezza aveva cominciato a declinare, fino a mettere a rischio anche la casa regnante.

    Finché non era comparso sulla scena l’acuto uomo d’affari texano Bartholomew Tanner.

    «Quando è morto possedeva ancora quella quota azionaria.» Fedir aveva la fronte sempre più aggrottata.

    Demyan era scioccato. «No.»

    «Oh, sì.» Il re si alzò e cominciò a misurare la stanza a lunghi passi nervosi, per poi fermarsi di fronte alla finestra che si affacciava sulla capitale. «Il piano originario era che sua figlia sposasse il figlio più giovane di mio nonno.»

    «Il prozio Chekov?»

    «Sì.»

    «Ma...» Demyan si interruppe, in realtà perché non aveva niente da dire.

    Il duca Chekov era rimasto scapolo, ma non perché la figlia di Tanner gli avesse spezzato il cuore. Era gay e aveva seguito la maggior parte degli interessi minerari di Volyarus insieme a un valletto che era ben più di un servitore. Nel 1959 era stata la sua unica opzione per essere felice.

    I tempi erano cambiati, ma alcuni principi erano rimasti intatti, primo fra tutti il dovere nei confronti della famiglia e del paese.

    Re Fedir alzò le spalle. «Non aveva importanza. Il fidanzamento fu stipulato.»

    «Però non si sono mai sposati.»

    «Lei è scappata con uno degli addetti alla perforazione.»

    Doveva essere stato un grosso scandalo, in quegli anni.

    «Ho sempre saputo che il barone Tanner avesse lasciato le sue quote alla gente di Volyarus.»

    «È stata una bella favola inventata da mio nonno.»

    «La rendita di quel venti per cento è stata impiegata per costruire strade, scuole... dannazione!»

    «Proprio così. La restituzione del capitale con gli interessi a Chanel Tanner, nel migliore dei casi, metterebbe seriamente a rischio la stabilità economica del nostro paese.»

    E il momento attuale non era dei più floridi.

    «Lei non è al corrente di questa quota azionaria, vero?» In caso contrario, Perry Saltzman non si sarebbe preso la briga di chiedere un lavoro per il proprio figlio... avrebbe fatto causa a Volyarus rivendicando centinaia di milioni, un salasso che avrebbe mandato le loro banche a catafascio.

    «Quale sarebbe il piano?»

    «Il matrimonio.»

    «E di che aiuto sarebbe?» Chiunque lei avesse sposato, avrebbe potuto pretendere da Volyarus quel capitale.

    «Nel testamento di Bartholomew c’è una clausola. Se uno qualsiasi dei suoi discendenti avesse sposato un membro della casa reale, il suo venti per cento sarebbe stato devoluto al paese, eccetto una piccola quota che garantisse il benessere del suo erede.»

    «Ma non ha senso.»

    «Sì, se conosci il resto della storia.»

    «Che sarebbe?»

    «La figlia di Tanner ha finito con l’essere abbandonata dal suo amato, che era già sposato, rendendo nullo il loro improvviso matrimonio.»

    «Quindi avrebbe ancora potuto sposare il duca Chekov.»

    «Era incinta del figlio di un altro, aveva creato un grave scandalo pubblico e mio zio si è rifiutato categoricamente.»

    «Tanner pensava di riuscire a far cambiare idea al prozio Chekov?»

    «Tanner pensava che suo nipote avrebbe potuto sposare un membro della nostra famiglia e legare per sempre il nome dei Tanner a quello della dinastia regnante dei Yurkovich.»

    «Lo è già, in senso commerciale.»

    «Per lui non era sufficiente.» Re Fedir sospirò. «Voleva una connessione reale, di sangue, con la nostra famiglia.»

    «La famiglia per lui era importante.»

    «Sì. Non ha più rivolto la parola a sua figlia, ma l’ha sostenuta finanziariamente finché non si è risposata, a un’unica condizione.»

    «Suo figlio doveva mantenere il nome Tanner.» Aveva senso.

    «Proprio così.»

    «E lui, presumibilmente, ha avuto un figlio.»

    «Uno solo.»

    «Il padre di Chanel. Non avevi detto che lei è l’ultima erede vivente della stirpe di Bart?»

    «Infatti. Sia il nonno sia il padre sono morti per inalazioni nocive durante un esperimento chimico.»

    «Erano scienziati?»

    «Ricercatori chimici, come Chanel.»

    Dunque la donna con i capelli rossi era un piccolo genio della chimica? «E nessuno della famiglia ha mai saputo di possedere quelle quote?»

    «No. Bart aveva intenzione di lasciarle a Volyarus. L’aveva espresso chiaramente a mio nonno.»

    «Però non l’ha fatto.»

    «Era nel settore delle perforazioni, un mestiere pericoloso. È morto quando il nipote era ancora un ragazzo.»

    «E?»

    «E da quel momento mio nonno si è fatto carico delle spese per gli studi di ogni suo discendente.»

    «Non sono stati molti.»

    «No.»

    «Inclusa Chanel?»

    «Sì. E pare che sia stato proprio questo sostegno finanziario per gli studi a dare a Perry Saltzman l’idea di avvicinare la Yurkovich Tanner e riprendere un contatto vecchio più di mezzo secolo.»

    «Cosa vuoi che faccia? Che le trovi un marito?»

    «Deve appartenere alla stirpe di Yurkovich.»

    «Tuo figlio è già sposato.»

    «Lui sì, ma tu no.»

    E non lo era neppure suo fratello più giovane, quanto a questo, ma dubitava che re Fedir lo considerasse un fatto importante. Demyan era stato quello allevato come erede di riserva, quasi un figlio per il re. «Vuoi che la sposi.»

    «Per il bene di Volyarus, sì. Non è necessario che sia un matrimonio permanente.

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