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Il gioiello del deserto: Harmony Collezione
Il gioiello del deserto: Harmony Collezione
Il gioiello del deserto: Harmony Collezione
E-book174 pagine2 ore

Il gioiello del deserto: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Innocente e sensuale. Un cocktail irresistibile per lo sceicco.



Lo sceicco Zakari Al'Farisi si è rifugiato nel silenzio della sua tenda nel deserto: le responsabilità del ruolo che ricopre e la ricerca della metà scomparsa del diamante Stefani l'hanno infatti stremato. Se quella pace è perfetta per il riposo fisico e mentale di cui ha bisogno durante il giorno, lo sceicco non è però abituato a quelle lunghe notti solitarie, così decide di far chiamare la sua governante personale. Lei saprà come tenergli compagnia... La sorpresa così è massima quando, dall'elicottero, non scende la donna che si aspettava, ma la giovane e bella Effie Nicolaides. Che, oltre a dimostrarsi una perfetta sostituta, nasconde un incredibile e inatteso segreto.
LinguaItaliano
Data di uscita10 gen 2019
ISBN9788858992364
Il gioiello del deserto: Harmony Collezione
Autore

Carol Marinelli

Nata e cresciuta in Inghilterra, ha conosciuto il marito durante una vacanza in Australia.

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    Anteprima del libro

    Il gioiello del deserto - Carol Marinelli

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Desert King’s Housekeeper Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2009 Harlequin Books S.A

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-236-4

    1

    Solo lì avrebbe potuto ritrovare se stesso.

    Lo sguardo perso verso l’immensa e scintillante distesa di sabbia, lo sceicco Zakari Al’Farisi di Calista si sentì sollevato come sempre gli succedeva alla vista del deserto di Azahar.

    Regnava saggiamente su Calista e il suo popolo, ed era stato il deserto a insegnargli come fare. Era un buon sovrano, un capo deciso. Potente, a volte persino spietato, faceva ciò che doveva essere fatto senza mai esitare. La via più facile non era mai stata un’opzione per lui, la gente dell’isola lo sapeva e lo amava anche per quello. Alto e massiccio, le sue spalle erano abbastanza ampie da sostenere le speranze e le paure del suo popolo, e le sue braccia abbastanza forti da stringere qualsiasi donna. Si diceva di lui che fosse un playboy, ma la sua gente capiva e gli perdonava quella debolezza, perché nessuna donna riusciva a distrarlo a lungo. Erano solo quello, appunto: svaghi temporanei, necessari di tanto in tanto.

    Non c’era niente di temporaneo nel deserto.

    Gli occhi di Zakari scrutarono quel mare di sabbia dorata, un paesaggio che cambiava con il vento, contrariamente alle rocce e ai canyon che restavano immutati nel tempo.

    Era il deserto il vero protagonista: fiero, inospitale, tuttavia bello. Lo faceva sentire umile. Lo prosciugava, esauriva ogni sua energia per poi riportarlo alla vita. Era la prova del deserto di cui aveva bisogno in quel momento, per ricordare a se stesso la sua forza innata.

    Il passare degli anni aveva mutato le abitudini, le jeep avevano sostituito i cammelli, e i fucili i falconi da caccia, ma il deserto, i suoi meccanismi e i suoi abitanti erano sempre gli stessi, e lui combatteva per proteggere la loro esistenza, così come loro – quando era lì – vegliavano su di lui.

    Qualcosa scintillava in lontananza. Zakari sapeva che si trattava di tribù nomadi che si spostavano a dorso di cammello. Non avrebbero invaso la sua privacy, si sarebbero tenuti a debita distanza per controllare che nulla accadesse al loro re prima che questi facesse ritorno alla terra che amava tanto.

    Aveva preteso, per l’orrore del suo entourage, il più totale isolamento almeno durante la prima fase della sua permanenza nel deserto. Niente personale di servizio, niente dignitari di corte, nulla che potesse distrarlo mentre si concentrava su se stesso e sulla strategia da adottare per ritrovare la metà scomparsa del diamante Stefani. E se l’avesse trovata, anzi quando l’avrebbe trovata, avrebbe governato non solo su Calista, ma anche su Aristo.

    La predizione si sarebbe avverata.

    Re Christos Karedes aveva governato su entrambe le isole più di trent’anni prima, tuttavia il malcontento del suo popolo aveva interferito con il suo regno. La gente di Aristo si era lamentata perché non traeva abbastanza profitto dalle miniere di diamanti, la gente di Calista invece aveva desiderato solo preservare la propria terra e i propri costumi.

    Da saggio sovrano, Christos aveva capito che gli abitanti di Aristo dovevano smettere di fare affidamento sulle miniere di diamanti di Calista per la loro economia, creandosene una propria. Per quel motivo aveva preso la decisione di dividere il regno di Adamas, lasciando un’isola a ciascuno dei suoi figli e, di conseguenza, di dividere anche il diamante Stefani.

    Suo figlio e sua figlia erano così diventati entrambi sovrani, e su ciascuna delle due corone era stata incastonata una metà del diamante.

    Calista era stata affidata ad Anya.

    Aristo ad Aegeus.

    Tanto tempo era trascorso da allora, mutando la situazione come il vento mutava la forma delle dune del deserto. La matrigna di Zakari, Anya, era morta sette anni prima insieme al padre, e adesso, con la recente scomparsa di re Aegeus, le isole erano pronte per un cambiamento.

    Senza la pietra, il principe Alex, figlio di Aegeus, non avrebbe potuto essere incoronato. Anche se i reali di Aristo avevano fatto di tutto pur di tenere segreta la notizia della scomparsa del diamante, Zakari ne era comunque venuto a conoscenza.

    Cercò di riflettere, ma come spesso gli accadeva negli ultimi tempi la sua mente continuò a divagare. Ora era felice di aver accolto il suggerimento di Hassan, felice che la sua governante lo avesse raggiunto in quella che era la sua seconda settimana di ritiro nel deserto.

    Quella sera, al suo rientro nella tenda, avrebbe trovato Christobel ad attenderlo, e lei si sarebbe presa cura di lui la notte, in modo che di giorno avrebbe potuto concentrarsi su come assicurare il miglior futuro al proprio popolo.

    Zakari chiuse gli occhi.

    Il popolo che lui doveva proteggere dalle mire avide dell’isola vicina avrebbe poi dovuto difendere i giacimenti di diamanti che tanta gola facevano agli abitanti di Aristo.

    E lui avrebbe avuto la sua vendetta.

    Granelli di sabbia portati dal vento gli sferzarono il viso, ma Zakari rimase perfettamente immobile.

    Presto avrebbe ottenuto la sua vendetta per quello che Aegeus aveva fatto ad Anya.

    I lineamenti del suo viso si indurirono quasi fossero stati scolpiti nella roccia, ma l’ombra di un sorriso incurvò le sue labbra.

    La vendetta era così vicina che già ne sentiva il sapore.

    Effie chinò la testa e lanciò un ultimo sguardo al Palazzo mentre l’elicottero la portava verso il cielo terso del tardo pomeriggio.

    Volava per la prima volta. Sapeva che avrebbe dovuto essere nervosa, solo che era troppo terrorizzata da ciò che l’aspettava per potersi preoccupare di altro. L’intera giornata era stata frenetica, come un lunghissimo viaggio su un vagoncino delle montagne russe.

    Era iniziata con voci di corridoio che affermavano che Christobel, la governante personale di re Zakari, era fuggita con il suo ultimo fidanzato. Christobel trovava sempre il modo di cacciarsi nei guai. Nei due anni che aveva trascorso a Palazzo, Effie si era costantemente meravigliata che all’inaffidabile, superficiale Christobel fossero stati assegnati compiti così delicati.

    Le voci erano state accolte con sorrisi e commenti maliziosi, ma poi si era diffusa la notizia, cioè che Christobel era attesa proprio per quel giorno dal re al suo rifugio nel deserto. A quel punto erano iniziate frenetiche ricerche di una sostituta idonea, ricerche che si erano rivelate davvero ardue. Due delle governanti con maggiore anzianità di servizio erano in ferie, una terza in congedo per maternità, un’altra era costretta a casa dalla malattia di suo figlio e infine, con suo grande sconcerto, Effie era stata presa in considerazione. Sua madre – la sua unica parente – era morta, nulla la legava a Calista. Il problema consisteva nella sua scarsa esperienza. Lavorava a Palazzo da poco tempo, e si occupava di faccende più generiche.

    «Nulla è mai abbastanza per il re» aveva precisato Stavroula. «Per tutto il periodo che resterai nel deserto, sarai a sua completa disposizione, notte e giorno.»

    «Naturalmente.»

    «Il re ha deciso di non avere alcun contatto con i suoi dignitari e i suoi segretari. Pretende l’isolamento più completo. Christobel sarebbe stata l’unica presente, incaricata di preparargli i pasti e di provvedere alle sue esigenze dopo la prima settimana di ritiro. Con tutti i problemi che ha il re, ha bisogno di trascorrere un periodo da solo.» Stavroula si era passata una mano fra i capelli in un gesto che esprimeva tutto il suo nervosismo. «E di problemi ce ne sono davvero tanti al momento, Effie...»

    Era così.

    Dalla morte di re Aegeus, gli scandali si susseguivano nella vicina isola di Aristo, ma anche Calista aveva la sua parte di guai. La promessa sposa del re Zakari, la principessa Kalila, aveva – per lo shock generale – sposato invece uno dei fratelli del re, Aarif, e un altro, lo sceicco Kaliq, aveva di recente portato all’altare una ragazza di scuderia dalle umili origini.

    Oh, Stavroula aveva ragione, aveva ammesso Effie. Con tanto fermento sulle due isole, re Zakari aveva molto su cui riflettere.

    «Il re ha insistito affinché tutti i contatti con il Palazzo fossero interrotti» aveva spiegato Stavroula, «dunque ricorda che, una volta arrivata, non potrai cambiare idea e tornare indietro.»

    «E se il re si ammalasse?»

    «Potrebbe accadere» aveva concesso Stavroula scrollando le spalle. «Ma il re sa più di ogni altro ciò che esige il deserto. Ritiene di aver bisogno di questo adesso, e quello che il re vuole, il re ottiene...» Sorrise. La parola compromesso evidentemente non faceva parte del vocabolario dello sceicco. «Un elicottero ti riporterà indietro la settimana prossima. Fino a quel momento, sarai sola con il re.»

    «Lavorerò senza risparmiarmi» aveva promesso lei.

    «E niente chiacchiere inutili» l’aveva ammonita Stavroula.

    «Stai tranquilla, non si accorgerà nemmeno della mia presenza.»

    Osservando il viso tondo e bonario di Effie, i riccioli neri che le danzavano sulle spalle e i suoi onesti occhi azzurri, Stavroula si era rilassata appena un poco, perché senza dubbio la ragazza avrebbe fatto del suo meglio per soddisfare le richieste del re. «Questi sono tempi difficili» aveva sottolineato. «È necessario che il nostro re compia le scelte più giuste. Il nostro ruolo può sembrare banale agli occhi di molti, ma se il re è tranquillo, se noi riusciamo a evitargli ogni turbamento, allora lui potrà decidere per il meglio. E adesso andiamo» aveva concluso battendo le mani. «Non c’è tempo da perdere. Christobel avrebbe dovuto partire già mezz’ora fa. L’elicottero aspetta.»

    «Ma... Devo preparare i bagagli!»

    «Non c’è tempo» aveva ripetuto Stavroula, incamminandosi svelta lungo uno dei corridoi del Palazzo, e trascinando la valigia blu chiaro di Christobel. «Dovrai farti bastare le cose di Christobel.»

    Il che avrebbe potuto anche andare bene, aveva pensato Effie, se Christobel non avesse avuto una taglia decisamente più piccola della sua.

    «Il vento si sta alzando» aveva ripreso Stavroula, sedando sul nascere le sue proteste. Ormai stavano attraversando uno dei curatissimi prati che circondavano la reggia. «Se l’elicottero non decolla subito, probabilmente non potrà più farlo prima di domani. E il re non può aspettare!»

    Lo splendido Palazzo costruito al limite del deserto con i suoi rigogliosi giardini era già una testimonianza dell’immensa ricchezza di Zakari. Spesso Effie aveva indugiato sui balconi che davano sul retro, lo sguardo perso verso l’infinita distesa di sabbia, ma osservare quello stesso spettacolo dall’alto, mentre la reggia diventava solo un punto in lontananza, le causò un brivido di apprensione ed eccitazione.

    Di tutti i componenti della Famiglia Reale, di tutti i principi e gli sceicchi che frequentavano Palazzo, lei aveva sempre avuto un debole per Zakari.

    Di tanto in tanto lo guardava mentre lavorava, i vestiti che indossava sempre diversi come anche il suo umore. Se era in procinto di recarsi a una funzione in alta uniforme, o passeggiava nel parco avvolto in una delle tuniche tipiche degli uomini del deserto, era sempre splendido, ma mai quanto lo era, almeno a suo parere, quando indossava vestiti occidentali.

    Dotato di più classe dei reali di Aristo, per Effie era bello come un attore del cinema. Il primo vero tuffo al cuore lo aveva provato quando lo aveva visto sorridere. Oh, certo, quel sorriso non era stato indirizzato a lei, ma una mattina, mentre arrancava lungo un corridoio, le braccia cariche di lenzuola pulite, si era praticamente incollata a una parete per lasciar passare il re, che camminava al fianco di Kaliq, il futuro sposo. Kaliq, un noto playboy, doveva aver detto qualcosa di divertente, perché all’improvviso l’espressione severa aveva abbandonato il viso di Zakari per lasciare il posto a un ampio sorriso, e per lei era stato come guardare il sorgere del sole. Si era sentita talmente intrappolata da tanto magnetismo da dimenticare persino di inchinarsi, e da dimenticare anche solo di distogliere lo sguardo.

    Non che Zakari lo avesse notato.

    Non che Zakari avesse notato lei.

    Ma in quel breve istante Effie aveva capito come lo sceicco si era guadagnato la reputazione di rubacuori.

    Con un solo sorriso, si era impossessato del suo.

    E adesso avrebbe trascorso una settimana sola con lui.

    Trascorrere un periodo nel deserto prendendosi cura di un datore di lavoro molto esigente a molti non sarebbe sembrato allettante, ma per Effie quella

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