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L ereditiera e il ribelle: Harmony Jolly
L ereditiera e il ribelle: Harmony Jolly
L ereditiera e il ribelle: Harmony Jolly
E-book161 pagine2 ore

L ereditiera e il ribelle: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Certo che la vita non finisce mai di stupire! Rick Bradford ormai ne è più che convinto. Prima la dolce e altera Nell Smythe-Whittaker gli ha concesso udienza, facendolo convocare nella sua villa di famiglia e ora gli consegna anche una lettera in cui un certo John Cox gli comunica di essere suo padre e che da qualche parte Rick ha anche una sorella. Ma pare che le sorprese non finiscano qui. Stando alla lettera Rick dovrà farsi aiutare da Nell se deciderà di scoprire chi è sua sorella. Che fare? L'istinto gli suggerirebbe di fuggire, ma il cuore non pare essere dello stesso avviso e poi Nell sembra essere meno altera di quanto voglia apparire.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506329
L ereditiera e il ribelle: Harmony Jolly
Autore

Michelle Douglas

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    L ereditiera e il ribelle - Michelle Douglas

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Rebel and the Heiress

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2014 Michelle Douglas

    Traduzione di Leonora Sioli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-632-9

    1

    Rick guardò l’elegante villa in stile vittoriano che aveva di fronte, lesse l’appunto che aveva in mano, quindi lo appallottolò e lo infilò nella tasca dei jeans.

    Gli sembrava tutto talmente irreale.

    «Sei sicura di avere capito bene?» aveva domandato poco prima alla sua amica Tash. «Nell Smythe-Whittaker ha telefonato per chiedere se potevo andare da lei?»

    «Per la decima volta, sì. La Principessa ti ha cercato. E, no, non mi ha spiegato perché, né io gliel’ho domandato.»

    Rick si mordicchiò le labbra. Da circa una settimana Tash riusciva a pensare solamente a una cosa: l’amore. Non che a lui desse fastidio, tutt’altro. Gli faceva piacere vederla così felice con Mitch. Aveva l’impressione, però, che l’amica avesse perso completamente il contatto con la realtà, altrimenti le sarebbe venuto in mente di chiedere a Sua Maestà per quale motivo lo avesse cercato, no?

    La verità era che ormai Tash viveva in un mondo parallelo. Un mondo in cui lui cominciava a sentirsi di troppo. Aveva deciso, infatti, che l’indomani sarebbe partito. Avrebbe trovato un lavoro e...

    E cosa?

    Alzò le spalle. Prima di tutto doveva scoprire che cosa volesse Nell Smythe-Whittaker.

    Respirando a fondo, assunse un’aria spavalda. Chissà come si sarebbe comportata la Principessa rivedendolo.

    Era passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui si erano parlati; quindici anni per l’esattezza. Erano due bambini di dieci anni. Lo ricordava perfettamente. Come ricordava l’emozione che aveva provato ogni volta che, vedendola da lontano, lei aveva alzato una mano per salutarlo.

    Si passò una mano sul volto. Sciocchezze! Ora era troppo vecchio per avere simili fantasie.

    In realtà aveva solo venticinque anni. Il più delle volte, però, gli sembrava di averne almeno cinquanta.

    Facendosi coraggio, aprì il cancello e si diresse verso la veranda. Guardandosi intorno notò che il castello della Principessa aveva un aspetto un po’ trascurato. Dagli infissi delle finestre si staccavano pezzi di vernice e in alcuni punti della facciata si notavano grosse chiazze scrostate. Il giardino, infine, non era per nulla curato.

    Dunque le voci che giravano erano vere: la Principessa era caduta in disgrazia.

    Mentre stava per bussare all’imponente porta d’ingresso, si bloccò sentendo delle voci che provenivano dalla portafinestra semi aperta della veranda.

    «Non avrai un’altra opportunità come questa, Nell!» gridò una voce maschile.

    Rick si mise subito in allerta. Non sopportava le persone prepotenti e, in particolare, non tollerava gli uomini aggressivi con le donne.

    «Lei è l’uomo più viscido che io abbia mai conosciuto, signor Withers.»

    Nell non sembrava affatto spaventata. Anzi, pareva che avesse la situazione perfettamente sotto controllo.

    «Sai che è l’unico modo per risolvere la situazione in cui ti trovi.»

    «E immagino che sia un caso se questa particolare soluzione riempirebbe anche le sue tasche.»

    «Nessun direttore di banca di Sydney ti concederà il prestito di cui hai bisogno, nessuno prenderà in considerazione quel tuo assurdo progetto.»

    «Dato che lei non è un direttore di banca, né un professionista di cui io mi fidi, mi perdonerà se non intendo dare peso alla sua opinione.»

    Rick ridacchiò. Brava Principessa. Fatti valere!

    «Tuo padre non ne sarà contento.»

    «È vero, ma non è una questione che la riguarda.»

    «Stai buttando al vento le tue doti.» Ci fu un breve silenzio. «Sei una donna bellissima. Saremmo una grande squadra noi due, Nellie.»

    Nellie?

    «Non si azzardi ad avvicinarsi, signor Withers.»

    Rick si irrigidì. Dopodiché sentì il suono secco di uno schiaffo, e un attimo più tardi vide Nell trascinare verso il cancello un uomo vestito in maniera elegante, tenendolo per un orecchio.

    «Addio signor Withers!»

    Quando la ragazza mollò la presa l’uomo si raddrizzò, mentre Rick si fermò dietro di lei, pronto a intervenire in sua difesa.

    Il tizio elegante gli rivolse un risolino, che in un’altra occasione lo avrebbe fatto scattare.

    «E sarebbe questo il tipo di uomo che ti piace?» le domandò.

    «Non sono fatti suoi signor Withers» reagì lei, per poi voltarsi verso Rick e guardarlo con quegli splendidi occhi verdi che lo incantarono. «Buongiorno.»

    La sua voce lo avvolse come una delicata carezza. «Buongiorno Principessa.» Non avrebbe dovuto chiamarla in quel modo, ma gli era venuto spontaneo farlo.

    Lei sgranò gli occhi, continuando a fissarlo fino a togliergli il respiro.

    «Non crederai che questo pezzente possa tirarti fuori dai guai» intervenne il signor Withers.

    «Oh, stia zitto.»

    Solo quando Nell distolse lo sguardo da lui, Rick ricominciò a respirare normalmente. E fu allora che si rese conto che lei pareva una diva uscita da un film anni Cinquanta, con addosso quel vestito con il body attillato e stretto in vita, che si apriva in una gonna vaporosa che le sfiorava le ginocchia.

    «Il signor Bradford vale dieci volte più di lei, inoltre è un uomo educato e gentile.»

    Come, come? Rick scosse la testa, disorientato dalle parole della ragazza.

    Senza aggiungere altro, Nell si voltò verso di lui e lo prese sottobraccio. «Sono così felice che tu sia potuto venire» gli disse, portandolo verso la veranda e ignorando del tutto l’altro uomo. «Mi devi perdonare. Ti farei entrare dall’ingresso principale, solo che purtroppo la porta è chiusa e non riesco ad aprirla. Inoltre ti chiedo di scusarmi, perché vedrai una gran confusione in casa.»

    In effetti, superata la portafinestra, si trovarono in un salone pieno di scatoloni e pile di carte.

    «Come mai non riesci ad aprire la porta?» le domandò Rick, staccandosi da lei. Il calore del suo corpo era decisamente troppo... caldo.

    «Oh, non lo so. È semplicemente bloccata.»

    E per quale ragione non aveva chiamato qualcuno che la aggiustasse? Non è affare tuo, ragionò Rick. Rimase poi immobile accanto alla finestra finché non vide il cancello chiudersi dietro il tizio elegante, quindi si rivolse alla ragazza.

    «Cosa voleva?»

    «È un agente immobiliare e vorrebbe vendere questa casa, solo che io non sono interessata. Inoltre, si è rivelato anche un odioso maschilista e, ti avverto Rick Bradford, se proverai a fare i suoi stessi giochetti ti butterò fuori di qui come ho fatto con lui!»

    Lui sarebbe scoppiato a ridere se non avesse visto lo sguardo di Nell adombrarsi.

    «Perdonami. Ho detto una sciocchezza, è solo che sono completamente fuori di me.»

    «Non è un problema.»

    «Sì che lo è. Non ho alcun diritto di essere sgarbata nei tuoi confronti, solo perché il signor Withers mi ha fatto perdere la pazienza.»

    «D’accordo. Scuse accettate allora.»

    Lei abbozzò un sorriso. «Vuoi un caffè, Rick?»

    Quella semplice domanda, in un istante, lo fece tornare indietro di quindici anni. Vuoi giocare con me, Rick? In realtà non fu una vera e propria richiesta, ma quasi una supplica, tanto che il ragazzo sentì un nodo alla gola. Avrebbe voluto andare via. Avrebbe voluto...

    Eppure non si mosse. «Sì. Temevo che non me lo avresti mai chiesto.»

    «Allora seguimi» lo invitò, facendo strada lungo il corridoio. «Non ti dispiace se ci sediamo in cucina invece che in salotto?»

    «Assolutamente no.»

    «Purtroppo il salotto non è agibile» gli spiegò Nell, passando accanto a una grande stanza.

    Sbirciando dentro, Rick notò che i mobili, tutti al centro, erano coperti da lenzuola impolverate, mentre su una parete, accanto al camino, si vedeva un grosso buco e dei calcinacci sul pavimento impolverato.

    «Sì, capisco.»

    «Già. Per questo preferisco rimanere in cucina» affermò Nell.

    Quando entrarono in cucina, tuttavia, Rick si rese conto che anche lì c’era un gran disordine. Era ovvio che la donna delle pulizie non si faceva vedere da giorni: il lavandino era stracolmo di piatti, una parte del grande tavolo di legno era coperta di confezioni di cibo e la restante di farina; se non altro, però, c’era un delizioso profumino.

    Lei gli fece spazio e il ragazzo si accomodò, rimanendo sorpreso dalla naturalezza con cui Nell si muoveva in quel caos: come se fosse sempre stata abituata a farlo; come se non fosse cresciuta in un mondo dove altre persone pulivano e mettevano tutto in ordine al suo posto.

    «E così, stai traslocando» osservò lui.

    «A dire il vero sono appena arrivata e intendo restare.»

    Lì? In quella enorme casa, da sola?

    Non è affare tuo, si ripeté Rick. Eppure non riuscì a fare finta di niente. «Cosa sta succedendo, Nell?»

    Lei lo guardò sorpresa. «Dici davvero?»

    «Certamente.»

    La ragazza versò il caffè in una tazzina, quindi gliela appoggiò di fronte e solo dopo che lui ebbe aggiunto del latte e lo zucchero, si sedette. Come una perfetta principessa.

    «Scusa, è che sono abituata al fatto che le mie questioni private siano di pubblico dominio, quindi la tua domanda mi ha stupito.»

    «Sono tornato in città solo da una settimana» le spiegò. «E ho sentito dire che tuo padre ha avuto dei problemi finanziari.»

    Lei si irrigidì. «Già, e per colpa sua più di cento persone hanno rischiato di rimanere senza stipendio.»

    Evidentemente Nell si riferiva ai dipendenti della vetreria che da tre generazioni apparteneva alla famiglia Smythe-Whittaker e che purtroppo era stata sul punto di chiudere.

    «All’ultimo momento, però, si è fatto avanti un acquirente, giusto?»

    «Sì, ma non grazie a mio padre.»

    «In questo periodo di crisi tante aziende hanno avuto delle difficoltà.»

    «È vero. Solo che mio padre, invece di affrontare subito la realtà, ha preferito chiudere gli occhi e quando alla fine si è deciso a vendere, il ricavato non bastava per coprire tutti i suoi debiti, così ho dovuto rinunciare al mio fondo fiduciario.»

    Accidenti.

    «E adesso non intendo cedere anche questa casa.»

    Dunque, la nonna aveva lasciato la villa a Nell e non al figlio; interessante. «Quindi gli hai dato tutti i tuoi soldi?»

    «Non tutti. Ne avevo già usata una parte per mettere in piedi la mia attività. E comunque, se devo essere sincera, non ho mai avuto la sensazione che quel denaro fosse mio. Inoltre, considerando che non sono mai stata la figlia che mio padre avrebbe voluto avere, mi sono sentita in

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