La danza dei sensi: Harmony Destiny
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Maureen Child
Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.
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La danza dei sensi - Maureen Child
successivo.
1
«Sposta quella mano, o te la taglio!» Gina Santini intimò con fermezza.
Nick Paretti, sergente d'Artiglieria, ridacchiò e tolse la mano dal suo fondoschiena per riportarla lentamente alla sua vita stretta. «Che c'è, principessa? Ti rendo nervosa?»
Il termine non traduceva esattamente quello che era il suo stato d'animo, pensò Gina. Da tre settimane e mezzo trascorreva tre sere la settimana fra le braccia di quell'uomo, e la cosa non si stava evolvendo per il meglio!
Malgrado l'arroganza di Nick la seccasse immensamente, non riusciva a spiegarsi come quel marine la attraesse così tanto.
Non c'era modo di ragionare con i propri ormoni. Accidenti, come poteva provare tanta elettricità per un tizio che non faceva altro che mandarla fuori dai gangheri?
«Stai di nuovo cercando di condurre tu!» fece Nick con quella sua voce profonda che la faceva fremere. Ma, come al solito, quel tono accusatorio la irritò all'istante.
Gina lo guardò negli occhi e con aria di sfida affermò: «Non mi metterei a condurre se ti sforzassi di stare al passo!».
«E io starei al passo se a un tratto non ti fosse venuta la voglia di cambiare ritmo!» replicò Nick.
Gina fece un'inspirazione profonda e contò fino a dieci. Poi fino a venti. Ma la cosa non servì a molto perché aveva ancora i nervi.
Cercò di ritrarre la mano da quella di lui, ma fu come tentare di trainare un treno con un'utilitaria! La sua stretta era una morsa d'acciaio!
Un mese prima aveva deciso di mettersi a frequentare un corso di ballo e quell'idea le era sembrata ottima. Non aveva previsto però che l'avrebbero accoppiata a un uomo troppo alto, troppo largo, nonché troppo cocciuto! Se l'avesse saputo...
«Ascoltami bene, generale» disse cercando di mantenere la massima calma.
«Sergente d'Artiglieria» tenne a precisarle, «o Nick, se meglio preferisci.»
Davvero magnanimo da parte sua!
«Bene, Nick. Senti, stiamo entrambi pagando una barca di quattrini per queste lezioni. Non credi che dovremmo collaborare al meglio per non sprecarli?»
«Io sto facendo la mia parte, dolcezza. I problemi cominciano quando sei tu a volerla fare!» le disse fissandola con quegli occhi incredibilmente azzurri.
E va bene, ammise lei. Così Sua Altezza aveva dei problemi nel seguire il passo nonché nel condurre. E accidenti, lei era stanca di farsi pestare impietosamente i piedi dai suoi scarponi!
«Allora, conduci pure tu. Stavolta però vedi di non stritolarmi gli alluci!»
Nick alzò uno dei sopraccigli bruni. «Non correrei certamente questo rischio se tu non avessi quel paio di piedi!»
Gina era sempre stata piuttosto suscettibile riguardo ai propri piedi. Che colpa ne aveva se sua madre che portava un trentasette non le aveva trasmesso il suo gene, dotandola di un quaranta abbondante, un numero eccessivo per la sua statura di un metro e sessanta? «Che tu ci creda o no» disse, «finora nessuno mi ha mai pestato gli alluci.»
«Significa che finora hai avuto fortuna, dolcezza» ribatté lui con sarcasmo.
«Ti prego, vedi un po' di non chiamarmi più dolcezza, se non ti dispiace» gli intimò stizzita.
Gina si guardò intorno. Altre cinque coppie si stavano librando sulla pista come farfalle. E, cosa principale, nessuno bisticciava con il proprio partner.
«Per caso, a ogni lezione dobbiamo discutere per tutto il tempo?» mormorò più a se stessa che a Nick.
«Nessun'altra discussione, principessa» le bisbigliò lui all'orecchio, «almeno fintanto che accetterai il fatto che sono io l'uomo e che spetta a me condurre.»
Intanto la musica incalzava.
«Pronta?»
«Pronta.»
«Allora siamo intesi» insistette Nick dopo di che si mise ad ascoltare il ritmo. Quindi fece un respiro profondo e alla fine iniziarono a volteggiare a ruota dietro a un'altra coppia.
Terminato il loro primo giro di pista Nick la guardò e le sorrise con una viva luce negli occhi. Era profondamente soddisfatto.
Per fortuna procedevano velocemente, pensò Gina. Quel genere di sorriso le toglieva il fiato e non voleva che lui se ne accorgesse.
Nessun altro uomo l'aveva mai rapita con un semplice sorriso, e questo non le piacque per nulla. Ma, d'altro canto, che cosa ci poteva fare? Dal primo istante che l'insegnante li aveva accoppiati aveva avvertito un subbuglio in lei, un fremito inconfondibile. E da allora le capitava la medesima reazione ogni volta che lo rivedeva.
Non volle però soffermarsi ulteriormente su questo. Meglio concentrarsi sul presente.
Le luci colorate e soffuse ai lati della pista creavano sul lucidissimo parquet delle ombre che ruota-vano vorticosamente come girandole armoniose.
«Stavolta sta andando a meraviglia, direi!» Nick sussurrò tutto entusiasta all'orecchio di Gina facen-dola vibrare.
«Non fare il vanitoso!» lo redarguì lei e, in men che non si dica, improvvisamente inciamparono. «Come vedi, è meglio non gonfiarla troppo la faccenda...»
Nick si accigliò. «Sei un vero uccello del malaugurio! Potresti essere più incoraggiante e ottimista!»
Colpa della differenza di statura fra loro, pensò Gina. Non sarebbero andati molto lontano una bal-lerina di un metro e sessanta e un partner alto almeno venti centimetri più di lei! Ma che senso della misura aveva mai quell'insegnante?
Quell'uomo le stava rovinando tutto il piacere di partecipare al corso. Si era iscritta con l'intento di divertirsi e non di irritarsi perché non riusciva a portare a termine un ballo senza incidenti di percorso. E non solamente perché lei e il suo compagno non andavano allo stesso passo, ma anche perché lui la innervosiva con le sue battute, e non soltanto per quello.
Nick Paretti era troppo bello per farla sentire a proprio agio.
Era un pezzo d'uomo alto e atletico, dotato di un paio di favolosi occhi azzurri che le scavavano l'a-nima. I lineamenti del suo volto erano perfetti, e aveva capelli neri cortissimi, alla marine, ovviamente. L'unico difetto era il naso che pareva essere stato pestato da qualche avversario un po' bellicoso, ma le sue labbra, oh quelle!, quando sorridevano canzonatorie le facevano battere forte il cuore.
La musica cessò e Gina si liberò dal suo abbraccio. In quel momento fu come se l'essersi sciolta da lui significasse averlo perduto e si sentì improvvisamente mutilata. Sola.
Ma subito si impose di non lasciarsi irretire da una sensazione tanto insignificante. Era semplicemente dovuta al fatto che per due ore si era abituata a stare stretta a lui, tutto lì.
«Questa volta è andata meglio» commentò la signora Stanton, l'insegnante, dal fondo della pista. Avanzò verso il centro con la sua ampia gonna ondeggiante. «Vedo che state progredendo, lezione dopo lezione» annuì soddisfatta. Poi lanciò a Nick un'occhiata di pura ammirazione femminile, e Gina avrebbe voluto sferrarle un calcio negli stinchi o scompigliarle quello chignon biondo platino che teneva accuratamente acconciato sulla testa.
«Però, signore, mi raccomando» proseguì la Stanton, «affidatevi di più ai vostri partner. La pista da ballo non è un campo di battaglia fra i sessi.»
Nick si schiarì la gola, soddisfatto.
«Tu ai campi di battaglia ci sei abituato, no?» osservò Gina a bassa voce rivolgendosi al suo compagno di pista. «Per questo non mi stupisco se mantieni lo stesso atteggiamento anche qui!» In effetti, lui non faceva altro che provocarla, dal primo all'ultimo momento in cui stava in quella stupida sala da ballo.
Nick rise divertito per la battuta e scosse il capo.
«Ora, allievi» riprese l'insegnante incamminandosi verso lo stereo posto in un angolo della sala, «vi cimenterete nel cha cha cha.»
«Oh, no!» mormorò Nick contrariato.
La cosa invece rincuorò alquanto Gina. «Che c'è, generale? Sei spaventato?»
«Sergente! Sergente d'Artiglieria» le precisò spazientito. «Soltanto stasera te l'ho già ripetuto almeno un paio di volte!»
Gina fece spallucce. «Se è così importante per te...»
«Mia cara signora» disse Nick inspirando profondamente come se dovesse affrontare una missione alquanto dura, «si dà il caso che tu sia...»
«Migliore di te nel cha cha cha?» lo prevenne Gina. «Grazie, lo so.»
Nick la fulminò con un'occhiataccia.
«Ho l'impressione, mio caro generale» ribatté lei con un mezzo sorriso, «che tu soffra di uno strano complesso di rivalità nei miei riguardi. Persino uno stupido cha cha cha lo vedi come una sfida.»
«Giudicala come ti pare» bofonchiò lui afferrandola per la vita e stringendola contro il suo corpo. «La sai una cosa?» le disse dardeggiandola con il suo sguardo magnetico. «In realtà sei proprio tu la causa della battaglia dei sessi.»
Gina pose una mano sulla sua spalla e l'altra in quella forte di lui. «E questa che storia è? Io, Gina Santini, sarei la causa della guerra fra i sessi?»
«No, non sto parlando di te personalmente, ma in ogni caso di tutte le donne come te» dichiarò strin-gendole la mano più del necessario.
«In altre parole» assentì Gina con un sorrisino beffardo, «di quelle donne che non cadono in estasi ai piedi degli uomini in divisa e mostrine?»
Nick fece un lungo respiro, espirò e disse: «Allora, hai intenzione di ballare o no?».
Gina sbatté le ciglia. «Ti sto aspettando. Sei tu l'indomito condottiero, no?»
Borbottando fra sé, Nick cominciò a muoversi al ritmo della musica e Gina si concentrò per seguire la sua guida. Sapeva benissimo quanto Nick detestasse il cha cha cha, al contrario di lei che lo adorava.
E comunque c'era qualcosa di eccitante nel modo in cui lui la guidava. Erano forse i loro fianchi che al ritmo della danza ondeggiavano l'uno contro l'altro fino a suscitarle che cosa?
Oh, Dio, meglio scacciare immediatamente e senza indugio ogni pensiero lascivo!
Fecero un altro giro attorno alla pista.
Gina convenne in cuor suo che la sua generazione aveva perso qualcosa di bello con quei balli sel-vaggi attualmente popolari. Era decisamente meglio ballare in coppia. C'era più vicinanza, più calore stando l'uno stretto all'altra. Forse troppo, ripensò non appena sentì il bacino di lui contro di lei. Chiuse gli occhi.
Quando li riaprì scintille di desiderio parvero sprizzare dallo sguardo intenso di Nick.
Gina ebbe un piccolo sobbalzo: Nick le aveva di nuovo posato una mano sulle curve del fondoschie-na. Avrebbe giurato di essere in grado di distinguere a una a una le dita della sua mano forte e calda.
«Sforzatevi di