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Lo chef del mio cuore (eLit): eLit
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Lo chef del mio cuore (eLit): eLit
E-book158 pagine2 ore

Lo chef del mio cuore (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Scarlett Gibson è appena arrivata al ristorante dello zio quando il suo sguardo incrocia quello di Lorenzo Nesta, l'uomo che anni prima le ha rubato il cuore. Lui è capo-chef, e da quel momento in avanti lei sarà il suo superiore. Scarlett è decisa a resistere alle emozioni, ma Lorenzo glielo permetterà?
LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2017
ISBN9788858978399
Lo chef del mio cuore (eLit): eLit
Autore

Jennie Adams

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Lo chef del mio cuore (eLit) - Jennie Adams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Passionate Chef, Ice Queen Boss

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2010 Harlequin Books S.A.

    Traduzione di Anna Sibilia

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-839-9

    1

    «Lorenzo, ti ho mandato un messaggio in cui richiedevo la tua presenza nell’ufficio di Luca per una riunione dieci minuti fa. Non l’hai ricevuto?» Erano parole pacate. Professionali. Stabilivano i fatti e richiedevano una spiegazione per l’assenza dell’uomo, niente di più.

    Sì, Scarlett Gibson per la frustrazione avrebbe voluto strappare il fiocco che le adornava la coda di cavallo dei lunghi capelli neri e, sì, provare quella sensazione le dava un gran fastidio. Non vedeva Lorenzo da cinque anni. E nei prossimi due mesi avrebbe lavoro con lui. Sperava che sarebbe riuscita a farlo senza curarsi troppo di ciò che lo riguardava. Dopotutto, era quella la condizione in cui era stata costretta a collocarsi dopo che lui le aveva spezzato il cuore, cinque anni prima, appunto.

    Be’, Scarlett non era diventata l’abile consulente finanziaria che era perdendo il controllo ogni volta che qualcosa la infastidiva. Ma non era nemmeno tornata in Italia dall’Australia al fine di aiutare nel ristorante dello zio Luca per vedere minata la sua autorità dal capo chef il primo giorno di lavoro.

    L’oggetto dei suoi pensieri era nella cucina di Rosa e le dava le spalle. Una schiena asciutta e muscolosa fasciata in una camicia nera. Anche pantaloni e scarpe erano neri. Portava ancora il medaglione d’oro?

    Non che a Scarlett importasse, anche se immaginava fosse naturale che certi pensieri si affacciassero alla sua mente. Di certo, comunque, non erano diversi dai pensieri oziosi che poteva avere avuto su un tram in Australia, sullo sconosciuto o la sconosciuta che le sedeva di fianco.

    Mentre l’osservava, Scarlett cominciò a registrare anche altre cose. Il profumo ricco del cioccolato sciolto mescolato con quello caldo e domestico del pane tostato aromatizzato con pomodorini, erbe, aglio e olive. Diverse fette di pane erano state messe a raffreddare su un bancone. Probabilmente quei profumini deliziosi spiegavano l’improvvisa strana sensazione allo stomaco che Scarlett stava avvertendo. Ma si sarebbe limitata a guardare. Non voleva passare i due mesi lì abbuffandosi. Di certo non era Lorenzo la ragione di quel bizzarro senso di vuoto.

    C’erano tre persone al lavoro. Una donna sulla trentina e due uomini. Scarlett si era imbattuta nella donna quando era arrivata al ristorante e le aveva chiesto di riferire a Lorenzo che voleva vederlo subito nell’ufficio di Luca.

    La donna alzò gli occhi e incontrò il suo sguardo. Non aveva l’aria di sentirsi in colpa o di essersi scordata di fare qualcosa, quindi il messaggio era stato trasmesso.

    Allora a che gioco stava giocando Lorenzo? Sì, sembrava stesse lavorando con grande impegno e, sì, sembrava fossero già state preparate parecchie cose. Vari dolci in differenti stadi di lavorazione erano stati allineati sul bancone in quello che appariva come una sorta di caos perfettamente organizzato.

    Però, era ancora abbastanza presto. Mancava parecchio all’arrivo degli avventori dell’ora di pranzo. A quell’ora Lorenzo avrebbe potuto tranquillamente lasciare la cucina nelle mani capaci dei suoi assistenti, dedicando a lei il tempo di cui aveva bisogno.

    Scarlett restrinse gli occhi marrone dorato. Se Lorenzo pensava che lo avrebbe inseguito ogni volta che doveva scambiare due parole con lui, gli serviva una bella lezione sulle gerarchie esistenti lì nel ristorante. Lo zio di Scarlett, Luca, era in cima alla piramide. Era lui il proprietario del locale, anche se le aveva detto che finché ci fosse stata lei non ci avrebbe messo piede, così da permetterle di procedere con gli interventi che avrebbe ritenuto necessari.

    Sua cugina Isabella condivideva la gestione col padre, ma era stata ben felice di tirarsi indietro per potersi concentrare sulla sua relazione con l’enigmatico principe Maximiliano Di Rossi.

    Poi c’era Scarlett, nel suo ruolo di consulente.

    E dopo, il capo cuoco, Lorenzo Nesta. In altre parole, per quello che lo riguardava, lei era il capo!

    Scarlett diede enfasi al pensiero con un cenno deciso del capo e una ciocca di capelli le sfuggì dalla coda.

    Aggrottando la fronte la soffiò via dalla guancia e fissò torva le spalle che le stavano davanti.

    Lorenzo si girò leggermente e guardò alle sue spalle. «Solo un minuto ancora.»

    Solo un minuto ancora? Come se lei non avesse niente di meglio da fare che stare lì ad aspettarlo. Scarlett dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non pronunciare a voce alta le parole che le erano salite alle labbra.

    Lorenzo aveva in mano un sottile tubo d’acciaio, vuoto. Mentre lo utilizzava con abilità, le offrì la visuale di un profilo mascolino, con un naso dritto e ben disegnato, delle labbra cesellate, serrate nella concentrazione, e lunghe ciglia scure che ombreggiavano due occhi che lei sapeva essere della più profonda e ricca sfumatura di marrone che avesse mai visto.

    Non che Scarlett avesse una particolare predilezione per il marrone scuro. Be’, con l’eccezione della cioccolata fumante con un cuore di panna sopra.

    «Lorenzo, ti sto già aspettando da dieci minuti» ribatté, il tono calmo, controllato. «Conosci la strada per l’ufficio di Luca. Ti sarei grata se non mi facessi attendere oltre.»

    Con ciò, Scarlett girò sui tacchi, oltrepassò le porte girevoli della cucina, attraversò la sala, con le sue piante rigogliose e il tavolo con le bottiglie d’olio pregiato e gli aromi, e si diresse verso l’ufficio dello zio.

    Era animata da un miscuglio di sensazioni confuse. Quel ritorno in Italia era importante per lei per molte ragioni. Voleva godersi la compagnia di Isabella e riallacciare i legami con lei, e forse anche approfondire il rapporto col resto della sua famiglia lì. Era possibile dopo così tanto tempo? Aiutare lo zio Luca le pareva un buon primo passo. Aveva esitato quando Isabella l’aveva cercata, ed era stato per via di Lorenzo. Ma poi aveva deciso che se avesse affrontato i vecchi demoni, avrebbe potuto affrontare anche lui con la stessa facilità. Non poteva essere così tremendo.

    «Scarlett, buongiorno.» Sua cugina le si avvicinò mentre si accingeva ad aprire la porta. «Tutto pronto per il tuo primo giorno di lavoro?»

    Scarlett riordinò le idee. E sorrise, perché quella era Izzie ed erano cresciute insieme. Si erano divertite tantissimo prima del giorno in cui avevano fatto qualcosa di incredibilmente stupido. Le cui conseguenze stavano sistemandosi solo ora. Scarlett si era punita trasferendosi in Australia, lontano dalla sua famiglia e dai suoi amici, per andare a conoscere suo padre e il lato paterno della famiglia.

    «Ciao, Izzie. Sì, sono pronta per il mio primo giorno» ribatté. «Non mi aspettavo di vederti qui. Hai un aspetto splendido. Come sta il tuo principe?»

    «È principesco, come sempre.» Isabella era arrossita, ma le sorrise e le tese le braccia. «Sono contenta di averlo incontrato.»

    «Ti rende felice, quindi sono contenta anche io» replicò Scarlett, abbracciandola.

    Avvertì un dolore al petto quando la lasciò andare.

    Quel luogo riusciva sempre a evocare emozioni. Questa volta era tornata per aiutare la famiglia, con la speranza di un ricongiungimento che forse era molto poco realistico.

    Se si fosse commossa ogni volta che si fosse imbattuta in uno della famiglia, sarebbe stato un disastro. Doveva imparare a tenere le emozioni sotto controllo, e in fretta. «Sto aspettando Lorenzo per una riunione» informò la cugina. «Visto che sei qui, vorrei scambiare due parole anche con te, se è possibile.» Serrò le labbra prima di continuare: «Probabilmente avrò delle domande da rivolgerti dopo che avrò torchiato lui».

    «Torchiato? Non vorrai...?» Isabella si interruppe e sorrise. «Sei tu il capo. Ovviamente gestirai la situazione come riterrai opportuno. Sono venuta per fare una terrina della salsa speciale di papà quindi mi tratterrò per un po’. Chiamami quando hai finito con Lorenzo.»

    «Tra una mezz’oretta, direi» ribatté Scarlett.

    La ricetta segreta di Luca era il pezzo forte dell’autentica cucina italiana del ristorante.

    Scarlett si chiese cosa sarebbe successo quando avesse richiesto una lista degli ingredienti usati nelle varie ricette per stilare un quadro dei costi.

    Probabilmente avrebbe incontrato grosse resistenze sia da Luca che da Isabella. Be’, forse potevano dirle i costi, ma non gli ingredienti.

    «È bello riaverti qui, Scarlett, e apprezzo molto quello che stai facendo per il locale.» L’espressione di Isabella si indurì. «Il bilancio è preoccupante. Max era disposto a investire una bella somma di denaro per ridare solidità al ristorante, ma papà avrebbe trovato offensivo il suo gesto e poi non avrebbe risolto nulla nel lungo termine. Non ho potuto accettare, anche se ho trovato meraviglioso che abbia fatto quell’offerta.»

    «Giusto.» Mettere dei soldi e basta non era una soluzione, pensò Scarlett. Solo con migliorie e aggiustamenti avrebbero potuto ottenere qualche risultato. Era la sua convinzione e l’esperienza da consulente – aveva lavorato anche per grosse compagnie in Australia – le dava ragione. Voleva lo stesso per Rosa. Il ristorante doveva tornare a rendere continuando a essere autosufficiente.

    Isabella se ne andò e Scarlett entrò nell’ufficio di Luca. Sarebbe stato il suo quartier generale, anche se non aveva alcuna intenzione di fare come certi dirigenti e starsene lì seduta alla scrivania senza curarsi di quello che le avveniva intorno. Nonostante avesse sperato di tenersi alla larga dal capo chef, poteva darsi che fosse costretta a stargli alle costole, specie se avesse continuato a comportarsi come quella mattina, ignorando i suoi messaggi.

    «Scarlett...»

    Parlando del diavolo... Lorenzo era lì, sulla soglia, l’espressione vagamente infastidita anche se cercava di nasconderlo.

    Era affascinante.

    Non che la attraesse, no. Aveva smesso di trovarlo irresistibile cinque anni prima. Il cuore le aveva dato un piccolo balzo in petto, ma era solo perché si preparava a dargli battaglia.

    «Lorenzo» ribatté, invitandolo con un cenno a sedersi all’altro capo della scrivania. E poi non doveva essere lei quella seccata? Aveva appena cominciato e lui aveva già rallentato il suo programma della giornata. «Accomodati, prego. Vorrei parlare con te di come è stato gestito sinora il locale e di quello che dovremo fare d’ora in avanti. Ma forse vorresti cominciare con lo spiegarmi perché hai bellamente ignorato la richiesta di raggiungermi qui per una riunione.»

    «Non l’ho ignorata. Solo, non potevo mollare tutto e venire qui.»

    Lorenzo trasse un gran respiro e lo lasciò andare lentamente. Scarlett colse un lampo d’oro mentre il petto si espandeva e la camicia si apriva leggermente. Era la catena che aveva al collo quando si erano visti la prima volta?

    Non che fosse importante, certo.

    «Non potevi passare le consegne ai tuoi assistenti per qualche minuto?»

    «Non sempre è possibile lasciare la cucina di un ristorante molto frequentato senza che vi siano conseguenze» spiegò Lorenzo, in tono rispettoso ma anche fermo. «Non mi hai trasmesso un ordine, hai solo richiesto che venissi qui quanto prima possibile.»

    «A quest’ora della giornata pensavo che avessi del tempo libero» ribatté Scarlett, cercando di tenere lo sguardo fisso sui suoi occhi. Ma

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