Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La lunga estate calda: Harmony Destiny
La lunga estate calda: Harmony Destiny
La lunga estate calda: Harmony Destiny
E-book150 pagine2 ore

La lunga estate calda: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L'ESTATE DEI SEGRETI - Vol. 2. Il chirurgo Sam Lonergan ha sempre vissuto un'esistenza priva di legami, fino a quando incontra Maggie Collins, la giovane e sexy aiutante di famiglia. I loro discorsi sono caldi e ancora di più lo sono i loro appuntamenti segreti. In uno di questi incontri la passione supera di gran lunga la ragione e lei si ritrova incinta. Sebbene Maggie sia cotta del ricco e affascinante dottore, sa che non è un tipo da matrimonio. Se Sam si dichiarerà libero da qualunque obbligo, lei riuscirà a non pretendere di più e a lasciarlo andare?

I romanzi della serie:

1) Passato proibito

2) La lunga estate calda

3) Sedotta in segreto

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945483
La lunga estate calda: Harmony Destiny
Autore

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

Leggi altro di Maureen Child

Correlato a La lunga estate calda

Titoli di questa serie (3)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La lunga estate calda

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La lunga estate calda - Maureen Child

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Expecting Lonergan’s Baby

    Silhouette Desire

    © 2006 Maureen Child

    Traduzione di Roberta Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-548-3

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Quello che Sam Lonergan si era aspettato di trovare al lago era un fantasma, non certo una donna nuda.

    Potendo scegliere, tuttavia, la seconda opzione appariva decisamente preferibile.

    Sapeva che avrebbe dovuto voltarsi dall’altra parte, ma non lo fece. Anzi, fissò lo sguardo sulla figura longilinea che fendeva l’acqua scura illuminata fiocamente dalla luna.

    Nonostante la scarsa luce, la sua pelle riluceva abbronzata e morbida. L’acqua si richiudeva dietro di lei con qualche schizzo appena mentre le agili bracciate la portavano da una sponda all’altra del piccolo lago. Una parte di lui avrebbe voluto considerarla un’intrusa in un luogo sacro - ma l’altra parte era lieta della sua presenza.

    Mentre la osservava, Sam si ripeté che non sarebbe dovuto venire. Quel lago, quel ranch dissotterravano troppi ricordi, troppe immagini che gli affollavano la mente e che facevano del rammentare un esercizio doloroso.

    A un tratto chiuse gli occhi, prese un profondo respiro e lo rilasciò lentamente prima di sollevare le palpebre. La donna aveva smesso di nuotare e si stava solo tenendo a galla, gli occhi fissi su di lui che la guardava.

    «Visto abbastanza?» domandò la sconosciuta.

    «Dipende» le rispose. «Hai qualcos’altro da mostrarmi?»

    La sua bocca fremette come se volesse ingoiare delle parole che non osava proferire. «Chi sei?» gli chiese infine, la voce più irritata che preoccupata.

    «Potrei farti la stessa domanda» replicò lui.

    «Questa è una proprietà privata.»

    «È evidente» concordò incrociando le braccia sul petto. «Perciò mi trovo a domandarmi cosa ci faccia tu qui.»

    «Io ci vivo» dichiarò la donna, scuotendo il capo per scostare dal viso una ciocca grondante dei lunghi capelli castani.

    Le gocce d’acqua le caddero tutt’intorno come una pioggia. Ci volle un minuto o due, ma poi le sue parole arrivarono a segno.

    «Vivi qui? Questo è il ranch Lonergan.»

    Un ranch che apparteneva alla sua famiglia da generazioni. Fin dai primi giorni della corsa all’oro, quando il bis-bis-eccetera di Sam aveva stabilito che la vera fortuna da trovare in California era la terra - non qualche fiume gelido dove di tanto in tanto compariva una pepita.

    Quel Lonergan si era stabilito lì, allevando cavalli e famiglia. Una famiglia che al giorno d’oggi consisteva di un vecchio, un fantasma e tre cugini: Sam, Cooper e Jake.

    Il nonno, Jeremiah Lonergan, aveva vissuto da solo per gli ultimi vent’anni, da quando la moglie, la nonna di Sam, era morta.

    Ora, se c’era da credere a una donna nuda, aveva una coinquilina.

    «Infatti» ribadì la donna in questione, cominciando a scaldarsi. «E il proprietario di questo ranch è molto protettivo nei miei confronti. E pericoloso.»

    Sam avrebbe voluto ridere. Il nonno era probabilmente l’uomo più di buon cuore che Sam avesse mai conosciuto. Ma a sentire questa donna, Jeremiah era un cane pazzo.

    «Be’, adesso però non è qui, no?»

    «No.»

    «Perciò, dato che ci siamo solo noi due e che stiamo facendo amicizia... ti dispiace dirmi se ti capita spesso di nuotare nuda?»

    «A te capita spesso di spiare donne nude?»

    «Quando ne ho l’opportunità.»

    Lei aggrottò la fronte e si passò una mano tra i capelli. Si lasciò sommergere un po’ di più dall’acqua, e Sam immaginò che dovesse cominciare a sentire un po’ di stanchezza. «Non sembra che te ne vergogni.»

    Le rivolse un sorriso pigro che non raggiungeva gli occhi. «Milady, se non guardassi una donna nuda quando ne ho l’opportunità, allora sì che avrei qualcosa di cui vergognarmi.»

    «Tua madre dev’essere orgogliosa di te.»

    Sogghignò. Probabilmente no, ma il vecchio lo sarebbe stato.

    Lei si guardò intorno e Sam seppe cosa stava osservando: il vuoto. A parte le querce che si ergevano a guardiani solitari del lago, erano soli. Il ranch si trovava a un miglio abbondante verso est, e l’autostrada a dieci miglia in direzione sud.

    «Ascolta» riprese lei immergendosi sempre di più. «Hai avuto il tuo spettacolo, ma fa freddo e sono stanca. Ora vorrei uscire.»

    «E chi ti ferma?»

    I suoi occhi si spalancarono. «Pronto? Non uscirò dall’acqua con te che resti lì a guardarmi.»

    Qualcosa come il senso di colpa gli solleticò la coscienza che era già fin troppo fastidiosa, ma lo ignorò.

    Sì, avrebbe dovuto voltarsi, però un uomo affamato rifiuterebbe una bistecca solo perché è rubata?

    «Potresti girarti di spalle» aggiunse lei un momento dopo.

    Sam sollevò l’angolo della bocca. «Se lo faccio, chi mi dice che non mi darai una botta in testa?»

    «Ti pare che abbia qualche arma nascosta?»

    Lui alzò le spalle. «Non si è mai troppo cauti.»

    Annuì, lasciando emergere soltanto la testa dall’acqua. «Grandioso» borbottò. «Io sono nuda e tu sei quello minacciato.»

    Dal nulla si alzò una lieve brezza che scompigliò le foglie delle querce, tanto che sembrava di essere circondati dal brusio della folla. Sam sollevò gli occhi al cielo ad ammirare le stelle, poi tornò a posarli su di lei. «È una bella nottata. Magari potrei accamparmi qui.»

    «Non oseresti...»

    «No?» Cominciava a divertirsi. «Forse, ma la domanda resta: hai intenzione di uscire dal lago o sei capace di rimanere a galla mentre dormi?»

    Lei rilasciò un sospiro disgustato e sbatté una mano sull’acqua. «Sto uscendo.»

    «Non vedo l’ora.»

    «Sei un vero farabutto, lo sai?»

    «Me l’hanno già detto.»

    «Chissà perché la cosa non mi sorprende.»

    «Sei ancora nell’acqua.» Sciogliendo le braccia, Sam infilò le mani nelle tasche posteriori dei jeans. «Te l’ho detto, io non vado da nessuna parte.»

    Lei si diede ancora una rapida occhiata intorno, come se sperasse di scorgere la cavalleria in soccorso. «Come faccio a sapere che non mi salterai addosso il momento che uscirò dal lago?»

    «Potrei darti la mia parola» offrì Sam, «ma dato che non mi conosci, non varrebbe molto.»

    Lo studiò a lungo e lui ebbe la sensazione che lo stesse osservando molto più in profondità di quanto gli piacesse ammettere.

    «Se mi dai la tua parola» riprese lei dopo un istante, «ti credo.»

    Corrugando la fronte, tolse una mano dalla tasca e si grattò la nuca. Una bella intrusa nuda si fidava di lui. Stupendo. «Okay. Ti do la mia parola.»

    Lei annuì di nuovo, ma passò un altro minuto prima che cominciasse ad avvicinarsi alla spiaggia. Qualcosa dentro di lui parve risvegliarsi: anticipazione? Eccitamento? Era da parecchio che non provava né l’uno né l’altro, perciò non poteva esserne sicuro. Ma il momento passò in un istante per cui non poté analizzarlo, né goderlo.

    I raggi di luna si riflettevano sulla sua pelle bagnata e abbronzata mentre usciva dall’acqua e risaliva la breve riva in cima alla quale aveva lasciato i vestiti. Lui la seguì con lo sguardo e si sentì attraversare da una scarica di desiderio che gli pulsò nelle vene con tale forza da farlo barcollare.

    Era snella, con seni piccoli e sodi, fianchi stretti e un segno sulla pelle che indicava che, perlomeno di giorno, indossava il costume per nuotare. Non poté che essere lieto di averla incontrata di notte: in qualche modo quel segno rendeva la sua nudità ancora più eccitante. Le strisce più pallide, in contrasto con l’abbronzatura, erano un invito a tracciare quei confini con le dita.

    Sembrava un’apparizione incantata nel pallido chiarore lunare e Sam dovette fare appello a tutto il proprio autocontrollo per non venire meno alla parola data e attirarla a sé; era come guardare una sirena che sorgeva dal mare il tempo necessario per tentare un uomo.

    «Sei straordinaria.»

    Lei ebbe un attimo di esitazione, poi sollevò il mento e si eresse dritta e orgogliosa, senza imbarazzo. E Sam seppe che avrebbe dovuto sentirsi in colpa per il modo in cui la fissava.

    Ma non c’era verso.

    In pochi secondi, lei aveva indossato una maglietta e una leggera gonna di cotone che le arrivava al ginocchio e si stava chinando per allacciare i sandali.

    Diavolo, avrebbe dovuto ringraziarla. L’aveva distolto dal passato, rendendo molto più semplice il suo ritorno al lago e a tutti i ricordi che questo comportava.

    «Ascolta» cominciò quando lei si raddrizzò. «Mi dispiace averti messo in imbarazzo, ma trovarti qui mi ha spiazzato e...»

    Lei lo colpì allo stomaco.

    Non gli fece molto male, ma dato che non se l’aspettava rimase senza fiato.

    «Io ho spiazzato te?» Maggie Collins raccolse i lunghi capelli, li spostò di lato e li strizzò prima di lasciarli ricadere sulle spalle.

    Straordinaria. L’aveva definita straordinaria.

    Poteva ancora sentire il flusso di qualcosa di caldo e delizioso mentre lui la fissava. Era come se avesse sentito il suo tocco, non solo il suo sguardo, incollato a sé. E per un istante l’aveva desiderato, aveva immaginato di sentire le sue mani sulla propria pelle bagnata.

    Il che non fece che alimentare la sua collera. Lo guardò da cima a fondo con superiorità, poi sollevò il mento. «Razza di depravato, infame, squallido...» Oh, odiava quando restava a corto di appellativi prima di aver finito una tirata.

    Inalando a fondo, raddrizzò le spalle e racimolò quel che restava del proprio orgoglio.

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1