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Un dottore dal salvare: Harmony Bianca
Un dottore dal salvare: Harmony Bianca
Un dottore dal salvare: Harmony Bianca
E-book161 pagine2 ore

Un dottore dal salvare: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Il pericolo di un fiume in piena non è niente in confronto a quello che si corre aprendo il proprio cuore all'amore.



Jack Halliday, esperto paramedico, dopo aver perso di vista la collega Mimi durante l'alluvione che sta devastando il paesino di Holme, si ritrova improvvisamente solo ad affrontare la furia dell'acqua. Per fortuna, l'intervento tempestivo del Vigile del Fuoco Cassandra Clarke gli salva la vita. L'attrazione che da subito prova per lei gli fa capire che dovrà al più presto restituirle il favore... in un modo o nell'altro.



Incontrare Jack, padre single di una splendida bambina, ha riaperto ferite che Cass credeva rimarginate per sempre. Accettare di dividere la casa con lui ed Ellie, come una vera famiglia, nell'attesa di poter tornare nella propria, sembra la soluzione più logica. Ma è anche la più rischiosa.
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2017
ISBN9788858973974
Un dottore dal salvare: Harmony Bianca

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    Anteprima del libro

    Un dottore dal salvare - Annie Claydon

    successivo.

    1

    Jack chinò la testa sotto la pioggia, cercando di riparare il viso. Non potendo proseguire oltre lungo lo stretto ponte che ora costituiva l'unico collegamento con il piccolo villaggio di Holme, l'ambulanza era parcheggiata sulla strada alle sue spalle.

    Lui e Mimi si erano trovati in situazioni peggiori. Da sette anni lavoravano insieme su un'ambulanza, Mimi al posto di guida, Jack come responsabile della cura dei pazienti. Erano un team eccellente.

    Ma con tutte le loro qualità, non potevano arrestare la pioggia. La strada principale per il villaggio scompariva sotto un metro d'acqua e quella strada secondaria conduceva a un ponticello coperto di fango. Piuttosto che rischiare d'impantanarsi con l'ambulanza, avevano deciso di fare il resto del viaggio a piedi.

    C'erano varie possibilità. La paziente non era ancora in travaglio e forse con un fuoristrada si sarebbe potuto trasportarla fino all'ambulanza. Forse la tempesta si sarebbe calmata, permettendo all'ambulanza aerea di portare la paziente all'ospedale. Forse il medico richiesto da Jack sarebbe arrivato presto. In ogni caso non sarebbe stata la prima volta che lui e Mimi aiutavano un bambino a nascere.

    Scivolò su una chiazza di fango e strinse la pesante borsa medica che portava appesa alla spalla, barcollando un momento prima di riprendere l'equilibrio.

    «Attenzione...» borbottò fra sé. Fra le alternative che aveva considerato non c'era quella di scivolare e rompersi una gamba. «Uno, due, tre...»

    Saltellando come quando giocava a campana con Ellie, la sua bambina di quasi cinque anni, attraversò il ponte cercando d'ignorare il rombo dei tuoni. Avrebbe aspettato Mimi sulla sponda opposta. Lei aveva risalito un poco il pendio nella speranza di avere migliore ricezione sul cellulare e chiedere notizie alla Protezione Civile, ma non dovevano perdersi di vista.

    Gli sembrò di sentire qualcuno gridare il suo nome, ma forse era soltanto l'urlo del vento. Tuttavia un attimo dopo, quando il rombo divenne più forte, capì che non si trattava di tuoni.

    Jack si voltò. Una montagna d'acqua ruggiva sul letto del fiume, avventandosi verso di lui.

    Provò l'impulso di correre per mettersi al riparo, ma capì che non sarebbe riuscito a risalire in tempo il ripido sentiero all'estremità del ponte. Così corse verso un grosso albero che spuntava sulla sponda.

    Ebbe appena il tempo di aggrapparsi e inspirare profondamente prima che l'onda di piena lo investisse alle spalle, schiacciandolo contro il tronco e mozzandogli il fiato. Assordato dallo scroscio, chiuse gli occhi contro l'acqua e il fango.

    Poi l'onda passò. Non osando lasciare il tronco, Jack aprì gli occhi, sbattendo le palpebre per liberarli dell'acqua sporca. Sentì a monte un altro terribile rombo. L'onda successiva fu ancora più grossa. Jack cercò di aggrapparsi, ma le sue dita scivolarono sulla corteccia e fu scaraventato contro un altro albero. Agitò le braccia, cercando disperatamente un nuovo appiglio.

    Un momento dopo, il fragore cessò di nuovo. Stordito, Jack giacque al riparo dei rami. Aveva freddo. Mimi... cercò di chiamarla, sperando che non fosse sul ponte quando era arrivata l'onda, ma riuscì soltanto a tossire e a rigettare acqua sporca.

    Inalò una boccata d'aria. «Mimi...»

    «Fermo! Puoi stare fermo un momento?»

    Una voce femminile, profonda e gentile. Qualcuno gli stava asciugando il viso, ripulendogli gli occhi e la bocca.

    «Mimi... la mia collega.»

    «Sta bene. La vedo sulla sponda opposta.»

    Di nuovo quella voce. Jack tese la mano verso il suono e una mano calda gli catturò le dita.

    Aprì gli occhi, sbattendo le palpebre contro la luce, e vide il viso della donna. Pelle chiara con ciocche di riccioli rossi che sfuggivano da sotto il cappuccio della giacca a vento. Zigomi marcati, una bocca generosa e straordinari occhi di un azzurro chiarissimo. Il tipo di viso che poteva appartenere a una dea della guerra. Scrollò la testa. Doveva essere un effetto dello shock. a meno che non avesse una spada d'oro sotto la giacca a vento blu, quella donna era un essere umano come tutti gli altri. Il suo viso gli sembrava etereo perché era la prima cosa che avesse visto dopo essere scampato alla morte.

    «Sei sicura? Mimi sta bene?»

    La donna alzò brevemente gli occhi e tornò a guardarlo. «Porta una giacca del Servizio Ambulanza. Capelli biondi, credo.»

    «Sì, è lei.»

    Jack cercò di muoversi, scoprendo di avere riacquistato un po' di forza.

    «Sei ferito?»

    «No...» Nessuna parte del suo corpo gli doleva troppo. Era un buon segno. «Grazie... ehm...»

    «Cass. Cassandra Clarke.»

    «Jack Halliday.»

    Lei annuì. «Ci conviene toglierci di torno. Puoi reggerti in piedi?»

    «Sì.»

    «Okay, non fare movimenti bruschi.»

    Cass lo aiutò ad alzarsi in piedi e lo sostenne. Jack guardò oltre il ponte, cercando Mimi.

    Ma il ponte era scomparso. Restava soltanto qualche detrito nell'acqua ribollente. Jack vide Mimi sulla sponda opposta. Lo stava fissando e dietro di lei c'era un uomo che lui pensò di riconoscere. Alle loro spalle scorse un fuoristrada nero con i fari accesi e una portiera aperta.

    «Tutto bene?»

    Adesso che si era alzato, Jack poteva vedere che Cass era alta, sebbene meno di lui.

    «Sì, grazie.» Jack cercò il cellulare ma tolse di tasca soltanto una manciata di fango. «Mi occorre un telefono.»

    «Okay. Il paese non è lontano. Prima ti portiamo là.»

    Cass parlava con un tono calmo ma irresistibilmente autoritario. Jack agitò la mano all'indirizzo di Mimi e avvertì una fitta di dolore al braccio. Lei ricambiò il gesto ed eseguì con la mano un movimento circolare, segno che lui poteva telefonarle. Vide l'uomo chinarsi a raccogliere qualcosa. Mimi gli strappò il cellulare di mano e lo guardò un momento, poi fece a Jack un segnale con il pollice alzato.

    «Dovevi proprio parcheggiare l'ambulanza in quel modo?» domandò Cass.

    Il suo tono era ironico. Jack guardò oltre l'acqua, scoprendo che l'ambulanza era stata spinta dalla corrente fuori dalla strada e ora si trovava precariamente appoggiata a un albero. Borbottò un'imprecazione.

    «Lo prendo come un no

    Jack non poté fare a meno di ridere e fu subito punito da una fitta di dolore alle costole. «Che cosa sei?»

    Lei arrossì come se non sapesse rispondere alla domanda. «Come sarebbe a dire?»

    «Sembri abituata a queste situazioni. E sai come sollevare una persona.»

    Jack aveva riconosciuto la tecnica da lui stesso usata in quei casi. E sebbene Cass non desse ordini, gli uomini attorno a lei sembravano riconoscerla come capo. «Sono pompiere, lavoro alla caserma. La paziente che dovresti vedere è mia sorella Lynette.»

    «Allora non perdiamo tempo.»

    Jack si guardò intorno, cercando la borsa. Un uomo gliela porse, ma l'acqua doveva avere rovinato tutto il contenuto. Era veramente solo... senza Mimi e senza borsa. Si girò, accettò il braccio di un uomo e si avviò lentamente lungo il ripido sentiero con il gruppo.

    Non era quello che Cass aveva progettato. Aveva sperato di portare Lynette all'ospedale ben prima del parto ma, testarda come sempre, sua sorella si era opposta dicendo che mancavano ancora quindici giorni alla data prevista. Ora l'ospedale era fuori questione, così non restava che l'assistenza di un paramedico. Ma l'alluvione aveva travolto Jack a due passi dalla meta.

    Nonostante gli strati di tessuto, lei aveva avvertito la forza del suo corpo quando lo aveva aiutato ad alzarsi. Solidi muscoli ancora vibranti per lo sforzo di aggrapparsi. Aveva dimostrato un enorme coraggio a restare sul posto invece di fuggire, ma quella decisione gli aveva probabilmente salvato la vita. Era molto alto, la superava di qualche centimetro benché lei misurasse un metro e ottanta. E nonostante – o forse a causa – della sua forza, aveva uno sguardo gentile. Un paio di profondi occhi castani nei quali una donna poteva smarrirsi...

    Basta! Quelle considerazioni non avevano niente a che fare con il suo obiettivo principale. Jack la precedeva e lei allungò il passo per raggiungerlo.

    «Lynette comincia ad avere le contrazioni. Il bambino dovrebbe nascere fra quindici giorni, ma sembra che abbia fretta.»

    Preferiva considerarlo dal punto di vista professionale, una persona che poteva esserle utile. Fra l'altro i suoi gentili occhi castani avrebbero potuto confortare Lynette.

    «È il primo figlio?»

    «Sì» rispose lei.

    Un bimbo che Cass avrebbe protetto a ogni costo.

    «Spero che decida di non bagnarsi i piedi. Con questo tempo gli elicotteri dell'ambulanza aerea non possono volare. Ma forse potranno trasportarla domani mattina.»

    «Grazie. Li contatterete?»

    «Sì. Mi presti il telefono? Dovrei comunicare con Mimi.»

    «Certamente, ma prima vogliamo metterti al coperto. Chi è il tizio con lei?»

    «Credo che sia il suo ex» rispose Jack. Un breve sorriso gli rischiarò il volto. Breve ma accattivante. «Mimi non apprezzerà il fatto che le sia piovuto addosso dal nulla.»

    «Una faccenda complicata?»

    «Come tutte» replicò lui.

    Non aveva torto, dovette riconoscere lei. Sembrava che in ogni relazione prevalessero le complicazioni.

    «Ma va tutto bene, vero? Per la tua collega.»

    «Oh, sì. Non ci sono problemi con Rafe. Non l'abbandonerà a se stessa. E conoscendolo le impedirà di cacciarsi nei guai, a costo di legarla a un albero.»

    Benché Jack stesse tremando, il suo sguardo riscaldava il cuore. Forse Cass avrebbe dovuto fare la stessa cosa con Paul, il suo ex. Avrebbe dovuto legarlo e ucciderlo quando le si era presentata l'occasione. Ma adesso era padre, probabilmente un ottimo padre. Aveva una nuova moglie e un figlio che dipendeva da lui.

    «Non possiamo recuperare le provviste mediche sull'altra sponda?» domandò Jack, strappandola ai suoi pensieri. «Rafe è medico. Conoscendolo, so che si è preparato per affrontare qualsiasi evenienza. All'occorrenza potrei rendermi utile.»

    Cass annuì. «Lascia fare a me, troverò una soluzione. Per il momento devi asciugarti e indossare vestiti asciutti.»

    «Sì.» sembrava che ora il tremito delle membra di Jack si fosse comunicato alla voce. «Avrei bisogno di una doccia.»

    «La farai presto. Al vicariato troverai tutti i servizi.»

    «Stanotte alloggeremo là?» domandò Jack, guardando il campanile che svettava nel cielo come un faro sulla sommità della collina. «Temo di sì. Intorno al villaggio l'acqua è molto profonda. A causa dell'alluvione le strade sono impraticabili.»

    L'acqua lo avrebbe sicuramente trattenuto in paese per le successive ventiquattro ore come minimo, forse di più. Era evidente che Jack non voleva fermarsi ma non aveva scelta.

    «Non tenterò di attraversare il

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