Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Romantica sfida: Harmony Collezione
Romantica sfida: Harmony Collezione
Romantica sfida: Harmony Collezione
E-book143 pagine1 ora

Romantica sfida: Harmony Collezione

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Melissa Lee, affermata fisioterapista, ha ottenuto in una palestra di Londra un lavoro allettante per il compenso, ma pericoloso per il suo cuore. Elliot Jay, il milionario che ha richiesto i suoi servigi in esclusiva, incarna infatti l'immagine stessa della tentazione: sexy, seducente e disponibile. Ma è davvero così? Dopo aver ceduto alla passione che scoppia tra loro fin dal primo sguardo, dal passato di Elliot ritorna una vecchia fiamma decisa a riconquistarlo. Melissa si trova costretta a combattere non solo contro una temibile rivale, ma anche con la gelosia che le trafigge il cuore.

LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2013
ISBN9788858912669
Romantica sfida: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

Leggi altro di Cathy Williams

Autori correlati

Correlato a Romantica sfida

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Romantica sfida

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Romantica sfida - Cathy Williams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    In the Banker’s Bed

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Cathy Williams

    Traduzione di Gloria Fraternale Garavalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-266-9

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Elliot guardò fuori dalla finestra accigliandosi. La stanza aveva una vista particolarmente gradevole su una delle poche aree verdi di Londra. In quella giornata di sole ci si poteva quasi illudere d’essere in una località sul Mediterraneo, invece che in una palestra nel centro di Londra.

    Guardò l’orologio spazientito e si girò verso la porta.

    Aspettare era qualcosa che Elliot Jay detestava. Chi veniva convocato da lui doveva presentarsi immediatamente, senza farlo aspettare... Ormai erano venti minuti, se il suo orologio era giusto.

    Sentendosi sempre più frustrato, si lasciò andare su una delle sedie. Se almeno si fosse portato il computer portatile avrebbe potuto lavorare un po’. Non gli piaceva trovarsi in quella situazione, ma non aveva scelta.

    Elliot cercò di non pensarci e si guardò intorno. La stanza era piuttosto impersonale, e quello era stato proprio uno dei motivi che l’avevano spinto a scegliere quella palestra, quando diciotto mesi prima aveva aperto, oltre al fatto ovviamente che si trovava a un tiro di schioppo dal suo lussuoso appartamento di Kensington. Elliot vi si recava un paio di volte alla settimana per dedicarsi allo squash e al nuoto nell’immensa piscina che, intorno alle otto di sera, era praticamente deserta.

    Come in qualsiasi altro aspetto della sua vita, Elliot si dedicava agli esercizi con la massima concentrazione. Questa sua caratteristica lo aveva portato a essere il più giovane dirigente di un’importante società finanziaria, e all’età di trentadue anni poteva permettersi di investire denaro a suo piacimento. Il carico intenso di lavoro, che altri avrebbero trovato estenuante, per Elliot era corroborante. Le sue giornate, programmate con precisione militare, erano cariche di adrenalina. Il suo nome era sinonimo di successo nell’intero mondo della finanza.

    Ma Elliot non lavorava per i soldi. Lavorava per passione. Persino le sue ore di relax avevano uno scopo.

    Anche in quel momento era lì per svolgere un compito, e perdere tempo non era una cosa che trovava rilassante. Ma doveva trattenere il proprio fastidio e ricordarsi che in questo caso era lui nella spiacevole condizione di dover chiedere un favore.

    Il che non significava che gli piacesse.

    Melissa Lee gli era stata personalmente raccomandata dalla direttrice della palestra, una scaltra donna d’affari della quale sapeva di potersi fidare. Ovviamente aveva tralasciato i dettagli, limitandosi a chiederle di trovargli qualcuno che potesse seguire una persona leggermente sovrappeso e fuori allenamento. A quanto pareva, questa Melissa Lee faceva al caso suo. Aveva ventiquattro anni, era nutrizionista e fisioterapista, ed era nuova in palestra, il che significava che non aveva ancora clienti fissi che avevano bisogno di lei con una certa regolarità.

    Per quanto fosse ansioso di assumerla, al suo ingresso non poté fare a meno di guardare con fastidio l’orologio. «La sto aspettando da quaranta minuti, signorina Lee!»

    Melissa fissò l’uomo seduto sulla sedia e si fermò.

    «Uno dei nostri clienti vorrebbe vederti per un lavoro personale» le aveva detto Samantha, interrompendo la seduta che Melissa aveva appena iniziato. «Subito, se ci riesci...»

    Samantha non aveva specificato la natura del lavoro, né il nome del cliente in questione, così lei aveva deciso di ignorare la richiesta di presentarsi immediatamente.

    Vedendo il tipo di uomo che, ora, era davanti ai suoi occhi, Melissa sentì le guance divampare.

    Lavorando in una palestra, vedeva abitualmente uomini muscolosi. Tutte le mattine, quando si allenava agli attrezzi prima di cominciare la sua giornata, loro erano lì a sviluppare i muscoli. Melissa li osservava, conscia di non ricevere alcuna attenzione, dato che la maggior parte dei presenti aveva occhi solo per la propria immagine riflessa negli specchi a tutta parete.

    L’uomo seduto davanti a lei in quel momento, però, non lo aveva mai visto, altrimenti se ne sarebbe di certo ricordata. Aveva un volto degno di nota: capelli nero corvino, occhi blu e un viso perfetto. Era incredibilmente attraente, e si capiva subito che era il tipo d’uomo che faceva cadere le donne ai propri piedi.

    L’espressione che assunse appena lei entrò nella stanza, però, non incoraggiò quel tipo di reazione in Melissa, che, anzi, perse il sorriso, sentendosi come una studentessa convocata dal preside per essersi comportata male.

    Melissa trasse un profondo respiro e si avvicinò con la mano tesa. L’uomo gliela strinse senza preoccuparsi di alzarsi e la invitò a sedersi come se fosse stato il padrone.

    «Suppongo che lei sia la signorina Lee» commentò, squadrandola da capo a piedi.

    «Esatto» replicò lei, turbata da quel severo scrutinio. «Mi dispiace di averla fatta attendere, ma ero nel mezzo di una seduta quando Samantha mi ha informato.»

    L’uomo non ricambiò le sue scuse con un sorriso, continuando invece a fissarla come se volesse imprimere la sua immagine nella memoria. Era irritante... Chissà se lui se ne rendeva conto.

    «Mi ha detto che voleva vedermi per un lavoro» riprese, dopo un attimo di pausa. Di qualunque cosa si fosse trattato, decise che non l’avrebbe accettato. Quell’uomo la intimidiva, e non sembrava nemmeno avesse bisogno di un allenamento extra.

    «Esatto. Ovviamente, però, se dovesse accettare questo incarico, qualsiasi ritardo sarà fuori questione.»

    «Mi sembra di essermi già scusata» ribadì Melissa in tono vagamente irritato. «Si aspettava forse che annullassi l’appuntamento con la signora Evans senza preavviso solo perché dovevo incontrare lei? Ha bisogno delle sedute di fisioterapia in seguito al suo incidente d’auto, e...»

    «Basta così» la interruppe Elliot con impazienza. «Non sono qui per perdere tempo parlando di perfetti estranei. Sono qui per farle una proposta che troverà molto allettante economicamente.»

    Melissa si alzò, umiliata per essere stata messa a tacere. «Io lavoro per la Vigo, signor... signor... non so nemmeno come si chiama...»

    «Elliot Jay, ma può chiamarmi solo Elliot.»

    Lei avrebbe preferito non chiamarlo affatto. «Non penso di poter accettare un lavoro esterno. Sono sicura che ci sia una clausola a tal proposito nel mio contratto. Inoltre ho un’agenda piuttosto fitta, al momento, e gli impegni aumentano di giorno in giorno. È vero che sono qui da pochi mesi, ma...»

    «Non si deve preoccupare per il lavoro qui. Nessuno farà obiezioni, gliel’assicuro.» Cominciava a chiedersi come mai Samantha avesse tessuto le lodi di quella donna. Di certo non era come se l’era immaginata. Innanzitutto, Elliot non si aspettava che si sarebbero ritrovati a discutere dell’opportunità che lei accettasse o meno il lavoro. Non aveva idea dello stipendio che percepiva in palestra, ma sapeva che la vita a Londra era molto cara e la prospettiva di ricevere un po’ di denaro in più avrebbe dovuto allettare chiunque.

    In secondo luogo, Melissa Lee non era come se l’era immaginata, nemmeno fisicamente. Il vestito che indossava non gli consentiva di intuire il suo fisico, ma non gli sembrava comunque quello di una persona che lavorava nel mondo del fitness. Non era certamente grassa, ma non era nemmeno snella e muscolosa.

    Elliot si lasciò sfuggire un sospiro esasperato. «Suppongo voglia sapere del lavoro che avrei da offrirle...»

    «Non credo di poterla aiutare. È chiaro che lei è un habitué da queste parti, e di sicuro farebbe più al caso suo qualcuno maggiormente esperto di me in questo campo. Non so se Samantha gliel’ha detto, ma io lavoro essenzialmente come nutrizionista e fisioterapista. Tengo un paio di lezioni, ma solo con persone di una certa età. Facciamo qualche esercizio di stretching e ginnastica dolce, che lei può svolgere tranquillamente anche senza una persona che la segua.»

    «Ha finito?» le domandò cortesemente quando smise di parlare. «Affronta sempre tutte le situazioni in maniera così negativa, analizzando gli ostacoli prima ancora di fare un passo avanti? Se è così, poveri i suoi clienti! Immaginano a cosa vanno incontro? Sanno che non li farà sentire meglio, ma che, anzi, noterà ogni loro passo falso, sottolineandolo, e poi li accompagnerà al ponte più vicino perché possano buttarsi di sotto?»

    «Questo è ingiusto!» obiettò Melissa perdendo la sua abituale cortesia. Quell’uomo era odioso, freddo, insensibile, arrogante e... odioso. Non riusciva a immaginare nulla di peggio che stargli vicino. O anche solo dargli una mano. Quell’uomo avrebbe dovuto girare con un cartello di pericolo per la salute. Melissa fece per dirgli tutto ciò che pensava di lui, ma fu lui a parlare per primo.

    «Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Non sono qui per me, ma per mia figlia.»

    Melissa restò a bocca aperta. Quell’uomo aveva una figlia?

    Melissa cercò di figurarselo come padre, ma non ci riuscì.

    «Sembra stupita» commentò Elliot cortesemente. «Sono andato oltre la sua immaginazione?»

    «Sì» ammise lei con sincerità. «Lei ha una figlia? Mi scusi... è che non mi

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1