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La seduzione del petroliere
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E-book179 pagine2 ore

La seduzione del petroliere

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Info su questo ebook

I segreti del Cattleman's Club 9
Passioni impetuose e segreti inconfessabili nel club più esclusivo d'America.
Dopo aver scoperto di avere un figlio di cui non era a conoscenza, Ross Edmond, erede di una potente dinastia petrolifera, non permetterà che Charlotte Jarrett se ne vada... di nuovo. Le propone così di andare a vivere insieme per condividere l'educazione del figlio... e la camera da letto.
Ma non è così semplice per Charlotte. Ross non sa qual è stato il vero motivo che l'ha spinta, anni fa, a lasciare la città e il ruolo di chef personale della famiglia Edmond. E soprattutto non sa che hanno ancora un potente nemico che sta tramando nell'ombra...

LinguaItaliano
Data di uscita15 feb 2022
ISBN9788830538467
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    Anteprima del libro

    La seduzione del petroliere - Naima Simone

    Prologo

    Amore.

    Russell Ross Edmond Junior sorseggiò lo scotch, assaporandone il gusto affumicato con tracce di caramello, frutta e un pizzico di sale, mentre fissava dalla finestra della sala riunioni del Texas Cattleman's Club la coppia in quel momento persa in un abbraccio appassionato.

    Ezekiel Holloway e Reagan Sinclair – Reagan Holloway, ormai – qualche mese prima avevano suscitato un certo scandalo a Royal, Texas, quando erano scappati a Las Vegas per sposarsi contro la volontà delle famiglie. Soprattutto perché gli Holloway erano stati coinvolti in un'indagine criminale che riguardava peculato e traffico di droga. Il tutto però era stato chiarito, la reputazione era stata ripulita, e ora i due sposini potevano godersi il loro lieto fine.

    Ross contenne a stento uno sbuffo di scherno. Certo, i due sembravano innamorati e felici. Si stavano baciando come se Zeke fosse in procinto di salpare per un viaggio di mesi... Ross avrebbe detto che si amavano o che, perlomeno, ne erano convinti.

    Purtroppo, o per fortuna, a suo modo di vedere, Ross non era un discepolo devoto del culto di un sentimento che sembrava più che altro una scusa conveniente per quando la gente perdeva il controllo, per giustificare un comportamento idiota o semplicemente per soddisfare un desiderio impulsivo.

    In cosa credeva Ross?

    Portando per l'ennesima volta il bicchiere alla bocca, si girò a guardare l'elegante sala in cui si trovava.

    Grazie alla recente ristrutturazione del club, l'ambiente aveva meno legno scuro e pietra e più colori brillanti, finestre più grandi e soffitti più alti. Naturalmente i trofei di caccia e gli storici manufatti erano ancora appesi alle pareti, e c'erano sempre le stalle, come la piscina e i campi da tennis. Tuttavia, ora il club era dotato anche di un nido e di murales dipinti. L'atmosfera generale trasmetteva un'umanità che prima era mancata.

    Tuttavia rifletteva sempre ricchezza. Influenza. Esclusività.

    Ed erano quelli gli ideali in cui credeva Ross.

    Denaro e potere: potevano essere contati, misurati, maneggiati, manipolati, se fosse stato necessario, ed erano duraturi.

    Non l'avrebbero mai deluso.

    A differenza delle persone. A differenza dell'amore.

    «Ross, vieni qui» tuonò la voce di Russell Edmond Senior come se il figlio si trovasse all'ingresso della struttura, invece che a pochi passi di distanza. «Immusonisciti quando sei per i fatti tuoi. Qui ci sono degli affari da sbrigare.»

    Rusty. Barone del petrolio. Membro del Cattleman's Club. Magnate. Tutti appellativi con cui Russell Edmond Sr. veniva chiamato. Mentre Ross lo definiva brillante, spietato, dispotico. E, all'occasione, un bastardo manipolatore.

    Andavano tutti bene.

    Con la sua corporatura imponente e atletica che si era solo leggermente arrotondata in vita, i capelli scuri spruzzati d'argento sulle tempie e gli acuti occhi grigi, Rusty possedeva ancora un fisico potente che incuteva rispetto. Ross si avvicinò al lungo tavolo di legno di cedro, lo sguardo fisso non sul padre, bensì sulla sottile pila di documenti posati nel mezzo. Il cuore gli rimbombava contro lo sterno; agli altri, quegli ordinari fogli di carta potevano anche sembrare innocui, a lui no.

    Per lui significavano indipendenza, autonomia.

    Identità.

    Già, quell'accordo riguardava il supporto economico e di marketing fornito dalla Edmond Organization, però il progetto – il lussuoso festival artistico enogastronomico chiamato Soiree on the Bay, da organizzarsi su una piccola isola privata – era il suo bambino. O meglio, era un bambino che apparteneva a lui, a suo fratello Asher e a sua sorella Gina, e al suo migliore amico, Billy Holmes. Tuttavia, per la prima volta, Ross non era una figura di rappresentanza che portava il nome Edmond con l'inutile titolo di dirigente; non era un fantoccio incaricato di far eseguire gli ordini di Rusty; non era l'inutile figlio playboy che cavalcava l'onda del successo e della reputazione del paparino.

    Con quel progetto, quell'evento, finalmente sarebbe uscito da sotto l'ala dell'ingombrante genitore e avrebbe mostrato a tutti che non aveva solo ereditato il nome Edmond: se l'era meritato. Ross avrebbe svolto un ruolo fondamentale nell'alzare l'asticella, nel consolidare ed espandere la sfera di influenza dell'organizzazione portandola dal piano nazionale a quello internazionale. Cosa che nemmeno Rusty era riuscito a fare.

    Invece Ross ce l'avrebbe fatta.

    E, nel processo, magari si sarebbe guadagnato anche quella cosuccia che l'aveva eluso per tutti i ventotto anni che era stato figlio di Rusty: la sua approvazione.

    Di nuovo, non l'amore. Uomini come suo padre credevano a quel sentimento ancora meno di lui. Bastava chiederlo alle sue quattro ex mogli.

    O ai suoi figli.

    «Allora è questo? La versione definitiva?» Ross posò il bicchiere sul tavolo, cercando di non fissare il documento come se fosse il Sacro Graal e lui la versione texana di Indiana Jones.

    «Sì, è lui» gli confermò Billy Holmes, compagno di college e futuro socio in affari, con un sorriso da orecchio a orecchio. «L'ultimo passo prima che Soiree on the Bay passi dall'essere un sogno all'essere una realtà.»

    «Sogni» sbuffò Rusty. «I sogni sono per gli uomini che non hanno gli attributi per perseguire ciò che vogliono.»

    Ross adocchiò la sorella, Gina, al di là del tavolo, inarcando un sopracciglio nella sua direzione. Lei roteò gli occhi, ma non mascherò fino in fondo l'eterna frustrazione. Persino in un commento all'apparenza innocuo il padre riusciva a trasmettere la propria scarsa considerazione per le donne, soprattutto in fatto di affari e autonomia. Solo perché avevano avuto la sfortuna di nascere con un utero invece che con un pene.

    Anche se Gina aveva imparato quanto Ross a celare i propri sentimenti, il fratello colse l'irritazione nei suoi occhi. Il dolore.

    «Per fortuna, in questa stanza siamo tutti ben dotati di attributi» commentò Billy, lanciando un'occhiata d'intesa alla sorellina di Ross. «Tranne te, Gina. Grazie al cielo.» La sua battuta ottenne l'effetto desiderato, e le ombre negli occhi della ragazza si attenuarono, scacciate dalla gratitudine. «E una volta che tutti avremo apposto la nostra firma, nessuno potrà più mettere in discussione la portata d'azione della Edmond Organization

    Rusty grugnì e fece scivolare il documento verso di lui. Mentre lo scorreva, Billy guardò Ross e gli fece l'occhiolino. Ross abortì uno sbuffo, scuotendo la testa.

    Al college l'amico era un vero e proprio ammaliatore, e da quando era arrivato a Royal, due anni prima, non era cambiato di una virgola. Con il suo aspetto e le sue maniere impeccabili, la generosità, l'acume e il denaro, Billy aveva conquistato tutti, dai soci in affari ai membri della buona società di Royal.

    Compreso Rusty, il che era un'impresa di per se stessa.

    Il vecchio aveva addirittura garantito per lui con la dirigenza del Texas Cattleman's Club, tanto da fargli avere l'ambita tessera.

    Billy condivideva con Rusty Edmond un cameratismo e una simpatia che nemmeno i suoi figli potevano vantare.

    «È un bel progetto» commentò Rusty mentre estraeva dalla tasca interna della giacca una penna d'oro. Con un vezzo, appose la propria firma sulla riga predisposta. «Hai fatto un buon lavoro, figliolo» si complimentò con Billy.

    Sollevato il bicchiere, Ross sorseggiò il drink, per mandar giù insieme all'alcol la gelosia. Dopotutto, il padre aveva appena chiamato figliolo un altro uomo, e Ross era umano; perciò la gelosia si fece sentire ma l'emozione prevalente restava il sollievo.

    E questo la diceva lunga sulle assurde dinamiche della famiglia Edmond.

    Con una fugace occhiata a Gina e ad Asher, il fratellastro che Rusty aveva adottato dopo aver sposato sua madre – la moglie numero due – confermò di non essere l'unico a pensarlo: anche nelle loro espressioni il sollievo era piuttosto evidente. Ogni volta che Rusty teneva al guinzaglio il suo famigerato temperamento volubile era un'occasione per respirare a fondo e godersi il momento, probabilmente breve, di pace.

    Nella stanza riverberò il suono di qualcuno che bussava alla porta, e Billy fece un gesto a indicare il contratto.

    «Ecco la mia sorpresa. Ci penso io, mentre voi finite qui.»

    Ross fu il primo a muoversi, aggiungendo la propria firma sul documento, seguito in rapida successione da Gina e Asher. Ora che ebbero terminato, Billy tornò con un vassoio d'argento che sosteneva una bottiglia di champagne e cinque flûte di cristallo; nel giro di pochi secondi, il vino fu versato e tutti sollevarono i calici.

    «Un brindisi.» Billy fece una pausa, gli occhi azzurri che brillavano. «Alla Edmond Organization, che da oggi in poi lascerà la sua impronta indelebile non solo negli Stati Uniti ma nel mondo. Tutti noi abbiamo atteso questo giorno, perciò brindiamo al raggiungimento dei nostri obiettivi. E naturalmente a tutti voi, alla famiglia Edmond: che possiate ottenere ciò che vi siete guadagnati.» Sorrise. «Con l'accento sul guadagno

    Fecero tintinnare i bicchieri e sorseggiarono lo champagne, festeggiando il contratto sul quale tutti loro avevano riversato tanto tempo e tanto impegno.

    «I fornitori mi hanno già contattato, solo per aver sentito girare delle voci sul festival. Vogliono partecipare. Ho l'impressione che i biglietti andranno esauriti nel giro di un'ora, una volta messi in vendita» intervenne Asher. «Soiree on the Bay sarà un grande successo. Per tutti noi.»

    «Deve esserlo» commentò Ross. «Questo è il lancio inaugurale, il potenziale per renderlo un evento annuale esclusivo e ricercato è enorme. Perciò il primo deve filare liscio come l'olio. E poi, fornitori e investitori impegneranno il loro denaro insieme al nostro, e tutte le organizzazioni di beneficenza ci contano. Contano su di noi.»

    «Ce la faremo» sentenziò Gina, il tono deciso. «Non ne ho il minimo dubbio.»

    «Con in ballo la reputazione e i soldi della Edmond, certo che dev'essere un successo. Non avete altra scelta. Voglio che la gente parli di questo festival per mesi, prima e dopo» dichiarò Rusty.

    «Oh, lo faranno. Stai tranquillo, lo faranno» gli assicurò Billy, l'angolo della bocca sollevato in un mezzo sorriso. «Te lo prometto: sarà un evento che nessuno potrà mai dimenticare.»

    Ancora una volta, Ross si sentì prendere dall'entusiasmo. Nel giro di qualche mese, fornitori, investitori, media e visitatori sarebbero accorsi a frotte al loro festival. Sorseggiò lo champagne, assaporando il gusto con un sorriso. Si sarebbe trattato di affari, però non solo affari. Gente da tutto il mondo avrebbe visitato l'isola privata, dove sarebbe stato organizzato l'evento, il che significava orde di belle donne. Più nello specifico, donne che da lui non si sarebbero aspettate più di un uso temporaneo e concordato dei reciproci corpi per il piacere più ardente e indecente.

    Conosceva la reputazione che si era guadagnato: lo chiamavano playboy. E, sinceramente, se l'era meritata. Avventure, storie di una notte... tutto il divertimento più intenso senza il coinvolgimento emotivo capace di intrappolare un uomo, di strangolarlo fino a impedirgli di pensare, di funzionare, anche solo di respirare.

    Si sentì stringere il petto, una morsa che si chiudeva lentamente tanto che gli sembrava di sentire le costole scricchiolare per protesta. Un viso, sbiadito e nebuloso, gli balenò in mente, come un miraggio che compaia davanti a un uomo morente qualche istante prima che il suo cuore si arrenda definitivamente. Ross serrò le dita sul bicchiere, irrigidì i muscoli del mento. Non era moribondo, tuttavia si sarebbe massacrato di botte da solo prima di permettersi di nuovo di essere debole in maniera tanto umiliante. Di permettersi di credere che il sesso fosse più di ciò che era: due persone che soddisfano un prurito prima di riprendere la propria strada. Non aveva niente a che fare con i sentimenti... con l'amore.

    Per la miseria, perché diavolo continuava a tornargli in testa quella parola, quel giorno?

    Si impose di riprendersi, di abbandonare quei pensieri e bandire ancora una volta quel dannato viso dalla mente. Concentrazione. Aveva bisogno di concentrarsi.

    Lui e i fratelli erano sul punto di raggiungere gli obiettivi che si erano posti come individui e come soci: ottenere quel successo di cui avevano appena parlato.

    E niente si sarebbe messo sulla loro strada.

    1

    «Charlotte, posso rubarti un minuto?»

    Charlotte Jarrett alzò gli occhi dal piatto che stava studiando, per accertarsi che fosse tutto perfetto prima che fosse portato in sala, sul tavolo di un cliente. Quella era la sua cucina, la sua bambina. E le sue ricette erano la sua anima. Se il cibo non era impeccabile, lo rispediva indietro perché fosse rifatto. Da quelle porte non usciva niente di meno della perfezione.

    «Certo» rispose a Faith Grisham, la manager dello Sheen, il ristorante dove Charlotte era stata assunta come chef due settimane prima. «Dammi solo un paio di minuti per finire questi in modo che possano essere serviti.»

    Faith era una bella donna pragmatica che avrebbe potuto tranquillamente passare per la sorella minore dell'attrice Zoe Saldana. «Okay!» esclamò schioccando le dita; la regola numero uno, in quella cucina, era molto semplice: il cibo è la cosa più importante, perché il cliente è la cosa più importante. E, anche se lo Sheen stava godendo di una fase di popolarità e successo, nessuno poteva permettersi di riposare sugli allori; una recensione negativa, un commento sfavorevole e lo status di locale preferito di Royal poteva svanire in un batter d'occhio. Nessuno voleva correre un simile rischio.

    Men che meno Charlotte.

    Non

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