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Lo svezzamento facile
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E-book351 pagine2 ore

Lo svezzamento facile

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A tavola tutti insieme con un’alimentazione varia, sana e corretta

Chiunque abbia dei figli sa che mettersi a tavola può rivelarsi problematico: a volte i fornelli non bastano per soddisfare le necessità di tutti! Ma è davvero necessario proporre ai più piccoli pietanze diverse da quelle degli adulti? Gli studi più recenti dimostrano che i bambini si avvicinano alla tavola con un maggiore interesse se il cibo viene condiviso insieme al resto della famiglia: la curiosità per i sapori, i colori, i profumi e le consistenze nel piatto aiuta lo sviluppo e getta le basi per un corretto rapporto con il cibo, importante in tutte le fasi della crescita. Ma anche gli adulti possono trarre evidenti benefici da un’alimentazione condivisa: portando in tavola piatti più sani ed equilibrati si contribuisce al benessere di tutti, grandi e piccoli. Sara Affrunti, biologa nutrizionista, e Mara Piccirillo, mamma food blogger, hanno messo a punto dei menu divisi per stagioni, accompagnati da una ricca parte teorica, per cucinare piatti gustosi e originali da offrire in sicurezza anche ai bambini in svezzamento. Il pasto si trasformerà così in un’esperienza positiva, da vivere insieme divertendosi.

Requisiti per iniziare lo svezzamento
Mio figlio mangia abbastanza?
Svezzamento in sicurezza
Piramide alimentare
Quattro menù stagionali
Colazioni dolci e salate

«Basta pappine, finalmente si mangia!»

«Queste polpettine morbidissime adatte dai sei mesi in su sono una bontà per piccini e adulti.»

«Grazie! Mia figlia ha finalmente iniziato a mangiare davvero!»
Sara Affrunti
Mamma e biologa nutrizionista, ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l’università degli Studi di Palermo e ha proseguito il percorso di studi a Perugia specializzandosi in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana. Adatta con passione l’alimentazione dei suoi pazienti alle esigenze fisiologiche e cliniche di ciascuno. Il suo profilo Instagram è @nutrizionista_saraaffrunti, dove si occupa di svezzamento, selettività alimentare e cura dell’alimentazione per tutta la famiglia.
Mara Piccirillo
È mamma, food blogger e social influencer. Ha conseguito la laurea in Scienze del Turismo presso l’università Federico II ed è una Business Travel Operator. Dedica tempo e amore alla cucina e da quando ha iniziato lo svezzamento del suo bambino, condivide nuove ricette ogni giorno con migliaia di follower. Il suo profilo Instagram è @una_mamma_aifornelli. Il suo scopo è quello di aiutare i genitori dando suggerimenti per un’alimentazione sana, varia ed equilibrata proponendo tantissime ricette pensate sia per i bambini che si stanno approcciando da poco ai primi pasti che per tutta la famiglia, prestando sempre attenzione alla scelta degli ingredienti.
LinguaItaliano
Data di uscita24 feb 2023
ISBN9788822771964
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    Anteprima del libro

    Lo svezzamento facile - Sara Affrunti

    Alimentazione complementare

    Che cos’è lo svezzamento o divezzamento o alimentazione complementare?

    Lo svezzamento è il passaggio da un’alimentazione basata solo sul latte, materno o in formula, a un’alimentazione semi-solida e/o solida: progressivamente vengono introdotti gli alimenti complementari, ovvero alimenti diversi dal latte, frullati, tritati o tagliati in forme sicure in base alle abilità acquisite dal bambino.

    Quando inizia e quando finisce lo svezzamento?

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno esclusivo fino ai sei mesi di vita del bambino. Dal sesto mese di vita compiuto, al netto delle variabili che possono esserci tra un bambino e l’altro, il latte, da solo, non è più sufficiente a soddisfare i fabbisogni di crescita, e vengono quindi introdotti gli alimenti complementari, vale a dire tutti gli alimenti diversi dal latte, materno o in formula¹.

    Gli alimenti complementari non sostituiscono il latte materno (o in formula), che resta l’alimento principale fino ai dodici mesi di vita del bambino e a richiesta fino ad almeno i due anni.

    Lo svezzamento interessa un periodo che va dai sei mesi di vita del bambino fino ai due anni circa, tenendo in considerazione la variabilità tra un bambino e l’altro.

    Variabilità biologica tra i lattanti

    I sei mesi di vita sono genericamente considerati il momento a partire dal quale i bambini nati a termine, normopeso e in un buono stato di salute possono essere avviati allo svezzamento; tuttavia il Ministero della Salute afferma che il timing dello svezzamento deve tenere conto delle variabili individuali.

    Pertanto, lo svezzamento non va né forzato ai sei mesi di vita, né scoraggiato qualora il bambino risultasse pronto poco prima di questa età. Infatti alcuni bambini sono pronti a cinque mesi e mezzo, rispettano dei requisiti indispensabili di cui parlerò a breve e manifestano estremo interesse verso gli alimenti. In questo caso lo svezzamento può essere avviato.

    Svezzamento e bambini prematuri

    In merito alla variabilità è importante fare cenno ai bambini nati prematuri, per i quali, a maggior ragione, lo svezzamento va gestito senza fretta e senza forzature. È indispensabile che anche un bambino prematuro rispetti dei requisiti, che indicherò a breve, prima dell’introduzione di alimenti diversi dal latte.

    Si tratta di abilità e competenze che potrebbero essere acquisite qualche settimana dopo rispetto a un bambino nato a termine, per questo è importante calcolare l’età corretta del lattante.

    Che tipo di svezzamento scegliere?

    Generalmente vengono presentati due possibili approcci, quello dello svezzamento tradizionale e quello dell’autosvezzamento. Come genitori ne avrete sentito parlare e avrete capito che si tratta spesso di due vere e proprie scuole di pensiero. Vediamoli nel dettaglio.

    Lo svezzamento tradizionale si basa sulla somministrazione di pappe. La pappa è un piatto unico che unisce una fonte di carboidrati, una fonte di proteine, una di grassi buoni e una di fibra. Occorrono del brodo vegetale (inizialmente preparato con patate, carote e zucchine), farine di cereali, un omogeneizzato con fonte proteica e un omogeneizzato di verdure. L’introduzione degli alimenti è scandita secondo tempi ben stabiliti. Solitamente intorno al quarto mese si inizia dalla frutta (mela, pera), per poi passare a creme senza glutine (farina di riso, farina di mais e tapioca), arricchite con omogeneizzato di carne. Dopo i sei mesi compiuti è possibile introdurre il glutine sotto forma di semolino. Gli alimenti allergizzanti sono introdotti solo dopo l’anno di vita (cronoinserimenti). Ad esempio, il tuorlo dell’uovo viene inserito ai dieci-dodici mesi circa, mentre l’albume dell’uovo tra i dodici e i ventiquattro mesi, come anche i crostacei.

    Per ogni alimento è suggerita una specifica quantità da offrire a seconda dell’età. Il bambino non condivide il pasto con il resto della famiglia e non ha la possibilità di sperimentare gli alimenti con le mani. Spesso lo svezzamento tradizionale a pappe si protrae oltre l’anno di vita.

    L’autosvezzamento è stato divulgato in Italia dal dottor Lucio Piermarini, pediatra. Al bambino sin dai sei mesi di vita viene offerto lo stesso cibo della famiglia, in una consistenza e in una forma sicure, via via che le sue competenze di presa, masticazione e deglutizione cambiano e si affinano. L’autosvezzamento non contempla i cronoinserimenti e anche gli alimenti allergizzanti possono essere inseriti a partire dai sei mesi. Questo approccio non prevede indicazioni precise sulle quantità degli alimenti, perché si basa sulla naturale autoregolazione (fame/sazietà) del bambino. Ai genitori il compito di bilanciare i piatti inserendo a ogni pasto una fonte di tutti e quattro i macronutrienti. Il bambino ha la possibilità di manipolare il cibo con le mani e condivide il pasto con il resto della famiglia.

    Lo svezzamento non deve per forza inserirsi in una delle due categorie. Potete seguire uno svezzamento misto, in parte tradizionale e in parte no, iniziando da alimenti frullati o passati per poi gradualmente introdurre alimenti semi-solidi e solidi. La stessa oms raccomanda di aumentare gradualmente la consistenza e la varietà degli alimenti e aggiunge che a partire dai sei mesi i neonati possono mangiare cibi frullati, purè e cibi semi-solidi, ma precisa anche che entro gli otto mesi la maggior parte dei bambini può mangiare alimenti tagliati a listarelle (finger food). Uno svezzamento a pappe frullate non per forza deve contemplare l’utilizzo dei baby food. Ricorrere ai baby food, come creme di cereali e omogeneizzati, può essere un utile escamotage per garantire una alimentazione sana ai piccoli quando la famiglia non vuole modificare le proprie abitudini tendenzialmente scorrette; ma i bambini cresceranno e decideranno di mangiare come voi, perché – questo non va mai dimenticato – voi siete l’esempio. Ascoltate e osservate i vostri bambini, date loro fiducia e approcciate serenamente alla loro e alla vostra alimentazione. Qualora decideste di iniziare con uno svezzamento a pappe frullate, date comunque la possibilità ai vostri figli di manipolare il cibo, di sedere a tavola con voi, di far nascere in loro il desiderio di imitarvi.

    Ricordate che affinché possiate cominciare a introdurre con serenità e in sicurezza alimenti complementari nella dieta dei vostri figli, è necessario che i bambini soddisfino una serie di requisiti, di cui vi parlerò nelle prossime pagine.

    ____________________________________________

    ¹ Nota del Ministero della Salute Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia disponibile al link:

    https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2520_allegato.pdf

    Potete trovare informazioni sulle raccomandazioni oms relative allo svezzamento al link https://www.who.int/health-topics/complementary-feeding#tab=tab_1.

    Requisiti per avviare

    lo svezzamento

    I segnali che aiutano a stabilire se un bambino è pronto allo svezzamento sono quattro e compaiono tra i cinque e i sette mesi di età:

    Perdita del riflesso di estrusione della lingua, che contrasta masticazione e deglutizione. Tale riflesso, innato, fa sì che il bambino spinga fuori con la lingua il cucchiaino e la pappa che contiene. Invece è importante che il bambino acquisisca la capacità di accogliere il cucchiaino con la bocca aperta e con la lingua bassa e di prendere la pappa con le labbra chiuse attorno al cucchiaino stesso.

    Essere in grado di tenere la testa in posizione eretta e avere un minimo di controllo del tronco, indispensabile per il corretto passaggio del bolo alimentare alla faringe, e quindi per una corretta deglutizione. Un bambino che non soddisfa tale requisito, rischia il soffocamento con l’introduzione di cibi solidi.

    Mostrare interesse verso il cibo, il bambino manifesta entusiasmo davanti al cibo che vede nei piatti e vuole toccarlo. Senza questo requisito lo svezzamento risulterà una forzatura.

    Avere sei mesi di vita, questa è l’età in cui il bambino acquisisce nuove abilità, perde quei riflessi involontari dell’allattamento che ostacolano l’introduzione e la gestione del cibo in bocca, manifesta una maggiore voglia di esplorare e un maggiore interesse verso il cibo, afferra gli alimenti con il palmo della mano e li porta alla bocca.

    Se cade di lato come nell’immagine non è pronto.

    Mamme e papà, se il vostro bambino non rispetta questi quattro requisiti elencati, aspettate ancora un po’, con serenità, e ricordate che ogni bambino ha i suoi tempi e vanno rispettati e non paragonati a quelli degli altri bambini.

    Perché evitare uno svezzamento precoce

    In passato lo svezzamento veniva anticipato intorno ai due-tre mesi di vita, tanto che l’allattamento al seno assunse una connotazione di vizio; da qui svezzare ovvero togliere il vezzo, una cattiva abitudine, che indicava l’abbandono definitivo del latte materno a favore di alimenti speciali facili da deglutire e altamente digeribili, preparati ad hoc per un piccolo lattante incapace di deglutire consistenze diverse da quella liquida e con un intestino ancora immaturo.

    La maturità della mucosa intestinale di un bambino nato a termine si raggiunge intorno ai 5-6 mesi di vita, ragion per cui anche un bambino di quattro mesi è immaturo per essere avviato allo svezzamento (intestino eccessivamente permeabile), e lo è anche dal punto di vista immunitario e neuromotorio.

    A quattro mesi persistono ancora i movimenti involontari per la suzione del latte materno, quali il riflesso di estrusione della lingua, il riflesso dei punti cardinali (quello per cui un neonato, se stimolato intorno agli angoli della bocca si gira in direzione dello stimolo con la bocca aperta) e il movimento antero-posteriore della lingua. Tali movimenti contrastano con la masticazione volontaria del cibo. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, possiamo provare a fare due semplici esperimenti.

    Visto? Riflessi e movimenti interni alla bocca completamente diversi e complessi, che richiedono una coordinazione particolare.

    Cosa comporta lo svezzamento precoce con la sola frutta

    Spesso ancora oggi i bambini vengono svezzati a quattro mesi e con la sola frutta. Prima dei sei mesi (circa) di età, il neonato non è in grado di assorbire e digerire correttamente alimenti diversi dal latte. Tuttavia, non dobbiamo sottovalutare altre conseguenze legate allo svezzamento precoce: con l’introduzione della frutta, il bambino percepisce la sensazione di sazietà e riduce la quantità di latte della poppata. Ma la frutta non assicura lo stesso nutrimento del latte, materno o in formula, quindi si rischia di fornire ai bambini calorie e macronutrienti inferiori rispetto alla richiesta fisiologica relativa all’età. Inoltre i lattanti conoscono un solo sapore, quello dolciastro del latte, materno o in formula; se a questo alimento associano per settimane la sola frutta, questo non farà che rafforzare la sensazione di dolce che arriva al cervello e al palato. Potrebbe così risultare difficile abituarsi a nuovi sapori, quali l’amaro di alcune verdure e il salato.

    Come iniziare lo svezzamento

    Il Ministero della Salute non esplicita qual è o quali sono i primissimi alimenti da introdurre, non ci sono schemi rigidi da seguire. A sei mesi di vita l’intestino ha raggiunto la maturità della sua mucosa e il bambino acquisisce via via nuove abilità, quali afferrare il cibo con le mani, portarlo alla bocca, masticarlo e deglutirlo. Sarebbe dunque possibile iniziare da alimenti solidi di consistenza morbida e opportunamente tagliati per risultare sicuri e non provocare soffocamento (ne parleremo nel prossimo capitolo). È anche corretto iniziare con uno svezzamento a pappe frullate o a puree, purché agli otto mesi circa vengano introdotti alimenti solidi morbidi e sicuri, in modo che il bambino alleni masticazione e deglutizione. In caso di svezzamento a pappe frullate è importante permettere ai bambini di fare esperienza visiva e tattile dei cibi in sicurezza, infatti nella prima fase dello svezzamento l’esplorazione è un aspetto fondamentale: con la loro vista e le loro manine i bambini inviano tante informazioni al cervello.

    A proposito di nuove abilità acquisite, ora che il bambino ha imparato ad afferrare gli oggetti e portarli alla bocca, qualsiasi sia il tipo di svezzamento che avete scelto, è raccomandabile seguire un valido corso di disostruzione pediatrica.

    Svezzamento in sicurezza

    Quando parliamo di svezzamento, il tema della sicurezza è importantissimo. E poiché spesso la paura nasce dalla disinformazione, è nostro compito offrire invece una panoramica quanto più completa e corretta su questo argomento.

    Che cos’è il soffocamento

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