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Vendetta tra le lenzuola
Vendetta tra le lenzuola
Vendetta tra le lenzuola
E-book155 pagine2 ore

Vendetta tra le lenzuola

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Info su questo ebook

Lei la prima volta lo ha respinto.
Angelo Falcone, bello, ricco e affermato imprenditore, ottiene sempre ciò che vuole. Ma quando propone alla splendida modella di successo Francesca Hayley di far diventare stabile la loro avventura lei lo lascia di stucco scappando, per paura che lui possa scoprire il suo passato ingombrante.
Ora lui ha la possibilità di fargliela pagare.
Tre anni dopo, la ferita brucia ancora, ma Francesca è finalmente in suo potere... e nel suo letto. E, questa volta, Angelo non se la lascerà di certo sfuggire.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2020
ISBN9788830515703
Vendetta tra le lenzuola
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Vendetta tra le lenzuola - Cathy Williams

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian’s Pregnant Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2005 Cathy Williams

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-570-3

    1

    Angelo Falcone era sdraiato sul grande letto. Le lenzuola erano scivolate a terra insieme al prezioso copriletto di damasco. La luna piena illuminava la stanza.

    Aveva proprietà a New York e Parigi, eppure quell’appartamento a Venezia era il suo favorito. Quella decadente opulenza lo rilassava. E, naturalmente, era lì che di solito incontrava Francesca Hayley.

    In quel momento, Francesca stava cercando di identificare qualcosa da mettersi addosso nella matassa di lenzuola e vestiti che avevano gettato sul pavimento nella fretta di toccarsi e accarezzarsi.

    «Lo fai ogni volta» mormorò lui sorridendole.

    «Faccio cosa?» Lei gli lanciò un’occhiata e il suo corpo si scaldò sotto lo sguardo appassionato di Angelo. Lo aveva incontrato tredici mesi prima e si era detta che era il classico playboy italiano da cui stare alla larga. Aveva continuato a resistergli, ma alla fine, dopo poche settimane, il suo fascino e la sua perseveranza erano riusciti a penetrare le sue difese.

    «Insisti a rivestirti non appena esci dal mio letto. Mi piace vederti nuda. Perché coprire una simile perfezione?»

    «Detesto quando parli così, Angelo. Non sono perfetta. Nessuno lo è. La perfezione non esiste.» Francesca lo fissò e si disse che, invece, la perfezione esisteva; almeno quella fisica. Angelo Falcone ne era il degno rappresentante: un metro e ottantotto di pura virilità. Ma oltre a una bellezza fisica, quell’uomo era dotato di un’intelligenza fuori dal comune. Un mix pericoloso anche se irresistibile. Lei se lo ripeteva spesso, in modo da non porsi delle aspettative irragionevoli.

    «Mi permetto di dissentire» ribatté lui incrociando le mani dietro la testa senza smettere di guardarla. Francesca era il sogno di ogni uomo. Era una modella, senza però che il suo corpo avesse le spigolosità di un insetto rinsecchito. Inoltre era dotata di cervello, il che lo rendeva perplesso sulla sua scelta di far parte di un mondo così superficiale come quello della moda.

    «Non riesco a trovare i miei vestiti» borbottò lei rovistando nel mucchio di lenzuola e abiti sparso sul pavimento. «Vado a prendere qualcosa da mangiare. Hai qualche preferenza?»

    «Torna a letto» la invitò Angelo. «Sei assolutamente in grado di soddisfare il mio appetito senza alcun bisogno di metterti ai fornelli.»

    Francesca sorrise e se ne andò in cucina, ma lui la raggiunse bloccandola da dietro e affondò il viso nei suoi capelli desiderandola più di quanto avesse mai desiderato una donna in vita sua.

    All’inizio, aveva pensato che le loro frequenti separazioni dovute al suo lavoro e alle sfilate di lei fossero un bene. Era convinto che le relazioni dopo poco tempo tendessero a diventare stantie. Il desiderio e la passione lasciavano presto il posto alla noia e alla prevedibilità, e non c’era niente di peggio della prevedibilità per decretare la morte di un rapporto.

    Ma con Francesca non era così. Gli mancava moltissimo quando non c’era e tante volte, durante le riunioni di lavoro, la sua mente si soffermava a pensare a quando l’avrebbe rivista di nuovo.

    «Dobbiamo parlare» le sussurrò circondandola con le braccia. «Mi fermerò qui soltanto tre notti, poi dovrò andare a New York e Londra.»

    Francesca sentì un familiare tremito di disappunto.

    «Quali sono i tuoi programmi? C’è la possibilità che i nostri impegni coincidano così da poter trascorrere un po’ di tempo insieme negli Stati Uniti?» Angelo si augurò di non avere usato un tono di voce supplichevole; non faceva parte del suo stile. E neppure chiedere a qualcuno di accompagnarlo in uno dei suoi viaggi di lavoro. Tuttavia, non voleva stare un’intera settimana senza di lei.

    «No» rispose Francesca aprendo il frigorifero per cercare qualcosa di rapido da preparare. Era arrivata all’appartamento alcune ore prima di lui per cui aveva fatto un po’ di spesa. Prese del formaggio e dei pomodori.

    «Come non detto.»

    «Non che non mi piacerebbe...» mormorò lei iniziando ad affettare del pane.

    «I tuoi impegni di lavoro sono ancora più febbrili dei miei» replicò Angelo. «Comunque, vorrei che mi guardassi mentre ti parlo.»

    «Non posso guardare te e tagliare il pane allo stesso tempo.» Francesca appoggiò il coltello e si voltò. «Vorrei venire con te e vedere New York, ma tu sarai di certo sempre impegnato con il tuo lavoro per cui non avremmo molto tempo per noi. E poi hai ragione: la mia vita è troppo frenetica.» Francesca si strinse nelle spalle e sorrise mesta. «Del resto ho ventiquattro anni, e se non riesco a reggere questo ritmo adesso quando lo farò? Senza contare che devo lavorare per mantenermi.»

    «Davvero? Il tuo stile di vita non è per niente stravagante» le mormorò Angelo prendendole il volto tra le mani e chinandosi a darle uno dei suoi baci incredibilmente seducenti. Quando si staccò, il disappunto che aveva provato quando lei aveva rifiutato di accompagnarlo in America venne sostituito dalla soddisfazione di sapere che quella donna era assolutamente sua. «So che hai un appartamento a Parigi che però hai affittato. Quindi, dove va a finire la tua fortuna?»

    «Definirla una fortuna mi pare esagerato.» Quella conversazione si stava dirigendo verso acque pericolose e Francesca si sciolse dal suo abbraccio.

    «Pensavo che le modelle guadagnassero grandi somme di denaro per i loro sforzi...»

    Lei rise.

    Aveva una risata contagiosa. Era una delle prime cose che Angelo aveva notato di Francesca. E quando rideva aveva l’abitudine di chinare leggermente la testa indietro così che i suoi lunghi capelli arrivavano a sfiorarle la vita.

    «Mi stai dicendo che sto sbagliando?»

    «Ti sto dicendo che sei un dinosauro quando parli in questa maniera.»

    «Ho trentaquattro anni, un’età sensibile. Un uomo potrebbe offendersi nel sentirsi descrivere in questo modo.» Angelo le baciò la base del collo, quindi scese lungo la spalla mentre, con una mano, le imprigionava un seno.

    Lei percepì la forza del suo desiderio, gemette, e quando Angelo le prese le mani e iniziò a leccarle le dita che sapevano di formaggio e pomodori i suoi gemiti si fecero più intensi.

    Non era giusto! Come riusciva quell’uomo ad annullarla così?

    «Sai di buono» le sussurrò lui. «Naturalmente ci sono molti altri posti altrettanto appetitosi, e il mio languore, in questo momento, va ben al di là di un pezzo di pane con pomodoro e formaggio.»

    «Angelo!»

    Lui le appoggiò una mano sul ventre piatto e la fece scivolare più in basso scostandole le cosce per raggiungere il centro della sua femminilità. Poi le diede un bacio che sembrò durare un’eternità.

    Angelo non si era aspettato di continuare a eccitarsi così dopo tutti quei mesi. Bastava che i loro corpi si sfiorassero per accendere la fiamma divoratrice della passione.

    Anche Francesca ne era consapevole eppure, malgrado fosse passato più di un anno, tutto quello che sapeva di lui era che apparteneva all’alta borghesia e che era un importante uomo d’affari.

    Inoltre era un incallito rubacuori e non aveva impiegato molto a conquistare irrimediabilmente il suo. Ciononostante, mai avrebbe sperato che potessero essere ancora amanti dopo un anno.

    Gli circondò il collo con le braccia e gli restituì il bacio con tenerezza.

    «Ti ho mai detto quanto sei sexy?»

    «Un’infinità di volte» gli sussurrò lei.

    Angelo la spinse verso il piccolo tavolo della cucina e Francesca si sdraiò sopra sorridendo in vista dell’imminente piacere.

    Lui si chinò sopra di lei e iniziò a stuzzicarle i capezzoli con la lingua. Avevano già fatto l’amore due volte quella sera, tuttavia Francesca lo desiderava ancora con la stessa intensità di quando lui l’aveva raggiunta in quella casa stringendola tra le braccia.

    Per lei era incredibile pensare che a nessun uomo, prima di lui, aveva permesso una simile intimità.

    Angelo la penetrò e Francesca gridò di gioia nel momento in cui entrambi raggiunsero l’apice del piacere che a loro sembrò durare un’eternità.

    «Meglio di un sandwich?» la prese in giro lui aiutandola a rialzarsi.

    «Direi di sì. Sicuramente molto meglio dei miei.»

    Angelo la prendeva spesso in giro, sostenendo che le sue doti culinarie erano senza speranza e che avrebbe fatto bene a imparare come si cucinava la pasta. Lei rispondeva che un ristorante l’avrebbe comunque preparata meglio per cui non era il caso di darsi tanto da fare.

    Un giorno, promise solennemente a se stessa, sarebbe diventata un vero cordon bleu e Angelo non avrebbe più potuto prenderla in giro.

    «Hai ancora fame, non è vero?»

    «Sì. Ti dispiacerebbe preparami un panino?» gli chiese Francesca.

    «Cosa mi dai in cambio?»

    «Cosa ti piacerebbe?»

    Te, a New York con me. Te, con me... ovunque.

    «Mangiamo qualcosa, poi potremo fare un bagno insieme...»

    Come tutto ciò che riguardava la sua vita, anche quando Angelo si dava da fare in cucina lo faceva con stile. Probabilmente dipendeva dal fatto di avere un padre italiano. Glielo spiegò mentre affettava della mozzarella e la disponeva sul pane insieme a un po’ di pomodoro fresco e olive prima di mettere il tutto in forno. Un padre italiano, una madre irlandese e un’infanzia dorata a Chicago.

    «Posso capire le tue origini italiane» lo prese in giro Francesca divertita guardandolo aggirarsi nudo per la cucina. «Ma non vedo niente in te di irlandese.» Angelo era molto parco nel raccontare del suo passato e Francesca voleva sapere di più.

    «Mi avresti preferito con i capelli rossi e le lentiggini?» replicò lui porgendole un piatto e sedendosi accanto a lei sullo sgabello.

    «Perché no?» Francesca osservò i suoi capelli neri corvini, gi occhi scuri e i tratti squadrati del volto che ricordavano i suoi antenati italiani. I suoi genitori avevano desiderato una famiglia numerosa, però avevano avuto soltanto un figlio e adesso erano in febbrile attesa di nipotini. Angelo glielo aveva rivelato tanto tempo prima, quando gli aveva chiesto perché era ancora scapolo. Lui le aveva risposto che, quando avesse deciso di sistemarsi, sarebbe stato per sempre dal momento che non credeva nel divorzio.

    «Vuoi per caso farmi intendere che mi avresti trovato irresistibile?»

    «Non lo so» rispose Francesca con onestà. «E comunque tu incuti troppo timore.»

    «Hai paura di me?»

    «No, però capisco che altre persone potrebbero essere intimorite da te.»

    «Perché?» volle sapere Angelo rubandole un pezzo di panino.

    «Non dirmi che non ti capita mai di intimidire la gente! Durante le tue importanti riunioni d’affari per esempio. O magari quando qualcuno cerca di metterti i bastoni tra le ruote.»

    «Preferirei definirla persuasione» la corresse Angelo con un sorriso. Era incredibile la libertà che quella donna si prendeva con lui. Fin dall’inizio della loro storia le aveva permesso di invadere la sua privacy senza che la cosa lo infastidisse.

    «Davvero?» commentò lei terminando il suo sandwich. «Sarà tutta colpa tua se

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