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La trappola del milionario (eLit): eLit
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E-book179 pagine2 ore

La trappola del milionario (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il clan degli O'Shea 1
Braden O'Shea è diventato capofamiglia dopo la morte del padre, Patrick O'Shea, e oltre ad avere la responsabilità di portare avanti i suoi affari milionari dovrà anche esaudirne il desiderio di recuperare alcuni cimeli storici, facendoli tornare in possesso della famiglia. Per fare questo, deve trovare il modo di entrare in contatto con Zara Perkins, sensuale organizzatrice di eventi, che potrebbe essere in possesso di qualcosa di suo interesse. Zara, all'oscuro di tutto, subisce subito il suo fascino da bad boy e Braden, a quel punto, si troverà davanti a un dilemma: tener fede alla promessa fatta al genitore, o abbandonarsi all'amore?
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2020
ISBN9788830521520
La trappola del milionario (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    La trappola del milionario (eLit) - Jules Bennett

    978-88-3052-152-0

    1

    Nell'istante stesso in cui le dita del suo ex le si richiusero attorno al braccio, Zara Perkins con uno strattone discreto ma deciso si sottrasse a quella presa. «Non intendo ballare. Sto lavorando.»

    Che Shane Chapman comparisse proprio in occasione del più importante incarico che le fosse stato affidato da parte della famiglia più prestigiosa per cui le era capitato di lavorare faceva parte della sua solita fortuna? Il fatto era che andava orgogliosa della sua professionalità e faceva sempre del suo meglio per rendere le feste dei clienti l'evento esclusivo per cui l'avevano ingaggiata. E Shane avrebbe potuto rovinare tutto.

    «Sei la solita provocatrice» la prese in giro lui, il cui alito puzzava in modo disgustoso di whisky. «Guarda che ho visto come mi fissavi.»

    Certo, l'aveva fissato non appena l'aveva scorto fra i presenti. Con disprezzo. E, comunque, avrebbe preferito camminare a piedi scalzi su delle schegge di vetro piuttosto che lasciarsi stringere da lui. Zara pregò mentalmente che Shane se ne andasse al più presto. Quello era un nuovo incarico, e ne aveva bisogno. Non voleva essere infastidita da un uomo con cui era malauguratamente uscita qualche volta.

    «Balli con me.»

    Le parole appena sussurrate vennero pronunciate quasi come un ordine e le spedirono un brivido lungo la schiena. Zara sapeva senza bisogno di voltarsi di avere alle spalle Braden O'Shea, che oltre a essere il suo datore di lavoro era anche un magnate dalla reputazione non proprio specchiata.

    Con Shane di fronte e Braden O'Shea dietro, Zara era nell'esatta posizione in cui non avrebbe mai voluto trovarsi la sua prima sera al servizio degli O'Shea. In pratica, si trovava imprigionata fra due uomini prestanti. Uno con cui non voleva avere nulla a che fare e l'altro che le faceva battere forte il cuore come solo un uomo misterioso e affascinante poteva fare. Non a caso, le rare volte che era stata nel suo ufficio aveva incontrato non poche difficoltà a concentrarsi, perché O'Shea trasudava autorità e sex appeal.

    Un senso di umiliazione la pervase all'idea che Braden avesse dovuto intervenire. Lei era lì in veste professionale. Un confronto o, peggio ancora, una scenata da parte del suo ex non avrebbe giovato alla reputazione che si era costruita con tanta fatica. Venire fuori da quell'impasse in modo meno che elegante sarebbe potuto equivalere a una sorta di suicidio per la sua carriera.

    Shane lanciò un'occhiataccia alle spalle di Zara, dicendo tacitamente a Braden quel che pensava della sua intromissione ma, prima ancora che lei potesse rivolgere una sola parola a uno dei due uomini, Braden la prese per il gomito e la guidò verso la pista della sala da ballo della sua sontuosa dimora storica.

    Immediatamente si ritrovò modellata contro il maggiore dei fratelli O'Shea... situazione alla quale per la verità non ebbe grosse difficoltà ad adattarsi. Aveva avuto modo di apprezzare spesso la vista di quel corpo atletico fasciato sempre in mirabili completi di sartoria. Tuttavia ritrovarsi a diretto contatto con quel fisico scultoreo, respirando quello che doveva essere un profumo indubbiamente costoso, era tutto un altro tipo di tortura.

    L'uomo trasudava sex appeal, però era il suo principale, e le serviva quel lavoro per il prestigio, oltre che per il compenso decisamente inusuale, che le avrebbe procurato. Dopo essere stata assunta qualche mese prima, questo era il primo evento ufficiale che aveva curato per la famiglia. Non solo non era permesso un fallimento, ma nemmeno il benché minimo contrattempo.

    Quindi, niente pensieri strani o, tantomeno, scabrosi. Che li tenesse per dopo.

    «Veramente io dovrei lavorare.»

    Una piccola protesta era dovuta, no? Era pur sempre la coordinatrice del party e ballare con il padrone di casa, nonché suo principale, era una cosa da evitare, anche se c'era sempre stata un'inspiegabile energia magnetica tra loro che lei non aveva mai provato in precedenza e che si rifiutava di esplorare.

    Con le labbra tese in un'espressione che non lasciava spazio al sorriso, Braden posò su di lei il suo sguardo. «Con un abito così, non può non ballare.»

    Il tono vagamente sensuale non le sfuggì.

    Zara aveva optato per un vestito nero a maniche lunghe che le arrivava alle ginocchia e che aveva una scollatura anteriore e posteriore piuttosto pronunciata. Era un capo semplice, tuttavia di un certo effetto, anche in virtù delle sue curve procaci che nemmeno un camicione informe avrebbe potuto nascondere. Senza contare che era l'abito migliore che aveva trovato negli scatoloni ancora imballati dal trasloco di tre mesi prima. Esitava a disfarli perché farlo avrebbe significato in qualche modo acclimatarsi, se non addirittura mettere radici.

    «Lei non mi paga per ballare» sottolineò, anche se non accennò affatto a staccarsi dal braccio che l'avvolgeva. La testa le diceva che tutto quello non era professionale, il corpo, però, non ne voleva sapere di quel messaggio. «Sul serio. Non è corretto ignorare quale sia la mia posizione qui.»

    «Allora le comunico che è momentaneamente in pausa.»

    Premendole una mano contro la base della schiena e stringendola con l'altra, Braden la guidò in un vecchio classico. I lampadari di cristallo illuminavano il pavimento in parquet, proiettandovi un caleidoscopio di colori. La vetrata della portafinestra che dava accesso al patio faceva sembrare il salone ancora più spazioso di quanto non fosse.

    Altre coppie volteggiavano attorno a loro, ma con poche parole e con quei suoi ipnotici occhi scuri, Braden catturò tutta la sua attenzione. Zara aveva bisogno di riprendere il controllo della situazione perché, anche se lui insisteva perché facesse una pausa, lei non era pagata per socializzare. Nossignori.

    Le veniva data un'assurda quantità di denaro per fare di quel party annuale un successo superiore a quello che l'aveva preceduto e, dato che le era giunta voce che i coordinatori degli ultimi eventi sociali degli O'Shea erano stati licenziati in tronco in circostanze particolarmente umilianti, era conscia di non potersi permettere scivoloni.

    O ex fuori di testa.

    «Avrei saputo gestirlo da me» borbottò rivolta a Braden. «Shane stava solo...»

    «Non parlo mai di un altro uomo quando stringo fra le braccia una bella donna.»

    Okay, questo oltrepassava decisamente la soglia della professionalità. Ogni parola pronunciata da quelle labbra grondava autorità, seduzione e... desiderio. Da quel che Zara aveva avuto modo di vedere, lui era un calcolatore nato e l'aura di mistero che lo circondava non faceva che renderlo ancora più affascinante.

    Tuttavia lei aveva appena chiuso con un uomo autoritario. Stava benissimo da single, concentrata solo sull'attività avviata da appena un anno. Il suo obiettivo era di diventare la persona a cui coloro che contavano si rivolgevano quando dovevano dare una festa od organizzare un evento speciale. Essere stata assunta dagli O'Shea era un bel balzo nella giusta direzione. Indipendentemente dalle voci che circolavano su certe operazioni non proprio legali che conducevano dietro la facciata della loro casa d'aste famosa in tutto il mondo. Gli O'Shea avevano legami e conoscenze che lei poteva solo sognare. Insomma, si augurava che questo evento potesse portarle molti nuovi clienti.

    «Se continua a tenermi il broncio, comincerò a pensare che preferisce la compagnia di Shane» dichiarò Braden, infilandosi nei suoi pensieri. «O per caso ho interrotto un battibecco fra amanti?»

    «No. Non era affatto un battibecco fra amanti.»

    Che Braden avesse afferrato ciò che aveva detto Shane? Un violento rossore si impadronì delle sue gote. Era uscita per un breve periodo con Shane e aveva rotto con lui da poche settimane, eppure lui non si dava per vinto e cercava di riconquistare la sua attenzione. Dopo qualche appuntamento, aveva iniziato a mostrarsi troppo possessivo per i suoi gusti. Grazie al cielo, non c'era andata a letto.

    Eppure, senza mezzi termini, Shane le aveva detto che ci avrebbe messo un attimo a rovinarle la carriera. Pensava davvero che questo avrebbe potuto fargli ottenere una seconda opportunità? Non era certo con le minacce che si arrivava al cuore di una donna.

    Zara non si lasciava intimidire facilmente, d'altra parte era anche realista, e Shane aveva soldi e conoscenze. Ripensando alla crudezza delle parole che le aveva rivolto, rabbrividì.

    «Freddo?» le chiese Braden.

    La mano di Braden si sollevò e la punta delle sue dita le accarezzò la pelle della schiena lasciata scoperta dalla scollatura.

    Sentendosi incendiare, Zara si rese perfettamente conto che non sarebbe stata credibile se avesse sostenuto di aver freddo.

    «Signor O'Shea...»

    «Braden.»

    «D'accordo. Braden» si corresse, costringendosi a sostenere lo sguardo intenso di lui. «Dovrei proprio andare a controllare che tutto stia procedendo per il meglio per quanto riguarda i drink...»

    «Già fatto.»

    «Sì, ma gli hors d'oeuvre...»

    «Sono perfetti.»

    Lui la pilotò verso il bordo della pista da ballo, avvicinandosi alla portafinestra che dava sul patio. Fuori, la neve turbinava nell'aria. Per la notte infatti era preannunciata una tormenta. A Boston, febbraio poteva essere imprevedibile.

    «Ha svolto un lavoro davvero notevole stasera» le disse. «Sono decisamente impressionato.»

    Zara non poté trattenere un sorriso. «Mi fa piacere sentirlo. Amo il mio lavoro e mi sta a cuore la soddisfazione dei miei clienti. Resta il fatto che ballare mentre dovrei lavorare non rientra nelle mie abitudini.»

    Con il pollice, lui continuò ad accarezzarle la pelle nuda della schiena. Braden aveva fascino e personalità da vendere e gli veniva naturale suscitare risposte eloquenti in chi, come lei, era oggetto delle sue attenzioni.

    Chiaramente distratta, le ci volle un momento per rendersi conto che lui l'aveva abilmente portata in disparte. Dando la schiena agli altri ballerini per schermarla con le sue spalle larghe, Braden la trapassò con quel suo sguardo scuro e penetrante. «Ho sentito quello che le ha detto.»

    Zara si paralizzò per un attimo, trasse un profondo respiro e scelse con cura le parole successive. «Le garantisco che non avrei permesso a niente e a nessuno di distogliermi dal lavoro. Shane non...»

    «Shane non le darà più fastidio» la interruppe lui con tono rassicurante e minaccioso al contempo. Gli occhi di Braden scivolarono su di lei, dandole la sensazione che la sfiorassero proprio come avevano fatto poco prima le sue sapienti dita.

    No. No, no. Non si era già rimproverata per essersi lasciata andare a pensieri lascivi? Era il suo datore di lavoro, santo cielo. Per quanto fosse affascinante e per quanto lei si sentisse instabile per via della prolungata astinenza, nella sua vita non c'era posto per il sesso al momento.

    «La bufera è in rapido avvicinamento.» Braden fece un cenno in direzione della vetrata e a quello che si vedeva oltre di essa. «Abita lontano?»

    «Venti minuti da qui.»

    «Se ritiene di doversene andare anzitempo...»

    «No.» Zara scosse il capo, alzando una mano per fermarlo. «Ho sempre vissuto a Boston. La neve non è un problema per me. Inoltre, non abbandonerei mai un evento che ho organizzato prima che sia concluso.»

    Braden la studiò per un attimo prima di annuire. «Mi fa piacere sentirglielo dire, però non mi va che si metta al volante con queste strade. Il mio autista si assicurerà che torni a casa sana e salva.»

    «Non ce n'è affatto bisogno.»

    Braden si sporse in avanti, quanto bastava perché lei potesse sentire il suo respiro che le accarezzava la guancia. «Non sprechiamo tempo a discutere quando invece potremmo ballare» le sussurrò.

    Facendole scivolare un braccio attorno alla vita, tornò ad attirarla a sé. A quanto pareva, la pausa che le era stata concessa non era ancora terminata.

    Aveva delle curve che solo a guardarle ti facevano morire, figurarsi averle sotto le mani e poterle toccare. Braden la trovava sexy, tuttavia mai avrebbe immaginato un'attrazione così incandescente. Comunque, aveva un piano e intendeva rispettarlo. Non si sarebbe lasciato distrarre tanto facilmente.

    Nell'elegante abito da cocktail nero dalla scollatura vertiginosa che metteva in risalto le forme dei suoi seni, Zara era ammaliante lui, però, non doveva perdere di vista il vero scopo di quel party. Certo, quando uno dei suoi più acerrimi nemici si era avvicinato alla donna che Braden aveva fissato a lungo nel corso della serata, una fitta di gelosia lo aveva trafitto. Ridicolo, dato che Zara era solo una coordinatrice di eventi e che quell'incarico non le era stato assegnato per caso.

    Braden l'aveva scelta di proposito, perché aveva bisogno di avvicinarla quanto bastava per avere accesso alla sua vita privata e alla sua casa. La preziosa eredità della sua famiglia era con ogni probabilità nascosta nella sua abitazione e lei non se ne sarebbe resa conto nemmeno se ci fosse andata a sbattere il naso contro.

    Niente gli avrebbe impedito di onorare la promessa fatta al padre sul letto di morte.

    Braden era perfino disposto a far ricorso a un pizzico di seduzione pur di ottenere ciò che voleva. Le chiacchiere fatte con la testa appoggiata sul cuscino scioglievano sempre la lingua, senza contare che, così facendo, non avrebbe dovuto infrangere alcuna legge... almeno, per quel che la riguardava. In effetti, sarebbe stato uno sciocco a non approfittarne per prendere due piccioni con una fava, anche perché non poteva ignorare come quel corpo si muovesse perfettamente contro il suo. Così come non gli

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