Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Riscatto dei sensi: Harmony Destiny
Riscatto dei sensi: Harmony Destiny
Riscatto dei sensi: Harmony Destiny
E-book163 pagine2 ore

Riscatto dei sensi: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

I soldi possono riscattare l'orgoglio di un uomo?
Declan Gates, il classico cattivo ragazzo destinato a non combinare nulla di buono, è diventato un milionario di successo che non sbaglia un colpo, negli affari e nella vita. Adesso la sua prossima mossa è convincere Lilien Wharton di essere degno del suo amore.

O tradire un antico amore?
L'aristocratica e sensuale Lily, sogno proibito di Declan fin dai tempi dell'adolescenza, ora ha bisogno del suo aiuto per ritornare in possesso dell'antica dimora di famiglia. Ma Declan ha altri progetti per lei. Tenersi la casa, impossessarsi della sua società e ottenere la propria ricompensa: averla nel suo letto tutte le notti.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2019
ISBN9788858995990
Riscatto dei sensi: Harmony Destiny
Autore

Jennifer Lewis

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Jennifer Lewis

Autori correlati

Correlato a Riscatto dei sensi

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Riscatto dei sensi

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Riscatto dei sensi - Jennifer Lewis

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Black Sheep Billionaire

    Silhouette Desire

    © 2008 Jennifer Lewis

    Traduzione di Sonja Liebhardt

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-599-0

    1

    «Ma sei impazzita?» Una voce profonda risuonò contro gli alti muri di pietra della vecchia dimora.

    Lilien Wharton girò la testa.

    Alla vista di quel bel viso dai forti tratti maschili si sentì profondamente turbata. Declan Gates.

    Trattenne a stento un sorriso. Sapeva bene che Declan avrebbe saltato qualsiasi preambolo, andando direttamente al sodo.

    «Sto potando le rose. Come potrai notare, ne hanno un gran bisogno.» Lilien indicò gli alti cespugli aggrovigliati. Tutta presa nel cercare di ridare una forma al vecchio roseto, non aveva neppure sentito il rumore della sua automobile.

    «Ciò non spiega cosa ci fai tu qui nella mia proprietà.» Declan le lanciò uno sguardo duro che la fece arrossire.

    I tratti del suo viso, caratterizzati dal naso volitivo e dagli alti zigomi, erano cambiati ben poco in quei dieci anni, ma il nuovo Declan indossava un completo d’alta sartoria e aveva i capelli pettinati con cura.

    Lilien si sentì fremere. Era tornato. «Sono mesi che cerco di contattarti. Mi è dispiaciuto per tua madre.»

    Lui la fissò dubbioso.

    Lilien arrossì di nuovo. Non le aveva creduto. In fondo, tutti a Blackrock, cittadina del Maine, avevano tirato un respiro di sollievo quando la strega della collina era morta.

    «Sapessi quanti messaggi ti ho lasciato. Il tuo ufficio mi ha detto che eri in Asia, ma non mi hai mai richiamato. Non potevo sopportare di vedere la casa vuota e abbandonata.»

    «Ah, sì. Mi ero quasi dimenticato che un tempo apparteneva alla tua famiglia.»

    I suoi occhi grigi brillarono al sole, evocando un mare di ricordi. Con tutte le forze Lilien aveva cercato di non farsi ammaliare dal suo fascino in tutti quegli anni, quando l’odio latente tra le loro famiglie impediva qualsiasi tipo di relazione.

    Persino in quel momento si sentiva attratta da lui.

    Tutti i suoi progetti e lo stesso futuro di Blackrock dipendevano dalla benevolenza di quell’uomo. Lilien contava sul suo naturale senso dell’onore e sulla capacità di discernere tra quel che era giusto o sbagliato.

    Ma Declan Gates non era mai stato un tipo gentile.

    Si sentì rabbrividire ripensando al rombo un tempo familiare della sua motocicletta. Era diventato il terrore di tutta la cittadinanza, che aveva maledetto lui e la sua famiglia.

    Declan non se n’era mai preoccupato.

    Non badava a cose così convenzionali come le proprietà o i sentimenti altrui.

    L’ultima volta che l’aveva visto, ed erano passati ben dieci anni, Declan aveva bussato con forza alla sua porta. E lei aveva fatto del suo meglio per liberarsi rapidamente di lui prima che sua madre ritornasse a casa. Prima che lui notasse quanto le facesse battere il cuore dalla paura mista a desiderio. Le aveva detto che se ne stava andando da Blackrock. Che non sarebbe mai tornato. E per dieci anni aveva mantenuto la parola.

    Ma adesso Lilien aveva bisogno di lui.

    Declan la squadrò con calma, facendola suo malgrado fremere di piacere.

    «Non sei cambiata per niente, Lilien.»

    Dal modo in cui lo disse, non si capiva se fosse un complimento o un insulto.

    «Neppure tu.» Lilien deglutì a fatica.

    «È qui che ti sbagli.»

    A quelle parole lei strinse più forte le cesoie che aveva in mano. Dieci anni erano tanti.

    Una cosa non era cambiata. Declan sapeva ancora leggerle nel pensiero. E cogliere tutta la sua agitazione.

    Fece un respiro profondo. «Questa casa è stata costruita in pietra più di duecento anni fa, impiegando solo attrezzi primitivi e sudore. Eretta su un’altura, la si può vedere da tutta Blackrock. È il simbolo della città. Non è giusto lasciarla andare in rovina.»

    Lui alzò lo sguardo sugli ampi muri di pietra. «Le mura di questa casa sono sempre state molto scure. Come hai fatto a ripulirle?» Pareva sinceramente curioso.

    «L’ho fatta lavare in profondità. È bastato eliminare tutta la fuliggine che la caldaia a carbone della fabbrica ha emesso per decenni.»

    Declan si girò a guardarla. «Ti sembrava che fosse compito tuo cancellare qualsiasi traccia del passato?»

    «Avrei chiesto l’autorizzazione, se tu avessi risposto alle mie chiamate. Blackrock è in crisi, Declan. Speravo che, se avessi ripulito la casa, la gente avrebbe pensato che fossimo pronti a ricominciare.»

    Esitò per un attimo, poi si fece coraggio facendo un respiro profondo. «Voglio restaurare la casa e abitarci. E mi piacerebbe comprare anche la vecchia fabbrica.»

    Gli occhi di Declan si fecero scuri. «Non sono in vendita.»

    «Perché?» Lilien sentì una stretta al cuore. «Non hai più niente a che fare con Blackrock. La vecchia fabbrica Gates è chiusa da un decennio, non hai più nessuno qui, vivi e hai fatto fortuna altrove...»

    Declan sorrise. «Che ne sai della mia vita?»

    Lei batté gli occhi, incapace di rispondere. In realtà non conosceva quel brusco estraneo che assomigliava così poco allo spigoloso ma generoso Declan di un tempo.

    «Ora che mia madre è morta, vuoi che la vecchia e aristocratica famiglia Wharton torni a vivere nella dimora dei suoi avi, così da riprendere il ruolo che le spetta a Blackrock?»

    L’accusa la colpì, ma a Lilien stava troppo a cuore il futuro di Blackrock per lasciarsi intimidire da vecchi rancori. «Adesso ho una mia azienda di carte da parati e arredamento. La fabbrica è il luogo ideale dove produrre i miei tessuti naturali e fatti a mano. Voglio creare posti di lavoro per la gente di Blackrock.»

    «Mi spiace, ma non sarà possibile.»

    «Perché? Che cosa pensi di farne di entrambe?» Trattenne il respiro fissandolo.

    «Sono fatti miei.» Il viso di Declan non tradiva alcuna emozione.

    In un attimo aveva liquidato tutte le sue speranze e tutti i suoi sogni, e questo la fece infuriare. «Fatti tuoi? Per quel che ne so, sei un corporate raider, un avido capitalista. Che intenzioni hai con la casa e con Blackrock?»

    Lui la fissò sorpreso. «Vedo che ti sei documentata su di me, quindi sai che la casa è mia e posso farne quello che mi pare. La mia famiglia l’ha comprata dalla tua.»

    «Sono stati truffati.» Lilien conosceva la storia da quando era bambina. «Dopo che il mio bisnonno, finito sul lastrico durante la crisi del 1929, si suicidò, sua moglie cadde in preda alla disperazione.»

    «E sono certo che abbia apprezzato il bel gruzzolo di soldi che ne ricevette in cambio.»

    «Soldi guadagnati dalla tua famiglia sul mercato nero, vendendo armi e bevande alcoliche.»

    Declan non sembrò per niente impressionato. «E catapecchie. Il mio bisnonno andava in giro per il paese a venderle prima che la mia famiglia si trasferisse a Blackrock.» Declan assunse un’aria divertita. «Noi Gates non siamo nati con la camicia, ma sappiamo come fare affari. E al dunque è questo che conta.» Incrociò sull’ampio petto le braccia fasciate nell’abito costoso.

    «Non è vero. Sono le persone che contano. È la felicità che importa.»

    «Oh, davvero.» Il suo sorriso ironico la innervosì. «Allora perché hai bisogno di riavere la casa per essere felice?»

    «Perché è una bella casa antica che merita di essere valorizzata.»

    «Come fai a saperlo? Non ci sei mai entrata, almeno non quando eravamo piccoli.»

    Lei si strinse nelle spalle. Declan aveva ragione.

    «Non mi hai mai invitato.» La sua reazione suonava un po’ falsa. Entrambi sapevano che lei non ci sarebbe mai andata, anche se lui l’avesse fatto. La mamma di Lilien avrebbe dato i numeri, se solo avesse saputo che erano amici.

    «Ci sei entrata ora?» Declan le lanciò un’occhiata accusatoria.

    «No» rispose lei sinceramente. «La porta d’ingresso è chiusa e non ho la chiave.»

    Lui sorrise. «Sei sempre stata una persona onesta, Lilien.» Poi il suo sguardo si fece duro. «Fino a un certo punto.»

    «Amo questa città, Declan. Ho passato la maggior parte della vita qui e ho tutta l’intenzione di passarci anche il resto. Ma adesso Blackrock è in crisi. Sono dieci anni che non c’è lavoro, da quando tua madre ha chiuso la fabbrica...»

    Declan alzò una mano. «Aspetta un attimo, mi stai dicendo che ti dispiace che mia madre abbia chiuso la fabbrica? Ricordo che all’epoca hai scatenato una protesta, denunciando l’inquinamento dell’aria e l’avvelenamento dell’acqua e come la fabbrica stesse rovinando la qualità della vita in città. Eri più che convinta a batterti per questi ideali insieme ai tuoi amici.» I suoi occhi grigi brillarono.

    Lilien deglutì con fatica. «Lo devo ammettere. Non deve essere stato piacevole avere persone che protestavano contro la fabbrica della tua famiglia.»

    Declan sorrise tra sé e sé. «Ricordo in particolare un cartello. Diceva che le emissioni sulfuree della nostra fabbrica facevano sì che la città puzzasse in un modo tremendo. Come se si fosse all’inferno. E io vi ero raffigurato come il diavolo.» Fece una pausa fissandola. «Sto facendo del mio meglio per assomigliargli il più possibile.»

    Lilien si sentì arrossire. Non ricordava il cartello, ma era molto giovane all’epoca. Piena di ideali e di energia.

    Si schiarì la gola. «Ho imparato un sacco di cose da allora. Aria e acqua pulita non contano così tanto se non si riesce a guadagnare a sufficienza per comprarsi da mangiare.»

    «E adesso hai intenzione di salvare Blackrock da brava sovrana buona?»

    «Si tratterebbe di un’operazione di sicuro successo. Svolgerò la mia attività nel luogo che amo e la mia fabbrica di carta da parati porterà del lavoro in città.»

    «Una fabbrica di carta da parati difficilmente utilizza le stesse capacità professionali e le stesse attrezzature di una cartiera.»

    «Riqualificherò i lavoratori. Conto di mantenere il vecchio edificio così com’è, ristrutturandolo completamente all’interno. Mi sbarazzerò sicuramente della caldaia a carbone che ha coperto di fuliggine la città.»

    «Peccato.» Gli occhi di Declan brillarono. «Un rivestimento di fuliggine le conferisce un tocco particolare. Non sarà più la stessa Blackrock, se sarà tutta così.» Indicò la facciata della casa che dava sul roseto.

    Un tenue sole pomeridiano illuminava la pietra ripulita. Le finestre, incrostate da anni, splendevano come nuove. L’edificio era un bell’esempio di architettura georgiana d’ispirazione classica. Semplice e senza pretese, ben si adattava a quel paesaggio impervio.

    Lilien lo fissò compiaciuta. «Non è uno splendore? Tutta la città ha dato una mano a restaurarlo.»

    Si sentì allargare il cuore, ripensando a quel giorno meraviglioso. Quando la gente si accorse di quel che stava facendo, non esitò a partecipare alla sua impresa. Gli uomini, che da tempo erano inattivi, lavorarono con grande impegno. Le donne portarono da mangiare e da bere e, nel tardo pomeriggio, c’era stata una bella festa sul terrazzo coperto di erbacce. C’erano state salsicce grigliate per tutti, e alla fine si era brindato al futuro della città con dell’ottima birra gelata.

    Lei li aveva messi in guardia che stavano violando una proprietà

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1