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Alla ricerca del vero amore: Harmony Collezione
Alla ricerca del vero amore: Harmony Collezione
Alla ricerca del vero amore: Harmony Collezione
E-book160 pagine3 ore

Alla ricerca del vero amore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Dietro le sembianze di un'instancabile lavoratrice si cela una donna sofisticata e sensuale.

Per poter regalare a sua sorella la vita che si merita, Lissa Stephens lascia ben poco spazio alla propria vita privata. Xavier Lauran, però, questo non lo sa...

Xavier si è messo sulle tracce di Lissa fin dal momento in cui è entrato nel casinò dove lei, ogni notte, lavora come hostess. Il dubbio che quella bella ragazza stia provando a raggirare suo fratello è forte, e il suo scopo è capire chi sia davvero e, soprattutto, a cosa miri.

Nessuno dei due ha in mente una relazione: la vita di entrambi è già troppo complicata, ma la passione che li travolge non può essere fermata.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506060
Alla ricerca del vero amore: Harmony Collezione
Autore

Julia James

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Alla ricerca del vero amore - Julia James

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Bedded, or Wedded?

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Julia James

    Traduzione di Cecilia Bianchetti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-606-0

    1

    Xavier Lauran, amministratore delegato, presidente e azionista di maggioranza della XeL, multinazionale produttrice di generi di lusso, il cui logo ornava tanti oggetti preziosi esibiti dai VIP, controllò la posta sul computer. L’e-mail che suo fratello Armand gli aveva scritto da Londra gli strappò un sospiro esasperato. È la donna dei miei sogni, Xav. Lei non lo sa ancora, ma io voglio sposarla!

    Xavier guardò accigliato il cielo di Parigi ormai buio, l’Arco di Trionfo, visibile dalle finestre del quartier generale della XeL, che dominava la Place d’Etoiles. Doveva andare a casa a cambiarsi per portare Madeline all’opera, e poi godersi il finale di serata, piacevole per entrambi. Madeline de Cerasse, come tutte le donne che Xavier sceglieva per le sue ore libere, sapeva quello che lui desiderava ed era pronta a fornirglielo: compagnia discreta ed elegante per i numerosi eventi mondani ai quali lui doveva partecipare e, in privato, piaceri altrettanto sofisticati di natura intima, anche se si trattava di un’intimità solo fisica, perché Xavier non desiderava altro. Non permetteva mai che il cuore avesse il sopravvento sulla mente.

    Al contrario di suo fratello, pensò seccato. Armand si faceva sempre guidare dal cuore, dimenticando la razionalità, e poco tempo prima si era cacciato in un bel guaio. Con assoluta mancanza di giudizio, era caduto nelle grinfie di una donna che aveva spudoratamente approfittato della sua disponibilità, raccontando una storia strappalacrime su una nonna in precarie condizioni di salute ricoverata in una costosa residenza per anziani, e facendo appello alla sua generosità perché finanziasse l’associazione a favore di orfani africani per la quale sosteneva di lavorare.

    Armand era stato molto generoso, finché Xavier, protettivo come sempre nei confronti del fratello minore, aveva preso informazioni sul conto della donna, scoprendo che aveva mentito per conquistare il cuore di Armand... e i suoi soldi.

    La delusione era stata grande, ma la fiducia che Armand nutriva nella bontà del genere umano, in particolare quello femminile, non era diminuita, e adesso parlava addirittura di matrimonio.

    Con chi? Chi era la donna dei suoi sogni? Armand non gli aveva neppure detto il nome della sua futura sposa. Xavier lesse in fretta il resto dell’e-mail.

    Questa volta sono stato prudente, proprio come vuoi tu. Lei non sa niente né di te, né della XeL. Non gliel’ho detto di proposito, per farle una sorpresa!

    Ma il sollievo di Xavier fu di breve durata e scomparve quando lesse le ultime righe del messaggio.

    So che ci saranno problemi, ma non m’interessa se ai tuoi occhi non è la moglie ideale. Io l’amo, e questo mi basta.

    Xavier fissò lo schermo sgomento. Se Armand ammetteva l’esistenza di problemi e diceva che quella donna non era la moglie ideale, non c’era da aspettarsi nulla di buono. Eppure suo fratello parlava ancora di matrimonio, e se davvero aveva deciso di sposarsi fargli aprire gli occhi sarebbe stato ancora più difficile della volta precedente. E gli sarebbe costato un bel po’ di soldi: Armand non era certo il tipo da accettare un accordo prematrimoniale. Essendo solo il suo fratellastro, non aveva ereditato l’azienda creata da Xavier Lauran senior, il nonno di Xavier, ma era comunque un manager profumatamente pagato della XeL, e suo padre, Lucien Becaud, che la madre di Xavier aveva sposato dopo essere rimasta vedova quando lui era ancora piccolo, disponeva di un notevole patrimonio. Quindi Armand era una preda ambita per qualunque donna in cerca di un marito danaroso.

    Era così anche la ragazza di cui suo fratello si era innamorato? Le ultime righe del messaggio trasudavano determinazione.

    Xav, questa volta fidati di me. So quello che faccio e tu non puoi farmi cambiare idea. Questa volta ti prego di non interferire: per me è troppo importante.

    Xavier fece un profondo sospiro. Voleva fidarsi di Armand... ma se si fosse sbagliato e fosse stato ingannato da un’altra donna priva di scrupoli? Ne sarebbe uscito con il cuore a pezzi, per non parlare delle spese che un divorzio burrascoso comportava e lo stress che avrebbe causato ai suoi genitori.

    No, non poteva rischiare la felicità del fratello. Doveva scoprire l’identità e le intenzioni di quella donna. Sebbene a malincuore, prese il telefono per ordinare un’indagine discreta. I responsabili della sicurezza dell’azienda rispondevano soltanto a lui, e avrebbe spiegato loro che intendeva sorvegliare suo fratello per un certo periodo di tempo con lo scopo di proteggerlo. Sperava che i suoi movimenti potessero rivelargli l’identità della donna che, a quanto pareva, era ben lungi dall’essere la sposa ideale poiché, per ammissione dello stesso Armand, portava in dote alcuni problemi.

    Forse esagero, pensò Xavier, in attesa che qualcuno rispondesse al telefono, e mi sto preoccupando per niente. Lo sperava con tutto il cuore.

    Ma ventiquattr’ore dopo seppe di avere ragione: leggendo con aria cupa il rapporto appena ricevuto dal servizio di sicurezza, capì che il problema esisteva, eccome.

    Armand aveva ragione, la giovane non era certo la sposa ideale. Nessuno sano di mente avrebbe definito così una ragazza che lavorava come hostess in un casinò di Soho.

    Armand era uscito dalla sede londinese della XeL alla fine di una giornata di lavoro, e si era recato in taxi in una parte di Londra dove nessuno avrebbe scelto di vivere. Una ragazza l’aveva accolto con affetto, facendolo entrare nell’appartamento al piano terreno di un condominio squallido e congedandolo con un abbraccio un paio d’ore più tardi. Circa mezz’ora dopo era uscita per andare in un casinò di Soho, dove lavorava appunto come hostess.

    Xavier lasciò cadere il rapporto sulla scrivania, con lo stomaco chiuso. Possibile che Armand volesse sposare una donna del genere? Presentarla ai genitori, avere dei figli da lei? Era impazzito?

    Con gesto brusco aprì la busta con il nome Lissa Stephens.

    Ne estrasse una foto e la fissò. Con quali armi quella Lissa Stephens era riuscita a incastrare suo fratello?, si chiese incredulo. La foto, probabilmente scattata di nascosto, la ritraeva al casinò. Era terribile: capelli biondi impastati di gel, due dita di fondotinta, trucco pesante, la bocca che sembrava una ferita rosso sangue... Ma la cosa peggiore era l’abito di raso, scollato e aderentissimo, che la esponeva in modo brutale agli sguardi di tutti.

    Che cosa diavolo vedeva Armand in lei?

    Xavier dovette trattenere un moto di repulsione.

    Suo fratello sapeva che Lissa lavorava nel famigerato quartiere a luci rosse di Londra? E se quella fosse stata solo la punta dell’iceberg?

    Cercò di controllarsi: per il bene di suo fratello e dei suoi genitori, doveva agire con la massima prudenza. C’era una possibilità, benché minima, che le apparenze ingannassero e che la ragazza fosse meglio di quanto sembrava.

    Guardò di nuovo la foto. Quella era davvero la donna che Armand voleva sposare?, si domandò incredulo. Si rifiutava di pensare che suo fratello volesse presentare a suo padre e a sua madre una femmina del genere, che la portasse nella bellissima villa di Mentone, che ne fosse innamorato e andasse incontro inevitabilmente a un’amara delusione.

    Cercò di vedere oltre l’immagine, ma l’espressione di Lissa Stephens non rivelava niente. Il suo trucco era come una maschera, tuttavia c’era qualcosa che nulla avrebbe potuto occultare.

    I suoi occhi: erano gelidi, gli occhi di una donna che aveva intuito la bontà d’animo di Armand e voleva approfittarne.

    So quello che faccio, gli aveva scritto il fratello.

    Lo sapeva davvero? Oppure pensava di saperlo, perché non aveva ancora scoperto la verità? Xavier sospirò di nuovo. Non poteva correre quel rischio. Se la donna che Armand voleva sposare era davvero come sembrava, lui aveva il dovere di proteggerlo.

    Ma in che modo?

    Si alzò e iniziò a camminare per l’ufficio elegante con le antiche modanature e i soffitti alti, e guardò fuori dalle ampie vetrate, mentre il traffico attorno all’Arco di Trionfo sfumava in una macchia confusa.

    Non sarebbe arrivato alla presidenza della XeL se non fosse stato un buon giudice di caratteri e non avesse avuto la capacità di prendere le decisioni giuste. La sua mente fredda e analitica era in grado di valutare tutto, dal momento più opportuno per lanciare una nuova gamma di prodotti, ai mercati esteri più redditizi a medio termine, alla donna da scegliere come prossima chère amie, tra tutte quelle che aveva a disposizione, che non erano poche.

    Adesso, davanti alla possibile catastrofe che incombeva su Armand e sui suoi genitori, Xavier capì di dovere applicare la stessa logica. Per una questione importante come la felicità di suo fratello e la pace mentale della famiglia, il rapporto di un detective e una fotografia non erano sufficienti.

    Doveva vederla di persona, valutarla e giudicarla.

    Non era un compito gradevole, ma era inevitabile. Xavier era disposto a tutto per amore del fratello.

    Quanto a Lissa Stephens, avrebbe scoperto se era degna di sposare Armand, o se meritava un destino ben diverso.

    2

    Lissa represse uno sbadiglio e, per pura forza di volontà, sorrise e mormorò parole cortesi ai due uomini seduti al suo tavolo. Era sfinita, e si chiese se sarebbe mai riuscita a recuperare il sonno arretrato. Avrebbe dovuto essere contenta di quel lavoro, anche se era deprimente, distruggeva la sua dignità di donna, feriva la sua moralità e si faceva beffe del suo buonsenso.

    Ma aveva un disperato bisogno di soldi, e per quel motivo al lavoro di segretaria durante il giorno aveva aggiunto quell’attività notturna che a volte durava fino all’alba. L’unica alternativa sarebbe stata la pulizia degli uffici, ma lo stipendio era molto più basso.

    È tutta una questione di soldi, pensò avvilita. Doveva guadagnare il più possibile e al più presto, quindi non aveva alternative.

    Oppure sì? Nella stanchezza che le consumava il corpo e lo spirito si fece strada un pensiero familiare e pericoloso.

    Armand.

    Armand e i suoi soldi avrebbero potuto risolvere tutto in un batter d’occhio. Per qualche istante Lissa si permise il lusso di sognare a occhi aperti.

    Sarebbe stato così facile... No, non doveva neanche pensarci. Illudersi era troppo pericoloso. Armand non si faceva vivo da qualche giorno; forse lei aveva soltanto immaginato il suo interesse e, per quanto ci sperasse, magari non sarebbe più tornato.

    Illudersi era molto crudele, concluse con la gola stretta. Si ripeteva in continuazione che il suo interesse era passeggero, giusto per amore della novità, e che non poteva contare su di lui. Raddrizzò le spalle: era inutile aspettarsi che con un colpo di bacchetta magica si risolvesse tutto.

    Si concentrò sui due uomini d’affari, che per fortuna stavano parlando di cifre e non badavano a lei. Guardò altrove, ma di colpo i suoi occhi si fermarono.

    Nel bar del casinò era appena entrato un uomo molto diverso dai giocatori d’azzardo abituali. Sembrava un cavallo di razza in un campo pieno di ronzini. Lissa spalancò gli occhi.

    Doveva essere pieno di soldi, genere Monte Carlo o Marbella, e di sicuro alloggiava in uno degli hotel a cinque stelle del West End, come il Ritz o il Savoy.

    Tutto, in lui, parlava di lusso: lo smoking elegante, sicuramente fatto su misura per stargli così a pennello, i gemelli d’oro bianco, il taglio di capelli perfetto.

    E l’abbronzatura? Non aveva nulla di artificiale o di eccessivo,

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