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Una segretaria all'altare: Harmony Collezione
Una segretaria all'altare: Harmony Collezione
Una segretaria all'altare: Harmony Collezione
E-book164 pagine3 ore

Una segretaria all'altare: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Una segretaria da scoprire.

Alekos Gionakis ha sempre stimato la professionalità della sua segretaria, Sara Lovejoy, ma il cambio di look della giovane assistente e la scoperta dei suoi straordinari legami di parentela lo portano ad apprezzarne altre doti improvvisamente diventate più evidenti.

Un affare da concludere.

Alekos può offrire alla bellissima Sara la possibilità di incontrare la propria famiglia, assicurandosi allo stesso tempo un affare milionario. In cambio lei dovrà fingere di essere la sua fidanzata.

Una passione da domare.

In breve tempo quel piano gli si ritorce contro, costringendolo ad ammettere di non poter più fare a meno di Sara e del suo corpo mozzafiato.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ott 2017
ISBN9788858971413
Una segretaria all'altare: Harmony Collezione
Autore

Chantelle Shaw

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Una segretaria all'altare - Chantelle Shaw

    successivo.

    1

    «Posso aiutarla?» chiese Alekos Gionakis con tono brusco quando, entrando in ufficio, trovò una donna sconosciuta davanti alla macchina del caffè.

    Nell'ultimo mese aveva avuto quattro assistenti personali provvisorie e tutte e quattro si erano rivelate incapaci di organizzare in modo soddisfacente le sue frenetiche giornate. Ma, quella mattina, la sua efficientissima assistente avrebbe dovuto tornare dalle vacanze e Alekos non vedeva l'ora che la sua vita riprendesse a scorrere senza intoppi. Il pensiero che Sara potesse aver ritardato il proprio rientro, costringendolo a sopportare l'ennesima sostituta, lo rese subito di cattivo umore.

    Il suo sguardo attento scivolò sui lunghi capelli che ricadevano sulla schiena della donna e sembravano comprendere ogni sfumatura di marrone, dal color caramello al cioccolato. Le curve delicate erano avvolte in una camicetta rosa e in una gonna stretta che terminava sopra le ginocchia.

    Abbassando gli occhi, Alekos ammirò le lunghe gambe, enfatizzate dalle scarpe coi tacchi alti e la punta aperta che lasciava intravedere le dita dei piedi. Notò che le unghie erano laccate in una delicata sfumatura di rosa, più adatta a una spiaggia che al prestigioso ufficio di Piccadilly della Gionakis Enterprises.

    «Buongiorno, Alekos.»

    Rimase interdetto al suono di quella voce familiare e melodiosa. «Sara

    La voce era la stessa, ma null'altro rimaneva della sua vecchia assistente. Non si trattava di uno scherzo della sua immaginazione, si disse quando la giovane si voltò. Nonostante la distanza tra loro, fu colpito dal verde dei suoi occhi. Era il suo unico tratto apprezzabile, o almeno lo era stato nel corso degli ultimi due anni, quando il suo abbigliamento si era limitato a una gonna e a una giacca blu, abbinate a una camicia bianca castamente abbottonata fino alla gola in estate e a un maglioncino a collo alto nero in inverno.

    Elegante, pratica e onestamente insignificante erano gli aggettivi che Alekos avrebbe scelto per descrivere l'aspetto della sua assistente prima che decidesse di allontanarsi per un mese per recarsi in vacanza in Spagna. Quando lui aveva sollevato obiezioni, Sara gli aveva ricordato che, nei due anni in cui aveva lavorato per lui, aveva chiesto un solo giorno libero, per presenziare al funerale di sua madre. Alekos non era di certo una persona sensibile, ma aveva notato la sua aria stanca e, riconoscendo che occuparsi della madre malata doveva essere stato un compito estenuante, aveva accettato malvolentieri la sua richiesta di ferie prolungate.

    L'aveva immaginata a bordo di un autobus durante un tour guidato in luoghi di interesse storico e architettonico. Sapeva che amava la storia. Senza dubbio, gli altri partecipanti sarebbero stati perlopiù anziani pensionati e lei avrebbe fatto amicizia con una vedova che le si sarebbe immediatamente affezionata per la sua natura dolce e disponibile.

    L'immagine che si era fatto della vacanza della sua assistente si era sgretolata quando lei gli aveva detto di essersi affidata a un tour operator specializzato nell'organizzazione di vacanze per ventenni desiderosi di visitare ogni sera un diverso locale o di partecipare a feste sulla spiaggia. Sara aveva riso dei commenti sprezzanti di Alekos riguardo al valore della società e, con sua grande sorpresa, aveva commentato di non vedere l'ora di potersi sciogliere i capelli, in Spagna.

    Osservando la massa che le ricadeva sulle spalle, lui pensò allo stretto chignon che le teneva la chioma lontano dal viso, con il quale l'aveva sempre vista entrare in ufficio. «Hai cambiato l'acconciatura dei capelli» disse bruscamente. «Stavo cercando di capire perché avessi un aspetto diverso.»

    «Sì, li ho tagliati durante il viaggio. Erano troppo lunghi, mi arrivavano quasi alla vita, ed ero stanca di doverli sempre legare.» Fece scorrere le dita tra le ciocche che alla luce proveniente dalla finestra assumevano riflessi dorati, e Alekos provò un'inaspettata sensazione di irrigidimento nel basso ventre. «E ho finalmente abbandonato gli occhiali per le lenti a contatto. Anche se devo ammettere che ci sto mettendo un po' ad abituarmi. A volte mi lacrimano terribilmente gli occhi.»

    Alekos fu sollevato nell'apprendere che non stava sbattendo le ciglia in modo provocante nel tentativo di sedurlo, ma che probabilmente era il fastidio causato dalle lenti a spingerla a chiudere gli occhi. Senza gli spessi occhiali con cui era abituato a vederla, il suo viso era più bello di quanto lo ricordasse.

    Si chiese se non si fosse sottoposta a qualche sorta di intervento chirurgico alle labbra. Di sicuro avrebbe ricordato labbra tanto piene che – Theos – lo invitavano a testarne la morbidezza. Si costrinse ad abbandonare pensieri tanto assurdi e si ricordò di trovarsi di fronte a Miss Topo, soprannome che una delle innumerevoli bionde dalle gambe lunghe con cui era andato a letto aveva affibbiato a Sara.

    Il soprannome si adattava al suo aspetto esteriore, ma non al caustico umorismo che spesso divertiva Alekos, o alla mente acuta e alla lingua tagliente che era arrivato a rispettare, perché Sara Lovejoy era l'unica donna che non aveva paura di esprimere la propria opinione davanti a lui, anche se era diversa dalla sua.

    «Ti metto il caffè sulla scrivania, d'accordo?» Senza attendere una risposta, attraversò la stanza e posò la tazza sul tavolo.

    Alekos non riuscì a impedirsi di seguire con lo sguardo i suoi fianchi ondeggianti e, quando si chinò sulla scrivania e la gonna si tese sulla curva del suo fondoschiena, lui si schiarì la gola e strinse le dita intorno al manico della valigetta che reggeva, spostandola di fronte a sé per nascondere l'evidenza della propria eccitazione. Qual era il suo problema? Per la prima volta in un mese si era svegliato di buonumore quella mattina, sapendo che Sara sarebbe rientrata e che insieme avrebbero smaltito il lavoro che si era accumulato durante la sua assenza.

    Ogni pensiero riguardante il lavoro, però, scomparve quando lei si voltò rivelando le curve sottolineate alla perfezione dalla camicetta. I due bottoni superiori erano slacciati, non abbastanza da mettere in mostra la scollatura, ma più che a sufficienza per fargli battere il cuore più forte mentre immaginava di toglierle la camicia e il reggiseno del quale scorgeva i contorni sotto la seta leggera. Si costrinse a spostare lo sguardo dal suo seno alla vita incredibilmente sottile e si schiarì nuovamente la gola.

    «Hai... Uhm... Hai perso peso.»

    «Qualche chilo, in effetti. Immagino sia merito di tutto il movimento che ho fatto.»

    Che tipo di movimento aveva fatto, in una vacanza per giovani single? Solitamente Alekos non si lasciava trasportare dalla fantasia, ma la sua mente fu invasa da immagini della sua assistente che abbandonava ogni inibizione per concedersi a un adone spagnolo. «Ah, sì, spero che tu ti sia divertita, in vacanza.»

    «Assolutamente.»

    «Sono felice di sentirlo» disse con voce tesa, «ma non sei più in vacanza, ora, perciò mi chiedo perché tu sia venuta al lavoro indossando abiti più adatti a una spiaggia che a un ufficio.»

    Quando Alekos usava quel freddo tono di disapprovazione, le persone tendevano a rispondere con rispetto e timore. Sara si limitò, invece, a scrollare le spalle e a lisciare il tessuto della gonna.

    «Oh, indossavo molti meno vestiti, in spiaggia. Sulla riviera francese è accettabile prendere il sole in topless.»

    Cercò di impedirsi di immaginare Sara che metteva in mostra il seno nudo in pubblico. «Credevo fossi andata in Spagna.»

    «Ho cambiato programma all'ultimo minuto.»

    Mentre era impegnato a digerire la notizia che la sua organizzatissima segretaria avesse cambiato programma sulla base di un impulso del momento, lei si avvicinò. Perché non aveva mai notato che i suoi occhi brillavano come smeraldi, quando sorrideva? Era irritato con se stesso per quei pensieri, ma non riusciva a smettere di fissarla.

    Oltre al taglio di capelli e ai vestiti, aveva un nuovo profumo, una fragranza seducente che combinava la freschezza del limone a note floreali più esotiche che gli risvegliavano i sensi. Che risvegliavano molte cose in lui, pensò, sentendo il proprio corpo irrigidirsi.

    «Allora, dove mi vuoi?» domandò lei.

    «Cosa?» Si immobilizzò mentre nella sua mente si formava un'immagine di Sara distesa sul divano di pelle, la gonna sollevata intorno ai fianchi, in attesa.

    Imprecando sottovoce, Alekos si sforzò di riprendere il controllo e si accorse che la sua assistente gli stava rivolgendo uno sguardo curioso.

    «Devo occuparmi dei documenti sulla mia scrivania, che immagino siano stati lasciati lì dalla mia sostituta, o vuoi che rimanga qui a prendere appunti?» ripeté paziente, portandosi le mani sui fianchi e attirando l'attenzione di Alekos sulla vita sottile che enfatizzava le curve morbide del seno. «A quanto ho capito, la sostituta che avevo scelto è rimasta solo una settimana, e le tre candidate trovate dalle risorse umane sono state congedate dopo pochi giorni.»

    «Erano tutte inutili» sbottò lui. Lanciando un'occhiata all'orologio, si rese conto di aver passato dieci minuti a fissare la sua assistente, alla quale di solito non dedicava più di qualche secondo di attenzione. Era spiazzato e infastidito da quell'improvvisa attrazione nei suoi confronti. «Spero che tu sia pronta a lavorare duramente per recuperare il tempo perduto.»

    «Immaginavo che mi avresti legata alla scrivania, una volta che fossi tornata al lavoro» commentò Sara con tono leggero.

    Alekos strinse gli occhi davanti alla sua espressione serena e per un attimo fu attraversato dal pensiero che lei fosse consapevole dell'effetto che stava avendo su di lui. L'immagine di lei legata alla sua scrivania, a faccia in giù, gli fece ribollire il sangue nelle vene. Si sentiva confuso dall'incapacità di controllare la propria attrazione nei suoi confronti.

    Era Sara, la scialba, monotona Sara, anche se doveva ammettere di non averla mai trovata monotona, soprattutto dopo che, una volta diventata la sua assistente personale, aveva subito messo in chiaro che non l'avrebbe idolatrato come la maggior parte delle donne che gli ronzavano intorno. Il suo aspetto insignificante, però, era una delle ragioni per cui le aveva offerto il lavoro. La sua posizione di presidente del consiglio d'amministrazione della Gionakis Enterprises richiedeva la sua più assoluta concentrazione e sapeva che non avrebbe mai corso il rischio di venire distratto da Miss Topo.

    Alekos era stato nominato presidente del consiglio d'amministrazione della società, specializzata nella produzione di yacht di lusso, due anni prima, in seguito alla morte di suo padre, e aveva deciso che l'aspetto scialbo di Sara, la sua impareggiabile competenza e la sua etica professionale avrebbero fatto di lei una perfetta assistente personale.

    Aggirò la scrivania, si sedette e prese un lungo sorso di caffè, prima di alzare gli occhi su di lei. «Devo fare alcune telefonate e senza dubbio tu avrai molte cose da controllare, perciò torna tra mezz'ora e porta con te il fascicolo Viceroy.»

    «Non stai dimenticando qualcosa? Le parole per favore» gli ricordò seccamente quando lui sollevò un sopracciglio con aria interrogativa. «Non mi stupisce che tu abbia fatto fuggire quattro assistenti in altrettante settimane, se ti sei mostrato burbero come questa mattina. Immagino che tu abbia problemi di donne. Di solito è questo, a provocarti quell'espressione cupa.»

    «A quest'ora dovresti aver imparato che le mie relazioni non durano mai abbastanza a lungo da permettere a una donna di crearmi problemi» rispose. Si abbandonò contro lo schienale della sedia e le rivolse un'occhiata dura. «Ricordami il motivo per cui sopporto la tua insolenza, Sara.» Dall'altro lato della stanza, vide i suoi occhi scintillare e le sue labbra si curvarono in un sorriso che inspiegabilmente gli fecero provare la sensazione di aver ricevuto un pugno allo stomaco.

    «Perché sono brava nel mio lavoro e non hai alcun desiderio di portarmi a letto. Questo è quello che mi hai detto durante il colloquio e immagino che non sia cambiato nulla.»

    Uscì dall'ufficio e chiuse la porta prima che lui riuscisse a pensare a una risposta adeguata. Rimase a fissare il punto in cui era stata pochi istanti prima. Theos, a volte oltrepassava il limite. Sbuffò irritato. Non avrebbe saputo descrivere la strana sensazione che provò quando colse un'ultima nota del suo profumo nell'aria.

    Era rimasto scosso dall'incredibile trasformazione fisica di Sara, ma ricordò a se stesso che ciò che davvero ammirava in lei era l'onestà. Dubitava che uno qualsiasi degli altri trecento impiegati dell'ufficio londinese della Gionakis Enterprises, o dei tremila lavoratori nelle sedi di tutto il mondo, si sarebbe mai sognato di rivolgersi a lui come faceva Sara. Era piacevole trovare qualcuno in grado di sfidarlo quando la maggior parte delle persone, soprattutto le donne, non facevano che dirgli di sì a qualunque proposito.

    Si chiese cosa avrebbe detto se le avesse rivelato di aver cambiato idea e di volerla portare a letto. Sarebbe stata disposta a fare sesso con lui, o sarebbe stata l'unica donna a rifiutarlo?

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