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La promessa del mare: Harmony Collezione
La promessa del mare: Harmony Collezione
La promessa del mare: Harmony Collezione
E-book161 pagine2 ore

La promessa del mare: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

LA BAIA DEI SOGNI - La bellezza di Malta colpisce la giovane americana Eve Caldwell immediatamente, come una visione cui non sa se credere. E la prepara solo in parte a ciò che l'aspetta sull'isola: un castello fiabesco, una bellissima spiaggia solitaria e un uomo che la lascia senza fiato. Gabriel Brabanti, milionario di origini italiane dai lineamenti aristocratici e dagli occhi magnetici, la sta aspettando nel suo splendido palazzo con un piano ben preciso. Ma quando la incontra, non riesce a pensare ad altro che a baciarla. Gabriel fa di tutto per resistere alla passione che minaccia di travolgerlo, finché una mattina, quando entrambi sono davanti al mare...

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2016
ISBN9788858945711
La promessa del mare: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La promessa del mare - Catherine Spencer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Brabanti Baby

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Catherine Spencer

    Traduzione di Maria Elena Vaccarini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-571-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

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    1

    Stai attenta, e metti subito in chiaro le cose, perché Gabriel Brabanti è uno squalo, e ti mangerà viva se glielo permetterai. Con lui non c’è mai una via di mezzo. O gliela dai vinta, o te ne vai... e io ho scelto di andarmene!

    Eve ricordò il monito della cugina mentre, reggendo tra le braccia il seggiolino della nipotina, si guardava intorno nella sala arrivi Gerolama Cassar di Luqa, l’aeroporto internazionale di Malta.

    Fra le persone in attesa dei passeggeri del volo da Amsterdam doveva esserci Gabriel Brabanti, l’ex marito di Marcia e padre della dolce Nicola Jane, la cui nascita non doveva essere stata in cima ai suoi pensieri dal momento che non vi aveva nemmeno assistito. Quattro mesi dopo, tuttavia, aveva invitato madre e figlia ad andarlo a trovare, all’altro capo del mondo.

    Marcia, naturalmente, si era rifiutata. Era tipico della cugina scaricare sugli altri i problemi. Eve lo sapeva, quindi doveva biasimare solo se stessa se ora si trovava in quella spiacevole situazione.

    Era iniziato tutto con un’innocente telefonata di Marcia. «Come stai, Eve?» aveva esordito allegramente la cugina. «Mi manchi, sai? Non ci sentiamo da tanto tempo!» Terminati i convenevoli, era arrivata al dunque: Gabriel Brabanti aveva deciso di far valere i suoi diritti di vedere la bambina.

    «Non ho alcuna intenzione di ubbidire agli ordini di Sua Altezza» aveva dichiarato risoluta, le parole che echeggiavano nel vivavoce che usava affinché Jason, il suo nuovo marito, potesse partecipare alla conversazione. «Per quanto mi riguarda, non ho mai ricevuto la sua lettera.»

    «Non te la puoi cavare così» aveva obiettato la ragazza. «Hai appena detto che la lettera è stata recapitata per corriere all’agenzia, e questo significa che hai dovuto firmare la ricevuta.»

    «Non m’importa. Il grande signor Brabanti può andare all’inferno! Sarà anche un ricco e influente italiano a Malta, ma a New York non è nessuno.»

    Eve sentì un fruscio di carta, poi la voce di Jason. «Forse dovresti andare, tesoro. Dal tono della lettera, sembra deciso. Se non vai tu, verrà qui lui e resterà chissà quanto. Non è quello che vogliamo, no?»

    «Se credi che andando metterei fine alle sue pretese, t’illudi, mio caro. Questo è solo l’inizio.»

    Ci fu una pausa, seguita di nuovo dalla voce di Jason. «Tu che ne pensi, Eve?»

    Rimpianse di non aver lasciato in funzione la segreteria telefonica, evitando così di rispondere e di lasciarsi coinvolgere. «Jason ha ragione, Marcia. Se non vai a Malta, verrà lui qui. Gabriel è deciso a vedere la bambina e, se vuoi la mia opinione, direi che ne ha tutti i diritti.»

    Anche senza vederla, lei capì che Marcia aveva messo il broncio. «Allora vai tu al mio posto, perché non lo voglio qui, e non ho alcuna intenzione di tornare a Malta. E prima di rifiutare, Eve, ricordati di quando sono venuta a Chicago a badare al tuo gatto puzzolente e a bagnarti le piante mentre tu te la spassavi per un mese sulla riviera messicana.»

    «Per amor del cielo, Marcia, è stato cinque anni fa e Fidelio è morto da due anni... e poi non puzzava! Quanto alle piante, le hai lasciate morire tutte!»

    «Comunque me lo devi.»

    Era stata tentata di rammentare alla cugina che si era offerta lei di andare a Chicago, ansiosa com’era di lasciare New York in attesa che si calmassero le acque dopo una relazione troppo amichevole con un cliente sposato, la cui moglie non aveva gradito quelle attenzioni. Ma non aveva voluto infrangere le illusioni di Jason sulla nuova moglie. «So benissimo che i tuoi rari favori hanno un prezzo, Marcia» si era limitata a ribattere. «Ma se pensi che prenda la tua bambina e...»

    «Perché no? Dici sempre che vuoi conoscerla. Be’, questa è l’occasione giusta.»

    «Ma sei uscita di senno?»

    Non era la sola a pensarla così. «Adesso stai esagerando, tesoro» aveva protestato anche Jason.

    «Non posso andare a Malta proprio quando la tua carriera è a un punto critico e hai bisogno che ti stia accanto per badare ai tuoi interessi, caro. Pensi che mi importi più di te o di Gabriel?»

    «Be’, se la metti così...»

    «C’è forse un altro modo?» aveva replicato allegramente Marcia. «Suvvia, Eve, non prendertela! Nessuno meglio di te può capire quanto sia difficile trascinare una bambina di pochi mesi da una città all’altra con il caldo umido e soffocante di questa estate.»

    «Per portare un bambino fuori dal paese non basta presentare un biglietto aereo, Marcia» aveva obiettato la cugina. «C’è anche il piccolo problema del passaporto e del permesso dei genitori. O ti aspetti che la nasconda dentro la borsa da viaggio?»

    «Avrai tutti i documenti necessari. Tu concentrati solo su Nicola, e assicurati che sappia che la sua mamma le vuole bene.»

    «E come, di grazia?»

    «Troverai un modo. Dopotutto, non la sto affidando a un’estranea inesperta. Sei un’infermiera. Ti occupi costantemente di bambini.» Marcia aveva preso fiato prima dell’affondo finale. «Pensaci, Eve! Hai preso un periodo di congedo perché sei esaurita, dopo aver lavorato ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette, in quel lurido buco che chiami ambulatorio. Hai bisogno di distrarti, e io ti sto offrendo l’opportunità di una vacanza di lusso in un’esotica isola del Mediterraneo. Qualunque opinione io abbia del mio ex marito, devo riconoscere che vuole sempre il meglio, così viaggerai in prima classe e sarai servita come una signora mentre sarai ospite a casa sua. Saresti sciocca a rifiutare un’offerta del genere.»

    E ancora più sciocca ad accettare! Tuttavia eccola lì, con la bambina addormentata, in attesa di incontrare l’odioso signor Brabanti che non aveva mai avuto l’occasione di conoscere.

    Alto, scuro, aitante e così arrogante che non potrai sbagliare. Vai dritta verso l’uomo che si comporta come se fosse il padrone di tutto...

    Così gliel’aveva descritto Marcia. Ma osservando il gruppetto di persone in attesa nell’atrio lussuoso, Eve non vide nessuno che gli somigliasse. Invece, fu avvicinata da un uomo di statura media e dai capelli grigi, in pantaloni bianchi e giacca blu con uno stemma dorato sul taschino. «Signora Brabanti?» le chiese.

    «Caldwell» precisò la ragazza, chiedendosi perché mai l’avesse scambiata per la cugina, quando Marcia aveva informato Gabriel che lei sarebbe andata al suo posto. «Signorina Caldwell.»

    «Mi scusi. Cerco un’americana con una bambina...»

    «L’ha trovata.» Indicò Nicola, che finalmente dormiva dopo avere strillato per tutto il viaggio da Amsterdam. «Questa è la figlia del signor Brabanti.»

    «Capisco. Io sono Paolo e ho l’incarico di accompagnarla a Villa Brabanti.»

    «Lui non ha trovato il tempo di venire di persona?»

    «Il signore si scusa. Una faccenda importante glielo ha impedito.»

    «Più importante di sua figlia?» Eve inarcò le sopracciglia senza nascondere lo sdegno. «E io che credevo che fosse ansioso di vederla! Che sciocca!»

    L’autista tossicchiò e distolse lo sguardo. Non doveva essere abituato a sentir criticare il suo principale. «È stato un lungo viaggio, signorina. Se vuole aspettarmi in macchina, andrò a prendere i suoi bagagli. Lei e la bambina sarete presto a casa.»

    Casa non era la parola giusta, pensò Eve, seguendolo fino alla limousine nera parcheggiata proprio davanti all’edificio. Benché fossero appena passate le sette e trenta di sera, era già buio, ma i riflettori illuminavano a giorno la bella facciata dell’aeroporto.

    «Permette, signorina?» Paolo prese il seggiolino di Nicola e lo agganciò al sedile posteriore della spaziosa vettura. Poi sfiorò dolcemente la guancia della piccola addormentata. «È molto bella, vero?»

    «Sì, è bellissima, anche se ha sofferto per il lungo viaggio.»

    Con un mormorio di comprensione, l’uomo aspettò che lei si sistemasse prima di porgerle la borsetta e il grosso pacco di pannolini, poi sparì di nuovo dentro l’edificio per ritirare il resto del bagaglio. Pochi minuti dopo era al volante e la limousine si allontanava lentamente dal marciapiede, immettendosi nel traffico in direzione della Valletta.

    Non ne so molto di storia, ma ti troverai immersa in tutta quell’antichità. Non puoi girare un angolo a Malta senza imbatterti in qualche cimelio del passato!

    Il commento della cugina le fu chiaro non appena arrivarono in vista dei bastioni illuminati della capitale. Perfino di sera e in lontananza, quelle mura imponenti, edificate secoli addietro dai Cavalieri di San Giovanni, costituivano uno spettacolo straordinario. Nonostante tutte le sue riserve sul viaggio, Eve si scoprì a desiderare di avere un po’ di tempo libero per esplorare la famosa isola.

    Quella speranza morì quando la limousine varcò il cancello d’ingresso di Villa Brabanti. La casa si ergeva enorme e buia nella notte. Soltanto la luna, fredda come ghiaccio, si rifletteva sui vetri delle finestre. Non si sognava nemmeno di lasciare sola Nicola con un uomo che sceglieva di vivere in un edificio come quello, che pareva uscito da un film dell’orrore!

    «È sicuro che siamo attese?» domandò a Paolo con un brivido di apprensione. «Non vedo alcun segno di benvenuto.»

    «Si tratta dell’emergenza cui ho accennato prima» le spiegò l’uomo, aprendole la portiera della limousine. «Purtroppo c’è stato un problema all’impianto elettrico della villa, che potrebbe causare un corto circuito. È un rischio da non sottovalutare, signorina.»

    «Che pensiero confortante! Forse farei meglio a portare la bambina in albergo finché il problema non sarà risolto.»

    «Non sarà necessario» la rassicurò. «Il signor Brabanti ha la situazione sotto controllo, mi creda.»

    Come per magia, all’improvviso la proprietà si illuminò, rivelando chiaramente ogni angolo del giardino e l’ampio spiazzo antistante la casa, dove si trovava la limousine.

    «La prego, signorina.» Paolo le tese la mano. «Il signore ci avrà sentiti arrivare.» Il suo tono lasciava intendere che il signore non amava dover aspettare.

    «Benissimo.» Eve si protese in

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