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Ritorno di fiamma sotto l'albero: Harmony Collezione
Ritorno di fiamma sotto l'albero: Harmony Collezione
Ritorno di fiamma sotto l'albero: Harmony Collezione
E-book143 pagine2 ore

Ritorno di fiamma sotto l'albero: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Chloe non lo vede da quattro anni, e quando se lo ritrova davanti per lei è uno shock. E l'essere praticamente nuda in una piscina certo non la aiuta. Nico Moretti è bello e sensuale come lo ricordava, e in un attimo lei rivive la passione accecante che li ha uniti, l'amore folle e la certezza di essere anime gemelle. Ma a un secondo sguardo subentra la delusione, il dolore e la solitudine. Perché è tornato a cercarla? Non sa che Nico non ha mai rinunciato a lei, e ora è deciso a riconquistarla. Non importa cosa dovrà fare per riuscirci, ed è pronto a farle qualunque promessa desideri. Quel che conta è che Chloe annulli il suo imminente matrimonio e accetti di sposare lui. Per la seconda volta.

LinguaItaliano
Data di uscita10 dic 2013
ISBN9788858917336
Ritorno di fiamma sotto l'albero: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Ritorno di fiamma sotto l'albero - Catherine Spencer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Moretti Marriage

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2004 Catherine Spencer

    Traduzione di Paola Picasso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-733-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Venerdì, 21 agosto

    La luce del sole riflessa dall’acqua della piscina disegnava sentieri luminosi sul soffitto della camera da letto, annunciando un’altra bella giornata di quell’estate calda e interminabile. Dovunque i prati erano riarsi meno che nel giardino di sua madre che, grazie all’irrigazione notturna, manteneva il suo manto smeraldino.

    Erano le nove del mattino mentre di norma si svegliava verso le sette, ma aveva trascorso una notte quasi insonne, rotolandosi nel letto senza riuscire ad addormentarsi.

    Coperta solo dal lenzuolo, Chloe Matheson pensò alla giornata che l’aspettava. Mattinata in ufficio a lavorare, breve incontro con Baron, pranzo con Monica, cara amica e testimone di nozze, prova dell’abito per entrambe, un’ultima verifica con il responsabile del catering e seduta dal parrucchiere. Da ultimo, gran finale, il ricevimento in quella casa per conoscere i genitori dello sposo che arrivavano da Ottawa.

    Com’era possibile che la cerimonia intima prevista da Baron e da lei fosse diventata l’evento più importante della stagione e che il numero degli invitati fosse salito a centoventi?

    Sarebbero dovuti scappare, ma la fuga romantica si addiceva ai ragazzi molto giovani e impetuosi mentre lei e Baron erano troppo maturi e responsabili per comportarsi come Giulietta e Romeo.

    Sul terrazzo sottostante sua madre Jacqueline e sua nonna Charlotte stavano facendo colazione e il brusio delle loro voci le arrivava dalla finestra aperta insieme all’aroma di caffè. Benché non riuscisse a distinguere le parole, Chloe intuì che stavano parlando del matrimonio. Cosa che del resto in quei giorni facevano tutti.

    «Lo stai rendendo troppo importante» aveva protestato, accorgendosi che le idee della madre diventavano sempre più grandiose. «In fondo non sono le prime nozze per Baron e per me.»

    «Se siete tanto sicuri di voi da voler legalizzare il vostro rapporto, vale la pena festeggiare come si deve» aveva ribattuto Jacqueline. «Nessuna delle mie figlie si sposerà con una cerimonia modesta quando io posso offrire a ciascuna il meglio del meglio.»

    In aprile, quando Baron le aveva proposto il matrimonio, le era sembrato inutile discutere quel punto con sua madre, adesso invece si rammaricava di non essersi mostrata irremovibile. Ormai gl’inviti erano partiti da sei settimane, tutte le stanze libere della casa erano state preparate per gli ospiti che venivano da fuori città e altre erano state prenotate al Trillium Inn, quindi era troppo tardi per rimediare.

    Aggiustando il cuscino dietro la testa, Chloe osservò il rilievo creato dal suo corpo sotto il lenzuolo. Le anche formavano due protuberanze ossute ai lati del ventre incavato e i seni erano così piatti da non essere quasi visibili.

    «L’aver allattato i nostri figli ci ha regalato due seni simili a dei sacchetti vuoti» aveva scherzato Monica quando erano andate a provare gli abiti per il matrimonio. Poi, accorgendosi dell’errore, era tornata seria. «Scusami, Chloe, per un attimo mi sono dimenticata.»

    Chloe invece non l’aveva mai dimenticato e, voltandosi verso il comodino, guardò la foto di suo figlio a due mesi. «Ciao, angioletto» mormorò con la gola contratta.

    Al pianterreno squillò il telefono. Compiendo uno sforzo enorme, risalì dall’abisso di dolore e dopo essersi posata le dita sulle labbra, le premette sulla boccuccia del bambino, poi gettò indietro il lenzuolo e si alzò.

    Venti minuti dopo né Jacqueline né Charlotte la udirono arrivare sul terrazzo. Teste ravvicinate, stavano complottando qualcosa in tale segretezza che quando udirono la voce di Chloe che augurava il buongiorno si distaccarono con un sobbalzo.

    «Cara!» esclamò sua madre minacciando di rovesciare una tazza. «Ti sei alzata. Che bellezza!»

    «Non so che cosa ci sia di tanto bello, mamma» replicò lei. «È una cosa che facciamo tutti, ogni mattina.»

    «Sì, ma hai un aspetto così riposato» cinguettò la nonna, mentendo in modo clamoroso.

    Chloe sapeva benissimo che il trucco non era riuscito a cancellare i segni della notte insonne perciò capì che le due donne si sforzavano di apparire normali e del tutto innocenti.

    «Bene» mormorò, sedendosi a tavola. «Fuori il rospo. Che cosa sta succedendo?»

    Le due donne si scambiarono un breve sguardo e Jacqueline si morsicò le labbra. «Ecco, oggi hai la prova dell’abito, un appuntamento con il responsabile del catering e...»

    «Conosco alla perfezione i miei impegni» la informò Chloe. «Sono i tuoi che mi preoccupano.»

    La nonna le scoccò un sorriso solare. «Ti sei dimenticata? Questa sera toccherà a noi intrattenere i genitori di Baron e vogliamo che tutto sia... perfetto.» Riempì una ciotola di fragole e gliela diede. «Sai bene che è la prima impressione quella che conta.»

    «Esatto» confermò sua madre, versandole il caffè. «Non essere tanto sospettosa, tesoro. Che cosa immagini che stia succedendo?»

    «Che mi stiate nascondendo qualcosa» rispose Chloe, ignorando le fragole e aggiungendo un po’ di latte al caffè. «Chi era al telefono poco fa?»

    «Nessuno» rispose Jacqueline, mentre Charlotte stava dicendo: «Il fioraio».

    Chloe guardò entrambe con severità. «Volete che vi lasci sole qualche minuto in modo che possiate concordare la vostra versione?»

    «Oh, smettila di fare l’avvocato!» si lagnò sua madre in tono querulo. «Non abbiamo commesso alcun crimine. Mangia le fragole. Ho letto da qualche parte che fanno molto bene.»

    Chloe si apprestava a ubbidire quando la frase pronunciata da sua nonna la bloccò. «Ricordati, tesoro, che le cose non vanno sempre come uno si aspetta. A volte la vita fa delle strade curve.»

    «Credi che non lo sappia, nonna?» replicò a bassa voce. «Pensi che la lezione crudele che ho ricevuto non mi abbia insegnato niente?»

    «Certo che ti ha insegnato molto, mia cara, e non è mia intenzione riaprire delle vecchie ferite. Sto solo cercando di dirti che, qualunque cosa accada, la tua felicità, le tue... scelte sono le cose più importanti del mondo per noi. Abbiamo sempre desiderato il meglio per te.»

    Scelte? Che strana parola da usare in un momento come quello. «Allora dovreste rallegrarvi che abbia scelto Baron perché è la cosa migliore che mi sia capitata da molto tempo.»

    «Se lo dici tu, tesoro.»

    «Lo sostengo, nonna. Mi chiedo solo perché non mi crediate.»

    «Forse» intervenne sua madre, «perché non manifesti un grande entusiasmo per questo matrimonio. Per dirla tutta, Chloe, dal distacco che dimostri verso tutto, nessuno direbbe che la sposa sei tu. Quando sposasti Nico...»

    «Avevo ventidue anni ed ero un’idealista.»

    «Eri così ansiosa di diventare la signora Moretti che percorresti la navata che portava all’altare correndo come una centometrista.» Jacqueline emise un sospiro sentimentale. «Ricordo che il velo ti svolazzava dietro come un paracadute e la gonna dondolava come un pendolo. La tua gioia era così contagiosa che quando raggiungesti Nico tutti sorridevano. Commentarono che apparivi radiosa.»

    «I nervi fanno di questi scherzi.»

    «Eri innamorata pazza e anche Nico.»

    «Non abbastanza, come si è visto. La nostra unione non è durata.»

    «Avrebbe potuto» disse Charlotte. «Avrebbe dovuto.»

    Irritata, Chloe allontanò le fragole. «C’è una ragione che vi fa ricordare il passato? È il vostro modo di dirmi che sto commettendo un errore, sposando Baron?»

    «Tu che cosa pensi?» domandò Jacqueline.

    «No!» gridò lei con un’enfasi eccessiva. «E se voi due ne siete convinte avete tardato troppo a dirmelo.» Turbata dalle sue stesse inquietudini, Chloe fissò le due persone che amava di più al mondo. «In fondo siete state voi a voler rendere tanto pomposo questo matrimonio.»

    Il viso di Jacqueline tremò tutto, ma alla fine lei riuscì a controllarsi. «Perché volevamo dimostrarti quanto ti amiamo. Desideriamo tanto che tu vada avanti nella vita, conquistando quella felicità che meriti.»

    «Lo so» mormorò Chloe, pentita. Non era colpa loro se non riusciva a staccarsi dal passato.

    «Speravamo che la soluzione fosse sposare Baron ma sembri così... indifferente, come se il fatto di sposarlo sia solo un problema da risolvere. Non volevi nemmeno comperarti un abito nuovo e, quanto ai regali che la gente ti ha mandato, ne hai aperta sì e no la metà.»

    «Perché in questo momento sono molto presa dal lavoro» replicò lei. «Non basta che saremo assenti dall’ufficio per una settimana. Dopo passeremo un mese alle Bahamas e trovare chi sostituisca me e Baron per tutto questo tempo è difficile. Riguardo al vestito da sposa, mi sembrava inutile comperarne uno nuovo per un secondo matrimonio, avendo gli armadi pieni di abiti.»

    «Anche i secondi matrimoni meritano una fanfara» commentò la nonna. «In fin dei conti è un giorno speciale.»

    «Certo, hai ragione» mormorò Chloe con stanchezza. «Quanti ospiti dobbiamo aspettarci questa sera, mamma?»

    «Una dozzina. Solo i familiari e gli amici più intimi. Non vogliamo frastornare i Prescott, presentando loro troppi visi nuovi tutti in una volta. A che ora arriveranno?»

    «L’aereo dovrebbe atterrare alle undici e venti, credo. Baron andrà a prenderli, li porterà a pranzo e poi in albergo perché si riposino in vista del ricevimento.» Chloe si alzò. «Adesso è meglio che vada. Ho

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