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Attrice nella vita
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E-book145 pagine2 ore

Attrice nella vita

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Info su questo ebook

La promettente carriera teatrale di Kirsty viene seriamente compromessa dalla stroncatura del più famoso critico londinese, Drew Chalmers. È quindi comprensibile che, vedendosi offrire su un piatto d'argento l'opportunità di vendicarsi, lei non esiti a coglierla, infischiandosene delle conseguenze. Ma la sua iniziativa, disgraziatamente, non ottiene l'effetto sperato, anzi si ritorce contro di lei come un vero boomerang!

LinguaItaliano
Data di uscita15 feb 2016
ISBN9788858949719
Attrice nella vita
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Attrice nella vita - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Sudden Engagement

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 1983 Penny Jordan

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 1985 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-971-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    La loro commedia aveva i giorni contati. Kirsty lo aveva capito dopo l’ultima rappresentazione, quando la tiepida risposta del pubblico aveva evidenziato i numerosi difetti che lei, per disperazione, si era rifiutata di vedere. I suoi risparmi si stavano esaurendo e, se non trovava qualche altro lavoro, sarebbe stata costretta a tornare dai suoi genitori con la coda fra le gambe.

    Se solo Chelsea e Slade non se ne fossero andati in Italia! Al contrario dei suoi genitori, la zia Chelsea comprendeva i motivi che avevano spinto Kirsty ad abbracciare il difficile mestiere dell’attrice anche se ora, pensandoci, Kirsty fece una smorfia amara e infilò la porta del teatro senza unirsi agli altri attori nella stanza verde. Se non fosse stata stroncata dal famoso critico Drew Chalmers nella commedia precedente, ora sarebbe stata a New York con il resto della compagnia.

    Una ventata di aria gelida, eccezionale in settembre, le si infilò nel collo del cappotto, facendola rabbrividire. La misera paga che percepiva con quella compagnia le bastava appena per pagare l’affitto della camera e mangiare: anche quel morbido cappotto di cammello, che non avrebbe mai potuto permettersi di comprare, le era stato regalato dalla zia e dal suo nuovo marito il Natale precedente. Per un attimo indugiò nel ricordo della casa calda e accogliente dove era cresciuta... dei pasti caldi che sua madre le faceva trovare pronti quando rientrava...

    Sei stata tu a volertene andare, si disse bruscamente. Se avesse dato retta ai suoi, a quell’ora sarebbe ancora a Melchester, fidanzata col ragazzo della porta accanto e con un matrimonio scontato in programma.

    Ma Kirsty non era tagliata per quella vita; per quel che poteva ricordare, fin da piccola aveva sempre sognato di interpretare i personaggi più famosi. In realtà, ammise con amarezza, l’idea di fallire come attrice non l’aveva mai sfiorata. All’Accademia di Arte Drammatica i suoi insegnanti l’avevano incoraggiata e quando aveva ottenuto la sua prima parte, si era convinta di avercela fatta. Certo, non aveva un ruolo importante, ma il cast di attori era buono e la compagnia prestigiosa. Ora si rendeva conto di tutti gli sbagli che aveva fatto: prima di tutto, il suo personaggio, quello di una ragazza di mondo, decisa, non era fatto per lei e, in secondo luogo, aveva realizzato di essere paurosamente a corto di esperienza.

    Il critico che aveva assistito alla prima era stato implacabile nei denunciare tutti quei difetti e, dopo aver letto la recensione, Kirsty non si era sorpresa quando le avevano detto che, per lei, non c’era più posto.

    Da allora aveva dovuto aspettare sei mesi prima di trovare una scrittura nella piccola compagnia di provincia dove lavorava adesso e, ironia della sorte, si rendeva conto di essere migliorata, di aver imparato quei piccoli trucchi del mestiere che le sarebbero stati tanto utili la volta precedente.

    I motivi che avevano spinto Drew Chalmers a stroncarla non le erano ancora chiari; non aveva assolutamente pensato di meritare l’attenzione di un personaggio tanto famoso. Un collega le aveva suggerito che forse le cause si potevano trovare nella nota rivalità che correva fra lui e l’autore della commedia, Nigel Evans. Oh, Kirsty lo aveva odiato con tutte le sue forze. E lo odiava ancora.

    Senza Drew Chalmers ora lei avrebbe calcato i palcoscenici di Broadway, guadagnando quella preziosa esperienza di cui, ed era la prima a riconoscerlo, aveva tanto bisogno. Chelsea le era stata molto vicina in quei momenti, ma la sua simpatia non le era servita a niente, anche perche sua zia, che aveva studiato arte drammatica in gioventù, non era arsa dal sacro fuoco del palcoscenico come lei.

    Quel che più la infastidiva era il sapere che, in fondo, Drew Chalmers aveva avuto ragione. Non era tagliata per la parte, l’aveva interpretata senza convinzione, senza quel calore che distingue gli attori veri dalle semplici comparse. Ma quella ragazzetta di provincia con il quale lui l’aveva liquidata, le bruciava ancora.

    Era quasi a un chilometro dal teatro, quando una macchina di lusso, con a bordo un uomo e una donna vestiti da sera, si staccò lentamente dal marciapiede davanti a lei. Probabilmente i suoi occupanti sarebbero andati a cena nel ristorante del famoso albergo situato dall’altra parte della città, uno dei ritrovi più esclusivi della Contea.

    Un sorriso impertinente le increspò le labbra piene e ben disegnate e uno strano impulsò serpeggiò in lei: perche no? Aveva bisogno di tirarsi un po’ su e c’era ancora l’assegno che aveva ricevuto per il compleanno da Chelsea e Slade e che aveva conservato per eventuali emergenze. Perche non concedersi una pazzia? Ci fu una breve lotta fra la prudenza e l’impulso e poi quest’ultimo prevalse. Sarebbe andata a farsi una doccia e poi diritta all’albergo per regalarsi una cena squisita e una notte di sogno nell’ambiente più lussuoso che la città potesse offrire!

    Quando raggiunse la casa dove abitava, che le sembrò ancora più triste del solito, la prudenza aveva prevalso al punto di farle fare una telefonata per accertarsi che ci fosse posto in albergo. A ogni modo ebbe fortuna, o sfortuna, a seconda dei punti di vista, e la gentile centralinista che le rispose le assicurò che c’era una camera disponibile e che poteva prenotarla per una sola notte.

    La signora Larch, che le affittava la stanza, quando seppe che Kirsty cenava fuori e non tornava a dormire, assunse un’espressione addolorata e curiosa.

    «Qualche ragazzo, eh?» chiese, fissando Kirsty con un cipiglio severo. «Come le dissi quando le diedi la camera, io non approvo assolutamente questo genere di cose. La mia è una casa rispettabile, e lo sarà sempre...»

    Kirsty continuò a prepararsi come se niente fosse e s’infilò in camera senza concedere nulla all’avida curiosità della donna.

    Fece sparire rapidamente i resti della colazione del mattino, che era stata costretta a lasciare sulla tavola, e pensò con soddisfazione che quella sera si sarebbe concessa molto di più che due toast e un po’ di caffè... molto di più!

    Aprì l’armadio e ne esaminò il contenuto con aria pensosa. Grazie alla benevolenza di zia Chelsea, che le aveva passato alcuni dei suoi vestiti da sera, a Kirsty non mancava certo la scelta, ma fu un abito da sera lungo, color sabbia, quello che attrasse particolarmente la sua attenzione. Quando lo aveva visto, sua madre aveva arricciato il naso, obiettando che una ragazza di vent’anni non doveva indossare abiti tanto sofisticati, ma lei se ne era innamorata e non aveva voluto sentire ragioni.

    Ebbe la fortuna di trovare il bagno libero e l’acqua quasi calda... quella notte, si ripromise, avrebbe approfittato al massimo dei comfort della sua camera d’albergo! Il contatto della seta sulla pelle fresca e profumata le infuse una ventata di piacevole ottimismo. Davanti allo specchio, si lisciò il vestito, che aveva una profonda scollatura sul davanti, passandosi le mani lungo i fianchi. Era perfetto, perfetto per una sera come quella, nella quale aveva deciso di interpretare una parte allegra, spregiudicata, lontana mille miglia dal personaggio triste che era costretta a vivere tutti i giorni.

    Il taxi arrivò pochi istanti dopo e Kirsty, mentre vi saliva, vide un rapido movimento alla finestra della signora Larch che la fece scoppiare in una risatina divertita.

    Probabilmente, a quell’ora, il resto della compagnia era riunito al pub per discutere i motivi del fallimento dell’ultima rappresentazione. Ormai non c’era più niente da fare, lo scioglimento del gruppo era questione di giorni e lei lo sapeva perfettamente. Ma ci sarebbero state altre possibilità, altre parti, si disse con ostinazione mentre il taxi sfrecciava nella zona più esclusiva della città.

    Winton era una piccola città di mare, abbastanza vicina a Bournemouth da considerarsi di classe, ma in realtà priva dello stile necessario, di quell’abitudine al turismo d’élite, che avevano fatto la fortuna dell’altra cittadina. Winton era abitata prevalentemente da insegnanti ed ex ufficiali dell’esercito, sicuramente il posto meno adatto per lanciare una commedia come quella, dove il soggetto era imperniato sulle miserabili condizioni di vita dei minatori dei primi del Novecento. Anche l’interpretazione del pur bravo Bernard Wray non l’aveva convinta; accentuava troppo i toni drammatici e quel suo calcare la mano su alcune battute aveva fatto, Kirsty ne era certa, una cattiva impressione sul pubblico pacifico e borghese di Winton.

    Lei aveva un animo romantico: adorava Shakespeare, Milton o il brio che si trovava nei lavori di qualche commediografo moderno, come Noel Coward, a esempio.

    Persa in quei pensieri, Kirsty all’improvviso si accorse che il taxi si era infilato nel vialetto d’accesso all’albergo.

    L’edificio in stile edoardiano, sobrio ed elegante, era circondato dalle verdi distese del campo di golf, interrotte qua e là da boschetti di querce e faggi.

    Un portiere in uniforme gallonata le venne ad aprire la portiera e, immedesimandosi immediatamente con la parte che aveva deciso di recitare, Kirsty pagò l’autista, gratificandolo di un sorriso ammaliante che lasciò il poveretto imbambolato a fissarla.

    L’atrio dell’hotel era ricoperto da una fitta moquette verde smeraldo; Kirsty si diresse con decisione verso la reception e il lampo di apprezzamento che scorse negli occhi dell’impiegato le fece capire che, per il momento, stava interpretando la sua parte in modo spontaneo. Il giovane s’incaricò di farle mandare la valigia in camera e le indicò sorridendo il corridoio che conduceva al ristorante.

    Una decina di lampade a muro mettevano in risalto il magnifico rivestimento di legno che ricopriva le pareti, sulle quali facevano spicco dei grandi quadri che riproducevano famose battaglie

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