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Amare un milionario: Harmony Collezione
Amare un milionario: Harmony Collezione
Amare un milionario: Harmony Collezione
E-book161 pagine2 ore

Amare un milionario: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Kate Durant ha lasciato Londra ed è tornata a casa, nella campagna inglese, alla ricerca di una vita tran-quilla. Ma i suoi piani si scontrano con un imprevisto: Jack Logan. Sarebbe facile, per lei, lasciarsi sedurre dal suo ex fidanzato, soprattutto ora che è diventato un affascinante milionario. Lui non ha mai perso la capacità di accenderle i sensi con un solo sguardo, e la tentazione di ricadere fra le sue braccia si fa ogni giorno più forte. Ma Kate non può fare a meno di chiedersi come potrà riuscire a spiegargli ciò che gli ha nascosto per tutto quel tempo.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2019
ISBN9788858998465
Amare un milionario: Harmony Collezione
Autore

Catherine George

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Amare un milionario - Catherine George

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Millionaire’s Runaway Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2006 Catherine George

    Traduzione di Maria Teresa Delladio

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-846-5

    1

    Chiuse di fretta l’auto e attraversò di corsa una lunga fila di auto parcheggiate provando un profondo senso di colpa. Era chiaro che la festa era già cominciata e l’ospite d’onore, lei, era in ritardo. Non appena imboccato il vialetto che conduceva alla casa la porta dell’abitazione si spalancò, ma prima che Anna Maitland potesse iniziare a farle la ramanzina Kate l’abbracciò e le stampò sulla guancia un bacio di scuse.

    «Sono terribilmente spiacente» si giustificò ansando per la breve corsa.

    «Ecco la ritardataria signorina Durant!» l’accolse Ben Maitland sorridendo con indulgenza e stringendola in un abbraccio.

    «Mi hai detto che stavi per uscire quando ti ho telefonato, Kate. Che fine hai fatto?»

    «Stavo pitturando e il tempo mi è volato. Quando sono andata a cambiarmi mi sono resa conto che gli indumenti che volevo indossare erano ancora in valigia e così ho dovuto cercare qualcos’altro all’ultimo momento.» Poi Kate puntò un dito accusatorio contro l’abito dell’amica. «Ehi, mi avevi detto che si trattava di una festa in tono sportivo.»

    «Uno sportivo elegante...» bofonchiò Anna, rabbuiandosi nel vedere l’amica in jeans.

    «Avete intenzione di restare qui tutta la sera?» intervenne Ben.

    «No di certo. Avanti, Kate, prendi le tue cose e portale nella stanza degli ospiti» ordinò Anna.

    Kate salì al piano superiore e gettò il borsone sul letto. Sostituì gli stivali di cuoio con un paio di sandali argentati dal tacco alto, si sistemò la blusa di satin color argento, indossò un paio di orecchini da sera e dopo un ritocco al rossetto si affrettò a raggiungere gli amici che la stavano aspettando al piano inferiore.

    «Dopotutto, il tuo abbigliamento è sportivo elegante, Cenerentola» concluse Anna sollevata nel vedere il repentino cambiamento di Kate.

    «Pronta a buttarti nella mischia?» le domandò Ben.

    Kate sorrise. «Puoi giurarci. Guidami al bidone dello champagne...» ironizzò.

    Anna prese sottobraccio l’amica e la guidò tra gli invitati, per introdurla ad amici vecchi e nuovi e, completato il giro, la lasciò in compagnia di un uomo assai attraente raccomandandosi di farle buona guardia. Richard Forster fu ben felice di assolvere a quel piacevole compito. Ben presto Kate entrò nell’atmosfera della festa chiacchierando piacevolmente con i presenti, ignara che due occhi la stessero sorvegliando.

    Nella serra adiacente, celato dal fogliame, un uomo stava rispondendo ad alcune domande sull’ultimo progetto della sua società. Parlava in tono chiaro e cortese, ma la sua attenzione era concentrata sull’ultimo arrivo. A differenza delle altre, quella donna indossava un paio di jeans e una camicetta che gli ricordava una sottoveste. La figura snella, quasi androgina, ora era leggermente arrotondata sui fianchi, ma i capelli erano sempre lucidi come la buccia delle castagne che anni addietro avevano raccolto insieme sotto l’ippocastano di suo padre.

    «Quella è l’amica di Anna Maitland, Kate Durant» spiegò il tizio dopo aver seguito lo sguardo del suo interlocutore. «Vuoi che te la presenti?»

    Ancora inconsapevole di essere studiata, Kate beveva champagne e chiacchierava allegramente. Quando, voltandosi, vide l’uomo che le stava andando incontro, avvertì un brivido lungo la schiena. La chioma di capelli neri era decisamente più corta e ordinata, la possanza fisica era accresciuta e le linee del volto apparivano ora più volitive.

    «Ciao, Katherine» la salutò l’uomo in tono informale, come se fossero trascorsi solo pochi giorni e non degli anni dal loro ultimo incontro.

    «Conosci Jack Logan?» domandò Richard Forster e Kate, riprendendosi dalla sorpresa, sorrise composta porgendogli la mano.

    «Sì. Ci siamo conosciuti molti anni fa. Ciao, Jack. Felice di rivederti.»

    «Kate e io siamo vecchi amici» spiegò Jack a sua volta rivolto al gruppo. «Scusate se ve la rubo per qualche minuto...» aggiunse prendendo Kate sottobraccio.

    Quando furono lontani da orecchie indiscrete, Jack la fissò negli occhi. «Ti trovo in ottima forma, Kate. Un po’ più in carne, ma stai benissimo.»

    «Grazie, Jack. Dov’è tua moglie?» gli domandò lei di proposito.

    Lui la guardò sorpreso. «In Australia.»

    «In vacanza?»

    «Dawn è andata a vivere a Sydney da sua sorella subito dopo il divorzio. Qualche anno fa si è risposata.»

    Divorzio? Kate mascherò la sorpresa con un sorriso. «Oh, non lo sapevo.»

    «Già, eri troppo presa a saltare da un fidanzato all’altro» l’apostrofò lui con un sorriso asciutto.

    «Purtroppo non posso vantarne poi tanti» replicò lei ancor più gelida.

    «E nessuno al momento, a quanto pare.»

    «Chi è il tuo informatore?» gli domandò Kate.

    «La vicina di casa dei Maitland, Lucy Beresford. Il marito lavora parecchio con me. Gli affido l’esecuzione degli impianti elettrici. I Beresford si sono stabiliti qui poco dopo il tuo trasferimento in città. Comunque non sanno che sono nella lista dei tuoi ex.»

    «Perché avresti dovuto dirglielo?» commentò lei con un sorriso. «E ora... vuoi scusarmi, Jack? Sono stata contenta di averti rivisto, ma devo ritornare da Anna a darle una mano.»

    Kate puntò dritta verso la cucina dove Anna stava impartendo istruzioni agli addetti al catering. «Devo parlarti in privato» esordì guardandola furiosa.

    Ad Anna bastò un’occhiata per capire che era successo qualcosa. «Cosa c’è che non va?» le domandò dopo averla condotta nell’adiacente dispensa.

    Kate fissò l’amica. «Che diavolo ti è venuto in mente di invitare Jack Logan?»

    «Perché non avrei dovuto?» replicò l’altra meravigliata. «E poi non l’ho invitato. A quanto pare, ha accompagnato George Beresford a casa e Lucy l’ha convinto a partecipare con lo scopo di presentarti a lui. Sono rimasta anch’io a bocca aperta quando me lo sono trovato davanti. Lui non partecipa mai alle feste.»

    «È venuto per pura curiosità» commentò Kate. «È l’uomo col quale ero fidanzata prima di conoscerti.»

    «Cosa? Stai scherzando!» replicò l’altra strabiliata.

    «Non lo vedevo da quando ci siamo lasciati. È stato un colpo trovarlo qui questa sera.»

    «Lo credo bene! È stato un colpo persino per me. Quando me lo sono trovato alla porta non sapevo che cosa dirgli. Mi sentivo in colpa per non averlo invitato e lui lo aveva capito. Così si è scusato in modo molto garbato della sua irruzione. Poi Ben gli ha offerto un drink e lo ha presentato agli invitati. Non che avesse bisogno di molte presentazioni. I Logan sono molto conosciuti qui. Avresti dovuto tenertelo stretto... Jack Logan è ricco sfondato.»

    «Esistono cose più importanti dei soldi.»

    «Sicuro, ma qualunque sia stata la ragione, ora non rovinarti la festa. Ricordati che l’ho organizzata in tuo onore.»

    «Lo so e lo apprezzo molto, Anna. Ora lascia che ti aiuti.»

    Kate aiutò l’amica a intrattenere gli ospiti e ad assicurarsi che tutti fossero serviti, badando bene di evitare Jack. Quando, infine, Anna la invitò a prendersi una pausa, lei accettò di buon grado.

    «Coraggio, vai a mangiare nello studio» la esortò Anna mettendole in mano un piatto di vivande. «Sempre che quei jeans te lo consentano.»

    Kate seguì il consiglio dell’amica, ma quando arrivò nello studio s’imbatté proprio in Jack Logan, che si stava alzando dal divano con un piatto vuoto in mano.

    «Stai cercando un po’ di pace?» le domandò. «Maitland mi ha salvato da della gente che voleva parlarmi di lavoro. Se vuoi, posso trovarmi un altro posto.»

    Lei si strinse nelle spalle con finta indifferenza e si sedette dietro la scrivania. «Resta, se ti va.»

    «Hai fame» osservò divertito non appena Kate iniziò a mangiare.

    «Oggi non ho pranzato» spiegò lei, intenzionata a ingoiare fino all’ultimo boccone quel cibo che ora sembrava andarle di traverso.

    «Sei qui per il fine settimana?» s’informò Jack in tono cortese, quasi fosse stato uno sconosciuto invece dell’uomo che a suo tempo le aveva spezzato il cuore.

    «Non esattamente. Ho lasciato Londra per sempre. Ora vivo qui.»

    Lui la fissò incredulo. «Da sola?»

    «No. Con mia nipote.»

    «Ah, capisco. Mi è dispiaciuto tantissimo per tua sorella. È stato un tragico incidente.» Poi lui la guardò sollevando un sopracciglio con aria interrogativa. «Ma dimmi, Kate, che cosa ti ha riportata qui? A suo tempo non vedevi l’ora di andartene da questo posto.»

    «Ho ereditato una casa qui a Park Crescent da mia zia. Quando Elizabeth e Robert sono morti...»

    «C’ero anch’io al funerale.»

    «Sul serio? Non ti ho visto.»

    «Non mi sembrava il caso di farmi vedere in quella circostanza. Ma c’ero.»

    «Grazie, Jack. È stato molto gentile da parte tua.» Dopo una pausa, Kate riprese il racconto. «Passato quel terribile momento, decisi di portare mia nipote da Anna e Ben. Joanna non vedeva l’ora di lasciare Londra dopo la morte dei suoi genitori. Qui si è trovata bene, così ho deciso di lasciare il lavoro, vendere il mio appartamento di Londra e ritornare a Park Crescent.»

    «Incredibile. Apprezzo molto che tu voglia dare una famiglia a tua nipote, ma che abbia deciso di offrirgliela qui piuttosto che a Londra mi lascia interdetto. Una volta per te la carriera veniva al primo posto, al punto da giudicarmi matto per voler restare qui a lavorare con mio padre.»

    Kate si strinse nelle spalle. «Fu una tua scelta. La mia fu un’altra.»

    «Naturalmente fu quella giusta. Ho sentito dire che hai fatto carriera molto in fretta. Hai lasciato il lavoro solo per tua nipote?»

    «È stato l’elemento determinante, anche se era già da tempo che nutrivo altri progetti. La catena di grandi magazzini nella quale lavoravo qualche tempo fa si è fusa con un’altra società, ingrandendosi. Da quel momento le cose sono iniziate a cambiare e non mi trovavo più bene. Dopo la morte di Liz e Robert ho accettato la generosa liquidazione che mi è stata offerta e sono ritornata qui per poter ricominciare una nuova vita accanto a Jo.»

    «Ma che farai qui? Hai intenzione di trovarti un lavoro in città?»

    «Se è per questo, ne ho già uno. Vado a prenderti il dessert?» aggiunse Kate alzandosi in piedi.

    «Resta lì, ci penso io» si offrì lui.

    «No, Jack. Devo ritornare di là. Forse non lo sai, ma Anna ha organizzato questa festa proprio per me. Una specie di ritorno a casa del figliol prodigo...»

    «Lo so. Me lo ha detto Lucy Beresford.»

    «E sei venuto ugualmente?»

    «È stato l’unico motivo. Vado di rado ai ricevimenti, figuriamoci se non sono nemmeno tra gli invitati! Questa volta, però, la curiosità ha avuto la meglio sull’etichetta.» Poi Jack la fissò intensamente e aggiunse: «E non me ne pento. È stato bello rivederti, Kate».

    «Anche per me, Jack» replicò lei con un sorriso di circostanza, affrettandosi a ritornare nel salone.

    «Oh, eccoti, finalmente!» Anna stava guarnendo con dello sciroppo d’amarena due piatti con delle meringhe. «Ho promesso a Richard che ti saresti unita a lui per il dessert.»

    «Richard?»

    «Sì, Richard Forster. L’uomo che ho invitato apposta per te.»

    «Sempre a caccia di possibili fidanzati per me. Ti prego, lascia stare. Non è un peccato mortale essere ancora single a trent’anni.»

    «Trentaquattro, per la precisione. Comunque, non ti ho

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