Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Attrazione fuori controllo: Harmony Destiny
Attrazione fuori controllo: Harmony Destiny
Attrazione fuori controllo: Harmony Destiny
E-book168 pagine2 ore

Attrazione fuori controllo: Harmony Destiny

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Baroni dell'oro nero 3/8
Una potente famiglia di petrolieri: scandali, segreti inconfessabili ed eredità da spartire nella selvaggia Alaska

Il solitario milionario Trystan Mikkelson ha bisogno di un cambio di immagine per rilanciare la sua società petrolifera in difficoltà, e Isabeau Waters è la miglior consulente in circolazione.
Un'inaspettata notte di passione, però, cambia irrimediabilmente il rapporto tra i due: Trystan e Isabeau vengono trascinati in un'altalena di passione e parole non dette, desiderio e paure legate al passato. Una proposta potrebbe cambiare tutto... ma non ci sarà nessun sì senza un'unica, imprescindibile condizione.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2019
ISBN9788858999349
Attrazione fuori controllo: Harmony Destiny
Autore

Catherine Mann

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Leggi altro di Catherine Mann

Autori correlati

Correlato a Attrazione fuori controllo

Titoli di questa serie (8)

Visualizza altri

Ebook correlati

Narrativa romantica per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Attrazione fuori controllo

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Attrazione fuori controllo - Catherine Mann

    successivo.

    1

    «Divarichi un po' di più le gambe, per cortesia, signor Mikkelson.»

    Isabeau Waters si accovacciò sui talloni, alzando lo sguardo sulla figura incombente del magnate del petrolio. Per via della professione di consulente d'immagine, aveva passato ore e ore in compagnia di uomini nudi o mezzi nudi, tuttavia mai una volta era stata incaricata di rinnovare il guardaroba di un uomo che la tentava così tanto come Trystan Mikkelson, ranchero e pezzo grosso d'Alaska.

    Prendere la misura dell'interno cosce? Santo cielo.

    Inginocchiata sul morbido tappeto dell'ufficio di lusso, Isabeau aggiustò la presa sul metro da sarto. Risalì le gambe ricoperte dai jeans finché gli occhi non furono al livello... della sua cintura di pelle. Talmente vicina che riusciva a leggere l'incisione sulla pettorina del cane da slitta da corsa dell'Iditarod.

    Respira.

    Ragiona.

    Sii professionale.

    Quell'incarico era ben pagato e di alto profilo. La fusione degli imperi petroliferi delle famiglie Mikkelson e Steele nell'Alaska Oil Barons, Incorporated aveva monopolizzato le notizie in campo finanziario, provocando fluttuazioni di mercato. Le azioni avevano appena cominciato a stabilizzarsi quando il patriarca Steele aveva subito una grave ferita a causa di un incidente a cavallo.

    Ora le parti stavano lavorando a pieno ritmo per assicurarsi che la compagnia presentasse un'immagine coesa. Considerata la quantità dei membri delle due famiglie, Isabeau era ancora stupita che l'uomo che si ritrovava davanti, il quale preferiva gestire il ranch di famiglia piuttosto che partecipare alla vita dell'azienda, fosse la loro scelta come volto della neonata compagnia. Da quanto si diceva, i familiari di entrambe le parti avevano problemi coniugali, di salute oppure erano troppo timidi per parlare in pubblico, il che lasciava come soluzione solo quel rude cowboy Mikkelson o uno Steele adolescente. Dato che il ragazzo non era un'opzione possibile, restava soltanto Trystan Mikkelson.

    Per il momento, almeno.

    La missione di Isabeau? Trasformarlo.

    Il guardaroba era la parte più facile, quella difficile... tenerlo in riga e focalizzato sul messaggio da trasmettere per le successive quattro settimane, fino alla manifestazione per la salvaguardia ambientale: una cena di raccolta fondi con alcune celebrità. E poi proseguire nell'opera fino al matrimonio della madre con il magnate del petrolio Jack Steele.

    Un bell'impegno, senza dubbio; niente, però, che non fosse in grado di affrontare... sempre che riuscisse lei per prima a mantenersi focalizzata.

    Trystan passò da uno stivale impolverato all'altro. «Non per mancare di rispetto alla sua professione, signorina, ma non ho nessuna intenzione di farmi tirare a lucido come qualche damerino.»

    «Nell'ordinare gli indumenti e nel parlare con il sarto, terrò a mente le sue preferenze. Sarà ancora lei, tuttavia una versione di lei che ispira fiducia anche agli investitori meno... ruvidi.» Isabeau sistemò una ciocca vagabonda di capelli dietro l'orecchio, sfiorando l'orecchino di perla che la sua migliore amica le aveva regalato quando aveva avviato l'azienda di consulenza d'immagine. Un portafortuna, e ormai per Isabeau era diventato un rito indossarli a ogni prima prova abiti con un cliente.

    Trystan grugnì.

    Lei sollevò gli occhi.

    «Usi le parole, per favore.»

    «Mi scusi?» replicò lui inarcando un sopracciglio. «Non sono un bambino.»

    Oh, su questo non c'era alcun dubbio.

    «Esatto. La posta in gioco è molto più alta di un pomeriggio in punizione. L'Alaska Oil Barons, Incorporated mi ha assunto per portare a termine un lavoro.» Ed evidentemente quel lavoro avrebbe incluso limare il suo modo di esprimersi così come il suo guardaroba.

    Era evidente che quel giorno avesse fatto uno sforzo per presentarsi da lei, ma per lui fare uno sforzo significava semplicemente abbandonare la consunta camicia di flanella a quadri per una nuova a tinta unita. Isabeau poteva apprezzare l'intenzione. Non che si fosse illusa che sarebbe stato semplice.

    Per più di una ragione.

    Mantenere la distanza professionale a quella personificazione della distrazione sensoriale sarebbe stata una sfida, per usare un eufemismo.

    Occhi verso l'alto. Molto più sicuro.

    Forse.

    Stava sorridendo, accidenti a lui.

    I suoi capelli folti sembravano perennemente arruffati dal vento... una tempesta di polveroso castano chiaro. Una parte di lei si doleva per l'imminente appuntamento dal barbiere. Quei capelli, però, dovevano essere un po' addomesticati, proprio come l'uomo che li portava.

    Le sue spalle larghe e il torace erano scolpiti con muscoli formati dal duro lavoro, non in una palestra.

    Isabeau avrebbe dovuto ordinare delle giacche abbondanti, e lo smoking avrebbe dovuto essere tagliato su misura.

    Era pura virilità, e il desiderio montò dentro di lei.

    Niente affatto professionale e difficile da tenere a freno.

    Cercò di controllare la mente, concentrandosi sul mettere un po' d'ordine tra gli appunti.

    Essersi accalappiata l'Alaska Oil Barons, Inc. era un colpo grosso. Era un cliente di primaria importanza, e la recente fusione delle compagnie Mikkelson e Steele aveva messo la società ancora più al centro dell'attenzione. Gli affari venivano ancora condotti nelle due sedi originarie; quel giorno, Isabeau si trovava nel quartier generale della Mikkelson.

    Nell'ufficio di Jeannie Mikkelson, per l'esattezza, che per l'occasione era diventato lo studio di Trystan, dato che la madre era incollata al fianco del fidanzato ancora convalescente.

    L'ufficio era spazioso e splendido e Isabeau avrebbe dato un occhio della testa per averlo, però non sembrava molto adatto a uno come Trystan: dalla poltroncina direzionale color crema ai mobili verde-mare, era uno spazio decisamente femminile.

    Gli occhi di Trystan continuavano a spostarsi verso le finestre e il lucernario, come se stesse cercando una via di fuga per gli spazi aperti che si diceva preferisse.

    Isabeau abbassò lo sguardo per aggiungere qualche appunto sugli obiettivi a breve e a lungo termine.

    Primo step: vestire Trystan per il matrimonio della sorella Glenna con il maggiore dei fratelli Steele, Broderick, in programma per quel fine settimana.

    Come direttori finanziari, Glenna e Broderick sarebbero stati la scelta più ovvia per prendere il timone della compagnia ad interim, ma entrambi erano stati categorici nell'asserire che la loro relazione meritava di essere posta davanti a tutto il resto.

    L'altro figlio maschio Mikkelson, Charles Jr, detto Chuck, aveva dichiarato più o meno la stessa cosa, visti i problemi con la moglie. E, anche se Isabeau non poteva che apprezzare la loro devozione per i rispettivi coniugi, avrebbe anche voluto prenderli per le spalle e dare un bello scossone a ciascuno di loro, perché sembrava che non si rendessero conto di quanto fosse delicata la situazione al momento.

    Gli azionisti dovevano essere rassicurati. Il panico era sempre in agguato, ed era molto pericoloso.

    I suoi pensieri compirono un salto nel vuoto, abbandonando il compito cui si stava dedicando, la mente che si rivolgeva a Paige, la sua labrador bionda, sdraiata dietro il divano, solo la testa e le zampe anteriori che spuntavano da una parte. Come se avesse percepito la sua attenzione, il cane sollevò il muso, quei grandi occhi marroni adoranti e rassicuranti insieme. Paige inclinò la testa, facendo dondolare le orecchie e sfregare il pelo contro la pettorina rossa che la distingueva come cane da assistenza in grandi lettere nere in stampatello; in un carattere più piccolo era riportata l'istruzione di non accarezzare. Isabeau aveva bisogno di Paige per via del diabete.

    E degli attacchi d'ansia.

    Che erano poi uno dei motivi per cui aveva scelto una carriera dietro le quinte, piuttosto che sul palcoscenico: il fidanzato stalker che aveva frequentato al college ora era in prigione, ma la paura non era mai svanita del tutto.

    Schiarendosi la gola, alzò il metro per prendere un'altra misura. «Ho quasi finito.»

    «Mi fa piacere saperlo.» Trystan allargò le braccia mentre lei gli misurava il petto.

    Isabeau si considerava una professionista. Non aveva mai avuto problemi con il desiderio inopportuno nei confronti di un cliente.

    Be', sarebbe stato un mese lungo e impegnativo, per portare a termine il lavoro.

    Tuttavia quell'incarico avrebbe rafforzato la sua reputazione, e aveva il potenziale di farle trovare altri clienti di quel calibro.

    Poteva contare solo su se stessa: niente famiglia, niente eredità. In quel momento la sua salute era stabile, ma il diabete le aveva già causato dei problemi, in precedenza. Doveva mettere da parte una certa cifra cui poter attingere in caso di emergenza.

    Non si sarebbe mai ridotta come la madre, sola e sul lastrico.

    «Signor Mikkelson, dovrebbe...»

    «Trystan» la corresse lui con un tono profondo, un rombo melodico.

    «Trystan» concesse allora lei. «Devi soppesare attentamente le tue parole. Meno è meglio... che in effetti, ora che ci penso, non dovrebbe essere troppo difficile per te. Niente sfoghi impulsivi. È più facile elaborare un'affermazione che far dimenticare un'impressione negativa.»

    «È solo una cena di beneficenza. Vi partecipo da tutta la vita.»

    «Adesso, però, non è più solo una partecipazione. Sei il rappresentante della compagnia, una compagnia il cui presidente ha rischiato di morire quando si è rotto la schiena nel bel mezzo di una fusione fondamentale» gli ricordò, auspicando che potesse tenerlo sempre a mente, anche se sembrava che l'idea non lo toccasse. «Se non te la senti, posso parlare con la tua famiglia e vedere di convincere uno dei fratelli Steele ad assumersi il ruolo di volto della società. Di sicuro ce n'è in abbondanza tra cui scegliere...»

    «No, ci penso io.» Le rivolse un sorriso tirato. «Il fatto che siano così tanti è proprio il motivo per cui devo farlo io. Per assicurarmi che mia madre conservi il suo ruolo alla pari nella dirigenza, e che gli Steele non la mettano da parte.»

    «Capisco il tuo punto di vista, però sai che questo è proprio il genere di affermazioni che non dovresti fare in pubblico.»

    «Presentare un fronte unito. Certo.» Si picchiettò l'indice sulla tempia. «Tutti noi dovremmo ignorare il fatto che le nostre famiglie sono state in guerra per più anni di quanti riesca a ricordare. Dovrei dimenticare tutte le volte che mio padre ha definito Jack Steele un ladro spietato.»

    Lei lo fissò con sguardo severo. «Signor Mikkelson...»

    «Trystan.» I suoi occhi erano blu carta da zucchero, una tonalità accesa in un uomo altrimenti severo. «E sì, lo so che questa è un'altra cosa che non dovrei dire in pubblico.»

    Quegli occhi.

    Quell'uomo.

    Sarebbe stato un mese decisamente lungo.

    Tutto per la famiglia.

    Era sempre stato il motto di Trystan, per tutta la sua vita. Ed era per quello che se ne stava lì, in piedi nell'ufficio, a lasciarsi trasformare.

    Com'era vestito non avrebbe dovuto fare alcuna differenza: aveva una laurea in economia e gestiva un ranch dal bilancio milionario, e il tutto l'aveva fatto in jeans e stivali impolverati. Al diavolo giacca e cravatta. Ma c'era in gioco la sopravvivenza della famiglia.

    Trystan avrebbe fatto tutto il necessario per stabilizzare la neonata Alaska Oil Barons, Incorporated.

    Anche se questo comportava farsi agghindare come un cavallo da dressage. Anche se detestava ogni minuto di quella finzione.

    Certo, lavorare al fianco di Isabeau Waters rendeva il tutto decisamente più sopportabile. Era un soffio d'aria fresca, ed era decisamente una bella visione.

    I suoi capelli rossi brillavano di sfumature dorate. Li aveva raccolti da una parte, in modo che ricadessero su una spalla, le onde naturali che si avvolgevano in un unico grande boccolo lo tentavano ad affondarvi le dita per misurarne la consistenza. Trystan era un uomo di fatti, un uomo che viveva la vita all'aria aperta e la sperimentava di prima mano, invece che starsene seduto a una scrivania ad analizzare dei dati a un computer.

    Gli occhi erano azzurri come il cielo dell'Alaska, brillanti e mutevoli. Un profondo respiro lo riempì del profumo di lei, simile a quello degli iris selvatici che sbocciavano in estate, bellissimi. Un incredibile mix di petali delicati che in qualche modo riuscivano a sopravvivere nonostante gli inverni spietati dell'Alaska e a fiorire ogni anno.

    E quel pensiero lo fece rimanere di sasso.

    Dannazione.

    Isabeau Waters lo stava rendendo poetico.

    Spostò lo sguardo sulla labrador che lo fissava con occhi curiosi. Avrebbe voluto arruffarle le orecchie, ma

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1