Il figlio del sultano: Harmony Collezione
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Quel bambino deve essere suo, Alim non ha dubbi, ed è disposto a ottenere la verità con tutte le armi a sua disposizione. Per questo ha deciso di ingaggiare Gabi per organizzare il proprio matrimonio, indeciso se averla soltanto come planner o come... sposa!
Carol Marinelli
Nata e cresciuta in Inghilterra, ha conosciuto il marito durante una vacanza in Australia.
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Il figlio del sultano - Carol Marinelli
successivo.
1
Gabi Deramo non era mai stata una damigella d'onore, tantomeno una sposa. Però i matrimoni erano la sua vita e se ne occupava per la maggior parte della sua giornata.
Era una sognatrice.
Da bambina, le sue bambole venivano regolarmente allineate nel tentativo di ricreare un corteo nuziale. Una volta vi aveva persino rovesciato sulle teste due scatole di zucchero e un pacchetto di farina per creare una sorta di effetto invernale.
Sua madre l'aveva sgridata dicendole che viveva tra le nuvole.
La verità era che, quando lei organizzava un matrimonio con le sue bambole, fingeva che fosse quello di sua madre, come se potesse fare apparire dal nulla suo padre, che invece aveva lasciato Carmel incinta a lottare da sola.
E benché non fosse mai stata baciata, in qualità di wedding planner aveva recitato quella parte in moltissimi modi romantici. Se lo sognava persino di notte.
E sognava di Alim.
Gabi era seduta intenta a controllare sul tablet la lista delle cose da fare. Si arricciò attorno al dito una ciocca dei suoi lunghi capelli neri mentre cercava di capire come organizzare da zero un esclusivo matrimonio invernale a Roma.
Flavia, la futura sposa, uscì dal camerino indossando il terzo abito nuziale.
«Ti piace?» le chiese esaminandosi allo specchio.
Gabi sapeva come gestire una sposa che puntava a un abito completamente sbagliato.
«Tu cosa ne pensi?»
«Non lo so» sospirò Flavia. «Mi piace abbastanza.»
«Allora non è l'abito per te perché lo devi amare.»
Flavia aveva respinto il suo suggerimento di un vestito semplice ed elegante che non aveva nemmeno voluto provare.
Gabi era una donna con le curve al posto giusto, ma Bernadette insisteva a farle indossare un completo nero informe così le clienti erano portate a pensare che non capisse nulla di moda.
Non era così, soprattutto per quanto riguardava gli abiti da sposa. Doveva risolvere la faccenda quel giorno. Bernadette non c'era per cui sarebbe toccato a lei farlo. Come sempre.
Quando l'incarico era complesso l'organizzazione veniva lasciata puntualmente nelle sue mani.
Si trovavano tra Natale e Capodanno e la boutique era chiusa, ma lei aveva chiesto un favore a Rosa, la proprietaria, che l'aveva aperta apposta per loro.
«Perché non segui il suggerimento di Gabi?» disse Fleur, la madre dello sposo.
Di solito la scelta dell'abito nuziale avveniva con la propria madre o la sorella, ma a quanto pareva era la futura suocera che avrebbe avuto l'ultima parola in quel complicato matrimonio.
Con grande riluttanza, Flavia accettò di provare il vestito e sparì nel camerino.
Mentre Rosa le portava l'abito, si accorse che Gabi ne stava guardando un altro, dal taglio classico e molto elegante.
«Sarebbe perfetto per te.»
«Dubito» sospirò Gabi con rammarico. «Comunque è bellissimo.»
«L'ordine è stato cancellato. Perché non lo provi?»
«Non posso mentre lavoro. E poi, anche se fosse, quando mai avrei l'occasione di indossarlo?»
Rosa non ebbe tempo di rispondere alla sua domanda perché una Flavia sorridente uscì dal camerino.
«Oh!» esclamò Gabi. L'abito era perfetto. Valorizzava la sua figura snella.
«Se solo ti avessi ascoltata subito.»
«Dobbiamo sbrigarci» borbottò Fleur, «altrimenti faremo tardi al nostro appuntamento all'Hotel Grande Lucia.»
Gabi controllò sul suo tablet. «Siamo giusti con i tempi.»
Una macchina le portò all'hotel e Flavia, ancora una volta, non pareva contenta.
«Sono stata a un matrimonio in quell'albergo alcuni anni fa ed era così... obsoleto.»
«Adesso non lo è più» si affrettò a precisare Gabi. «È cambiata la gestione. Il sultano Alim, il proprietario, negli ultimi due anni ha apportato diversi miglioramenti e ora l'albergo è semplicemente magnifico.» Persino pronunciare il suo nome la faceva arrossire. Lo vedeva occasionalmente, le loro strade si incrociavano di rado, però pensava a lui spesso, troppo spesso. «Vorrei anche ricordarti che è molto difficile prenotare l'hotel, specialmente con un preavviso così breve.»
«Fleur ritiene che non sia un problema» ribatté Flavia.
Fleur aveva accettato di pagare il matrimonio a patto che venisse organizzato al Grande Lucia.
«Infatti non lo sarà» ribadì la futura suocera.
Lei non ne era tanto sicura. Marianna, la coordinatrice degli eventi dell'albergo, era piuttosto inflessibile con i tempi e loro volevano che tutto fosse organizzato in due settimane.
Le strade erano abbastanza libere nonostante il periodo festivo. Gabi trattenne a stento uno sbadiglio. Avrebbe tanto desiderato poter appendere il cartello non disturbare al mondo intero per un po'. Aveva sperato di passare la pausa natalizia a porre le basi della sua attività, invece ancora una volta era stata chiamata a lavorare.
Era stanca, al punto che non riusciva nemmeno a sognare di avere, un giorno, una società tutta sua.
Aveva iniziato a lavorare per Matrimoni di Bernadette quando aveva diciotto anni, sperando di accumulare l'esperienza necessaria per mettersi in proprio.
Sei anni dopo, all'età di ventiquattro anni, quella prospettiva non le sembrava più tanto fattibile. Bernadette aveva fatto in modo che fosse così; praticamente non le lasciava il tempo per pensare ai suoi progetti.
Gabi guardò l'imponente facciata del vecchio edificio. Ronaldo, il portiere, aprì la portiera dell'auto.
«Bentornata» disse.
Lei si rese conto che si stava rivolgendo a Fleur. Evidentemente era una cliente di riguardo, considerando la deferenza del portiere. Quando entrarono provò un brivido di eccitazione al pensiero che avrebbe potuto incontrare Alim. Lui era sempre gentile, anche se distaccato. Ma lo era con tutti. Era avvolto da un'aria di mistero che l'affascinava.
Un intero piano del Grande Lucia era riservato a lui quando si trovava a Roma. Era anche a conoscenza della sua reputazione. Alim amava le belle donne, tuttavia una notte era il massimo che potevano ottenere. La colazione non era inclusa nel pacchetto. Infatti, secondo Sofia, una sua amica che faceva la cameriera lì, le parole usate più di frequente dalle sue amanti per descriverlo erano freddo e insensibile.
A Gabi non sembrava giusto perché aveva sempre scorto calore nei suoi occhi e negli affari era molto professionale.
Sempre stando ai racconti di Sofia, Alim ripagava con diamanti il tempo trascorso tra le sue braccia.
Ovviamente il sultano era completamente fuori dalla sua portata. Gli piacevano le bionde alte e snelle che sapevano come comportarsi in camera da letto.
Ma lei non importava che Alim fosse irraggiungibile e si limitava a sognare, cosa che era molto più sicura.
L'ingresso del Grande Lucia era maestoso con i tappeti color porpora, le sete alle pareti e i mobili in legno scuro. L'atmosfera era intima malgrado fosse un albergo.
Marianna venne loro incontro, le fece accomodare in uno dei salottini accanto all'atrio e annunciò deliziata che ci sarebbe stato uno spazio libero circa quindici giorni dopo.
«Devo verificare le date con precisione perché stiamo aspettando alcuni ospiti importanti a gennaio, pertanto il sistema di sicurezza verrà rinforzato. Alim ha chiesto di essere informato prima di prendere qualsiasi impegno. Oh, ma ecco...»
Marianna si interruppe e Gabi alzò lo sguardo. Alim era appena entrato accompagnato dall'ennesima bionda spettacolare. Sapeva che non gli piaceva essere disturbato per questioni di minore importanza, per cui Marianna non avvertì Flavia e Fleur della sua presenza.
Alim era talmente magnifico che tutti si voltavano a guardarlo e non solo per i suoi capelli scuri e il suo fisico alto e possente.
C'era qualcosa in lui per cui, ogni volta che lei si trovava vicino, non riusciva più a concentrarsi su altro.
«Quanti ospiti?»
La voce di Marianna le giunse da una distanza siderale e fu Flavia a rispondere perché Alim aveva incrociato il suo sguardo, facendole perdere il contatto con la realtà.
Gabi era una sognatrice il che significava che, anche se era fuori dalla sua portata, non era fuori dai suoi pensieri.
I suoi occhi erano grigio scuro con granelli d'argento che ricordavano la notte. Ed era molto pericoloso lasciarsi ammaliare dal suo sguardo.
Avrebbe voluto scusarsi e raggiungerlo in risposta al suo silenzioso comando. Voleva che la sua amante sparisse, che non dovesse lavorare e che lui l'adagiasse su un letto di seta.
«Gabi...» la chiamò Marianna.
«Alim» lo chiamò la sua amante.
Ma lui si stava già avvicinando. «Va tutto bene?» chiese a Gabi privandola della parola perché lei non si sarebbe mai aspettata che il sultano la raggiungesse.
Fu Marianna a rispondere e a riferirgli la data del matrimonio.
Alim annuì. «Perfetto...» mormorò. Poi, rivolgendosi a lei, aggiunse: «Come stai?».
Gabi gli fissò la bocca perché era più sicuro che guardarlo negli occhi. «Bene, grazie.»
«Ottimo.»
Lei trattenne il fiato mentre lo osservava allontanarsi. Era stato soltanto un breve scambio di battute così innocue da non destare sospetti, tuttavia a lei sarebbero bastate per settimane.
«Forse potresti accompagnare Flavia a visitare il salone da ballo mentre io discuto i dettagli con Fleur» le suggerì Marianna.
«Naturalmente.»
A quel punto Gabi si alzò e si lisciò la gonna. Detestava quel completo nero. Lo trovava perfetto per un gestore di pompe funebri e non per una wedding planner. Se fosse stata lei la proprietaria della società avrebbe scelto un colore verde salice con una punta di rosa. E non avrebbe nemmeno calzato quelle scarpe dai tacchi così alti che la facevano sembrare troppo alta.
Attraversò l'ingresso insieme alla futura sposa e scorse Alim salire con la bionda nel suo ascensore privato, invidiando l'esperienza intima che a breve avrebbero condiviso.
Per fortuna le porte dell'ascensore si richiusero facendole ricordare che aveva un matrimonio da organizzare.
Il salone da ballo era spettacolare con il suo lampadario di cristallo che attirava subito l'attenzione.
«Molto bello» commentò Flavia. «Non me lo ricordavo così.»
«Alim, il proprietario, l'ha completamente ristrutturato. Il pavimento è stato lucidato e il lampadario restaurato, riportandolo al suo vecchio splendore. Il Grande Lucia è il posto migliore per un matrimonio.»
«Lo so. È qui che io e James ci siamo conosciuti. Stavo festeggiando l'anniversario dei miei nonni e James era in visita...» Flavia si interruppe. «Non mi piace che Fleur decida tutto solo perché...» Di nuovo si bloccò.
Gabi, curiosa di natura, avrebbe voluto