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In alto mare: Harmony Destiny
In alto mare: Harmony Destiny
In alto mare: Harmony Destiny
E-book150 pagine2 ore

In alto mare: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Quando Jace Tucker, star del rodeo, e Celie O'Meara, parrucchiera, ricevono l'incarico di gestire l'emporio della cittadina di Elmer, lei preferisce sparire. Se ne va a lavorare su una nave da crociera, lontana da quel Tucker che ritiene responsabile della rottura con il suo ex fidanzato. Jace, in realtà, è innamorato di lei da quando l'ha incontrata, e ora che la relazione tra Celie e il suo migliore amico è finita, può tentare di conquistarla. Come? Correndole letteralmente dietro!

LinguaItaliano
Data di uscita11 gen 2016
ISBN9788858943779
In alto mare: Harmony Destiny
Autore

Anne McAllister

Autrice di grande versatilità, ha vinto il premio RITA per la letteratura romantica ed è acclamata dai fan di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    In alto mare - Anne McAllister

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    A Cowboy’s Pursuit

    Silhouette Desire

    © 2002 Barbara Schenck

    Traduzione di Lucilla Negro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-377-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    La porta sul retro sbatté e Artie Gilliam si svegliò di soprassalto dal pisolino che stava beatamente schiacciando raggomitolato sulla poltrona in soggiorno. Sbatté le palpebre ripetutamente, consultò l’orologio da polso, poi corrugò la fronte quando udì un pesante calpestio di stivali che attraversava la cucina e si dirigeva verso di lui.

    «Un po’ prestino per il pranzo, eh?» farfugliò quando Jace Tucker comparve sulla porta con un’espressione accigliata. «O il mio orologio si è fermato?» Gliel’aveva regalato suo padre subito dopo la prima guerra mondiale, e Artie immaginava di non doversi meravigliare se avesse deciso di non funzionare più, ma in cuor suo sperava che così non fosse. Contava su qualcosa che sopravvivesse alle sue vecchie ossa da novantenne.

    «Non sono qui per il pranzo» grugnì Jace.

    Avanzò nella stanza, conservando il suo sguardo torvo, le mani nelle tasche dei jeans, le spalle ricurve. Marciò dritto verso il lato opposto della stanza, poi si girò e inchiodò Artie con un’occhiataccia. «È tornata.»

    «Ah. È tornata» echeggiò Artie con interesse. Non era una domanda. Sapeva bene chi fosse la persona a cui Jace si riferiva.

    Per Jace Tucker, esisteva una sola donna in tutto l’universo: Celie O’Meara. Non che Jace gli avesse raccontato qualcosa. Né a lui né a nessun altro.

    Non c’era persona al mondo più brava di Jace a incasinare la propria vita sentimentale. Pur essendo un tipo attraente e simpatico, teoricamente in grado di far cadere una donna ai propri piedi senza neppure muovere un dito, Jace era un autentico imbranato.

    Artie sospirò fra sé e scosse il capo.

    Fraintendendo il suo gesto, Jace precisò. «Celie» scandì, sprezzante.

    «Ah, sì?» Artie fece finta di non aver capito subito. Accennò un sorriso. «Che bella notizia.»

    Le spalle di Jace parvero irrigidirsi ancora di più. «Ah!» esclamò. Poi eseguì un altro furioso giro del soggiorno.

    Stando alla velocità con cui si muoveva, lo sciocco giovanotto avrebbe rischiato di avvoltolarsi attorno al tappeto, rifletté Artie, incupito. Dopodiché, inarcò le sopracciglia. «Pensavo che non vedessi l’ora che tornasse.»

    Jace, naturalmente, non aveva mai detto una cosa del genere.

    Ma ogni sera, quando tornava a casa dopo il lavoro al negozio di ferramenta o dopo aver addestrato cavalli fuori del ranch, chiedeva sempre ad Artie se avesse avuto notizie di Celie da qualche suo familiare. Il clan degli O’Meara al completo si era trasferito alle Hawaii, dieci giorni prima, per il matrimonio della sorella di Celie, Polly, con Sloan Gallagher.

    Ad Artie era dispiaciuto non avervi potuto partecipare, ma il suo vecchio cuore malandato aveva fatto le bizze l’inverno precedente e il dottore gli aveva raccomandato di non affrontare lunghi viaggi. Ma non importava, perché era stato tenuto informato. Aveva saputo ogni particolare del matrimonio celebrato sulla spiaggia e della successiva festa con i colleghi attori di Sloan, e aveva condiviso le notizie con Jace.

    Gli aveva riferito, per filo e per segno, ogni informazione avuta per telefono dalla madre di Celie, da Polly e da Sloan, dalla figlia maggiore di Polly, Sara, e una volta dalla stessa Celie.

    «Uhm» era stato il commento di Jace, quando Artie gli aveva riferito della telefonata di Celie. «È riuscita ad allontanarsi da tutti quei damerini festaioli abbastanza a lungo per verificare se tu eri ancora tra i vivi, allora?»

    Artie aveva ridacchiato. «È una brava ragazza, sì» aveva approvato, pur sapendo che non era affatto quello il senso dell’osservazione di Jace.

    Jace, allora, lo aveva guardato storto.

    Come lo stava guardando storto ora, mani ficcate in tasca, mentre si voltava sui tacchi consumati dei suoi stivali da cowboy.

    «Credevo che tu non stessi nella pelle dalla gioia» commentò Artie, sollevando un sopracciglio con aria interrogativa.

    «Così era, quando m’illudevo ancora che sarebbe ritornata in sé!» Gli stivali di Jace si bloccarono sul pavimento con un colpo secco.

    «Che cosa intendi dire?» Artie corrugò la fronte. «Non ha creato dei problemi al matrimonio di Polly e Sloan, vero?»

    Tutti a Elmer sapevano della cotta che Celie aveva da anni per l’attore, ex cowboy, Sloan Gallagher. Aveva persino dato fondo a tutti i suoi risparmi per vincere un soggiorno a Hollywood con lui a quell’asta di beneficenza che si era tenuta nel mese di febbraio.

    E l’aveva vinto, per giunta! Ma anche se ci fosse andata ancora infatuata di Sloan, e Artie nutriva seri dubbi in proposito, di certo ne era tornata guarita. Non aveva parlato che bene di Sloan, ma da allora lo aveva trattato come un fratello. Da quel che ne sapeva lui, Celie era stata addirittura felice di fare da damigella d’onore al matrimonio di Polly e Sloan.

    «Si è comportata bene al matrimonio, vero?» chiese ancora.

    «Immagino di sì.» Jace si voltò e rivolse il suo sguardo accigliato verso la finestra. Si grattò la nuca, poi incurvò di nuovo le spalle. Agli occhi di un ruvido domatore di cavalli come Artie, aveva tutta l’aria di un toro pronto a esplodere.

    «Non le sarà tornato il pallino per Matt Williams, voglio sperare!» paventò il vecchio.

    Matt Williams aveva piantato in asso Celie dieci anni prima. All’epoca lei era poco più di un’adolescente, una ventenne che aveva perso la testa per un insulso ragazzo senza arte né parte che non si rendeva conto di che cosa preziosa avesse fra le mani. Ma non era servito a niente dirle questo. Il rifiuto di Matt l’aveva quasi uccisa, lasciandole addosso la paura di fidarsi di un uomo.

    Secondo il modo di pensare di Artie, se si riceveva una batosta di quel tipo, si doveva rialzare la testa, rimettersi in gioco, conoscere altri ragazzi, farsi un altro fidanzato. Ma Celie non la vedeva così. Si era barricata in casa, sommersa da riviste e videocassette, trascorrendo gli ultimi dieci anni a fantasticare su Sloan Gallagher.

    Da quel che ne sapeva Artie, non era più uscita con un ragazzo da quando Matt l’aveva mollata prima delle nozze, non fino a febbraio, per lo meno, quando aveva preso l’iniziativa d’inseguire Sloan. Ovviamente, quando ciò era accaduto, Sloan aveva già messo gli occhi su Polly.

    Artie sperava con tutto il cuore che, naufragati i suoi sogni su Sloan, Celie non avesse deciso di rimettersi a pensare a Matt.

    «Sarebbe più sensato, se così fosse» mugugnò Jace.

    Artie inarcò un sopracciglio con aria perplessa. «Da quando in qua sei diventato un fan di Matt Williams?»

    Effettivamente, a quel tempo, Jace e Matt erano amici, compagni di viaggio lungo la via dei rodeo. Ma Jace non aveva approvato il modo in cui Matt aveva rotto il fidanzamento, incaricando l’amico di telefonare a Celie e di comunicarle la notizia al posto suo.

    «Matt è un bastardo» bofonchiò Jace, togliendosi il cappello e passando una mano fra i capelli. «Ma questa non è una novità.»

    Artie ebbe un terribile presentimento. «Non mi dire che si è fidanzata con un surfista!»

    Jace storse il naso e serrò le dita attorno alla falda del cappello. «No.»

    «Allora, qual è il problema? È tornata. È quello che aspettavi.» Artie sollevò una mano per frenare la protesta di Jace. «Non dirmi che avete già litigato?»

    Non era un mistero che Celie e Jace non andassero d’accordo. E questo per via del fatto che Celie era una ragazza dolce, perbene, mentre Jace era una specie di scavezzacollo. E, come se ciò non bastasse, Artie sapeva che Celie considerava Jace colui che aveva, in un certo qual modo, traviato e condizionato Matt nelle sue scelte.

    «Matt è un ragazzo modello» diceva lei di lui. Ragazzo modello era una delle definizioni più carine con le quali Celie si riferiva a Matt.

    In realtà, vi era un fondo di verità nelle sue accuse. Qualunque giovanotto con un debole per le donne e un po’ di fuoco nel sangue aveva molto da imparare da Jace Tucker. Tuttora, era un tipo a cui piaceva divertirsi. Ma si era calmato un bel po’, secondo il vecchio Artie.

    Il Jace che aveva imparato a conoscere negli ultimi mesi si limitava a bere un paio di birre e a giocare solo qualche partita a stecca al Dew Drop, ma non tornava mai a casa ubriaco, e tornava sempre a casa. E non si portava mai con sé una ragazza.

    E i suoi sentimenti per Celie erano sinceri. Non che lei lo sapesse.

    Jace non era il tipo da sbandierare ai quattro venti i propri sentimenti. Il più delle volte, rifletté Artie, se li teneva sigillati, legati, compressi, seppelliti sotto cumuli di sarcasmo. Per cui, non era strano che Celie pensasse che ne fosse sprovvisto.

    «Voi due» mugugnò Artie, scuotendo il capo allorché Jace riprese a camminare avanti e indietro, «riuscite a mettere a dura prova la pazienza di un santo. Devi averla vista appena per qualche minuto, stamattina, visto che sono solo le dieci, per la miseria! Che diavolo può averti mai fatto per infastidirti così?»

    «Parte!»

    «Che cosa?»

    «Mi hai sentito bene. Sta

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