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Magnetica attrazione: Harmony Collezione
Magnetica attrazione: Harmony Collezione
Magnetica attrazione: Harmony Collezione
E-book152 pagine2 ore

Magnetica attrazione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Laura Westcotte è la candidata perfetta per ricoprire temporaneamente il ruolo di P.A. di Vasilii Demidov. Anzi, è l'unica candidata disponibile. Vasilii è quindi costretto ad assumerla per concludere quell'importante affare, ma non è comunque obbligato a fidarsi di una donna. Soprattutto di una con la sua reputazione...

Laura sa di dover impressionare il suo nuovo capo se vuole tenersi stretta il lavoro di cui ha bisogno, ma non è quello a spaventarla. Ciò che teme, della situazione in cui si trova, è la magnetica attrazione che prova verso di lui.
LinguaItaliano
Data di uscita9 mar 2018
ISBN9788858979716
Magnetica attrazione: Harmony Collezione
Autore

Penny Jordan

Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.

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    Anteprima del libro

    Magnetica attrazione - Penny Jordan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Power of Vasilii

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Penny Jordan

    Traduzione di Anna Vassalli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5897-971-6

    1

    Non avrebbe dovuto essere così agitata. No, non c’era motivo.

    Si trattava di un colloquio per un impiego di cui aveva disperatamente bisogno. Tutto qui.

    Un lavoro temporaneo, fianco a fianco con Vasilii Demidov, come sua assistente personale. Laura Westcotte si fermò di scatto mentre percorreva Sloane Street.

    Oh, per amor del cielo!

    Non aveva più quattordici anni, quando era infatuata pazzamente dell’affascinante fratellastro, molto più grande di lei, di una compagna di classe nella scuola in cui sua zia era direttrice.

    E non era neppure la stessa ragazzina sciocca che aveva navigato in Internet alla ricerca di qualsiasi informazione su Vasilii Demidov per farne tesoro.

    Grazie al cielo, i grandi social network all’epoca non esistevano, risparmiandole di rendere pubblica la propria stupidità. Scattare quella foto per guardarla in privato e sognare era stato stupido a sufficienza, pensò Laura con amarezza.

    L’aveva scattata un venerdì pomeriggio in cui lui era venuto a scuola a prendere la sorella. Le mani le tremavano mentre lo osservava scendere dalla macchina, i muscoli del corpo che si muovevano con armonia sotto i jeans e la maglietta di cotone nera che sottolineava i pettorali scolpiti, ed era arrossita per l’improvviso desiderio. Era un miracolo che la foto non fosse sfocata al punto da renderlo irriconoscibile. L’aveva nascosta nel suo luogo segreto, il cassettino del cofanetto dei gioielli che originariamente era appartenuto a sua madre e che, in qualche modo, aveva mantenuto una traccia del suo profumo. L’aveva ancora quel cofanetto.

    E la fotografia?

    Cominciava a sentirsi ridicola. Se l’aveva ancora era semplicemente perché non aveva mai pensato di buttarla. Per nessun altro motivo.

    A quattordici anni era talmente idealista che adorarlo da lontano era stato naturale come respirare.

    Si era cullata nella ridicola fantasia che si incontrassero... quel tipo di fantasia in cui solo una ragazzina sognatrice e solitaria, con gli ormoni che si risvegliano, può indulgere. Nella sua immaginazione aveva persino voluto convincersi che, poiché entrambi avevano perso la madre, tra loro ci fosse un legame particolare.

    Tutto questo pur non essendosi mai trovata di fronte a lui e, tantomeno, avergli rivolto la parola. Tuttavia aveva sognato in continuazione, combattuta tra il disperato desiderio che lui la notasse e il timore che, se fosse accaduto, non avrebbe saputo venire a patti con una tale eccitazione sensuale.

    E allora? Questo succedeva quando aveva quattordici anni. Adesso era diverso. Non era forse riuscita a ripetersi mentalmente diverse volte il suo nome, senza che il cuore battesse impazzito?

    No, non aveva più quattordici anni, si disse Laura. Eppure non poté evitare di guardarsi nella vetrina della boutique di lusso davanti alla quale stava passando mentre si recava al colloquio, come se avesse bisogno di accertarsi che il riflesso che vi avrebbe scorto fosse quello di una donna di ventiquattro anni, con una perfetta padronanza di sé. Una donna in carriera, con i capelli che ondeggiavano ordinati sulle spalle, gli occhi verde azzurro nel viso dalla pelle chiara, discretamente truccati, come si conviene quando ci si presenta a un colloquio per un impiego dal quale dipende una immediata sicurezza economica.

    Allora, perché quella necessità di controllarsi? Sicuramente non aveva timore che in lei esistesse ancora la ragazzina romantica e fantasiosa di un tempo, né che, per qualche pericolosa alchimia, Vasilii Demidov riuscisse a far rinascere il suo innamoramento per il solo fatto di respirare la stessa aria.

    Invece di tormentarsi sul passato avrebbe dovuto focalizzarsi sul presente, si redarguì Laura. Facendo riferimento a quel famoso detto di Oscar Wilde, doveva tener presente che essere rifiutata per un impiego per il quale aveva tutte le qualifiche, poteva essere una sfortuna, ma non essere accettata una seconda volta sarebbe stata una macchia indelebile sulla sua carriera.

    Non si faceva illusioni. Sapeva perfettamente perché non le era stata concessa la promozione che, a parole, le era stata promessa nell’impiego precedente. Il nuovo amministratore delegato della Compagnia glielo aveva chiarito perfettamente.

    La sofferenza e l’umiliazione subite le fecero defluire il sangue dal viso.

    Oh, sì, aveva bisogno di quell’impiego. Un impiego fantastico da Vasilii Demidov, come sua assistente, con un contratto di sei mesi e uno stipendio che le aveva fatto trattenere il fiato. Circa il doppio di quanto guadagnava nell’impiego precedente e che, inoltre, le avrebbe aperto diverse porte, citando quest’esperienza nel curriculum vitae, per non menzionare che l’avrebbe ripagata dell’attuale sfortuna nella carriera.

    Il fatto che, recentemente, su Internet, avesse cercato di nuovo Vasilii Demidov non aveva nessun significato. Come qualsiasi candidato per un nuovo lavoro, voleva avere più informazioni possibili sulla Società nella quale sperava di entrare a far parte. Nel caso specifico, inoltre, la Società di Vasilii Demidov era Vasilii Demidov.

    E che Società. Vasilii aveva acquisito il portfolio originariamente appartenuto a suo padre e l’aveva trasformato in un impero. La sede tecnicamente era a Zurigo, ma da quanto aveva capito Laura, si adeguava alla tradizione dei guerrieri nomadi della sua famiglia materna.

    Vasilii viaggiava in continuazione, spostandosi ovunque avesse affari e interessi finanziari.

    A differenza di molti oligarchi russi, Vasilii non possedeva dimore fastose sparse per il mondo. Si sistemava in suite d’albergo, quasi che lo spirito nomade gli imponesse di spostarsi in continuazione, come era abituato a fare il popolo di sua madre.

    Com’era stata affascinata, a quattordici anni, nello scoprire che Vasilii, pur essendo russo per parte di padre, poteva far risalire le proprie radici, tramite la famiglia della madre, a uno dei popoli più antichi che attraversavano i deserti e l’aspro territorio della Russia meridionale.

    Una leggenda che aveva letto sosteneva che questo popolo guerriero dalla pelle chiara e dagli occhi azzurri, nell’antichità aveva mescolato il sangue con quello di una legione romana sperduta, e che proprio da questo discendeva la loro abilità nel combattere. In Internet c’erano molte altre ipotesi sull’origine di quella tribù, sul loro orgoglio e sul loro codice d’onore.

    Come per molte altre tribù del deserto, le guerre e le malattie avevano decimato la popolazione diversi anni prima che nascesse la madre di Vasilii. La giovane principessa si era innamorata del padre di Vasilii ma, purtroppo, pochi anni dopo era morta in circostanze tragiche.

    Laura aveva provato una profonda compassione e un amore istintivo quando aveva saputo dalla zia la storia del rapimento e della successiva morte della madre di Vasilii.

    Ma questo era stato un tempo, adesso era il presente, e tutto ciò che ora sapeva di Vasilii suggeriva che si trattava di un uomo immune dalla vulnerabilità caratteristica della maggior parte del genere umano. Un uomo potente, duro, focalizzato totalmente sul successo della propria Società. Non certo l’uomo che poteva accogliere con simpatia e benevolenza l’infatuazione di una quattordicenne che...

    Basta!

    Laura controllò l’orologio e accelerò il passo. Non doveva essere in ritardo per quell’appuntamento tanto importante e, soprattutto, doveva smetterla di abbandonarsi a fantasie sull’uomo col quale avrebbe avuto il colloquio.

    Dalla suite esclusiva dell’ultimo piano di uno degli alberghi più prestigiosi di Londra, Vasilii godeva di una vista eccellente su Sloane Street.

    Un raggio del sole morente di luglio che gli cadeva sul viso metteva in evidenza gli zigomi pronunciati e la linea dura e determinata della mascella.

    Per i compatrioti russi, il colore caldo dorato della sua pelle e il naso aristocratico potevano essere caratteristiche di uno straniero, di qualcuno che apparteneva più al mondo arabo che al loro, ma lui era cresciuto estraneo sia al mondo della madre, sia a quello del padre. Non si sentiva realmente inserito in nessuno dei due, caratterizzato nel fisico dai geni della madre e nella mente dall’abilità negli affari del padre. Un estraneo che già da giovane aveva imparato a camminare da solo, e a fidarsi solo di se stesso, soprattutto dopo che la madre era stata rapita e uccisa in un malriuscito tentativo di salvataggio.

    Essere stato emotivamente dipendente dall’affetto materno per poi perdere quell’amore, aveva inculcato all’uomo che era diventato la necessità di proteggersi da questa vulnerabilità. Ed era esattamente ciò che aveva fatto, tenendo gli altri a distanza e ripromettendosi di non mettersi mai più in una situazione di debolezza, rischiando di patire di nuovo la perdita di un affetto.

    Ma in quel momento non era il pensiero del passato che gli faceva aggrottare la fronte, era il presente. Il presente e una certa signorina Laura Westcotte.

    Se era stata una sfortuna che il suo assistente fosse costretto a chiedere un periodo di permesso per assistere la moglie malata, era stato devastante che il sostituto, assunto a tempo determinato, fosse colpito da uno strano virus... proprio quando Vasilii era a un punto molto delicato dei negoziati con i cinesi, e più che mai nella necessità di un assistente che, non solo parlasse fluentemente il mandarino, ma anche il russo oltre all’inglese e che conoscesse alla perfezione il protocollo e la complessità dell’etichetta negli accordi con dignitari cinesi di alto rango. Vasilii conosceva perfettamente le tre lingue, ma non poteva rischiare la faccia o, peggio ancora, rischiare di farla perdere agli alti dignitari cinesi, traducendo da sé.

    Aveva subito scoperto che quando si tratta con i cinesi è molto importante essere affiancati da personale eccellente, e per questo era in attesa di fare il colloquio a Laura Westcotte, la candidata più qualificata per le sue necessità, a parere del cacciatore di teste che aveva assunto per trovargli un assistente.

    Ma c’erano buone ragioni per cui Laura Westcotte non era la candidata ideale. Prima di tutto era una donna, e Vasilii non assumeva mai donne che lavorassero a stretto contatto con lui. Aveva notato, per esperienza diretta, che il personale femminile era portato a vederlo per ciò che era - uno scapolo estremamente ricco - come potenziale marito, mentre lui non aveva nessuna intenzione di sposarsi. Mai.

    Un muscolo gli pulsò sulla mascella, come se il corpo s’irrigidisse per una fastidiosa emozione. Il matrimonio, come ogni altro rapporto umano intimo, implica dare agli altri qualcosa di sé. Implica impegno e, di conseguenza, rendersi vulnerabili alla perdita e quindi alla sofferenza.

    La contraddizione che scaturiva dal suo duplice retaggio lo portava a vivere nella Russia moderna come un fiero guerriero del deserto, il cui codice morale e i principi erano ovviamente in contrasto con la vita attuale.

    E perché avrebbe dovuto sposarsi? Non ce n’era nessun bisogno.

    Sua sorella, anzi la sua sorellastra Alena, si era da poco sposata, e con tutta probabilità il matrimonio

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