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Passione in crociera: Harmony Collezione
Passione in crociera: Harmony Collezione
Passione in crociera: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Passione in crociera: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il piano di Daniel De Angelis, ricchissimo e spietato uomo d'affari, è molto semplice: sfruttare quei pochi giorni di crociera in incognito per carpire ogni informazione utile sulla nave che sta per acquistare e sul suo equipaggio. Ciò che non può prevedere, però, è la variabile rappresentata dalla splendida Delilah Scott...

Le cose tra loro sono apparentemente semplici e chiare: si concederanno una relazione di puro piacere reciproco per la durata della loro permanenza a bordo, dopodiché ognuno andrà per la propria strada. Ma non sempre le cose vanno come si è pianificato...
LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2017
ISBN9788858963579
Passione in crociera: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Passione in crociera - Cathy Williams

    successivo.

    1

    Daniel De Angelis uscì dall'ambiente fresco della sua Mercedes nera con autista, poi si tolse gli occhiali da sole per guardarsi intorno.

    Era una giornata perfetta: la luce del sole si rifletteva vivace sulle placide acque turchesi del Mar Egeo. Era la prima volta che si recava a Santorini e si concesse qualche minuto per apprezzare il panorama del porto sottostante.

    Riuscì persino a distinguere l'imbarcazione che era venuto ad acquistare.

    Sembrava perfetta come ogni altra cosa intorno a quella nave, ma era solo apparenza: in realtà era ridotta male, per non dire in rovina.

    Daniel sapeva già quanto denaro vi era stato sprecato negli ultimi cinque anni, a quanto ammontava il debito con la banca, quanto erano pagati i dipendenti, che sconti venivano applicati per attirare i clienti... sapeva persino ciò che i proprietari mangiavano a colazione e dove facevano la spesa.

    Come per qualunque altro affare, valeva sempre la pena fare i compiti a casa.

    Suo fratello Theo poteva anche aver definito quel suo stravagante acquisto niente più di un giocattolo, ma si sarebbe rivelato un giocattolo piuttosto costoso, e Daniel intendeva usare ogni trucco che conosceva per strappare il prezzo migliore.

    Il pensiero di suo fratello lo fece sorridere.

    Chi avrebbe mai pensato che un giorno Theo De Angelis avrebbe lodato l'istituzione del matrimonio, sottolineando persino le gioie dell'amore? Se non l'avesse sentito con le proprie orecchie quando gli aveva parlato qualche giorno prima non ci avrebbe creduto.

    Si guardò intorno con gli occhi scaltri di un uomo che sapeva ricavare denaro anche dal deserto. Era un paesaggio fantastico, un'isola meravigliosa, se solo fosse stato possibile liberarsi dalle orde di fastidiosi turisti che brulicavano dovunque. Forse nel futuro avrebbe pensato a come sfruttare quell'angolo di paradiso, ma al momento aveva tra le mani un altro acquisto interessante.

    E poi aveva appena mollato la donna che stava frequentando da qualche tempo, ma che era diventata un po' troppo appiccicosa.

    In pratica quella sarebbe stata una sorta di vacanza e Daniel era su di giri.

    «Signore? Forse dovremmo scendere al porto, così può imbarcarsi. Dovrebbe salpare presto.»

    «Peccato, sono qui solo da qualche ora.» Daniel si girò verso il suo autista. «Sento che Santorini potrebbe essere il posto adatto per me. Un albergo esclusivo da qualche parte, relax...»

    «Non credevo le interessasse, signore.»

    Daniel rise. Insieme al fratello e al padre, Antonio Delgado era una delle poche persone di cui si fidava ciecamente, e in tutta franchezza il suo autista conosceva la sua vita privata meglio di suo fratello e di suo padre, considerando che da dieci anni lo accompagnava ai suoi numerosi appuntamenti galanti.

    «Hai ragione.» Spalancò la portiera dell'auto e salì, apprezzando l'immediata frescura. «Era un pensiero piacevole, però...»

    In realtà rilassarsi a bordo piscina con un margarita e un libro non faceva per lui.

    A volte si scaricava in palestra, o sulle piste da sci, spesso a letto. Le sue donne si somigliavano tutte: bionde, sensuali e molto compiacenti.

    Ovviamente nessuna di loro reggeva a lungo, ma era il rischio che correva qualunque uomo concentrato soprattutto sul lavoro, come suo fratello.

    A diciotto anni, proprio come aveva fatto con Theo, suo padre, Stefano De Angelis, gli aveva detto che la sua fortuna personale dipendeva solo da lui. Il denaro di famiglia lo avrebbe aiutato ad avviare la carriera, ma niente di più: stava a lui spiccare il volo o fallire.

    E, come Theo, lui aveva spiccato il volo.

    Letteralmente. Era approdato infatti dall'altra parte del mondo, dove aveva avuto un grande successo e ora a neanche trent'anni possedeva alberghi, case da gioco e ristoranti in Australia e nell'Estremo Oriente.

    Aveva accumulato così tanto denaro che avrebbe potuto vivere già di rendita, sul bordo di quella piscina con un margarita e un libro, e mantenere quello stile di vita che le persone in genere sognavano soltanto. Ma il lavoro era la sua passione e a lui andava bene così.

    «Non dimenticare che devi lasciarmi a quindici minuti dal porto» ricordò ad Antonio.

    «Fuori fa caldo, signore. Sicuro di non voler rimanere in auto con l'aria condizionata?»

    «Qualche disagio non mi ucciderà, Antonio, ma sono commosso dalla tua preoccupazione.» Colse lo sguardo dell'autista nello specchietto retrovisore e sorrise. «No, è essenziale che raggiunga la nave come qualunque altro passeggero. Arrivare su una Mercedes con autista non fa parte del piano.»

    Voleva esaminare quell'imbarcazione in incognito, capire di persona quali problemi stava attraversando. Una pessima gestione, probabilmente. Personale pigro, incompetenza...

    Avrebbe passato qualche giorno a valutare la situazione e si sarebbe appuntato chi licenziare e chi assorbire una volta che la nave fosse stata rimessa a nuovo.

    Cinque giorni in tutto, dopodiché avrebbe concluso l'acquisizione. Non prevedeva problemi, e aveva grandi progetti per quella nave: intendeva trasformarla in un'imbarcazione di lusso per ricchi da coccolare mentre venivano trasportati da un campo di golf all'altro in alcune delle più attraenti location del mondo. Avrebbe stabilito le nuove destinazioni una volta firmato e siglato l'acquisto.

    Daniel era certo che la nave si sarebbe dimostrata un ottimo investimento. Non aveva mai fallito e non aveva ragione di pensare che questa volta potesse accadere il contrario.

    Arrivato al porto, dopo essersi munito di uno zaino malandato comprato per l'occasione, lanciò un'occhiata alla folla che stava salendo sulla nave.

    Riusciva già a vedere che l'imbarcazione si trovava in uno stato deplorevole. Com'era riuscito Gerry Ockley, che aveva ereditato quella potenziale miniera d'oro dal ricchissimo padre, a trasformarla in qualcosa che nessun pirata degno di questo nome avrebbe anche solo pensato di assalire? Come diamine aveva potuto immaginare che una bizzarra crociera culturale potesse procurargli dei profitti?

    Certo, c'erano voluti più di otto anni per esaurire le risorse, ma qualcuno, un direttore di banca, un buon amico, un conoscente preoccupato, una moglie, a un certo punto avrebbe dovuto indicargli la direzione giusta.

    La nave era equipaggiata per trasportare comodamente duecentocinquanta passeggeri, oltre all'equipaggio. Daniel immaginava che al momento fosse semivuota, volendo esagerare.

    Biglietto alla mano, raggiunse i gruppi di persone, tutti sui cinquanta, sessant'anni, che si stavano preparando a imbarcarsi.

    Passare inosservato era difficile: aveva meno di trent'anni, e con il suo metro e ottanta era più alto della maggioranza dei turisti, ma non dubitava che sarebbe riuscito a evitare domande indiscrete, e lo divertiva l'idea di viaggiare in incognito. Era davvero necessario? Probabilmente no. Sarebbe potuto sempre rimanere nel suo comodo ufficio in Australia e formulare un'offerta aggressiva da lì. In questo modo invece sarebbe riuscito a spiegare a Ockley e sua moglie il motivo esatto della sua acquisizione e perché loro non potevano rifiutare. Lo avrebbe fatto dalla prospettiva di chi era stato a bordo della loro nave e nel farlo sarebbe stato gentile.

    Sentì gli occhi interrogativi della folla su di sé, ma con innata naturalezza li ignorò.

    Il suo aspetto si accordava con lo zaino malconcio: era solo un viaggiatore in bolletta su una crociera culturale nelle isole greche e in Italia. I capelli, più chiari di quelli del fratello, erano appena più lunghi del solito, e quella mattina non si era sbarbato. Gli occhi tuttavia, della stessa, insolita tonalità di verde del fratello, erano scaltri nell'esaminare la folla. Si era infilato gli occhiali da sole nel taschino.

    Il sole era cocente. Era madido di sudore sotto la polo sbiadita e si rese conto che non avrebbe dovuto indossare dei jeans. Fortunatamente nello zaino aveva un paio di pantaloncini, oltre a un assortimento di magliette.

    Il gioco era iniziato: Daniel non era così rilassato da molto tempo.

    Delilah Scott occhieggiò il cellulare che stava squillando furiosamente, e rifletté se dovesse rispondere o no: sullo schermo lampeggiava il nome della sorella.

    Rassegnata decise di rispondere, e fu subito travolta da una serie di domande ansiose.

    «Dove diamine sei stata? Ti cerco da due giorni! Sai che mi preoccupo, Delly! Qui alla galleria è un delirio, non riesco a credere che tu abbia deciso di allungare la vacanza! Sai che mi serve il tuo aiuto, non posso farcela da sola.»

    Delilah sentì lo stomaco stringersi.

    «Lo so, Sarah...» borbottò sbirciando dall'oblò della minuscola cabina, che conteneva appena un letto singolo, mobilia scarsa e una doccia. «Ma non è che sono in vacanza...» continuò, sentendosi in colpa.

    «Certo che lo sei, Delly!» la accusò la sorella. «Quando hai detto che avresti insegnato per un paio di settimane, non mi sarei aspettata che mi mandassi una mail annunciandomi di aver deciso di rimanere sei settimane! So che avevi bisogno di allontanarti, Delly, dopo la storia con Michael, però qui è un manicomio.»

    A casa dovevano iniziare di lì a due settimane i lavori di ristrutturazione e lei sapeva che sua sorella aspettava il suo ritorno per affrontarli insieme.

    Ma era una richiesta eccessiva avere del tempo libero prima di tornare alle orribili fatiche della vita normale? Si era appena laureata in storia dell'arte, e negli ultimi tre anni aveva passato ogni momento libero in quella villetta con la sorella, cercando di sopravvivere e contando le entrate della galleria al pianterreno con la certezza che Dave Evans, il direttore della banca, prima o poi avrebbe perso la pazienza avviando il pignoramento.

    E poi c'era stato Michael...

    Odiava pensare a lui, odiava ricordare come si era innamorata, e come lui si fosse divertito, facendola sentire una povera stupida.

    Non voleva proprio stare ad ascoltare Sarah riesumare quella orribile catastrofe: Delilah le voleva bene, ma la sorella da sempre le aveva fatto da madre, aveva preso decisioni per lei, si era preoccupata per ogni cosa al posto suo, e la storia con Michael aveva solo alimentato quella tendenza. Sì, era fantastico avere il conforto e la solidarietà di qualcuno quando si aveva il cuore spezzato, ma poteva anche essere claustrofobico.

    I loro genitori, Neptune e Moon, due figli dei fiori meravigliosamente irresponsabili che avevano vissuto l'uno in funzione dell'altro, avevano dedicato ben poco tempo alle figlie. Entrambi artisti, avevano vissuto del poco guadagnato dalla vendita della loro arte: avevano trasformato la loro villetta in una piccola galleria ed erano riusciti a sopravvivere solo perché si trovava in una zona turistica. Quando però erano morti cinque anni prima, a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, le vendite dell'arte locale avevano già iniziato a crollare e le cose da allora non erano migliorate.

    Sarah, maggiore di cinque anni, aveva fatto del suo meglio per tirare avanti: teneva la contabilità per diverse persone nel villaggio in cui vivevano, ma era sempre stato implicito che dopo la laurea Delilah sarebbe tornata a darle una mano.

    Data la situazione, avevano chiesto un prestito per coprire il restauro della galleria e creare un nuovo spazio sul retro dove Delilah avrebbe insegnato disegno a chiunque nella zona fosse stato interessato, e anche a turisti desiderosi di imparare a disegnare e dipingere, che magari avrebbero frequentato corsi di una settimana, combinando l'arte con una visita alle pittoresche colline Cotswolds.

    Era un'idea brillante, ma anche se Delilah ne era convinta, l'offerta di allungare la sua permanenza a bordo della Rambling Rose le era sembrata una piacevole fuga prima del ritorno definitivo nelle Cotswolds.

    «Intanto ti ho trasferito sul conto gran parte dei miei guadagni:

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