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La perfezione di un incontro: Harmony Collezione
La perfezione di un incontro: Harmony Collezione
La perfezione di un incontro: Harmony Collezione
E-book155 pagine2 ore

La perfezione di un incontro: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il campione di polo Nero Caracas non è abituato a chiedere il permesso. Di fronte a lui ogni porta si spalanca e, grazie al suo bollente sangue latino, ottiene sempre quello che desidera.

Isabella Wheeler ha seguito le orme paterne diventando allenatrice di cavalli, e la sua indole la spinge a tenere sempre un solido distacco professionale da chiunque le si avvicini. Per questo, tutti la considerano una donna di ghiaccio.

Bella, però, possiede due cose che Nero vuole: il miglior cavallo del mondo, e un corpo che non passa certo inosservato.
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2018
ISBN9788858982167
La perfezione di un incontro: Harmony Collezione
Autore

Susan Stephens

Autrice di origine inglese, è un ex cantante professionista oltre che un'esperta pianista.

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    Anteprima del libro

    La perfezione di un incontro - Susan Stephens

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Untamed Argentinian

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2011 Susan Stephens

    Traduzione di Paola Mion

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-216-7

    1

    «Ti dispiace se ti raggiungo?»

    Un brivido percorse la schiena di Bella quando l’uomo dalla voce roca fece scorrere il fermo alla porta della stalla ed entrò nel box. C’era una sola persona che poteva passare indenne attraverso il corpo di sicurezza che presidiava il cortile di Sua Maestà, le guardie del Club del Polo di Windsor. Si trattava di Nero Caracas, conosciuto nei circoli di polo come l’assassino, handicap dieci – il miglior punteggio che un giocatore di polo potesse raggiungere – il quale godeva di privilegi che gli altri giocatori potevano solo sognare. Terribilmente attraente, Bella lo aveva visto spadroneggiare sul campo di gioco e aveva spasimato per lui, come qualsiasi donna che avesse un po’ di sangue nelle vene, ma nulla l’aveva preparata a trovarselo di fronte.

    «Così questa è Misty» osservò Nero, facendo scorrere una mano esperta sulle spalle del pony. «Sembra più piccola da vicino...»

    «L’apparenza può ingannare.» Ergendosi in difesa del suo cavallo preferito, Bella costrinse le mani a continuare l’operazione di oliatura degli zoccoli della cavalla. Vivendo a stretto contatto con gli animali, avvertiva nitidamente quando loro si sentivano minacciati e, sebbene Misty fosse apparentemente calma, lei invece era in allarme rosso.

    «La gara inizierà presto...»

    E...?, si chiese Bella, continuando a lucidare gli zoccoli. Come preparatrice e allenatrice dei cavalli del team britannico, sapeva fin troppo bene quando sarebbe cominciato l’incontro. Ed era Nero, in qualità di capitano della squadra avversaria, che avrebbe dovuto trovarsi da qualche altra parte.

    La sua fama lo precedeva. Di certo aveva pensato di poter entrare ovunque volesse e che ogni suo minimo desiderio sarebbe stato immediatamente soddisfatto. Ma le cose non sarebbero andate così.

    «Ho bisogno di parlarti a proposito di Misty» dichiarò, lanciando un altro sguardo di apprezzamento al cavallo.

    «Non è il momento giusto» rispose Bella con freddezza, realizzando solo quando i loro occhi si incontrarono fugacemente che lei stava apprezzando lui nello stesso modo, e la sua competenza non aveva nulla a che vedere con questo. Era troppo vicina a quel corpo abbronzato strettamente fasciato nei calzoni bianchi da polo e nella maglia scura, a quei riccioli ribelli di un nero feroce, per non parlare degli stivali di pelle che accarezzavano i suoi muscolosi polpacci. Avrebbe fatto meglio ad allontanarsi. Sarebbe stato più sicuro.

    «Come preferisci» rispose Nero.

    Ma quando lui abbassò il capo, e i loro sguardi si incrociarono di nuovo, riconobbe un lampo di sfida nei suoi occhi. Nero Caracas era un nemico temibile per la precaria posizione finanziaria di Bella. La recessione aveva inferto un duro colpo alle sue finanze, e il mondo del polo era troppo piccolo e troppo ristretto per potersi permettere di essere noncurante. Se fallivi agli occhi di uno, fallivi agli occhi di tutti. Ma lei non sarebbe fallita, si disse fermamente, raddrizzandosi per affrontare quel dio del gioco. «È tutto?»

    Nero strinse le labbra. «No» rispose con un cenno del capo. «Penso che Misty beneficerebbe a essere cavalcata da un uomo che la apprezzi davvero...»

    «Posso assicurarti che il capitano della squadra inglese la apprezza molto.»

    «Ma la cavalca in modo da dare piacere a Misty?»

    Era un’allusione sessuale?

    Bella guardò l’orologio.

    «Ti innervosisco, Bella?»

    Lei rise. «Certo che no. Stavo solo considerando che ti stai concedendo un tempo pericolosamente breve prima della gara.»

    «Il mio tempo è calcolato al secondo» le assicurò Nero.

    C’era dell’umorismo nei suoi occhi? Mentre il selvaggio argentino accarezzava il collo di Misty, Bella si perse per alcuni attimi. Tutto muscoli, potenza e virilità, Nero era un vero uomo. Se fosse stata un’altra donna, in un altro momento... che cosa sarebbe accaduto? Bella respirò a fondo, cercando di scacciare quei pensieri.

    «En garde» mormorò Nero quando lei si posizionò tra lui e il manto maculato del cavallo. «Mi piacerebbe averti al mio fianco, Isabella, non lavorare contro di te.»

    Bella gli lanciò uno sguardo ironico. «Sono molto felice così, grazie.»

    «Forse posso farti cambiare idea...»

    «Ti auguro buon divertimento...»

    «Se si tratta di un guanto di sfida, ti avverto, Bella, che io li raccolgo sempre.»

    Troppo uomo, troppo vicino, troppo disperatamente conturbante...

    Irritata dal fatto che la cavalla di solito così nervosa fosse rimasta calma all’ingresso di Nero, Bella divenne brusca. «C’è altro?» domandò.

    Il cuore le balzò in petto quando lui si raddrizzò. Nero Caracas era più attraente e aveva più carisma di quanto fosse bene per qualsiasi uomo. Nessuna donna avrebbe voluto sentirsi ridurre in quello stato primitivo da un uomo irresistibile. Una donna voleva mantenere un po’ di controllo, cosa che Bella possedeva in abbondanza, di solito.

    Nero alzò le mani in un gesto di resa. «Non preoccuparti, me ne vado. Ma tornerò a vederti, Misty» mormorò alla cavalla, ancora stranamente docile.

    Gli occhi di Bella mandavano lampi di fuoco. «Quando non sono qui, Misty è protetta da misure di sicurezza più severe.»

    «Cosa che farò in modo di ricordare» affermò lui, con un tono che poteva significare... e allora?

    Nessuno poteva fermarlo. Nero Caracas poteva fare tutto ciò che voleva, comprare tutto quello che desiderava. Le chiacchiere che giravano sui campi suggerivano che il famoso argentino volesse acquistare Misty, il cavallo che Bella aveva scioccamente permesso a se stessa di amare.

    «Hai fatto un buon lavoro con Misty, Bella» osservò Nero sulla soglia della stalla. «È in ottime condizioni.»

    «Perché sta bene con me.»

    Con un cenno del capo Nero assentì, ma il suo sorriso sardonico lasciava intendere che lui era convinto di poter offrire al cavallo molto di più.

    Rischio di perdere Misty. Il pensiero esplose in lei come una bomba. Nel suo lavoro era normale che ci fossero delle pressioni e che entrassero in gioco interessi più grandi. Le regole del gioco richiedevano che i migliori cavalli fossero cavalcati dai giocatori più validi. Misty era la migliore, e solo un pazzo poteva pensare di ostacolare un cavaliere come Nero Caracas pensando di poter salvaguardare la propria carriera.

    «Alla prossima volta, Bella.»

    Io non ci conterei, pensò lei. Non ci sarebbe stata una prossima volta. Misty era tutto quello che suo padre le aveva lasciato, l’unica cosa onorevole che le avesse lasciato. Finché Misty fosse rimasta sul campo, la gente avrebbe parlato di Jack Wheeler come del miglior allenatore, dimenticando che era stato un giocatore che aveva perso tutto quello che aveva guadagnato lavorando. «Misty corre solo per quelli di cui si fida.»

    «Come qualsiasi donna.» Il sorriso di Nero si approfondì in una curva affascinante. Tornando accanto al cavallo, fece passare una mano lungo la gamba anteriore. «Belle gambe» commentò raddrizzandosi.

    Bella si sentì sciogliere. Lo sguardo di Nero le lasciò intendere che tutto in quel box era stato osservato e valutato. Si sentiva così fuori posto. Se solo Nero se ne fosse andato e tutto fosse tornato alla normalità... «Goditi la partita» mormorò intontita, conscia del suo potere irresistibile.

    «Anche tu, Bella.» C’erano sfida e ironia nella sua voce.

    «Misty correrà più veloce del tuo criollo, il cavallo della pampa...»

    «Staremo a vedere.» La guardò divertito. «I criollos discendono dai cavalli da guerra spagnoli. La loro lealtà è assoluta, e la resistenza ineguagliabile.» Si morse le labbra in modo sensuale. «Il combattimento fa parte del loro patrimonio genetico.»

    Come lui, pensò Bella. Lo aveva visto giocare e aveva ammirato la sua abilità, la velocità, il suo coordinamento, l’intuizione inquietante e il modo in cui il cavallo sembrava desideroso di compiacerlo. Non aveva mai pensato di sperimentare lei stessa quel suo potere sottile e persuasivo. «Possa vincere il migliore» concluse, sollevando il mento e mantenendo una mano protettiva sul collo della cavalla.

    «Non ho dubbi che lo farò» la informò l’indiscusso re del polo.

    Si era sempre sentita al sicuro nelle stalle, con il profumo di fieno pulito nelle narici e il calore della sua cavalla vicino, ma quella sensazione era appena stata messa in dubbio da un uomo dalla voce roca, profonda e suggestiva, anche se, in ultima analisi, fredda.

    Qualsiasi cosa ci fosse in gioco, non doveva scordare che Nero Caracas puntava a vincere. «Che tu vinca o perda, Misty non è in vendita.»

    «L’ho valutata attentamente, oggi, e mi è piaciuto ciò che ho visto. Certo, Misty dovrebbe essere visitata anche dal veterinario» commentò lui ignorando le sue parole. «Ma se manterrà le sue promesse oggi, credo che farò un’offerta. Qual è il tuo prezzo, Bella?»

    «Non c’è prezzo, señor Caracas. Non ho bisogno dei tuoi soldi.»

    Nero piegò la testa. Non aveva bisogno di ricordarle che nel mondo del polo tutti sapevano che non era così. «Forse puoi non aver bisogno del mio denaro, chica» replicò con una nota beffarda, «ma di certo hai bisogno di qualcosa. Come tutti...»

    «È una minaccia?» Stava per perdere tutto quello per cui aveva lavorato? Un brivido di panico la infilzò come lo sguardo scuro di quell’uomo.

    Nero Caracas era il centro dell’universo del polo, attorno al quale tutto girava. Aveva più soldi, più abilità in campo e l’occhio migliore per i cavalli di qualsiasi altro essere vivente. Perché lo sfidava quando lui avrebbe potuto scagliare contro il muro la sua carriera con un semplice gesto del polso?

    «Rilassati» le mormorò. «Lavori troppo e ti preoccupi troppo, Bella. Il polo è solo un gioco.»

    Solo un gioco?

    «Voglio qualcosa di più che vedere Misty giocare.» I suoi occhi neri la percorsero più a lungo di quanto avessero il diritto di fare. Poi Nero si girò e se ne andò.

    Bella si afflosciò contro il muro di pietra freddo. Come poteva combatterlo? Ma l’avrebbe fatto se lui l’avesse costretta, pensò con decisione quando una delle aiutanti entrò e le lanciò uno sguardo preoccupato chiedendole se andava tutto bene.

    «Sì, sì... sto bene» rispose lei, desiderando di essere a casa sua, con i suoi cani e i suoi cavalli, dove la vita era semplice con i bambini a cui insegnava a prendersi cura degli animali. Mettersi contro Nero poteva significare perdere tutto.

    «Devo portare Misty alla partenza?» chiese la ragazza guardando fuori e Bella capì che doveva avere incrociato il campione di polo entrando. Quell’uomo emanava un’aura di potere e pericolo, e la ragazza sembrava ansiosa.

    «Sì, accompagnala» la istruì, «ma non perderla d’occhio neppure un istante.»

    «Certo» promise la ragazza. «Vieni, Misty» mormorò poi afferrando saldamente le redini.

    Ma poi d’improvviso Bella si intromise. «Ho cambiato idea, verrò con te.» Pensava di andare a controllare gli altri cavalli, ma poteva farlo alla linea di partenza. La visita inaspettata di Nero Caracas l’aveva davvero scossa. Le aveva ricordato che la sua vita era un

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