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Ostaggio dello sceicco: Harmony Collezione
Ostaggio dello sceicco: Harmony Collezione
Ostaggio dello sceicco: Harmony Collezione
E-book162 pagine2 ore

Ostaggio dello sceicco: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Sposare uno sceicco in cambio di una ricompensa in denaro? In un'altra circostanza la timida ricercatrice Jane Smith si sarebbe messa a ridere di gusto. Ma il matrimonio con lo sceicco Zayed Al Zawba durerebbe solo sei mesi e soprattutto l'aiuterebbe a estinguere i debiti di sua sorella.



Zayed è disposto a tutto pur di mettere le mani sulle terre che gli spettano, persino a sposare la dimessa Jane. Dopotutto, non potrebbe mai essere tentato di consumare il matrimonio con lei! Ma l'apparenza inganna e, sotto gli abiti modesti della sua sposa, Zayed scopre deliziose e sensuali curve che finiscono col tentarlo ogni notte di più.
LinguaItaliano
Data di uscita19 apr 2018
ISBN9788858980255
Ostaggio dello sceicco: Harmony Collezione
Autore

Sharon Kendrick

Autrice inglese, ama le giornate simili ai romanzi che scrive, cioè ricche di colpi di scena.

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    Anteprima del libro

    Ostaggio dello sceicco - Sharon Kendrick

    successivo.

    Prologo

    «Quindi, dove sta la fregatura?»

    Zayed individuò il leggero brivido di disagio che stava dilagando tra i suoi consiglieri. Avrebbe potuto dire che erano nervosi. Più nervosi di quanto non fossero di solito in presenza di uno sceicco con il suo potere e la sua influenza. Non che gli importasse qualcosa dei loro nervi. Rispetto e paura tenevano la gente a distanza, che era proprio ciò che lui voleva.

    Voltando le spalle alla finestra che dominava i giardini del suo magnifico palazzo, studiò l'uomo che si trovava di fronte a lui; l'espressione ingenua sul volto del suo consigliere più fidato, Hassan, non lo avrebbe ingannato nemmeno per un istante.

    «Fregatura, Vostra Altezza?» chiese Hassan.

    «Sì, fregatura» gli fece eco Zayed, mentre la sua voce si faceva impaziente. «Mio nonno materno muore e scopro che mi ha donato una delle terre più ricche dell'intera regione desertica. Ereditare il Dahabi Makaan è qualcosa che non mi è nemmeno mai passato per la testa.» Si accigliò. «Il che mi porta a chiedermi che cosa abbia potuto spingerlo a un gesto di tanto inaspettata generosità.»

    Hassan fece un piccolo inchino. «Perché eri uno dei pochi parenti di sangue che gli restavano, Sire, e un simile lascito è perfettamente naturale.»

    «Potrebbe anche essere vero» concesse Zayed. «Ma non mi parlava da quando avevo sette anni.»

    «Tuo nonno è rimasto senza dubbio toccato dalla visita che gli hai fatto quando si trovava sul letto di morte, una visita che certamente non doveva essersi aspettato» affermò Hassan diplomatico. «Probabilmente è questa la ragione.»

    La mascella di Zayed si indurì. Forse era vero, ma quel gesto non era stato ispirato dall'affetto, dato che quel sentimento aveva ormai da molto tempo abbandonato il suo cuore. Era stato il senso del dovere a dirgli di farlo, e Zayed non si sottraeva mai ai propri doveri, nonostante il dolore che quella visita gli aveva provocato. E sì, vedere il volto devastato del vecchio re aveva suscitato in lui una strana sensazione; quello era l'uomo che aveva escluso dalla propria vita la sua unica figlia, dopo che questa si era sposata con il padre di Zayed. Ma la morte era venuta a ristabilire la giustizia, si ricordò, pensando amaramente alle vecchie dita nodose che stringevano le sue. Il nemico furtivo al quale nessuno può sfuggire. Si era riconciliato con suo nonno morente solo perché credeva che questo avrebbe fatto piacere a sua madre, non perché fosse alla ricerca di qualche ricompensa finanziaria.

    «Nessuno dà nulla in cambio di nulla in questo mondo, ma forse questa potrebbe essere un'eccezione.» Gli occhi di Zayed si fissarono interrogativi in quelli del suo assistente. «Mi stai dicendo che la terra sarà mia senza condizioni?»

    Hassan esitò e la pausa che seguì fu pesante. Infausta. «Non proprio.»

    Zayed annuì. Quindi il suo istinto infallibile non lo aveva deluso, dopotutto! «Allora ammetti che una fregatura c'è» affermò trionfante lui.

    Hassan annuì. «Sospetto che la vedrai in questo modo, Sire, perché per poter ereditare Dahabi Makaan devi essere...» nervosamente, si umettò le labbra, «sposato.»

    «Sposato?» gli fece eco Zayed, la sua voce si tinse di una nota pericolosa, che causò uno scambio di occhiate ansiose tra i suoi assistenti.

    «Sì, Sire.»

    «Sai bene come la penso a riguardo.»

    «Certamente, Sire.»

    «Ma, giusto perché non vi siano malintesi, ve lo ripeterò: non ho alcun desiderio di sposarmi, almeno per molti anni ancora. Perché legarti a una donna quando puoi averne venti?» Zayed si concesse un fugace sorriso, mentre ripensava alla visita fatta alla sua amante a New York la settimana precedente, e a lei stesa su lenzuola di raso con addosso nient'altro che un basco nero, le gambe bianche aperte e accoglienti. Si schiarì la voce, concentrandosi per placare il desiderio crescente. «Accetto il fatto che un giorno dovrò dare un erede al mio regno e che dovrò prendere moglie, una giovane vergine del mio regno. Un momento che non arriverà per parecchi decenni, però, dato che un uomo più procreare fino a sessanta, settanta e, in alcuni casi, perfino ottant'anni. E visto che oggi le giovani donne sembrano gradire il godere di tutta l'esperienza di un amante più anziano, sarà senza dubbio un accordo molto soddisfacente per entrambe le parti.»

    Hassan annuì. «Capisco il tuo ragionamento, Sire, e sarei completamente d'accordo, ma il valore di queste terre è inestimabile. Sono ricche di petrolio e hanno una posizione molto strategica. Pensa a quanto potrà beneficiarne il tuo popolo se fossero tue.»

    Zayed sentì che l'indignazione gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Non aveva passato ore sveglio a pensare al bene della sua gente? Non era uno degli sceicchi più potenti proprio grazie alla dedizione alla propria terra e alla sua determinazione a voler essere un pacificatore? Eppure le parole di Hassan erano vere. Dahabi Makaan sarebbe stata indubbiamente un fiore all'occhiello per il suo regno. Poteva davvero lasciarsi sfuggire una simile occasione? Si ricordò della preghiera gracchiante di suo nonno che, in punto di morte, gli chiedeva di non aspettare troppo a mettere al mondo un erede, così che la loro dinastia potesse continuare. E quando Zayed aveva ribadito freddo che non aveva intenzione di sposarsi per ancora molti anni, la faccia di suo nonno si era contratta in una smorfia. Era stato in quel momento che il vecchio, scaltro re aveva deciso che l'unica possibilità per raggiungere lo scopo era quella di forzare la mano, rendendo il matrimonio una condizione necessaria per ottenere l'eredità?

    Eppure il pensiero di sposarsi gli faceva desiderare di tirarsi indietro. Voltare le spalle ai suoi tentacoli insidiosi che potevano rendere cieco un uomo in così tanti modi. Aborriva il matrimonio e la sua istituzione con tutti i suoi difetti e le sue promesse infondate, e l'idea stessa di trovare una sposa solo per potere ereditare era qualcosa che lo disgustava in ogni fibra del suo corpo.

    A meno che...

    La sua mente prese a scorrere tutte le possibilità, perché solo uno sciocco si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione di mettere le mani su una regione famosa per l'oro nero e per la preziosa posizione strategica a cavallo di quattro stati desertici.

    «Forse un modo c'è» disse piano, «che mi permetterebbe al tempo stesso di non legarmi al tedio e al disagio di un lungo matrimonio.»

    «E tu sai quale, Sire?» domandò Hassan. «Ti prego di illuminarci, allora.»

    «Se il matrimonio non venisse consumato» continuò Zayed pensieroso, «allora non sarebbe considerato legale e, così, potrebbe essere annullato in fretta. O no?»

    «Ma, Sire...»

    «Niente ma» affermò Zayed impaziente. «Quest'idea mi sembra sempre più giusta ogni momento che passa.» Eppure poteva scorgere il dubbio sul viso del suo assistente, che conosceva bene la sua virilità. Un uomo che aveva bisogno di sesso regolare, tanto quanto un cavallo ha bisogno di avena ed esercizio per sopravvivere. Dubitava vi fosse una sola donna al mondo in grado di resistere al suo fascino e all'idea che lui potesse tollerare un matrimonio senza sesso era assolutamente ridicola. Sì, una casta unione presentava ostacoli innegabili, ma Zayed era un uomo che si nutriva di sfide e, mentre osservava il volto perplesso di Hassan, gli venne in mente un'idea brillante.

    «E se scegliessimo una donna che non possa tentarmi in alcun modo?» azzardò piano. «Una donna scialba, che mi farebbe diventare cieco se solo mi venisse la tentazione? Non sarebbe la soluzione perfetta?»

    «Conosci una donna simile, Sire?»

    La bocca di Zayed divenne una linea dura. Oh, sì, conosceva quella donna. Pensò a Jane Smith. Con i suoi banali capelli castani e gli abiti dai colori spenti che affogavano la sua figura, si adattava perfettamente allo scopo. Com'era che gli inglesi definivano una donna con cui gli dei non sono stati generosi? L'insignificante Jane. Sì, certamente, mai una descrizione era stata più adatta a quella castigata accademica responsabile degli archivi della sua ambasciata a Londra. Perché non era solo insignificante, ma era anche immune al fascino di lui; alcuni avrebbero potuto perfino dire che lo disapprovava, un fatto che Zayed stesso, incredulo, aveva rilevato poco tempo prima. All'inizio aveva creduto che la donna stesse solo giocando con lui, che stesse ricorrendo alla solita tecnica femminile di ostentare indifferenza nei confronti di un uomo potente, nella speranza che questo stuzzicasse un qualche interesse da parte di lui, come se una qualche parte di Zayed potesse mai essere stuzzicata da Jane Smith! Ma poi aveva scoperto che quella sua attitudine era reale e non simulata quando aveva udito qualcuno menzionare il suo nome e, nello svoltare silenziosamente un angolo, l'aveva vista alzare gli occhi al cielo. Donna sciocca e insolente!

    Eppure Jane amava Kafalah con una passione che era rara per una straniera e conosceva il suo paese persino meglio di molti nativi, unico motivo per cui non l'aveva licenziata in tronco per la sua insubordinazione. Adorava ogni profilo dei suoi deserti, dei suoi palazzi e della sua ricca e qualche volta cruenta storia. Il cuore di Zayed provò un'improvvisa scossa di dolore. Un dolore che non si era mai dissolto per quanto duramente lui avesse provato a voltarsi dall'altra parte. Non avrebbe aiutato quel processo di guarigione se avesse accettato le condizioni di suo nonno e avesse acquisito il Dahabi Makaan? Chiudere una porta sul passato per guardare al futuro?

    «Prepara il mio jet, Hassan» disse in tono aspro. «Andrò in Inghilterra per prendere la miserabile Jane come mia sposa.»

    1

    Quella giornata era cominciata male per Jane, e adesso sembrava voler peggiorare ulteriormente. Innanzitutto c'era stata la telefonata, una di quelle infauste e terribilmente inquietanti telefonate che avevano preso ad arrivarle quotidianamente, lasciandola frustrata e spaventata. Poi il suo treno aveva subito un guasto lungo la strada per il lavoro, dove era stata accolta dal panico nel momento stesso in cui era arrivata. All'ambasciata di Kafalah, la novità che la stava aspettando le aveva fatto sprofondare il cuore nel petto. Lo Sceicco Zayed Al Zawba aveva deciso di prendere inaspettatamente il suo jet privato per fare loro una visita ed era atteso entro due ore. Era un uomo orgoglioso ed esigente e l'ambasciatore, nervoso, stava latrando istruzioni a destra e a manca, mentre ogni segretaria sorrideva attendendo impaziente l'arrivo del re del deserto. Perché Zayed era anche famoso per il fascino arrogante e per il suo sex appeal che faceva sciamare le donne intorno a lui come falene intorno a una fonte di luce. Ma Jane fece una smorfia quando apprese del suo arrivo imminente e sbatté la porta del suo ufficio più forte del necessario, perché riteneva che lui non fosse né affascinante né sexy. Non le importava che fosse un mago quando si trattava di negoziazioni e accordi, né del suo impegno nel costruire scuole e ospedali nel suo paese.

    Lo odiava.

    Odiava il modo in cui i suoi occhi neri luccicavano quando parlava con qualcuno, come se fosse stato in possesso di qualche segreto che non avrebbe mai rivelato. Odiava il modo in cui le donne reagivano quando lui era intorno, adorandolo come se fosse stato un dio. Un dio del sesso, come aveva sentito una volta sussurrare. Deglutì. Perché non era questo ciò che odiava di più? Il non essere immune al fascino dello sceicco del deserto, nonostante lui rappresentasse tutto ciò che lei odiava, con le sue legioni di amanti e il suo spietato disprezzo per i sentimenti del sesso opposto? E sì, sapeva bene che quell'uomo aveva ricevuto un'educazione impressionante, ma questo bastava a dargli carta bianca per potersi comportare esattamente come gli pareva?

    Appendendo la giacca, si infilò la camicetta nella gonna e si sedette alla scrivania. Per lo meno il suo ufficio era nascosto nei sotterranei dell'ambasciata situata nel centro di Londra, lontano dall'eccitante trambusto dei piani alti con tutti i preparativi che venivano fatti per accogliere Zayed. Con un po' di fortuna avrebbe potuto nascondersi lì ed evitare di vederlo.

    Automaticamente, accese il computer e lo schermo subito le restituì la bellissima immagine del famoso Palazzo di Kafalah. Stranamente, però, Jane non vi fece nemmeno caso. Per una volta, la cupola blu e gli archi dorati non attirarono la sua attenzione, perché tutto quello che riusciva a fare era pensare alla chiamata che aveva ricevuto quel mattino e alla voce, ormai familiare, dell'uomo dall'altro

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