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Incanto e seduzione: Harmony Collezione
Incanto e seduzione: Harmony Collezione
Incanto e seduzione: Harmony Collezione
E-book157 pagine2 ore

Incanto e seduzione: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Il signore del maniero prende moglie.
Anna Morton, da brutto anatraccolo snobbato e deriso dagli amici altolocati di Ryder Wyndham, il suo ricco e adorato amico d'infanzia, si è trasformata in uno splendido cigno, che dispiega le sue aggraziate ali di donna in carriera nella frenetica vita londinese. Le cose tra loro non sono più come una volta, ma il destino vuole che le strade dei due vecchi amici tornino a incontrarsi. E quando la bella Anna si ritrova di nuovo accanto a Ryder, nel suo maniero di Wyndham Estate, il loro rapporto riprende l'intimità che un tempo condividevano, e l'indifferenza e il disagio, come per incanto, si trasformano nuovamente in tentazione.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2020
ISBN9788830513280
Incanto e seduzione: Harmony Collezione
Autore

Catherine George

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Incanto e seduzione - Catherine George

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Rich Man’s Bride

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2007 Catherine George

    Traduzione di Maria Teresa Delladio

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-328-0

    1

    Stanca, infreddolita e desiderosa di andare a letto presto, Anna era contenta, per una volta, di essere rientrata e di non aver trovato nessuno in casa. Quando il citofono suonò inaspettatamente, sollevò il ricevitore emettendo un sospiro di frustrazione. Se era Sean, capitava male...

    «Ryder Wyndham» annunciò una voce dall’altra parte.

    Anna sbarrò gli occhi. «Ryder? Ma che sorpresa! Vieni su.» Gli aprì il cancello e corse ad attenderlo alla porta. Sorrise istintivamente quando vide il nuovo erede del patrimonio Wyndham uscire dall’ascensore. Erano trascorsi soltanto sei mesi dal loro ultimo incontro, ma con quei capelli corti che gli mettevano in evidenza il viso smunto sembrava più vecchio di qualche anno, e addirittura più alto con quel lungo cappotto scuro che indossava sopra un completo grigio antracite.

    Anna lo accolse con un caloroso sorriso. «Ciao. Entra.»

    L’inaspettato visitatore la superò ed entrò nell’appartamento guardandosi intorno. «Sei sola, Anna?»

    Non un sorriso e neppure un saluto? «Sì. Ma dimmi, come stai, Ryder?»

    «Ci sono stati momenti migliori.»

    Anna annuì. «Mi dispiace per tuo fratello. La morte di Edward deve essere stato uno shock terribile.»

    «Già» convenne lui asciutto.

    «Gradisci qualcosa da bere?»

    Ryder rifiutò squadrandola dalla testa ai piedi. «Capisco il suo punto di vista» sentenziò infine.

    «Quale punto di vista?» s’informò Anna confusa.

    «Ora te lo spiego» continuò l’altro continuando a guardarla con aria ostile. «Non che li dimostri, ma secondo i miei calcoli dovresti avere trentatré anni.»

    Anna si rabbuiò. «Sei venuto qui per discutere della mia età, Ryder?»

    «No, maledizione! Sono venuto a dirti in faccia di lasciar stare mio fratello.»

    Lei lo fissò strabiliata. «Dominic?»

    «E chi altri? Eddy è morto» replicò lui secco.

    Anna prese un profondo respiro cercando di mantenere la calma e di considerare le cose dal suo punto di vista. «Ascolta, Ryder, è chiaro che sei molto stressato. Togliti il cappotto e lascia che ti prepari qualcosa da bere.»

    «Non voglio bere! Voglio soltanto sapere a che gioco stai giocando!»

    «Faresti meglio a spiegarti» replicò Anna iniziando a seccarsi.

    «Certamente. Dopo essere venuto qui a informarti della morte di Eddy, Dominic non ha fatto altro che parlare di te, sottolineando quanto sei sexy e bella, quanto sei stata dolce con lui... È venuto a Londra parecchie volte prima di recarsi a New York.»

    «E tu credi che sia venuto a trovare me?» gli domandò incredula.

    «Ufficialmente veniva a trovare i suoi amici, ma è chiaro che venisse da te, Anna. Io ero troppo affaccendato coi miei vari problemi per poter immaginare dove andasse a finire questa storia.» Le lanciò un’occhiata di disgusto. «Dominic ha appena ventitré anni. È evidente perché una donna della tua età voglia sposare un uomo tanto più giovane.»

    «Sesso esplosivo?» reagì lei, così furiosa da volerlo schiaffeggiare.

    «In questo caso, per denaro» la corresse l’altro guardandola con sdegno. «Quando Dominic ti ha confessato di aver ereditato una bella cifra da nostra zia, è chiaro che hai visto l’opportunità della tua vita e hai scaricato il tuo uomo.»

    Un’ondata di collera le salì al cervello con tale violenza da toglierle il fiato. «Non posso credere a ciò che hai appena detto» replicò infine Anna ritrovando l’uso della parola. «Non sapevo che Dominic avesse ereditato del denaro. E non me ne sarebbe importato nulla, se anche lo avessi saputo» puntualizzò furiosa. «Non ho alcuna intenzione di sposare il tuo fratellino in fasce.»

    «E tu speri che io ci creda?»

    Anna incrociò le mani sul petto. «Che tu ci creda o no, è la verità, padrone. Quando Dominic venne a dirmi di Edward, non lo vedevo da anni, e, tanto perché tu lo sappia, mi è venuto a trovare soltanto una seconda volta per salutarmi. Se poi vuoi contare anche quella circostanza, l’ho visto di sfuggita al funerale.»

    Ryder si rabbuiò. «C’eri? Non ti ho vista.»

    «Sono ripartita per Londra non appena terminata la funzione.»

    «Capisco. Tuo nonno mi ha fatto le condoglianze da parte tua, ma non sospettavo che fossi venuta di persona. In ogni caso, resta il fatto che stamattina Dominic mi ha telefonato da New York dicendomi che tu hai accettato la sua proposta di matrimonio.»

    Lei lo fissò incredula. «Se ti ha detto una cosa del genere, ha mentito. Oppure era in vena di scherzi. Il telefono è lì. Chiamalo e domandaglielo. Non ti farò pagare la telefonata.»

    Ryder scosse la testa. «Ci ho già provato, ma senza esito. A casa non risponde nessuno e il suo cellulare è spento. Prima di terminare la conversazione, mi ha detto che mi avrebbe richiamato stasera per i dettagli. Io dovevo venire a Londra per l’omologazione del testamento e...»

    «E così hai pensato di passare a darmi un avvertimento. O magari, a comprarmi...» aggiunse con un sorriso di sfida. «Qual è il prezzo per liberarsi di una scomoda sposa come me, Ryder?»

    Lui le lanciò un’occhiata glaciale. «Non era questa la mia intenzione e tu lo sai benissimo.»

    «Oh, davvero!» commentò lei con sarcasmo. «E tu pensavi di ordinarmi di lasciare in pace tuo fratello, sperando che ti ubbidissi senza averne un tornaconto. Un po’ troppo economico per un uomo coi tuoi mezzi, Ryder!»

    Con sua somma soddisfazione, Anna gli vide scintillare negli occhi un lampo di collera.

    «Se mi sono sbagliato, ti chiedo scusa, naturalmente» disse Ryder in tono formale.

    «Se?» rimarcò lei gelida. «Non basta, padrone. Io esigo immediatamente una chiara, esauriente dichiarazione di scuse!»

    Ma lui scosse la testa. «Non prima che abbia sentito Dominic. E per l’amor di Dio, smettila di chiamarmi padrone!»

    «Certamente.» Anna si diresse alla porta e la spalancò. «Voglio che tu te ne vada. Subito.»

    Oltrepassandola, Ryder venne colto da un dubbio. «Anna, se mi sono sbagliato...»

    «Ti sei sbagliato. Totalmente e ciecamente» lo corresse lei con scherno. «E mi ritengo altamente offesa per essere stata insultata con la questione del denaro. Ormai non ci vediamo più molto spesso, ma pensavo che mi conoscessi un po’ meglio.»

    «È proprio questo il punto. Lo pensavo anch’io.» Quindi Ryder uscì sul pianerottolo e si voltò a guardarla. «Anna...»

    Ma lei non ne poteva più. Gli chiuse la porta in faccia in modo che lui non potesse vedere le lacrime che fino a quel momento era riuscita a trattenere.

    Quella sera stessa Ryder Wyndham venne a sapere che la proposta di matrimonio del suo fratello minore era stata accettata da Hannah Breckenridge, nipote del fondatore della casa d’aste di New York presso la quale Dominic lavorava. Non da Anna Morton, nipote del capo guardiacaccia della tenuta di Wyndham che aveva insegnato a Dominic a cacciare e a pescare. Sconvolto, Ryder telefonò subito ad Anna per scusarsi. Ma lei gli riattaccò senza lasciarlo parlare, rifiutandosi in seguito di rispondere quando lui provò a richiamarla. Il giorno seguente le inviò un mazzo di fiori che lei girò immediatamente al portiere perché li regalasse alla moglie. Infine, Ryder si recò nuovamente a casa sua per scusarsi di persona ma lei si rifiutò di farlo entrare dicendogli chiaramente che non voleva avere più niente a che fare con lui.

    Quando si rincontrarono, circa un anno dopo, fu in una circostanza della quale entrambi avrebbero fatto volentieri a meno.

    La nebbia si stava infittendo. In uno squarcio dell’impalpabile cortina, Anna intravide l’indicazione che stava cercando. Allora svoltò con grande cautela nella strada che la conduceva alla proprietà a lei familiare emettendo un sospiro di sollievo nel vedere la luce accesa a Keeper’s Cottage. Percorse il vialetto parcheggiando vicino al cancello e scese dall’auto sorridendo al padre che le stava andando incontro per salutarla.

    «Salve, dottor Morton. Vedo che in ambulatorio ti hanno passato il messaggio che ti avevo lasciato.»

    «Quando l’ho ricevuto eri già in viaggio. Non ho neppure tentato di richiamarti.» L’uomo aveva parlato con apprensione e abbracciò la figlia con affetto. «Che diavolo ti è saltato in mente di metterti in viaggio da Londra tutta sola con questo tempo?»

    «Clare voleva accompagnarmi, ma si è presa un brutto raffreddore e ha preferito trascorrere la notte dal suo ex per evitare di trasmettermi i germi.»

    «Che donna saggia, la tua padrona di casa» commentò l’altro prendendole la valigia. «Il riscaldamento è al massimo. Entra e scaldati. Se avessi sospettato che eri determinata a venire, sarei venuto a prenderti.»

    «Ed è proprio per questo che non ti ho detto nulla, papà. La tua vita è già sufficientemente occupata per costringerti a fare avanti e indietro con Londra per l’ennesima volta. Ho voluto risparmiarti la fatica.»

    «Già, ma io non sto uscendo da una polmonite! Sei bianca come un lenzuolo.» Il padre le prese le pulsazioni e si affrettò ad accendere il bollitore. «Ho comprato il latte, il pane e le uova per la colazione e nella credenza c’è un po’ di tutto, ma non appena avrai disfatto il bagaglio andremo a cena al Red Lion. Tom ti riaccompagnerà a casa. Dovrebbe essere qui da un momento all’altro.»

    «Papà, non prendertela, ma stasera sono troppo stanca per uscire. Ti prometto che mangerò qualcosa, ma poi vorrei andare subito a letto. Altrimenti domani non ce la farò ad alzarmi. Scusami tu col mio fratellone.»

    John Morton avrebbe voluto contraddirla, ma alla fine annuì dandole un buffetto sulla guancia. «Hai ragione, andare a letto presto è la cosa migliore. Prima, però, promettimi che cenerai.»

    «Giuro che mi preparerò un paio di uova strapazzate, che mi farò un bel bagno caldo e che subito dopo andrò a letto» disse Anna in tono solenne. «A che ora sono le esequie domani?»

    «A mezzogiorno. Subito dopo andiamo al Red Lion. È un’idea di mio padre. Mi ha lasciato le sue volontà qualche tempo fa, compresa la lista dei brani musicali da suonare in chiesa. Ha detto che voleva evitarmi il maggior numero di fastidi.»

    «Oh, papà!» sussurrò Anna con gli occhi colmi di lacrime. L’uomo le strinse la mano e poi raccolse il bagaglio portandoglielo in camera.

    «Non mi piace l’idea che tu trascorra la notte qui da sola. Se avessimo saputo del tuo arrivo, Tom e io saremmo rimasti qui con te. Siamo sempre in tempo, se sei d’accordo.»

    Anna sorrise serena. «Papà, non offenderti, ma questa volta ho proprio bisogno di restare da sola.»

    «Ti capisco, ma se non ti senti bene, chiama immediatamente!»

    «Sta’ tranquillo, sto bene» lo rassicurò lei.

    «Me lo auguro. Ora vado, ma domattina verrò qui a vedere se hai fatto colazione come si deve.»

    Anna lo salutò e solo quando fu sola si rese conto del vuoto che la circondava. Salì al piano superiore fermandosi nella camera del nonno. Sul comodino c’erano delle foto che la ritraevano insieme a Tom nel giorno delle loro rispettive lauree. In un’altra, oltre a lei e al fratello, c’era anche Ryder Wyndham. Sorridevano felici mentre mostravano fieri la

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