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Breve storia di Firenze
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E-book345 pagine4 ore

Breve storia di Firenze

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Info su questo ebook

Non solo il Rinascimento: il racconto di tutta la grande storia di Firenze

Ovunque la si nomini, Firenze non può che essere sinonimo di arte e di Rina­scimento. In tutto il mondo, il patrimonio artistico del capoluogo toscano suscita stupore e ammirazione, e la sua storia di dominio culturale in Italia e in Europa è ben nota. Ma non è certo in questo che la vita di Firenze si esaurisce. Ippolita Douglas Scotti ci conduce in un viaggio attraverso la storia di questa straordinaria città, partendo dalla preistoria, quando le prime popolazioni si stabilirono nel fertile Valdarno, passando poi agli insediamenti etruschi che furono la base per la nascita della città vera e propria, ad opera dei romani. Un percorso lungo secoli, che si snoda attraverso la faida tra guelfi e ghibellini, le conquiste rinascimentali, il Granducato e le guerre mondiali, per arrivare infine alla tragica alluvione del ’66 e quindi ai giorni nostri. Un libro indispensabile per scoprire che la storia di Firenze nasconde molto più di quello che viene più facilmente ricordato.

La storia della città culla del Rinascimento, dalle origini preistoriche ai giorni nostri

Tra gli argomenti trattati:

Firenze prima di Firenze, la preistoria della città
La fondazione di Florentia da parte dei legionari romani
Nasce la repubblica di Firenze
Dante alighieri, sommo poeta fiorentino
La maledizione della peste nera
Lorenzo il Magnifico: vita, aneddoti e fatti politici
Michelangelo, Leonardo e Botticelli, geni del tardo Rinascimento
Caterina de’ Medici, la donna che portò Firenze nel mondo
Cosimo II, patrono di Galileo
L’ultimo dei Medici
L’avvento dei Lorena e la loro politica illuminata
Firenze capitale d’italia dal 1865 al 1871
La firenze del Novecento fra futurismo e liberty
Firenze e la seconda guerra mondiale
La terribile alluvione del 1966
L’attentato in via dei Georgofili
Ippolita Douglas Scotti
Figlia del nobile commissario del quartiere di San Giovanni nel Corteo del Calcio Storico, è nata a Firenze. Ha scritto libri di vario genere e collaborato con associazioni culturali volte a valorizzare la città e le sue dimore storiche. Con la Newton Compton ha pubblicato, tra l’altro, 101 perché sulla storia di Firenze che non puoi non sapere; I Signori di Firenze; 100 personaggi che hanno fatto la storia di Firenze, Luoghi segreti da visitare a Firenze e dintorni e Breve storia di Firenze.
LinguaItaliano
Data di uscita1 ott 2021
ISBN9788822752734
Breve storia di Firenze

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    Breve storia di Firenze - Ippolita Douglas Scotti

    ES762.cover.jpges.jpg

    762

    Prima edizione ebook: ottobre 2021

    © 2021 Newton Compton editori s.r.l., Roma

    ISBN 978-88-227-5273-4

    www.newtoncompton.com

    Edizione elettronica a cura di Punto a Capo, Roma

    Ippolita Douglas Scotti

    Breve storia di Firenze

    Non solo il Rinascimento: il racconto

    di tutta la grande storia di Firenze

    marchio-front.tif

    Newton Compton editori

    Indice

    INTRODUZIONE

    Firenze prima di Firenze, la preistoria della città

    I primi insediamenti umani

    La fondazione di Florentia da parte dei legionari romani

    I primi evangelizzatori paleocristiani... e i mercanti greco-siriaci

    Il vescovo San Zanobi contro gli Ostrogoti

    Le invasioni barbariche e le dominazioni

    Pazzino de’ Pazzi, un fiorentino alla Prima Crociata

    L’epoca dei Canossa e le mura matildine

    Nasce la Repubblica di Firenze

    L’espansione economica fiorentina

    La nascita delle Arti e delle Corporazioni... e la loro importanza nella storia

    Ancora una cerchia di mura, la prima Comunale

    La guerra civile

    Il governo podestarile

    La lotta all’eresia catara, un orribile genocidio... benedetto dal Vaticano

    La nascita degli ordini mendicanti

    Guelfi e ghibellini

    Il governo del Primo Popolo

    Scapitozzare le torri

    La battaglia di Montaperti e le sue conseguenze

    La seconda cerchia comunale

    Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino

    Le battaglie di Campaldino e Caprona

    Giano della Bella e gli Ordinamenti di Giustizia

    Guelfi bianchi e guelfi neri

    L’apice culturale, artistico ed economico del Trecento

    L’alluvione del 1333

    La cacciata del tiranno Gualtieri di Brienne, duca di Atene

    La prima grande bancarotta della storia

    La carestia del 1345-1347

    La maledizione della Peste Nera

    Boccaccio, la peste e il Decamerone

    Firenze dopo la peste

    Il tumulto dei Ciompi

    La culla del Rinascimento

    Firenze oligarchica durante l’egemonia degli Albizi... (1382-1434)

    L’ascesa dei Medici

    Il principato occulto di Cosimo de’ Medici

    Il Concilio Ecumenico

    Brunelleschi e Donatello... protagonisti del primo Rinascimento

    La nascita dell’Accademia neoplatonica di Marsilio Ficino

    Lorenzo il Magnifico: vita, aneddoti e fatti politici

    La decadenza fiorentina... dopo la morte di Lorenzo il Magnifico

    La triste parentesi della repubblica teocratica... di Savonarola

    Niccolò Machiavelli, uomo universale

    Michelangelo, Leonardo e Botticelli..., geni del tardo Rinascimento

    Firenze sotto assedio

    Il Calcio Storico e la partita dell’assedio

    Caterina de’ Medici, la donna che portò Firenze nel mondo

    Il duca Alessandro de’ Medici e il suo assassinio

    Cosimo de’ Medici, ultimo duca e primo granduca

    L’Accademia della Crusca... e la questione della lingua cinquecentesca

    Ferdinando I e il bando di cacciata

    Galileo Galilei

    Cosimo II, patrono di Galileo

    Il granducato di Ferdinando ii..., l’inizio della fine del potere mediceo

    Cosimo iii, il penultimo dei Medici

    L’ultimo dei Medici

    L’Elettrice Palatina e l’importanza del Patto di Famiglia

    L’avvento dei Lorena e la loro politica illuminata

    La parentesi di Firenze napoleonica e la restaurazione

    Firenze capitale d’Italia dal 1865 al 1871

    Il Risanamento

    Arriva Buffalo Bill col suo mirabolante Selvaggio West

    Gli anglo-beceri

    La Firenze del Novecento fra Futurismo e Liberty

    Firenze e la seconda guerra mondiale

    La Pira, il sindaco santo

    La terribile alluvione del 1966

    L’assassinio di Lando Conti

    L’attentato in via dei Georgofili

    BIBLIOGRAFIA

    INTRODUZIONE

    La storia di Firenze è solitamente focalizzata sul fulgido periodo del Rinascimento e poco viene esplorato sulle origini del luogo che accolse una delle città artisticamente e storicamente più importanti di tutto il percorso evolutivo umano.

    Ma cosa c’era a Firenze prima di Firenze? E perché una vallata acquitrinosa attraversata da un fiume vivace, diventò la culla accogliente di molti ingegni e artisti che cambiarono il mondo?

    Un milione di anni fa in quel territorio erano ancora in atto trasformazioni geologiche; la piana fiorentina era sprofondata nell’acqua e le terre emerse, come testimoniano i reperti fossili, erano popolate da antichi pachidermi, da enormi cervidi e da feroci smilodonti.

    Poi, fin dal Paleolitico Inferiore, il fertile Valdarno è stato teatro di un intenso popolamento umano e proprio da qui sono partite le vicissitudini degli antesignani dei fiorentini che hanno dato il via alla storia della città.

    Ufficialmente la storia di Firenze inizia da quando nel 59 a.C., fu fondato dai Romani il castrum di Florentia su un insediamento etrusco derivante da Visul, l’odierna Fiesole, proprio grazie alla fertilità del suolo e alla posizione strategica fra l’Arno e la via Cassia.

    Spesso però si sprofonda in grosse lacune e confusioni nel delineare il susseguirsi degli eventi storici di Firenze, dalle sue primitive origini fino ad ora: questo libro si impegna a colmarle tracciando un agile excursus della storia della città, che copre l’arco di tempo che inizia proprio dai primordi, abbraccia il periodo che rese grande Firenze e si conclude con le vicende più recenti, fino al tragico attentato di via dei Georgofili.

    Questo viaggio è un concentrato percorso storico scandito dagli eventi più importanti che hanno reso Firenze una delle città più vive e dense di storia del mondo, un museo a cielo aperto che non teme rivali.

    Firenze prima di Firenze, la preistoria della città

    Nel Pliocene medio, circa tre milioni di anni fa, avvenne l’ultima espansione del mare all’interno della Toscana, la catena appenninica stava nascendo e nella zona abitavano proboscidati estinti come l’Anancus arvernensis e grandi mammiferi, tra cui anche il rinoceronte Dicerorhinus etruscus.

    Un milione di anni fa tutto era ancora in trasformazione e la piana fiorentina stava sprofondando di diverse centinaia di metri per far posto a un grande lago il cui bacino si trovava fra Firenze e Pistoia.

    Il primo che trovò prove scientifiche inconfutabili riferite all’origine lacustre del Valdarno, fu Leonardo da Vinci. I suoi appunti nel Codice Hammer descrivono dettagliatamente la zona: «…questa valle riceve sopra il suo fondo tutta la terra portata dall’acqua di quella intorbidata, la quale si vede ancora ai piedi del Pratomagno restare altissima…».

    Leonardo fu talmente affascinato dalle Balze del Valdarno che volle immortalarle in molti dei suoi dipinti fra i quali, il paesaggio della Gioconda.

    Queste Balze sono conosciute anche come Smotte e sono costituite da sabbie, ghiaie e argille stratificate, intercalate da gole profonde e scenografiche, risultato dell’erosione dei sedimenti pliocenici da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d’acqua.

    Mona_Lisa_by_Leonardo_da_Vinci.jpg

    Le Balze del Valdarno fanno da sfondo alla Gioconda di Leonardo da Vinci.

    Con il ritirarsi delle acque, la pianura rimase punteggiata da stagni, paludi e acquitrini e molti furono poi bonificati nel corso dei secoli.

    Nei sedimenti del terreno alluvionale sono stati rinvenuti reperti fossili di animali che popolavano le terre emerse, come pachidermi, smilodonti e altri carnivori come la pantera toscana Panthera gombaszoegensis, il ghepardo Acinonyx pardinensi, la lince Lynx issiodorensis, la grande iena Pachycrocuta brevirostris, il Canis etruscus e l’Ursus etruscus. Oltre a cervidi dagli immensi palchi ed equidi, come l’Equus stehlini e l’Equus stenonis.

    Il Valdarno Superiore è considerato il sito più importante al mondo per il ritrovamento di fossili di grandi mammiferi, molti dei quali si possono vedere esposti anche al Museo di Storia Naturale di Firenze, dove ha sempre suscitato curiosità e ammirazione l’enorme scheletro del mammut Archidiskodon meridionalis ritrovato quasi integro, grazie ai sedimenti di limo che lo ricoprivano proteggendolo e affettuosamente ribattezzato dai fiorentini, Pietro.

    Nell’area compresa tra il parco delle Cascine e i Renai di Signa, sono stati rinvenuti anche i fossili di esemplari di Stephanorhinus Etruscus e Leptobos Etruscus, rispettivamente antenati degli attuali rinoceronti e bufali africani oltre che resti della bertuccia fossile villafranchiana classificata come Macaca sylvana fiorentina.

    Nello stesso museo, oltre alla possente dentatura degli smilodonti, è conservata anche una zanna di mammut risalente al Pleistocene Inferiore rinvenuta nell’Oltrarno, proprio vicino a Porta Romana nel 1865, durante i lavori di ampliamento per Firenze Capitale. La zanna fu ritrovata in quelle che erano le proprietà del re Vittorio Emanuele ii, che la donò al museo.

    A testimonianza delle origini marine della zona dei dintorni di Firenze, sono stati ritrovati denti di squalo, giganti bivalvi pliocenici e scheletri di grossi cetacei.

    Nella località La Lisca, vi è ancora una casa sulla cui facciata è visibile una costola di balena e un’altra costola, molto probabilmente di capodoglio; fu rinvenuta nel corso dei lavori di bonifica, iniziati da Cosimo e terminati da Lorenzo il Magnifico, della piana mugellana vicino alla villa medicea di Cafaggiolo, dove è stata esposta per molto tempo e poi trasferita sulla facciata di un’altra abitazione.

    Le antiche collezioni di naturalia et mirabilia che tanto hanno affascinato tutta la famiglia Medici durante i secoli, rappresentano una fonte primaria di documentazione per la storia della paleontologia, della biologia evoluzionistica e della geologia.

    Al Museo di Mineralogia e Paleontologia di Scandicci – un luogo importantissimo, ma di cui molti fiorentini ignorano l’esistenza – sono esposti scheletri di delfinidi, squali e un dugongo, il Metaxiterium Subappenninum, unica specie di sirenide che abitava il Mediterraneo nel Pliocene, chiamato la sirena di Scandicci. Sono inoltre stati rinvenuti enormi conchiglie e crostacei fossili, una gigantesca spina di razza e uno scheletro intero di misticeto, una specie di balenottera, trovata in Valdelsa.

    I primi insediamenti umani

    L’acqua ha sempre rappresentato una risorsa preziosa per il genere umano: tutte le più importanti civiltà sono sbocciate accanto a questo fondamentale elemento.

    Anche nella zona dove poi è sorta Firenze, l’Arno ha facilitato l’insediamento antropico nella sua valle fin dal Paleolitico Inferiore che ha poi portato al fenomeno urbano e ai commerci fluviali.

    Il territorio dove sorge Firenze, per posizione, mutamenti morfologici e risorse potenziali, è il teatro di una storia complessa nella cui trama si radica il nostro presente in un’intima interazione fra esseri umani e territorio.

    Tra il x e l’viii secolo a.C. viene documentato il primo stanziamento di genti italiche nella zona orientale della pianura fiorentina.

    La popolazione stabile era rappresentata dalla civiltà proto-villanoviana e poi dalle sue evoluzioni.

    Durante i lavori di sventramento per ammodernare Firenze che stava diventando capitale, eseguiti in modo a dir poco barbaro, vennero casualmente rinvenuti e danneggiati una ventina di ossuari villanoviani conservati in vasi di terracotta tappati, proprio nel centro della città, fra via Pellicceria e via Vecchietti. Questi reperti comprovano l’esistenza di una civiltà organizzata nel periodo protostorico fiorentino, dotata anche di una necropoli evoluta.

    Il terreno alluvionale, a causa dei capricci del fiume che nella sua storia ha avuto molti episodi di particolare impetuosità, ricoprì di limo l’insediamento villanoviano e secondo alcune teorie, costrinse gli abitanti del villaggio a ritirarsi sulle alture rivolte verso l’Arno ovvero, sull’attuale Fiesole.

    Fu proprio sulle verdi colline di Fiesole che, dai villanoviani fiorentini, maturò la raffinata e potente civiltà etrusca.

    Fiesole, chiamata Visul, era abitata fin dal Neolitico e con gli Etruschi, uno dei popoli più affascinanti ed enigmatici della storia antica, fu distinta da un’esemplare organizzazione politico territoriale in città-stato e da un’economia ricca e complessa basata sull’agricoltura e sulla metallurgia.

    La sua posizione strategica la rese un importantissimo centro nevralgico che permetteva il controllo delle vie di transito tra l’Etruria centro meridionale a sud e l’Etruria padana a nord e rappresentava un baluardo contro le invasioni dei popoli settentrionali come i Galli.

    Il circondario era inoltre ricco di boschi e terreni coltivabili ed era economicamente sfruttabile non solo per l’agricoltura ma anche per la presenza di cave di pietra serena.

    Secondo teorie opposte, i proto-Etruschi da Fiesole si spinsero anche a valle, fondando una colonia dove sorse Firenze, come testimoniano i reperti archeologici trovati proprio in centro.

    A Fiesole vi è una lapide che indica la cittadina collinare e Firenze come "la madre et la filia".

    Secondo il professor Antonio Minto, soprintendente alle Antichità per l’Etruria dal 1925 al 1951 e docente di Etruscologia all’Università di Firenze, gli Etruschi avevano un solido passato fiorentino. Nei suoi scritti si legge: «Nel 1926, nei pressi dell’arcone di Piazza della Repubblica, venne ritrovato un foculo in bucchero di chiara provenienza etrusca, ovvero un contenitore di braci che serviva da scaldavivande. Questo reperto venne messo in connessione con altri ritrovamenti avvenuti durante gli scavi di fine Ottocento nel centro della città: si trattava di due bronzetti, uno rappresentante un guerriero e l’altro un giovane nudo e di un cippo di arenaria usato come materiale da costruzione per l’antica chiesa di San Tommaso. […] i lavori di fine Ottocento misero in evidenza però anche altri importanti aspetti della Firenze preromana, innanzitutto la necropoli villanoviana risalente alla prima età del ferro, che si estendeva tra via Pellicceria e via del Campidoglio e della quale vennero riportati alla luce orci e ziri. Essa faceva presumibilmente riferimento ad un villaggio che sorgeva vicino all’attuale Orsanmichele. […] Anche altri ritrovamenti effettuati durante gli scavi di Piazza della Signoria inducono a retrodatare l’inizio della storia di Firenze: ci sono frammenti ceramici greci della seconda metà dell’viii secolo e alcuni bronzetti votivi etruschi, riconducibili ad aree sacre poi tramandate alle generazioni romane». Sembra che dall’antica città di Fiesole scendessero varie vie sacre: «da qui in epoca etrusca si dipartiva un percorso sacro segnato da sepolture importanti, le cui tracce vanno ricercate nei cippi, come quello ritrovato in via dei Bruni nel 1981. A questi si aggiungono i tular, i cippi confinari: tre di queste pietre, ritrovate in uno scantinato di Via Calimaruzza, vennero riutilizzate in epoca romana per la costruzione della porta sud di Florentia».

    Inoltre, nei pressi di via Ghibellina, vicino a dove poi sorse il ponte di Rubaconte, sono visibili alcune palafitte all’interno di un ristorante, ritrovate negli anni Novanta che testimoniano un antichissimo insediamento commerciale in prossimità dell’Arno.

    Nell’antichità esisteva a Firenze una sorta di primitivo guado situato poco più a monte di dove molti secoli dopo, sorse Ponte Vecchio. Il passaggio, costruito dagli Etruschi di Fiesole, consisteva in una rudimentale passerella aerea posta nel punto dove l’Arno si restringe.

    Tale accesso precario, costruito in legno, veniva continuamente distrutto dalle inondazioni e più volte ricostruito, anche dai romani, in quanto rappresentava la prosecuzione del cardo maximo delle attuali via Roma e via Calimala. Il guado rendeva la zona ben accessibile e favorevole ai commerci via fiume, anche se la zona era paludosa, umida e malsana.

    Sono venuti alla luce reperti di un piccolo insediamento, forse etrusco, che dall’attuale piazza Donatello si espandeva verso il torrente Affrico, costruito per difendere un altro ponte che attraversava l’Arno all’altezza di Rovezzano. Si pensa fosse l’avamposto costruito durante la guerra civile tra Gaio Mario e Lucio Cornelio Silla, vinta da Silla che conquistò la colonia di Fiesole favorevole a Mario.

    Sembra comunque che la decadenza di Fiesole dopo l’80 a.C., portasse alla creazione di un nuovo insediamento a valle.

    Alcuni storici sostengono che il nome Firenze derivi dall’etrusco "Birent" (o Birenz) che significa luogo paludoso o luogo tra le acque, per indicare la sua posizione in una zona caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d’acqua come l’Arno e i suoi affluenti Mugnone e Affrico, che spesso impaludavano la piana.

    Altri studiosi sono invece convinti che il nome derivi dal latino "florens, che si traduce come fiorente o fertile, a indicare la fertilità della pianura fiorentina, gli arva florentiae" e dal rigoglioso periodo dell’anno in cui la città è stata fondata.

    Molte usanze della cultura etrusca, come la divinazione degli aruspicini, furono adottate dalla cultura romana. Del retaggio etrusco è ancora conservata l’usanza di mangiare il pane sciapo toscano: infatti in tutte le lucumonie della antica Dodecapoli, secondo alcuni studi sulle abitudini alimentari degli Etruschi, il pane si consumava senza sale e veniva usato per accompagnare altre pietanze più sapide come cacio e carni arrostite o seccate.

    La fondazione di Florentia da parte dei legionari romani

    L’antica Firenze etrusca fu distrutta da Silla e poi ricostruita come colonia al tempo di Cesare, in base alle leggi agrarie che offrivano appezzamenti di terra fertile dell’ager publicus ai veterani che volessero stabilirvisi.

    Per difesa, la città fu costruita all’interno della confluenza di due fiumi: l’Arno e il Mugnone, dove erano stanziate le popolazioni precedenti.

    La fondazione di Firenze avvenne nella primavera del 59 a.C. da parte dei coloni romani, e il periodo dell’anno spiegherebbe anche l’etimologia del nome Florentia.

    La leggenda narra che il nome della città sia legato alla celebrazione primaverile dei Floralia, sfrenati giochi orgiastici a tema pastorale in onore della dea Flora protettrice della primavera, dei fiori e della perpetuazione della vita, oltre che delle prostitute.

    Questi Ludi Florales erano anche caratterizzati da spettacoli teatrali, dove le donne erano abbigliate con colori sgargianti, mentre gli uomini decoravano il capo con ghirlande di fiori appena sbocciati. Le attrici delle rappresentazioni di mimo usavano spogliarsi dei loro pepli colorati dietro richiesta degli spettatori, attuando la nudatio mimarum, manifestazioni licenziose che enfatizzavano il legame metafisico tra la sessualità umana e la fertilità vegetale, per cui stimolando l’una attraverso il rituale sacro, si solleciterebbe anche l’altra.

    Nonostante il nome sia dedicato alla dea Flora, la divinità polide di Florentia divenne Marte, dio della guerra. Probabilmente la devozione a Marte è riconducibile al fatto che i primi abitanti di Florentia erano dei legionari veterani e scelsero come loro protettore il dio della guerra. Marte rimase la divinità protettrice di Firenze fino alla conversione della città al cristianesimo, quando, come scrive Dante nel xiii canto dell’Inferno, «I’ fui de la città che nel Batista mutò ’l primo padrone».

    Fra i simboli di Firenze vi è il Marzocco, un leone araldico che con la zampa destra regge fiero lo stemma col giglio: la sua storia proviene dalle radici romane dell’antica Florentia. Il nome martoculos deriva da piccolo Marte, l’antico protettore della città, ritratto in una statua che si trovava presso l’attuale Ponte Vecchio e che – travolta dalla piena del 1333 – fu sostituita dalla figura del leone, simbolo di potenza. Sembra che questo regale felino sia stato introdotto dalla Libia da alcuni soldati romani la cui legione aveva questo animale totemico come vessillo. All’epoca, leoni veri venivano coinvolti anche nei combattimenti nell’arena che si trovava presso via Torta, che porta il nome dalla sua forma curvilinea essendo stata costruita intorno all’antico anfiteatro. I leoni erano tenuti nelle burelle, la buia cavea dell’anfiteatro, proprio dove ora sorge via delle Burella. Oltre ai giochi circensi e all’anfiteatro, sembra che vi fosse anche un antico tempio di Marte dove ora sorge il Battistero e uno di Giove Capitolino al foro.

    Quando iniziarono i lavori per la costruzione del Battistero, vennero ritrovati alcuni elementi architettonici appartenenti alle glorie romane di tale luogo.

    Fra questi reperti c’era anche un bassorilievo rettangolare formato da due pezzi marmorei uniti che presentano una scena navale e una agreste, molto consunte, ma leggibili, probabilmente appartenenti a un sarcofago. La scena sembra essere stata incorporata nella costruzione, incastonata nella scarsella, dalla parte del Battistero rivolta verso Roma, come ricordo del passato e forse come pagana protezione verso quel luogo, sacro da sempre.

    firenze-romana.tif

    Ricostruzione della Firenze romana in un’incisione del 1925.

    Vicino al tempio di Marte sorgeva la porta Contra Aquilonem risalente alla prima cerchia romana. Recentissimi scavi hanno permesso di datare la cerchia muraria primitiva tra il 15 e il 30 a.C., anticipando di un secolo la datazione precedente.

    La città aveva la tipica forma del castrum quadrangolare a scacchiera con al centro il foro, oggi piazza della Repubblica, ovvero l’ombelico urbano dove si incontravano il cardo, su cui passava la vecchia Cassia, e il decumano. Sembra vi fosse proprio in quel punto un altro tempio dedicato a Giove.

    La cerchia aveva possenti mura e un perimetro di circa 1800 metri con lati di 400 per 500 metri e una superficie di circa 20 ettari.

    Il tracciato corrispondeva approssimativamente alle attuali via dei Cerretani fino a piazza del Duomo a nord, via del Proconsolo a est, via Tornabuoni a ovest. A sud il tracciato non procedeva secondo la protezione della geometria della scacchiera, perché seguiva un percorso parallelo all’Arno.

    Le mura erano costruite in laterizio pieno, su fondazioni di calcestruzzo con uno spessore medio di due metri e con dei telai come rinforzi interni. Sul tracciato delle mura c’erano torri a base circolare, come quella della Pagliazza, in particolare ai lati delle quattro porte, che si aprivano al centro di ciascun lato ed erano costruite in laterizio. A nord svettava all’inizio dell’attuale Borgo San Lorenzo, la Porta Praetoria, chiamata anche Contra Aquilonem; a sud, in via Calimala, la Porta Decumana; a est, in corrispondenza con Borgo degli Albizi, c’era la Porta Principalis Dextra; e a ovest, in via Strozzi, la Porta Principalis Sinistra. Le mura erano circondate da un fossato alimentato dalle acque del Mugnone, il cui sbocco doveva essere nei pressi, dove fu poi costruito Ponte Vecchio. La cinta comunque non includeva tutta la città: era escluso il ponte, che sorgeva in una posizione vicina al Ponte Vecchio e la zona di Oltrarno, dove si insediò una colonia di mercanti orientali, soprattutto siriani, che sembra siano i responsabili dell’importazione sia del culto di Iside, che

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